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Autore: the_rest_of_me    14/07/2012    7 recensioni
questa storia è il sequel di un'altra: "I'm in love with you"...
all'interno inserirò il link diretto...
Riassunto: di ritorno da un altro secolo Liza deve fare i conti con la vita che aveva lasciato, ma anche con un amore che è nato in lei...
abbandonare la vecchia vita e inseguire quel sentimento sembra la cosa più logica da fare... ma!
sì, ma perché l'amore non è facile e la vita pone molti, forse troppi, ostacoli sulla strada!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'True love...'
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Pov Liza
 
Quando riaprii gli occhi la prima cosa che vidi furono degli addominali.
Addominali che avrei riconosciuto ovunque.
“Damon!”
Mi strinse più forte a sé.
“Finalmente… come stai?”
Lo guardai negli occhi.
“Bene, credo!  Cos’è successo?”
“Non ricordi niente!”
“Sì… cioè volevo dire cos’è successo dopo che ho perso i sensi…!”
“Stefan ti ha portato qui praticamente moribonda!”
Sgranai gli occhi.
E se lui non avesse mantenuto la sua parola e mi avesse dato il suo sangue?
“Chi mi ha dato del sangue per guarire?”
“Io!”
Tirai un sospiro di sollievo.
Così non avevo creato un legame con nessuno. Io non lo volevo.
Non volevo nessun legame con Stefan e Damon non era pronto ad averne uno con me.
Rimasi in silenzio accoccolandomi sul suo petto.
Lui mi accarezzava i capelli e ogni tanto posava un bacio sulla mia fronte, sulle mie guance, sul mio naso.
 
 
Pov Damon
 
Avevo rischiato di perderla e solo mentre la tenevo stretta al mio petto riuscivo a capire quanto avrei perso realmente.
Lei era la mia razionalità, le baciai la fronte.
Era la mia parte infantile, le baciai le guance.
Era la mia curiosità, le baciai il naso.
“Liza… non farmi mai più uno scherzo del genere… io non posso perderti!”
Mi guardò negli occhi con quel suo sguardo magnetico, con quei suoi occhi colmi d’amore.
Ogni volta era una pugnalata al mio petto.
“scusa!”
Lei non si scusava mai!
E poi perché si stava scusando, in realtà?
Ero stato io a portarla da Pearl.
Ero stato io a non riuscire a difenderla.
Ero stato io a rischiare di farla uccidere.
“Tu come stai? Che ti ha fatto Rick?”
“Oh, io sto alla grande!”
Come faceva a preoccuparsi per me quando lei aveva rischiato di morire, e c’era andata anche molto vicina?
“come ha fatto Stefan a portarti via di lì?”
“Non lo sai?”
“cosa dovrei sapere?”
Non mi piaceva quello che vedevo nei suoi occhi.
“per salvarmi Stefan ha dovuto mordermi…!”
Scattai. Ero in piedi in un secondo.
Lei mi seguì giù dal letto e mi abbracciò da dietro.
“Pearl sapeva che avrebbe potuto non riuscire a trattenersi… Anna le aveva parlato della sua dieta…!”
Ero rigido, come un pezzo di legno.
“Lui avrebbe dovuto rifiutare. Lui non avrebbe dovuto farlo!”
“E come avrebbe fatto a salvarmi? Era lei a dettare le regole!”
Mi voltai e la guardai negli occhi.
C’era preoccupazione non rabbia, nei suoi.
“non mi interessa, Liza! Lui non avrebbe dovuto farlo! E se non fosse riuscito a fermarsi?”
“Ce l’ha fatta!”
“Sì, ma se non ci fosse riuscito?”
“Sarei morta!”
Risposta ovvia. Non mi bastava.
Stefan non avrebbe dovuto rischiare tanto.
Lei era la mia unica certezza e lui aveva rischiato di ucciderla.
“Tu non sai che rischio hai corso!”
“non importa… ormai è passato!”
Mi abbracciò più forte e io la strinsi a me.
“da oggi tu sei sotto chiave, lo sai vero?”
Mi guardò negli occhi e poi scoppiò a ridere.
“Non mi proteggerai chiiudendomi a chiave in questa casa… può entrare chiunque qui!”
E aveva ragione, come sempre…
Poi vidi un’ombra coprire quel che restava di quel breve riso, nei suoi occhi.
“Liza, che c’è?”
Scosse la testa.
La portai fino al letto e ci sedemmo.
“lo sai che mi puoi dire tutto, vero?”
Non mi rispose ma poggiò la testa sulle mie gambe.
Non mi guardava e non era un buon segno.
“quando ero lì e ho visto arrivare Stefan ho temuto che tu non fossi venuto perché non volevi… avevo paura che ti fossi reso conto che non valeva rischiare la tua vita per me! Io ho temuto che tu ti fossi reso conto che la mia presenza non era essenziale per te! Io non voglio essere un peso, Damon! Io non voglio essere di troppo! Io non voglio forzarti e non voglio metterti a disagio… io non lo so! Ma il pensiero che tu mi avresti lasciata lì mi ha fatto più male di quei morsi! E poi ho pensato a tutto quello che ci siamo detti… al 1864… a come mi trattavi quando mi hai conosciuta a tutto quello che è successo dopo!”
La feci parlare… la feci sfogare!
Non mi stava dicendo nulla, in realtà. Stava blaterando lasciando le frasi a metà ma ne aveva bisogno!
Quando finì di parlare e di piangere la presi in braccio e me la strinsi al petto.
“Tu non sei di troppo! Io avrei rischiato la mia vita per te ma non potevo andarmene, paletti volanti!” ridacchiò sulla mia spalla. “La prima settimana con te sono stato insopportabile… io e te abbiamo condiviso tanto! Abbiamo il nostro Rifugio! Abbiamo il nostro legame. Abbiamo la nostra amicizia e amiamo fare attività fisica!”
La buttai sul letto e mi fiondai su di lei in un attimo.
Ridacchiò ma aveva ancora le lacrime che le bagnavano le guance.
Le baciai e le asciugai con le mie carezze!
Si fiondò sulle mie labbra, come se fossero l’ossigeno di cui aveva bisogno.
 
