Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: C_Lamperouge    15/07/2012    5 recensioni
Il loro amore era cominciato con quella sigaretta in quel bagno circa 3 mesi prima, e non aveva mai smesso di bruciare. Ogni giorno era una boccata, ogni bacio un’aspirata, ogni “a domani” era buttare il fumo fuori e lasciarti col bruciore nella gola.
[Niam]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Cigarettes

Alcuni paragonano l’amore a fenomeni naturali o in generale a qualcosa di terreno,quando palesemente non lo  è. Molti dicono sia come l’acqua,lento e abbondante e ti fa sentire bene; altri che sia come il vento,impetuoso che stravolge tutto; altri ancora che sia come il fuoco, che brucia e non si spegne mai.
Il più simile, forse, è quest’ultimo. Una fiamma che brucia e che ti consuma, e che continua a farlo. Alcuni amori, tuttavia, sono più paragonabili a delle sigarette. Già, proprio alle sigarette, quegli involucri bianchi pieni di catrame e tabacco che mediante un filtrino arancione chiaro ti riscaldano il petto. L’amore di Liam e Niall era stato così, come una sigaretta. Forse era stato quello di una sigaretta fumata da qualcuno in astinenza. Veloce, rapida, dolorosa. Si era accesa qualche mese prima nel bagno della scuola, condivisa solo tra loro due, e senza che potessero accorgersene, aveva continuato a bruciare.
“Aspira per lo meno”-gli disse Liam, vedendo che il biondino buttava via il fumo appena entrava in bocca.
“Sto aspirando!”-si giustificava, passando nuovamente la sigaretta.
“No invece. Il fumo deve arrivare alla fine della gola, lo devi sentire che brucia, e poi lo butti fuori. Deve uscire come una linea dritta, non come una nuvola, Horan”-spiegava, mentre gesticolava con la sigaretta ancora in mano. Poi la portò alle labbra (quelle magnifiche labbra rosse e sottili, pensò Niall) e gli fece vedere lentamente i movimenti. Il mozzicone arse di nuovo illuminandosi, mentre la cenere aumentava. Ingoiò, e si fermò per qualche secondo, per poi buttare fuori il fumo verso l’alto.
“Visto?”-disse, ripassandogli la sigaretta. La verità? Quella era la prima sigaretta di Niall Horan, ed era un miracolo che non fosse già scoppiato a tossire con le lacrime agli occhi. Ma non avrebbe mai e poi mai rivelare una cosa del genere a uno come Liam. In fondo, chi era Liam Payne? Lo conosceva appena, erano compagni di classe da 3 anni, e si erano parlati appena. Non si ignoravano, ma le loro discussioni spesso si fermavano a qualche suggerimento per il compito in classe o discussioni generali la mattina prima della campana. Qualche volta avevano anche studiato insieme a casa di Liam, che per qualche inspiegabile motivo non poteva (e non voleva) andare in quella del biondo. Tra loro c’era un rapporto di amicizia, ma forse era meglio definirlo di due conoscenti. Eppure, l’uno vedeva nell’altro qualcosa di più, qualcosa che era più profondo alla vista e agli altri sensi. E così Niall, quando Liam gli offrì quella sigaretta da dividere con lui, non riuscì a dire di no, più che altro perché il “si” uscì veloce fuori dalle sue labbra come il pensiero che se sua madre lo avesse scoperto i suoi giorni sarebbero finiti.
“Allora?”-chiese Liam, e solo allora si rese conto che era stato a pensare tutte quelle cose stando immobile a fissare la sigaretta. Si prese di coraggio. “In fondo più che qualche colpo di tosse non può capitare” si disse. Seguì le istruzioni dell’altro. Portò la sigaretta alle labbra (e stavolta fu la testa di Liam a commentarle tra se e se) e prese aria, o meglio fumo. Ingoiò, e sentì il bruciore percorrergli tutta la gola fino in fondo. Fermò il fumo per pochi secondi.
