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Autore: Lilith82    14/07/2012    5 recensioni
Questa storia è stata "necessaria" per me. Necessaria da scrivere. Necessaria da condividere. E' la prima fan fiction che abbia mai scritto in vita mia. L'ho cominciata quasi due anni fa. Rileggerla ora, mi fa un certo effetto, lo ammetto. Ma la amo come il primo giorno! Ed anche se, probabilmente, farò delle piccole modifiche, la lascerò intatta il più possibile. E' il mio seguito di Breaking Dawn, necessario, appunto, perché non sapevo rassegnarmi alla fine della saga. E' la storia di Renesmee, di Jacob, di Edward e di tutti gli altri.
Spero vi piaccia. Fatemi sapere.
dal primo capitolo:
"Poi riuscii a muovere le dita di una mano, non che lo avessi voluto, ma quel piccolo movimento mi permise di riprendere contatto coi miei confini fisici, sentii le gambe sfiorate da gambe infuocate, sentii il petto vicino ad un altro torace, grande e ardente, sentii le guance tenute in due grandi mani brucianti, sentii le mie labbra contro le sue grandi labbra scure, come ghiaccio avvolto dal fuoco e capii:
Jacob Black mi stava baciando!"
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Intact world'
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Buon Sabato Pomeriggio Fanciulle
avevo proprio bisogno di Alice e del suo irrefrenabile entusiasmo oggi! ^____^
Godetevi l'ultimo capitolo!
Vi ricordo che manca solo l'Epilogo, che prometto di postare la prossima settimana ;-)
non chiedetemi quando perché ormai ogni giorno della mia vita è un caso a sé...
Vi bacio tanto e vi ricordo di lasciarmi le vostre idee per il promesso Missing Moment di Imprinting, se vi va!
vi abbraccio forte
Lilka <3

PS: vi ricordo che potrete sempre trovarmi qui... 

http://www.facebook.com/groups/281106931902704/494217230591672/?notif_t=group_activity




CAPITOLO 59: CONGRATULAZIONI

 

Dolcemente la sua mano scivolò lungo il mio braccio.

Le sue dita allentarono la mia presa e dal palmo rotolò il piccolo gioiello che vi era custodito.

Strofinò con delicatezza le sue labbra grandi sui miei piccoli petali, quindi sollevò le nostre mani.
I suoi occhi risplendettero nei miei mentre infilava l’anello con la sua piccola pietra brillante al mio dito.

Calza a pennello!

Lo rimirai mentre lui sussurrava: “Ora so perché mia madre lo ha lasciato a me”

Gli presi il viso tra le mani e lo baciai.
 

“SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII’!!” si sentì provenire dal bosco.

“Finalmente!”
Non avevo fatto in tempo a voltarmi che qualcosa di piccolo e duro mi aveva travolto.

“Lo sapevo! IO lo sapevo!” si congratulò con se stessa mentre saltellava come una bimba.

“Zia...” 

“Lo sapevo! Lo sapevo! Lo sapevo!” continuava imperterrita.

“Ma che...”

“Posso essere il primo a congratularmi con te, Renesmee?” la voce calda di zio Jasper arrivò alle mie spalle. 

“Certo... ma...” 

Mi guardò divertito poi mi indicò il prato intorno, improvvisamente gremito!

“Accidenti...” sussultai.

“Congratulazioni, tesoro” fece la nonna sorridente mentre Carlisle le carezzava una spalla.

Sembravano felici e... orgogliosi!

“Oh... piccola mia!” zia Rose mi strinse forte mentre Emmett assestava un colpo affettuoso sulla spalla di Jake: “Finalmente ce l’hai fatta, lupo! Sappi che io ho sempre fatto il tifo per te!”

“Grazie, Emm” fece Jacob.

Dietro di lui, vidi Leah fissarci con un sorrisetto compiaciuto.

“Ce l’avete fatta, alla fine!” commentò.

E poi mi ritrovai a girare per aria tra le braccia di un giovane e altissimo mutaforma.

“Seth!” ridevo e scalciavo insieme.

“Era ora che te lo chiedesse!” sentenziò fermandosi bruscamente per scompigliarmi i capelli.

“Ehi... mi gira la testa!” dichiarai gettandomi fra le braccia di Jake.

