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Autore: TooLateForU    14/07/2012    8 recensioni
“Non mi interrompere, cazzo!” gridò Tom, gesticolando “Dicevo, tu NON ti sposi, chiaro? Soprattutto senza la mia approvazione.”
“Soprattutto a diciannove anni.” Aggiunse Georg.
“Soprattutto con una che non conosciamo.” Aggiunse Gustav.
“Soprattutto con quelle scarpe.” Aggiunsi io, lanciando un’occhiata eloquente ai suoi stivaletti zebrati.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  okay, cercherò di non essere prolissa come una diarrea (?) e di fare veloce, dato che dovrei essere uscita di casa da almeno dieci minuti :D
non mi aspettavo ben sei recensioni solo per il prologo, ccccccioè mi avete commossa *lacrimuccia*  quindi tutti, i belli e i brutti, e vi dico che per i prossimi aggiornamenti dovrete aspettare almeno il 23 luglio dato che me ne vado in vacanza con una mia amica in una landa senza connessione ad internet *i lettori ballano il mambo*
anyway, vi lascio. guten..ehm, pomeriggio.
 

 
 
 
 
 
 
PRIMA SETTIMANA– CONOSCI IL TUO NEMICO.
 
Sorseggiai il mio thè freddo al limone, che sinceramente faceva proprio schifo, ma non potevo di certo sputarlo, che so, sulla faccia di Gustav.
Quindi continuai a berlo. In realtà non avevo neanche sete, però ero nervosa.
Nervosa e con la vescica piena, ora.
“Tom, ti dispiacerebbe smetterla di muovere quel piede?” gli chiesi, lanciando un’occhiata al suo piede che batteva ritmicamente a terra da più di venti minuti.
“Posso sempre spostarlo verso la tua faccia, se vuoi.” Rispose, acido.
Io ruotai gli occhi al cielo e gli pestai ferocemente il suddetto piede, facendolo gemere di dolore. “Dicevi?”
Fece in tempo solo a lanciarmi una pessima, pessima occhiata quando notai una familiare criniera selvaggia avanzare, in lontananza, con qualcuno al proprio fianco.
“Guardate, sono arrivati!” urlacchiai, e tutta la band si girò bruscamente verso i due, senza un minimo di ritegno.
“Non guardateli, idioti!”
“Ma ci hai appena detto di guardarli!”
“Sì, ma guardarli senza guardarli, non guardarli guardarli!” spiegai, con ovvietà. Georg guardò interrogativo Gustav, Gustav guardò interrogativo Tom, e Tom guardò il culo della cameriera che stava passando..
Gli lanciai un calcio sotto al tavolo, e lui sobbalzò.
“La finisci di picchiarmi?! Finirò per camminare sui gomiti se continui cos..”
“Ciao ragazzi!” la voce melodiosa (si..certo) di Bill ci giunse alle orecchie, ed alzando gli occhi notammo qualcosa di davvero sconcertante.
E no, non era Bill che aveva di nuovo usato la crema autoabbronzante.
Mano nella mano del caro frontman c’era una..ehm, cosetta di mezzo metro con i capelli più biondi che avessi mai visto. Barbie era stinta al confronto.
La nana oltretutto aveva gli zigomi più gonfi della storia, e anche la fronte più alta della storia. L’attaccatura dei suoi capelli cominciava all’incirca sulla nuca.
E perché, perché, si era vestita di blu, verde e VIOLA?
“Lei è Adalie, la mia ragazza.” Continuò Bill, con una punta di fierezza nella voce. Lanciai uno sguardo preoccupato a Tom, e lui mimò con le labbra un ‘ma che cazzo è?’