“Buttalo fuori adesso”-disse Liam, a bassa voce.  Niall imitò quello che aveva fatto prima il castano,ma non ci riuscì. Si strozzò con lo stesso fumo che aveva in gola mischiato alla saliva, e iniziò a tossire come un malato terminale per almeno 2 minuti senza sosta. Gli occhi rossi con le lacrime, mentre cercava un qualunque modo per attenuare quella sensazione di strozzatura alla gola e bruciore. Non si era nemmeno accorto che Liam era corso via e comprare una bottiglietta d’acqua alle macchinette e ora gliela stava porgendo già aperta. La sigaretta gli cadde dalle dita, e ansioso come qualcuno disperso nel deserto afferrò la bottiglietta e ne prese qualche sorso.
“Grazie”-disse con la voce ancora graffiata, poggiando la bottiglietta nel lavandino-“Scusa per la sigaretta”-aggiunse poi, indicandola con lo sguardo, ormai spenta per terra.
“Fa niente”-rispose l’altro, sorridendo e prendendone un’altra dal pacchetto-“Come prima aspirata non ti è andata male devo dire,io ho tossito per dieci minuti”-continuò mentre la accendeva.
“Era così evidente che era la mia prima sigaretta?”-chiese, imbarazzato.
“Solo perché non sapevi come si aspirasse”-disse, buttando il fumo di nuovo in aria.
“Voglio provare di nuovo”-non sapeva il motivo, ma voleva farlo.
“D’accordo”-disse sorridendo appena e avvicinandosi-“Ma stavolta ti aiuto io”-aggiunse. Gli mise la mano sulle guancie,e strinse appena per fargli dischiudere le labbra. Lo sguardo un po’ shockato e confuso di Niall lo esortò a parlare.
“Tranquillo,non mordo”-lo prese un po’ in giro-“a me l’hanno insegnato così”-prese un lungo tiro dalla sigaretta, tanto che la cenere si inarcò verso il basso e per poco non cadde. Lo ingoiò, e lo trattenne alla fine della gola.
“Adesso lo butto dentro la tua bocca e tu lo mandi giù, ok?”-riusciva a trattenere il fumo in quella posizione mentre parlava, e Niall dedusse che quella non era di certo una sigaretta ogni tanto che si faceva. Annuì appena. Dischiuse maggiormente le labbra, e Liam buttò direttamente nella sua gola il fumo.  In un primo momento gli occhi si spalancarono per il fastidioso prurito e bruciore che aveva provato, poi guardando negli occhi color miele dell’altro capì che doveva rilassarsi. Ingoiò il fumo, e Liam portò la mano lungo la sua gola,come ad accompagnare il fumo che scendava.
“Così”-disse, mentre percorreva il collo niveo, che Niall aveva disteso per intero portando la testa verso l’alto. Bloccò il fumo alla fine della gola, e stavolta faceva meno male.
“Al mio tre, lo butti fuori. Uno. Due”-lasciò andare il suo collo,e Niall lo guardò dritto in faccia abbassando la testa.-“Tre”-disse, e Niall rilasciò quella linea di fumo dritta in faccia a Liam,che non si alterò, anzi, la ispirò a sua volta.
“È andata bene, vedi?”-sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra,facendo uscire il fumo lentamente parola dopo parola.