“Vieni qui” fece avvolgendomi “Ti amo” sussurrò al mio orecchio.

“Anch’io” ammisi felice.
 

Fu allora che li vidi, un po’ in disparte, come avessero bisogno di guardare bene tutta la scena, per metabolizzarla.

Lei gli stringeva il braccio ma sembrava piuttosto che fosse lui a reggersi.

Il primo sguardo che incontrai fu quello incorniciato dai riccioli castani.

“Mamma” dissi andandole incontro.

Fece lo stesso e mi abbracciò.

Come non aveva mai fatto...

Non con tutto il suo amore, con più di tutto il suo amore...

“Sono così felice per voi!” disse mentre anche Jacob si univa all’abbraccio.

Lui ci guardava, ancora dalla stessa posizione.

Gli andai incontro lentamente.

Quando lo raggiunsi, prese le mie mani fra le sue.

“Sei felice?” domandai.

Sorrise appena: “Sì”
“Sei felice perché io sono felice?” chiesi ancora.

“Sono felice” ripeté, i suoi occhi luccicavano.


“E... IO lo sapevo!” 

Ma aveva mai smesso di cantilenare?!

“Alice, per favore...” protestò papà.

“Ehi! Non mi rovinare la festa, fratellino!” lo rimbeccò lei.

“Scusa zia ma.. come facevi a saperlo?!”

Sorrise compiaciuta... più che compiaciuta!

“Tu non puoi...”
“Infatti” cominciò lei senza darmi il tempo di finire “IO ho visto NOI prepararci per il TUO matrimonio!”

“E quando...”

“Oh... prima dei Volturi!” sorrise ancor più compiaciuta.

“Mmm... potevi dirlo, amore, che... avevi già deciso” fece Jacob carezzandomi le spalle.

“Ma io...” sorrisi “forse era già deciso...”

“Da sempre” concluse mia madre.

Mio padre l’abbracciò baciandole i capelli.

Jacob mi strinse a sé portando la mia schiena sul suo petto.

“Oh... sarà il matrimonio del secolo!” squittì ancora il folletto malefico.

“Ehm...” mi schiarì la voce “zietta...”

“Oh... le conosco le tue condizioni, nipotastra!” 

Ah.. sì?!, pensai inclinando la testa di lato.

“Dunque... se esagero non mi parlerai più per i prossimi cinquant’anni... hai il veto sulla lista degli invitati e...”
“Ma come fai?”

Rise: “Beh... sono le stesse di tua madre!”

Fissai entrambe incredula.

“A questo proposito... riguardo... mmm... la data... IO ho calcolato che... considerando che hai...” si corresse “avete gli esami... e che ci sono di mezzo i tempi di consegna...” consegna di che?! “bene... dovrebbe essere tutto pronto per il...” inspirò a lungo prima di tirar fuori in un sol fiato: “13 agosto”

13 agosto

Il giorno del matrimonio dei miei genitori!

Li guardai.

Sorrisero insieme, poi mia madre disse per entrambi: “Per noi va bene”

Allora girai il collo verso Jacob, lui guardò loro due, poi me, si arrotolò un ricciolo su un dito e poi soffiò lieve: “Va bene anche per me”

Sorrisi.


“Beneeeeee!!!”

Qualcuno può spegnerla?!

Sia io che mio padre ci voltammo verso Jasper.

“Non guardate me!” fece lui alzando i palmi al cielo.

“Oh... ma è tardissimo!” 

Tardi per cosa?!

“Dobbiamo prepararci!”

“Zia...”

“C’è il ballo, nipotina!”

Ballo... ballo? “BALLO?!”

“Il ballo di fine anno” spiegò come se fosse scontato.

“Ma è solo il 10 maggio?!”

“Strano che tutti abbiate la stessa obiezione...” riflettè quasi tra sé.

“Comunque...” si scrollò “ IO ho convinto il preside che avevate bisogno di una bella... pausa... prima dello sprint finale. Contenta?!”

Contenta?! Ma... “Sei impazzita?!”

“Oh... andiamo! Dovevo pur farti perdonare per le tue assenze?!”

“Zia...” digrignai i denti “non credo che una settimana... assolutamente giustificata sia qualcosa di cui farsi perdonare”

Fece spallucce.