Pov Liza
 
Avevo bisogno delle sue labbra.
Avevo bisogno di lui.
Volevo sentirmi amata e desiderata.
Volevo sentire amore, per una volta.
Non volevo che lui desiderasse il mio corpo.
Per una volta e una soltanto volevo che lui desiderasse me.
Troppe volte eravamo stati assieme per il piacere fisico… per una volta volevo essere amata…
Volevo essere desiderata per quello che ero, non per come apparivo.
Mi ripromisi, con una piccola parte del mio cervello, che se non fossi riuscita a farlo innamorare me ne sarei andata.
Non potevo permettermi di vivere tutta la mia vita inseguendo un amore che non accennava ad essere ricambiato.
Lui non mi aveva mai amato.
Ci teneva a me e non voleva perdermi ma non mi amava.
L’amore era altro!
Smisi di pensare! Volevo lui.
Solo lui, in quel momento.
 
Pov Stefan
 
Avevo rubato il sangue dall’ospedale.
Avevo davvero un problema, ma non potevo e non volevo occuparmene.
Andai a scuola, come ogni mattina.
Come se tutto fosse normale.
Elena mi venne incontro con un’aria un po’ combattuta.
“Stefan ti devo parlare!”
Le sorrisi raggiante e mi avventai sulle sue labbra.
“Certo, dimmi!”
La presi per mano e cominciai a camminare verso la scuola.
“Stai bene?”
“Certo! Mai stato meglio! Sto alla grande! Perché?”
Ridevo a tutti e feci il cascamorto un po’ con tutte quelle che mi passavano accanto.
“sembri diverso, oggi!”
“Oh ma è solo un’impressione… di cosa volevi parlarmi?”
“Ieri ho scoperto che Damon ha trasformato mia madre!”
“Wow… ma sei sicura? Voglio dire sarebbe una scoperta fantastica!”
 
Pov Elena
 
Cosa ci sarebbe stato di fantastico nel fatto che mia madre, quella biologica, era un vampiro?
E lui non era normale.
Stefan non si comportava mai così.
Stefan era sempre più tranquillo e comprensivo.
“No, non è fantastico! Lei è un mostro!”
Si fermò e mi guardò con uno sguardo che mi fece gelare il sangue nelle vene.
“Non mi pare che tu abbia detto la stessa cosa di me! hai detto di amarmi!”
Capii che forse non avrei dovuto dire quello.
Nel suo tono, però, non c’era delusione c’era solo sarcasmo.
“Vabbè io adesso devo andare… Ho inglese! Ciao!”
Mi baciò di nuovo e se ne andò.
Lo vidi fermarsi poco più in là con una ragazza.
Stava flirtando spudoratamente.
Non provai gelosia, non come quella che avevo provato al pensiero di mia madre con Damon!
Presi un profondo respiro e mi diressi verso la mia classe.
 