“Già”-disse l’altro, perdendosi in quegli occhi. Che razza di tonalità era? Un uomo non può averla di certo. Ambrati come il miele,eppure nel fondo sembravano quasi fatti di corteccia d’albero.-“Voglio un altro tiro, Liam”-disse, guardandolo sempre negli occhi. L’altro non disse una parola. Portò la sigaretta alle proprie labbra, e ne prese un tiro, stavolta regolare. Lo mandò giù, e Niall aprì la bocca pronto a ricevere il fumo. Liam fece un sorriso compiaciuto e forse un po’ bastardo. Prese la faccia di Niall esattamente come prima, e dischiuse le labbra, ma stavolta le avvicinò alle proprie. Le mise a contatto, il contatto più bello che entrambi avessero mai provato, e mandò il fumo giù per la gola dell’altro. Un bacio fatto di fumo, di tabacco, un bacio che brucia nella gola e nel cuore. Si staccarono solo per buttare  via l’aspirata, prima di fissarsi negli occhi, sorridere, e tornare a baciarsi. Anche quella sigaretta cadde a terra, accesa, nemmeno a metà, e rotolò a far compagnia alla precedente.


Il loro amore era cominciato con quella sigaretta in quel bagno circa 3 mesi prima, e non aveva mai smesso di bruciare. Ogni giorno era una boccata, ogni bacio un’aspirata, ogni “a domani” era buttare il fumo fuori e lasciarti col bruciore nella gola. Adesso si ritrovavano in una camera di hotel durante la gita scolastica a Madrid, lontani da Londra, lontani dai loro genitori, ma non lontani dagli occhi indiscreti dei loro compagni e della loro scuola. Il loro era un amore segreto,come era segreta la sigaretta che fumarono in bagno. Mai portato alla luce, se non a quella del mozzicone della sigaretta che viene fumata. Erano finiti in una quadrupla, per cui gli toccava stare ancora più attenti. Due giorni che non si baciavano, due giorni che stavano per morire a causa di quello. Liam aveva fumato dieci, venti, forse trenta sigarette ma niente, ma voleva un altro sapore nella sua bocca, e non poteva comprarlo in un nessun distributore automatico. Chiamatelo destino, ma quella sera le coincidenze girarono per la sua. Zayn e Silence, i loro due compagni di stanza, scesero prima dell’orario di cena perché volevano vedere la partita in tv, e nella hall un 56 pollici alletta chiunque. In camera erano soli, lui e Niall, nessun’altro. Appena li vide con gli sguardi attaccati a quello schermo gigante capì e gli si riempì il cuore. Spense velocemente la sigaretta e corse agli ascensori. Perdevano troppo per arrivare,e lui non aveva tempo. Si fece sei piani di scale di corsa, e quando arrivò davanti la porta della 626 si rese conto di non avere la chiave magnetica. Bussò freneticamente, erano le sette e pregò che l’altro non fosse sotto la doccia. Aprì la porta lentamente, stropicciandosi un occhio.
“Stavi dormendo?”-chiese col fiatone, stupito.
“Si…tu perché hai il fiatone?”-domandò. Liam entrò in camera e chiuse la porta violentemente, per poi fiondarsi nelle labbra dell’altro, dopo due giorni di completa astinenza. Dopo qualche secondo l’altro rispose al bacio, evidentemente svegliandosi dal torpore del sonno.
“Gli altri guardano la partita, non entreranno”-spiegò, prima di chiudere con una mandata la porta.
“Meglio”-disse Niall, levandosi la maglietta e buttandosi nel letto, aspettando che l’altro lo raggiungesse. Liam si levò velocemente  il giubbotto e la felpa, buttandole indietro verso la porta,facendo scattare la mandata.
Rimase in canottiera, e si buttò nuovamente su Niall, frenetico più che mai. Era sempre così tra loro: veloce, impetuoso, spesso doloroso. L’amore è una sigaretta in fondo no? Ciò che rimane è il fumo, per loro invece erano gli affanni tra un abbraccio e le coperte spiegazzate. Liam prese una sigaretta,come ogni volta che facevano sesso, era come parte integrante per lui completare tutto nel fumo. Ma Niall fu più veloce e gliela levò di mano, accendendola per se. L’altro lo guardò stranito.
“Fumi sempre tu,qui tocca a me direi, no?”-disse sorridendo e prendendo qualche altra boccata. Liam si avvicinò per prendergli la sigaretta di mano-“Non mi pare che io te la levi di mano quando la fumi tu”-gli fece notare Niall allontanandola e con una voce tremendamente roca.