“Ciao, io sono Adalie!” esclamò la nana, anche se sentendo la sua voce poteva benissimo aver parlato un piccione. Praticamente gorgheggiava, non parlava. “Sono mooolto contenta di conoscervi, tu sei Guster, tu Gregor, Tommy e..tu chi sei?”
Posò i suoi acquosi occhietti azzurri su di me, assumendo un’aria sospettosa e quasi omicida. Forse aveva intenzione di strozzarmi a morte con una delle sue extension.
“Sono Iris, la migliore amica di Bill e Tom.” Risposi, sfoderando il mio migliore sorriso. Ah-ah, alla faccia tua finta bionda!
Calò un gelido silenzio, interrotto solo dal tossicchiare nervoso di Georg.
“Okay, sediamoci!” esclamò poi Bill, prendendo con molta nonchalance altre due sedie da un altro tavolo (e no, il tavolo in questione non era vuoto..) per far sedere quella e se stesso.
Prendemmo tutti a sfogliare il menù, quando ad un certo punto la forchetta di Tom cadde con rumore secco sul pavimento. Fu strana la sua caduta, dato che si trovava dal lato opposto del bordo.
“Oh, cavolo, mi è caduta la forchetta!” disse, con un tono davvero strano. Mi appuntai mentalmente di sconsigliargli la carriera d’attore.
Poi mi lanciò uno sguardo che voleva intendere ‘vieni sotto al tavolo o la forchetta finirà nel tuo stinco’, ed io feci cadere con molta classe il mio tovagliolo.
Ci abbassammo entrambi, sotto gli sguardi allucinati di Bill e del resto della band. Non di Barbie, che era troppo impegnata a contare le nuvole, credo.
“Quella mi sembra un’idiota!” mormorò concitato lui.
“Non lo sembra, lo è!” gli assicurai.
“Deve smuovere il suo culo piatto da Bill, ora!”
“Secondo me ci sta insieme solo per soldi, e popolarità.” Ragionai ad alta voce. Cioè si fa per dire, stavo ancora sussurrando.
“Certo che è così. E poi, quale tipa sana di mente si metterebbe con uno che usa otto diversi tipi di lacca?” continuò Tom, ragionevolmente.
“Dobbiamo trovare qualche prova per incriminarla. Dobbiamo pedinarla!”
D’un tratto, una testa molto pelata e molto sconosciuta fece la sua apparizione sotto al tavolo “I signori desiderano qualcosa?” chiese il metrè, con molta calma.
Io e Tom sobbalzammo, finendo per urtare la testa sul tavolo. Ahia cazzo, che male, che male, che male!!
Quando risalimmo in superficie fingemmo dei sorrisi calmi e pacati, come se non fosse assolutamente successo niente.
Sorridi e annuisci, sorridi e annuisci.
Poi cominciammo ad ordinare i nostri piatti, ed arrivò anche il turno di Plastic Girl.
“Oh no, io prendo solo dell’acqua minerale.” Esclamò, e poi aggiunse “Sto seguendo una dieta: solo seicento calorie al giorno, non una di più, altrimenti non entrerò mai nel vestito da sposa.” E poi prese a ridacchiare come una iena anoressica (cosa che era.) Anoressiena.
Gustav la guardò come se fosse improvvisamente diventata verde a pois rossi, mentre io, Tom e Georg ridevamo sotto i baffi.
Seicento calorie al giorno? E chi le conta, le calorie? Se ho fame mangio, punto.
E a casa Kaulitz non esisteva NIENTE di ipocalorico. E Bill ha sempre detestato le ragazze troppo attente al cibo, però ora faceva finta di non sentire.
Oh, quella Adalie doveva sparire.
 
