Cammini svelta accanto alla recinzione di legno, incurante del venticello che ti scompiglia i capelli. Dovresti tornare indietro a prendere il cappotto, quello nuovo che la mamma ti ha comprato quando hai ricevuto la Lettera, quello nero elegante. Ma non hai abbastanza tempo.
La strada è breve, la conosci bene. L’hai percorsa tantissime volte, da quando avevi quattro anni.
La Godric’s Hollow dove vivi è molto diversa da quella in cui vivevano i tuoi nonni: ci sono automobili, telefonini, maghi.
Beh,pensi, quelli c’erano anche prima.
Ma ora i maghi siete voi: tu, i tuoi fratelli, qualche vicina che considerano un po’ eccentrica. Di certo vi sapete mascherare meglio. Lo dimostra il cellulare che ti vibra nella tasca dei jeans.
-Mamma? Ti ho detto mille volte che non occorre urlare!- bisbigli, infuriata: sì, ok, non tutti sono in grado di farsi passare per Babbani. Ma tu sì.
-Lily! Ma dove sei?! Sbrigati a tornare! Fra dieci minuti dobbiamo andarcene!
Dieci minuti.Hai solo quelli per salutarla e lasciare il tuo paesino alla volta di Hogwarts.
Ne sei felice, certo. Hai undici anni e sei una maga, non potresti desiderare altro che salire su quel treno. Tanto più che sogni quella Scuola da tre anni, da quando James è tornato raccontandoti di tutte le meraviglie che…
Persa nei tuoi pensieri, apri il cancelletto cigolante.
 
*-Dove andiamo, papà?
-Andiamo da una persona… speciale.
Un’enorme pietra bianca e lucida si ergeva al centro del prato ben curato.
-Che cos’è, papà?
-E’… la casa dei tuoi nonni.
-Perché non vivono in una villetta come la nostra?- avevi chiesto.
-Loro abitano in cielo.
Era stata la mamma a risponderti, come sempre.
-Oh...
Ma quella volta non ti aveva soddisfatto: per una bambina di quattro anni non era facile capire una cosa del genere.
-Che c’è scritto, mamma?- avevi continuato, con la tua vocetta stridula.
-C’è scritto James Potter e Lily Potter, sono i tuoi nonni.*
 
Da quel giorno tornavi li quasi tutte le settimane, a parlare con la nonna.
Oggi devi fare lo stesso, ma sarà diverso, lo sai: oggi sarà l’ultima volta.
-Ciao, nonna.
Hai undici anni, ma non ti senti stupida a chiacchierare con una morta.
Non ho mai detto addio a nessuno. Non ho mai lasciato che le persone a cui voglio bene se ne andassero. Sì, perché le porto con me dovunque io vada. Nel mio cuore.
Avevi letto quella frase sul diario di Victorie, due anni fa, riferita a chissà chi. L’hai presa come una filosofia di vita. Tua nonna non è morta, vive solo un po’ più su di te.
E questo non è un addio, è solo un arrivederci.
Come saluterai tua madre, tuo padre. La signora Marchbanks, della porta accanto. Il pesciolino rosso e la Puffola Pigmea di tuo madre.
-Sai, oggi vado a Hogwarts… spero di diventare una Grifondoro, come te. Come voi.
Eppure, oggi sembra tutto straordinariamente strano. Straordinariamente prezioso: il tuo letto, la scrivania, la cabina doccia. La tazza della colazione che ti piace tanto. Tutto sembra più importante del solito, ti senti diversa.
Sai che, in un certo senso, questo è un addio.
Lily Luna Potter, la bambina dai capelli rossi impaziente di varcare le soglie di Hogwarts, oggi scomparirà per sempre. A tornare, a Natale, sarà la signorina Potter, la studentessa adolescente.
E’ strano percepire questo cambiamento, come se sapessi che deve avvenire, eppure è così: avverrà.
-Sono venuta a salutarti, nonna. Tornerò a Natale, credo. Ma non sarò la stessa. Sarò più… grande. Continuerò comunque a venire a trovarti, te lo prometto.- aggiungi in fretta, quasi temendo che tua nonna possa dispiacersi.
Sospiri. Il cellulare vibra di nuovo nella tua tasca.
Una lacrima ti riga il viso, mentre prendi tra le mani un filo d’erba e ne fai sbocciare un fiore rosa. Lo fai sempre.
E’ magia.
-La prossima volta che verrò, ti porterò un mazzo di fiori, se ne sarò capace!
Ti alzi e saluti con la mano, nonostante tu sappia che nessuno di vedrà.
Ma quel gesto ti appartiene.
 
Il cancello cigola dietro di te, chiudendosi.
Ti volti: la tomba bianca è lì, come sempre. Riesci a distinguere la macchietta rosa che è il tuo fiore. La prossima volta che varcherai quella soglia sarai diversa, lo sai.
 
*-Ci torniamo, papà? Ci sono un sacco di cose che devo raccontare alla nonna!
James e Albus correvano fuori, lontano da quel luogo silenzioso.
-Ci torneremo quando sarai più grande.*
 
Non ci eravate mai più tornati, insieme.
Ma tu sì: non eri ancora pronta a dirle addio.

N.d.A.: Seconda classificata pari merito. 
M4RT1 con E questo non è addio, è un arrivederci. 

Correttezza Grammaticale: 10/10 
Stile e Lessico: 10/10 
Caratterizzazione del personaggio: 10/10 
Utilizzo citazione: 10/10 
Gradimento personale: 8/10 
Penalità: 2,5 
Totale: 45,5/50 

La storia è originale ma non rispecchia appieno il tema del contest che è l’addio. 
Qui Lily non sta dicendo veramente addio alla nonna perché il suo è solo un arrivederci, Lily tornerà a trovarla. 
Sarà più grande, non più bambina ma tornerà e sua nonna sarà sempre con lei. 
La citazione l’hai usata in modo molto originale e non ho trovato errori grammaticali. 
Di Lily Luna non si sa nulla se non i cliché che girano sul web. 
La tua interpretazione mi è piaciuta, mi è sembrata giusta. 
Lo stile è semplice, pulito senza esagerazioni. Mi piace. 
La storia è stata una boccata d’aria fresca. 
Una cosa che non mi ha colpito, che non mi è piaciuta è stata la scelta della tecnologia Babbana. 
Ne avrei fatto a meno ma la storia è comunque molto carina. 
Complimenti.