“Da quando si sono invertiti i ruoli biondino?”
“Da quando non siamo più a Londra, Payne”-disse poggiando la sigaretta nel posacenere del comodino e mettendosi sopra di lui per baciarlo.
“Vuoi il secondo round?”-chiese, tra un bacio e l’altro.
“Perché no”-rispose l’altro, fiondandosi di nuovo sulle sue labbra. La sigaretta continuava a bruciare, mentre la cenere cadeva infrangendosi nella superficie di vetro. Per loro il sesso sapeva di fumo, i baci sapevano di fumo, tutto dell’altro era accompagnato dal sapore e l’odore del fumo. Per loro l’amore era fatto di fumo, nient’altro. Era una maledizione in fondo.
Sentirono dei rumori provenire dalla porta. Li ignorarono,sapendo che era chiusa e nessuno poteva entrare se loro non levavano la chiusura interna. Peccato che Silence entrò,chiuse la porta e si bloccò. Li fissò, un po’ interdetto, mentre si arrovellavano sotto le coperte lasciandosi baci lungo tutto il collo, ma non troppo stupito. Fece praticamente finta di niente, andò in bagno e prese il suo orologio, che aveva dimenticato quando si era lavato prima di scendere, per poi tornare verso la porta. Si fermò di colpo, fissandoli, entrambi coperti dalle lenzuola. Si schiarì appena la voce,attirando la loro attenzione. Si bloccarono, pietrificati come prede che hanno appena visto le zanne del leone, e velocemente si separarono e si sedettero poggiandosi alla spalliera del letto.
“Voi due”-disse indicandoli-“ Non mi interessa cosa fate e quando lo fate. Ma nascondendovi non otterrete molto.”-e si girò per andarsene.
“Aspetta!”-lo fermò Niall, mettendosi l’intimo-“Lo sapevi?”-chiese quasi imbarazzato.
“Lo sospettavo Niall. Le occhiate che vi rivolgete non passano inosservate a tutti.”-rispose sereno. Non si era incazzato, non aveva urlato, non li aveva insultati. Dire che era stato un amico era riduttivo.
“Gli altri lo sanno?”-chiese Liam, alzandosi con solo i pantaloni di tuta in dosso.
“Non lo so. Personalmente, l’avevo intuito. Ma in questa scuola, ognuno vive per se”-disse, prendendo una sedia e sedendosi.-“Avete una sigaretta?”-chiese
“Certo”-sorrise Liam, recuperando il pacchetto e l’accendino dal comodino. Silence ne accese una, e per circa un minuto rimase in silenzio.
“Vedete”-disse,alzandosi per prendere il posacenere-“ Quello che avete voi due,non è sbagliato, per lo meno secondo me. Se due persone si amano, il resto non importa. L’unica cosa che mi da fastidio e per la quale vorrei picchiarvi”-disse,sorridendo un po’ e lasciando cadere la cenere sulla superficie trasparente-“è che lo tenete nascosto.”
“Gli altri giudicherebbero, la gente parla sempre”-cerco di giustificarsi Liam.
“Fatela parlare”-disse, prendendo un’altra boccata. Si scoprì la manica sinistra del maglioncino e si levò l’orologio. Una cicatrice bianca,una linea netta nel polso.
“Questa me la sono procurata per sentire gli altri, Liam. Non è bella da vedere vero?”-sorrise amaro,rimettendosi l’orologio.-“Io ho fatto l’errore di essere alla mercè degli altri. Voi potete evitarlo ragazzi. Qualunque cosa farete da oggi in poi comunque”-disse alzandosi e spegnendo la sigaretta-“ricordate che varrà per il resto della vostra vita”-e uscì dalla camera, socchiudendo delicatamente la porta.
I due stettero in silenzio qualche minuto.
“Cosa facciamo?”-chiese Niall.
