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Autore: Amor31    14/07/2012    5 recensioni
Due ragazze da sempre rivali.
Due sconosciuti in attesa del loro arrivo.
Un'avventura che le unirà nel bene e nel male.
*PROSSIMO AGGIORNAMENTO: SABATO 5 APRILE*
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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2. L’incontro della vita

-Lady Thompson, vostro padre vi vuole in salotto. Dovete scendere subito-.
La ragazza, sentendosi chiamare, scostò lo sguardo dalle pagine del libro che stava leggendo e domandò risoluta: -Che cosa vuole da me?-.
-Sembra che la cosa sia importante. È in compagnia dell’ospite che da tanto tempo attendeva-.
-Bene, ne sarà felice. Ma io cosa dovrei fare?-.
-Non lo so. Ma vi prego, seguitemi al piano di sotto o saranno guai per entrambi-.
La giovane si alzò dalla poltroncina che aveva occupato fino a quel momento e vi lasciò il libro; poi uscì dalla stanza e si diresse in salotto.
Non entrò subito: aspettò alcuni istanti prima di fare il suo ingresso. Giusto il tempo di spiare le poche parole che i due uomini si stavano scambiando.
-Buon pomeriggio, padre. Buon pomeriggio, my Lord-, salutò la ragazza accennando un inchino verso l’ospite.
-Oh, eccola qui! Lord Spencer, vi presento mia figlia, Lady Gwen-, affermò sorridente Lord Isaac sospingendo la giovane verso l’altro.
-Piacere di conoscervi-, disse Gwen porgendo la mano destra a Spencer.
-Il piacere è tutto mio, Lady Thompson-, disse quello afferrandole delicatamente la mano, portandosela alle labbra senza smettere di guardarla negli occhi.
Un fremito sotto pelle scosse la ragazza, profondamente colpita dallo sguardo intenso dell’uomo che aveva davanti; la stessa cosa provò Lord Spencer alla prima vista della giovane.
-Siate benvenuto nella nostra casa-, disse Gwen facendo scivolare via la mano da quella di Spencer.
-Vi ringrazio, Lady. Vostro padre ha insistito affinché ci conoscessimo e devo ammettere che ne è valsa la pena-.
Gwen arrossì lievemente e Lord Spencer ne approfittò per presentarsi ufficialmente: -Sono Lord Trent Spencer, appartenente ad uno dei primi casati che si stabilirono nelle Americhe. Mi occupo ormai da alcuni anni dell’importazione e dell’esportazione di prodotti fondamentali per l’Inghilterra e le colonie, risiedendo stabilmente in Georgia-.
-Voi vivete nel Nuovo Mondo?-, domandò Gwen spalancando gli occhi per la sorpresa.
-Sì. Sono nato e cresciuto lì, a contatto con decine di culture diverse: è questa la vera ricchezza dell’America-.
-Ma ovviamente ciò che a noi importa è il business, non è vero?-, si intromise Lord Isaac catturando l’attenzione di Trent.
-Certamente. Non sono qui per un viaggio di piacere, Lady Gwen. La società inglese mi è completamente aliena, nonostante mi preoccupi dei suoi rapporti politici e commerciali-.
-E come è la vita laggiù?-, chiese la ragazza incuriosita.
-Oh, il mio amato brandy è finito. Non importa, andrò a prenderne dell’altro nelle cantine. Ne volete, Lord Spencer?-, domandò Lord Isaac apprestandosi ad uscire.
-Con molto piacere-, rispose Trent continuando a fissare la giovane che tanto lo aveva colpito.
-Ditemi, allora: come si vive in Georgia?-, insistette Gwen temendo che il ragazzo non la stesse ascoltando.
-Si è più liberi: questa è la fondamentale differenza con la Gran Bretagna. Certo, le leggi imposte sono severe allo stesso modo, ma uomini e donne prendono la vita con più leggerezza: quello che spinge i coloni a rimanere in America non è tanto la ricchezza che ne possono ricavare quanto il desiderio di spingersi oltre. Presto verranno fondati nuovi villaggi nelle zone più interne del continente e solo il Cielo può sapere che cosa il futuro riserverà alle migliaia di persone che si preparano per affrontare questa ennesima sfida-.