Poi si voltò e m’indico minacciosa: “Ragazzina, non ti permetterò di diventare paranoica e asociale come tua madre!”

“Tante grazie, Alice!”

“Sorellina, lo sai che è la verità!”

“Questo mi rincuora” fece mia madre, sarcastica.

“E che lo faccio per lei!” continuò sicura il tornado.

“Mamma, ti prego!” supplicai.

“Nessuno può fermarla, tesoro!”

“Appunto... quindi andiamo!” ordinò la piccola Rottenmeier tirandomi per un braccio.

“Jake!” invocai.

“E lasciala, nanetta!” incitò Jacob.

Alice lo fissò come volesse incenerirlo.

“Ce la fa a camminare da sola” disse lui un po’ titubante.

“O posso aiutarti io” aggiunse caricandomi sulle sue spalle.


Ci avviammo così verso casa Cullen. 

Tutti ci seguirono mentre io riempivo di bacini e morsetti il collo del mio lupo e la zia continuava a sbuffare che: “Così faremo tardi!”

Raggiunto il portone si parò dinanzi a noi.

“Tu, cane, di là!” comandò indicandogli il retro.

“E perché?” sbuffò Jacob.

“Perché VOI vi cambiate di là” spiegò alludendo ai “maschi” del gruppo.

Jake scosse la testa: “Come all’asilo!”

Mio padre ruggì ma non ci badai.

Afferrai Jake per la camicia e lo baciai.

“Non si potrebbe fare un’eccezione?” domandai mio malgrado ad alta voce.

“NO” venne perentorio da Edward.

Papà ora sono..

“Fidanzata e quindi per ora sottostai ancora alle MIE regole, signorina!”

Cioè fino al matrimonio...

“Fino al matrimonio” confermò sicuro.

NO... cioè... è una tortura?!
“Sono le regole”

“Non ce la farò mai!” constatai.

Risero tutti, quasi tutti...

Jake mi guardò comprensivo.

Poi scrutò mio padre come stesse valutando qualcosa.

“Non ti conviene e lo sai” fece quello calmo.

Jacob respirò e si rilassò. 

“Lo so, ma lo faccio solo per lei” disse stringendomi per la vita.

“Dai, nipotina...” esordì zio Emm “se ce l’ha fatta tua madre!”

Di nuovo quasi tutti risero.


“Allora... vi ho già detto che dobbiamo andare, no?!” 

Ditemi dove ha le batterie che gliele stacco!

Un lampo e poi...

“Grazie zia” mi sfuggii.

“Oh... finalmente!” rispose voltandosi.

“No, io... non per tutto... questo uragano di preparativi...” 

Sbuffò.

“Grazie per avermi rimproverato di reagire come una ragazzina...” era stato molto tempo prima, dopo la FAMOSA discussione con la mamma -la prima e l’unica- “E per avermi... spiegato che le decisioni si prendono da sole. E’ vero! E solo ora l’ho capito...”

In un battito di ciglia la streghetta pestifera si trasformò nel volto delicato e puro che stava dietro la maschera.

“Prego” disse dolce alzandosi sulle punte per baciarmi la fronte.

“Ora... andiamo!” 

Parentesi di pace... finita!
“Ehi!” Jacob la bloccò “Devo salutarla!” disse indicando me ed io sorrisi.

“Ma non parte mica per la guerra!” protestò.

Beh... la guerra no! Ma la trincea sì! pensai sollevando un sopracciglio.

“Dio se siete disgustosi e... smielosi!” si dissociò Leah mentre entrava in casa.

Jacob non ci badò.

“Pens-erò a te per tu-tto il tem-po” sillabò fra un bacio e l’altro.

“Anch’io” 

E i pensieri mi condussero con lui, mentre si liberava degli abiti, indumento per indumento...

“Andiamo!” fece mio padre esasperato.

“Non ti scaldare, suocero succhiasangue!” lo punzecchio Jacob mentre quello lo strattonava verso la porta sul retro.

Rimasi a guardarlo sparire adorante e ancora parecchio...

Mio padre strinse i pugni e alzò gli occhi al cielo.

“Saranno tre mesi lunghissimi!”
Non dirlo a me!

  
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