“….Non lo so.”-disse Liam, alzandosi e percorrendo la camera su e giù senza sosta.
“Liam…”
“Non lo so Niall, non lo so. Gli altri parlano troppo, ignorarli non sarebbe facile. Per non parlare dei nostri genitori, mio padre mi picchierebbe, mia madre mi direbbe che sono malato e devo farmi curare”-i dubbi che lo torturavano negli ultimi mesi stavano uscendo tutti-“Sarebbe troppo difficile Niall. Troppo.”
“….Vuoi che finisca quindi?”-domandò,secco,gli occhi un po’ lucidi. Sapevano entrambi che non era amore quello, erano solo sesso e baci. E allora perché faceva così male?
“Non lo so Niall. Non so niente in questo momento”-disse mettendosi la felpa,prendendo le sue sigarette e l’accendino e correndo fuori da quella camera che iniziava a soffocarlo. Corse per tutto l’hotel, scalzo, corse le altre dodici rampe di scale fino all’ultimo piano, all’attico. Nemmeno lui sapeva come ci era arrivato, con quale forza. Si accasciò al muro, e iniziò a fumare. Gli erano rimaste sedici sigarette,e le finì tutte. Senza sosta continuava ad accendere la successiva e la fumava lentamente, per farle durare il più a lungo possibile. Ma la quantità era sempre la stessa, si stava solo illudendo. Illudendo che così avrebbe trovato qualche soluzione, che così ciò che provava per Niall sarebbe svanito col fumo nel vento. Ma non svaniva, rimaneva dentro. Avrebbe potuto fumare cento sigarette, avrebbe continuato a rimanere. Improvvisamente, pensò chiaramente qualcosa che prima aveva solo sfiorato la sua mente: quell’amore, quella relazione, era...sbagliata. Doveva allontanare Niall. Non era colpa sua, non era colpa del biondo, ma doveva finire tutto. Erano passate due ore, ormai gli altri stavano cenando. Tornò in camera, e si trovò solo. Si fece una doccia, e mise qualcosa per uscire la sera. Non scese a cena, aspettò tutti gli altri nella hall per uscire la sera. Niall si avvicinò, probabilmente voleva parlargli, ma lui scappò, di nuovo. Lo sguardo di Silence quasi lo uccise, ma  provò a far finta di niente. Quella notte, fece forza la cazzata più grande della sua vita. Andò in discoteca, e stette tutto il tempo con Danielle, la ragazza della classe accanto alla sua che cadeva ai suoi piedi da circa sei mesi ormai. Quella notte si fece Danielle nel bagno di quella discoteca, come se quel gesto poteva cancellare tutto. Non cancello niente, lo impresse solo ancora di più nella carne. Si sentiva sporco per ciò che aveva fatto, invece di essersi lavato con l’acqua pura si era lavato col sangue. Per i tre giorni seguenti, non riuscì a guardare in faccia nessuno. Né Niall, né Silence, né Danielle, né Zayn, né nessun altro di tutti quelli che conosceva. Si isolò, e fumò più che mai. Consumò dieci pacchetti. Duecento sigarette non erano bastate a cancellare. Tutto era ancora chiaro nella sua mente. Lui e Niall che andavano a letto, che si baciavano, e lui che per chissà quale motivo si era fatto Danielle. Non sapeva cosa fare, rischiava di spaccarsi per la pressione interna a cui si stava sottoponendo. Era l’ultima sera, tutti erano già sotto a cenare. Niall rimase in camera, dicendo di sentirsi poco bene, mentre Liam era di nuovo andato a rifugiarsi vicino il distributore di sigarette, determinato a finire nuovamente tutti i soldi che aveva in tasca in quel momento. Qualcosa lo spinse via però. Lo spinse a tornare in camera. Lo spinse ad aprire quella porta, e a trovare Niall nel letto che dormiva. Era uno spettacolo,un angelo caduto e ferito: aveva pianto, le guancie erano ancora bagnate. Col pollice scacciò vie quelle linee di dolore dal suo viso, e si chinò. Fermò la corsa alle labbra dell’altro, e andò in bagno a farsi una doccia. Uscì con solo un asciugamano sui fianchi addosso, e trovò Niall sveglio nel letto, il busto poggiato nello schienale.