 
“Non fare tutto questo rumore, dannazione!” lo rimproverai, concitata.
“Sto solo respirando!” replicò Tom.
“E allora respira più piano!”
Ruotò gli occhi al cielo, mentre ci nascondevamo dietro l’ennesima macchina. Era più di mezz’ora che stavamo seguendo Adacosa, e non era ANCORA arrivata a casa sua.
Camminava alla velocità di un bradipo agonizzante, e non la smetteva di parlare al telefono, telefono per altro che le aveva regalato Bill una settimana fa.
“Ma cos’ha tanto da parlare?” domandai a Tom.
“Piuttosto, come cavolo fa a premere i tasti? Le sue unghie sono lunghe mezzo metro. Potrebbe ucciderci, scassinarci casseforti, tagliarci la verdura..”
“Guarda, sta entrando là dentro!” lo interruppi, indicando una villa tutta su un piano dall’altro lato della strada.
Tom mi prese per mano, e non so perché mi sentii un po’ strana. Cioè, ci conoscevamo da quando eravamo nati, le nostre madri frequentavano lo stesso corso per donne incinte, o qualsiasi cosa fosse.. E bhè, lo conoscevo da SEMPRE.
Io, lui e Bill da piccoli dormivamo anche nello stesso letto, quando ci andavamo a trovare. E facevano il bagno nella vasca insieme.
Non so perché, mi venne in mente che se avessi fatto il bagno con Tom ora probabilmente lui avrebbe tentato di violentarmi, e risi nervosamente.
“Che ti ridi?”
“No niente, lascia perdere.”
Continuammo ad avanzare verso la casa, sforzandoci di sembrare normali e poco sospetti, anche se stavamo camminando come se avessimo un palo nel culo.
La bionda entrò, ed io e Tom ci trascinammo verso il retrò della casa, dove c’erano due finestre non troppo basse.
“Forse sono le finestre della sua camera.” Dissi, e Tom fece un sorrisetto.
“Allora penso che dovremmo guardare.” Continuò lui.
“Ma sono troppo alte, e tu sei un nano.”
“Lo sai cosa si dice dei ragazzi bassi? La legge della elle..”
“Non voglio saperlo!” esclamai, strozzata “Concentrati: come facciamo a guardare se non arriviamo alle finestre?”
Tom guardò la finestra, poi guardò me, poi di nuovo la finestra e un lampo di luce gli attraversò gli occhi.
“Ho un’idea..”
 
“Tom, giuro che se mi ammazzo ti uccido!” lo minacciai, aggrappandomi salda al cornicione.
“Smettila, e pensa a guardare!” replicò brusco.
La sua grande idea era stata quella di farmi sedere sulle sue spalle, quindi ora le mie gambe si trovavano praticamente accanto alla sua faccia.
E avevo paura che gli sfuggisse la presa, e avevo paura di sfracellarmi al suolo e rompermi la testa, e se mi fossi rotta la testa senza aver ancora baciato Johnny Depp tutta la mia vita sarebbe stata vana..
Il filo dei miei pensieri venne interrotto dall’apparizione di Adalie in quella che doveva essere la sua stanza. Era TUTTA completamente lilla e le pareti erano coperte dalle sue foto.
Adalie in prima elementare, Adalie che scia sulle Dolomiti, Adalie che gioca a bowling, Adalie che viene eletta Miss Loitsche, Adalie che caga..
“E’ entrata!” dissi, a bassa voce.
“Che sta facendo?”
“Uhm..sta prendendo la macchinetta fotografica, ed ora..si sta facendo una foto? Bah. Ehi, ma non aveva detto di avere un pastore tedesco?” chiesi, notando che finora non si era visto nessun cane.
“Sì, e aveva anche detto che era allergica alle mele come Bill.”
In quello stesso istante tirò fuori dalla borsa una mela rossa, e l’addentò.
Feci una smorfia “Sta divorando una mela proprio ora.”
“Ooh, filmala filmala, così poi lo vedrà anche Bill!” propose Tom, ed io stavo tirando fuori il cellulare dalla tasca quando lei mollò la mela e prese a slacciarsi la camicetta.
“No, ora si sta spogliando. Ma che schifo, non si è depilata sotto le ascelle! E quello è un reggiseno ad acqua!!” urlai, scandalizzata.
“E’ un motivo in più per filmarla! Dai, voglio divertirmi anche io!” si lamentò Tom, dandomi uno schiaffetto su una coscia.
Io risposi dandogli una botta in testa. “Idiota!” lo apostrofai, poi tornai a guardare la patetica bionda, rimasta in biancheria.
Ma che schifo, aveva delle mutande leopardate. Avevo voglia di bussare sul vetro ed urlare ‘COPRITI, SEI OSCENA!’
In quell’istante lei si girò verso la finestra, ed io abbassai furiosamente la testa. Peccato che così facendo Tom perse l’equilibrio, barcollò per qualche attimo e poi cademmo entrambi rovinosamente sull’edera.
“Ahia, mi sono rotto il culo!” si lamentò lui, massaggiandosi il fondoschiena.
Ci guardammo per un attimo in silenzio, poi scoppiammo entrambi a ridere.
Anche se l’immagine del reggiseno ad acqua di Adalie era ancora impresso nella mia testa, e rischiava di farmi vomitare.
 
 
 
 
 
 

   
 
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