-E il paesaggio?-, domandò ancora Gwen, gli occhi neri che le brillavano come non mai al solo immaginare quali meraviglie si celassero nel Nuovo Mondo.
-Pensate ai campi che circondano il vostro maniero; pensate alle colline, alle montagne, al mare: ogni cosa è cento volte maggiore di quelle che vedete qui. Spazi sterminati, laghi profondi come l’oceano e fiumi navigabili con le navi più grandi: è il trionfo della natura ed il sole non vi tramonterebbe mai, se non fosse costretto-.
Trent interruppe la narrazione e contemplò il volto di Gwen, semplicemente estasiata: il cuore del ragazzo sussultò e per un istante provò l’impulso di stringere a sé la ragazza e baciarla. Ma ciò venne limitato alla sua sola immaginazione.
-Deve essere meraviglioso vivere in luoghi come quelli che avete appena descritto-, sussurrò Gwen, negli occhi ancora quella particolarissima scintilla che le illuminava il resto del viso.
-Lo è, my Lady. Ogni giorno è una nuova avventura-.
Trent fece un passo verso la ragazza e d’impulso le afferrò la mano. Poi disse: -Vorreste venire con me?-.
Gwen, scossa già da quell’improvviso atteggiamento, ammutolì; le si formò un nodo in gola dovuto in parte all’emozione, in parte alla timidezza, e non seppe cosa rispondere. Le parole morirono sul nascere.
-Le scorte di brandy sono terminate. Tuttavia ho dell’ottimo whiskey che… Gwen, cosa succede?-.
Lord Isaac era tornato portando con sé una bella bottiglia ricolma di liquore che per poco non cadde a terra alla vista dei due ragazzi così vicini.
-Ti senti bene, figliola? Vuoi che chiami un medico?-.
-Sto benissimo, padre. È stato solo un improvviso giramento di testa; stavo per cadere, ma Lord Spencer mi ha sostenuta. Sto bene, davvero-.
-Siediti sul divano e rilassati; quanto a noi, Lord Spencer, cerchiamo di concludere la trattativa…-.
-Lord Thompson, accetto la vostra offerta. Da oggi siete membro della mia società: riceverete una somma pari a tremila sterline ogni mese e, per i vostri servigi, potrete ottenere anche particolari riconoscimenti. Ma ora è per me tempo di andare. Mi sono trattenuto fin troppo e non voglio abusare della vostra compagnia-.
-Lord Spencer, non è necessario che vi cerchiate un alloggio in città. Sarete nostro ospite finché vorrete…-, provò a convincerlo Lord Isaac.
-Vi ringrazio, ma mi vedo costretto a rifiutare: è di fondamentale importanza che io giunga a Londra entro domani, per poter sistemare alcune faccende burocratiche ed ufficializzare la vostra partecipazione all’attività societaria. Devo andare-.
-Beh, se le cose stanno così non posso certo trattenervi oltre. Andate pure e portate i miei saluti alla capitale-.
-Lo farò senz’altro. Addio-.
Trent uscì dalla stanza gettando solo un’occhiata a Gwen che, seduta sul divano, continuava a fingere di aver avuto un malore; la ragazza, però, si riprese subito e seguì il padre e l’ospite all’esterno.
Vide Lord Spencer avvicinarsi alla carrozza ed aprire lo sportello, mentre Lord Isaac finiva di salutarlo; poi affiancò il padre e chiese in un sussurro: -Quando potrò rivedervi?-.
-Presto, my Lady. E appena sarò tornato desidererò avere una vostra risposta-, disse Trent mostrandole un sorriso dolce e smagliante.
Gwen avvampò di nuovo e, abbassato lo sguardo, si limitò a dire: -Fate buon viaggio-.
Il ragazzo chiuse lo sportello, tirò giù il finestrino e salutò ancora i Thompson, pensando che avrebbe centrato l’ennesimo affare della sua carriera.
   
   
 
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