Pov Damon
 
Non riuscivo a smettere di stringerla a me.
Avevo ancora paura che scappasse o che qualcuno me la portasse via.
“Damon, se continui a stringermi così mi soffochi!”
Allentai la presa ma non la allontanai.
“Scusa!”
Sorrideva.
“cosa hai intenzione di fare, adesso?”
“Riguardo a cosa?”
“Katherine!”
“credo di aver capito che non avrei mai dovuto perdere tutto quel tempo per cercare di salvarla da un destino che lei non aveva mai dovuto affrontare!”
Annuì.
Le baciai la fronte e la vidi chiudere gli occhi.
“Io dovrei andare a parlare con lei…”
“Tu non andrai proprio da nessuna parte…”
Scosse la testa e si strinse al mio petto.
Forse mi stavo rammollendo ma non avrei permesso che le accadesse qualcosa.
 
Pov Katherine
 
Pearl non avrebbe dovuto rivelare a Liza che lei sapeva.
Lei e Anna avevano sbagliato a dirle ciò che sapevano e non l’avrebbero passata liscia…
La mia amicizia era stata minata e io non sapevo cosa fare, se non provare a parlare con la causa di tutto.
Bussai alla porta e mi venne ad aprire Anna.
“Katherine!”
“Ciao Annabelle! Tua madre è in casa?”
“Sì”
“Puoi chiamarla, per favore?”
“Sono qui, Katherine… vorrei dire che è un piacere rivederti ma mentirei!”
“Devo parlarti”
“E di cosa?”
“Perché non passeggiamo!”
Uscì dalla casa e forse fu la mossa più stupida che avesse mai fatto, oltre al fatto che si era innamorata di Jonathan Gilbert.
La infilzai con il paletto che avevo portato con me ma non volevo ucciderla. Lei mi serviva viva, per il momento.
“Questo è perché hai detto a Liza ciò che io aveva detto a te!”
Gliene infilzai un altro.
“Questo è per quello che le hai fatto!”
Gliene infilzai un terzo.
“e questo è un avviso… vai dai fratelli Salvatore e consegna loro il congegno che hai rubato a Gilbert!”
Me ne andai da dove ero venuta senza voltarmi indietro.
Non mi avrebbero fatto del male, io non mi sarei lasciata fregare così.
 
Pov Elena
 
Il concorso per eleggere la reginetta di Mystic Falls si avvicinava e io non avevo ancora deciso se fosse il caso o meno di partecipare.
Parlai con Stefan dei miei dubbi e lui mi disse che avrei dovuto partecipare per mia madre ma che, comunque, l’importante era divertirsi sempre e comunque!
Ero spaesata… non sapevo cosa fare per il concorso e non sapevo nemmeno come comportarmi con il mio ragazzo.
Era diverso da quando era tornato da quella specie di missione suicida.
Avevo tentato di chiedergli cosa fosse successo quando era andato a salvare Liza ma mi avevo solo detto che salvando Liza aveva ritrovato il vecchio se stesso.
Certo questo Stefan era più divertente ma era come se nascondesse qualcosa.
Non indagai oltre perché sapevo che non avrebbe risposto.
 
Pov Liza
 
Non riuscivo a staccarmi da lui.
Il suo profumo mi inebriava e il suo calore mi faceva sentire importante!
Avrei vluto dirgli tutto.
In quel momento gli avrei rivelato i miei sentimenti ma c’era qualcosa che me lo impediva.
Forse era solo paura o forse la brutta sensazione che mi scorreva dentro.
Non dissi nulla ma mi godetti quell’abbraccio finchè sarebbe durato.
“Ti va di scendere e mangiare qualcosa?”
“Sìììì!”
Ma non accennavo a mollare la presa.
Lui forse lo capì o forse semplicemente anche per lui quell’abbraccio era importante.
Scendemmo avvolti dal lenzuolo.
“e se Stefan tornasse?”
“Rimarrebbe scandalizzato… il mio piccolo fratellino non ha mai visto una donna nuda!”
“Ne ho viste molte più di quante tu creda e no! Non sono sconvolto anche se, forse, mi piacerebbe vedere di più!”
Liza sgranò gli occhi quando lo vide con un bicchiere di sangue in mano.
La cosa che la sconvolse fu la consapevolezza che quel sangue non era di uno scoiattolo ma di un umano.
 

  
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