“Pensavo fossi Zayn”-disse, rivolgendo di nuovo lo sguardo alla tv.  Liam gli prese il telecomando di mano, e la spense. Poi, lo baciò. Prima delicatamente, poi in modo sempre più intenso. Gli levò la maglietta del pigiama, e iniziò a lasciare una scia di baci lungo il torso bianco e appena muscoloso dell’altro.
“Scusami”-sussurrava a ogni bacio. Non stava chiedendo perdono per quello che aveva fatto, ma per quello che stava per fare. Tornò a baciare il collo del biondo, mentre lui gemeva di piacere.
Liam….è il nostro addio, vero?”-chiese. Niall era un tipo sveglio, capiva queste cose. Liam non rispose, non ne aveva la forza. Dirlo lo avrebbe reso reale, e la realtà fa male. Quell’ultima volta insieme, fu forse la più speciale, come quella del fumo di una sigaretta spenta, accartocciata, ma che vuole ancora bruciare. L’ultimo respiro di fumo del loro amore era stato Liam che accendeva (come sempre) una sigaretta e iniziava a fumarla, contemplando il momento. Niall intervenne di nuovo, come l’ultima volta. Gli prese la sigaretta accesa dalle mani, ma non la portò alle proprie labbra.
“Mi hai detto”-cominciò, fissando il fumo che usciva-“che volevi lasciare un segno in me, se mai questo fosse finito, ricordi?”-l’altrò annuì, ricordando quel pomeriggio di due mesi fa a casa sua.-“Voglio lasciarti un segno anche io, Liam”-prese la mano dell’altro nella propria, e puntò la sigaretta nel dorso, tra pollice e indice. Guardò l’altro, come a chiedere il permesso. Il miele e l’oceano si scontrarono, e tutto fu chiaro. Niall si avvicinò all’altro, e mentre lo baciava lasciò quel marchio, cercando di attenuarlo con le proprie labbra. Si staccarono quando la sigaretta si era ormai spenta contro la pelle dell’altro. Solo allora Liam notò qualcosa sul braccio dell’altro. Lo scostò appena. Un tatuaggio. Non lo aveva l’ultima volta,ne era sicuro. Era una L.
“Niall…”-sussurrò appena, gli occhi diventarono lucidi.
“Hai lasciato il segno come vedi, Payne.”-sorrise.


L’indomani mattina,quando dovevano partire, si incontrarono a fare colazione.
“Posso sedermi qui?”-chiese Niall, in un tono strano.
“Certo”-rispose l’altro.
“Comunque piacere, sono Niall Horan,tu come ti chiami?”-sorrise, porgendogli la mano. Liam non capì subito. Non capì che Niall voleva ricominciare, voleva che quei 3 mesi rimanessero tra loro 2, e che il resto del mondo poteva anche non saperlo.
“Liam Payne, il piacere è mio”-disse,afferrando la mano e stringendola saldamente. Si rese conto di una cosa, guardando l’altro negli occhi: aveva già pianificato tutto. Come lui, quando la sera prima era stato spinto verso Niall perché aveva già deciso che la loro storia si sarebbe conclusa quella notte, fuori da Londra e dal loro mondo, Niall aveva capito tutto questo, e aveva deciso che se Liam poteva concluderla, lui poteva farla ricominciare da zero. La nuova sigaretta del pacchetto tuttavia non era ancora stata accesa. Forse, un domani, chi lo sa. Per ora a entrambi bastava sapere che quella sigaretta era pronta per essere consumata.




  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: C_Lamperouge