“Perché non si usa l’extracorporea in questo caso?” il medico tossicchiò “Perché il tessuto è troppo danneggiato” “Quindi?” “Il cuore è troppo debole per ripartire da solo” annuì soddisfatta incidendo “E come facciamo?” “Immobilizziamo solo la parte di tessuto danneggiato così il resto del muscolo funziona” le risposte del ragazzo erano precise e chiare ma nella sua voce c’era imbarazzo, insicurezza e terrore “Davvero è questo lo standard? Perdi tempo ad insegnare a mocciosi del genere? E dov'è finita la qualità che avevo imposto alla cardiochirurgia? Dovresti protestare pubblicamente” “Smettila!” “Come?” sollevò lo sguardo dal cuore, gli occhi del medico a studiarle il viso “Scusa, non parlavo con te” “Sta bene dottoressa?” “Aspira per favore” gelida, diretta, già, quello era l’unico modo per mascherare tutto.
“Sai” iniziò Burke passeggiando avanti e indietro “Mi sono sempre chiesto come sarebbe stato il paradiso, oh certo, non che io meritassi di finirci però, mi chiedevo continuamente: cosa c’è nell’aldilà?” ma lei non rispose, afferrò la clamp senza emettere una parola “Erano solo curiosità certo ma chissà come mai, ora che sono vicino a scoprirlo, sono costretto a restare qui” posò le mani sul petto del paziente, esattamente di fronte a lei, esattamente dov’era il suo specializzando “Sono stanco Scheggia! Sono stanco di vedere persone che muoiono, persone che soffrono e perdono! Sono stanco di questa vita e non posso nemmeno andare via, credo che sia colpa delle mie questioni irrisolte! E sai quel’è la cosa più buffa?” si chinò leggermente verso di lei cercando il suo sguardo “Tu sei la mia questione irrisolta! Tu e questa tua maledetta rabbia!” uno zampillo di sangue a macchiarle il camice “La pressione scende” strinse più forte la clamp tentando di controllare l’emorragia “Porca puttana” esclamò “Non riesco a controllarla”“Che cavolo ti spinge a tenermi qui? Sei arrabbiata? Delusa? Confusa? Che diavolo sei!” c’era troppa confusione, troppi pensieri che si accavallavano, guardò qualche secondo il viso del medico di fronte a sé, provava a separarlo da quello di Burke ma i lineamenti si confondevano uno con l’altro “Che cazzo combini si può sapere?Clampa e sutura distalmente o lo perderai! L'hai fatto centinaia di volte Scheggia!” la porta della sala si aprì, alle sue spalle Owen e Kepner “Hai bisogno di aiuto?” ma gli occhi di Burke la inchiodarono al paziente “No! Non hai bisogno di aiuto! Salverai il tuo paziente chiaro?” un bel respiro profondo a riordinare i pensieri “Clampa l’aorta” Barnett trasalì “Io ... davvero?” “Clampa l’aorta e fammi vedere qua dentro!” le mani tremanti dello specializzando si unirono alle sue “Rilasciala lentamente mentre io suturo” “Dottoressa forse il dottor Hunt dovrebbe...” “No!” scosse leggermente la testa ripetendo quella stupida parola “Cristina tu ...” “Sto bene Owen! Vuoi aiutarmi? Porta fuori di qui tutti quelli che non servono!” sospirò avvicinandosi di un passo “Non stai bene, hai bisogno di riposare, non dormi da dodici ore” la pressione iniziò a stabilizzarsi, il battito tornava lentamente a livelli accettabili mentre i suoi occhi si fondevano in quelli di suo marito “Sto bene” Burke sorrise avvicinando le labbra al suo collo “Non ci crede, lo sai vero?” chiuse gli occhi qualche secondo cercando di respirare, un terribile senso di nausea ad invadergli i sensi “D’accordo” mormorò tentando di ricacciarlo indietro “Bisturi elettrico e telino” Burke scoppiò a ridere appoggiandosi al muro mentre il silenzio e il gelo riprendevano il controllo su di loro, sulle loro stupide emozioni troppo timide per rivelarsi di nuovo le une alle altre.