Naruto
era sdraiato sul letto nella
camera degli ospiti
della casa del Quarto Hokage, anzi no... di casa sua!
Non riusciva a crederci! In un giorno solo aveva incontrato il Maestro
Jiraya e
suoi genitori, gli aveva parlato, aveva combattuto con loro e gli aveva
rivelato la verità sulla sua identità.
Gli sembrava un sogno, tutto questo non poteva esser vero. Era tutto
troppo
bello perché fosse reale!
Naruto aveva paura che tutto finisse. Che la mattina dopo si rendesse
conto di
esser di nuovo nel suo letto e che fosse tutto solo uno scherzo della
sua
mente.
Aveva paura di addormentarsi, però la stanchezza alla fine
lo vinse e
chiuse gli occhi.
Passò una nottata tranquilla e nessun incubo lo
tormentò.
Di solito sognava di rincorrere
Sasuke senza mai riuscire a raggiungerlo oppure di lottare con lui e
perdere, risvegliandosi di soprassalto.
Tornò quindi in cucina, dove Minato e Jiraya la stavano aspettando con aria seria, seduti intorno al tavolo. Appena lei si sedette, Jiraya prese la parola e disse "Minato, Kushina, posso solo immaginare l'emozione che avete provato oggi, però... sono sicuro che entrambi sappiate i rischi che stiamo correndo." Alternò lo sguardo tra i due, mentre con la mano destra andava a versare del sake dentro la ciotolina. Con un sorso lo buttò giù tutto.
Minato
annuì, mentre
spostava gli occhi azzurri sula moglie, seduta di fianco a
sé.
"Sì
Maestro Jiraya. La Scatola dei Tempi ha un potere devastante e se
dovesse
accadere... " rispose l'uomo, lasciando la frase in sospeso. Dal suo
tono di voce, si capiva subito che ciò che sarebbe accaduto
non sarebbe stato
per nulla positivo.
"Sì, me ne rendo conto..." replicò Kushina con la
voce un
poco strozzata, abbasando gli occhi verso la superficie del
tavolo.
"Però, ci serve ancora un po' di tempo... " disse in un
appello verso i due uomini, mentre gli occhi blu scuro andarono a
fissare
quelli azzurri del marito. L'espressione sul viso della donna era un
misto di preoccupazione e tristezza.
Per tutta risposta, Minato alzò la mano sinistra e
andò a
poggiarla sopra
quella destra della moglie, facendole un sorriso rassicurante.
"Tranquilla,
andrà
tutto bene... " Il suo tono era calmo come al solito e
insieme al suo sorriso Minato riuscì a calmare Kushina, la
quale fece un sospiro
di sollievo.
"Guarda te! E' una dei
ninja più micidiali e temuti del villaggio eppure
ogni tanto anche lei sembra una donna" pensò
divertito Jiraya,
ridacchiando a bassa voce mentre buttava giù un'altra
ciotolina di sake.
Come se potesse leggere nella mente dell'eremita, Kushina lo
fulminò con lo
sguardo. Sbattè con forza un pugno sul tavolo, facendo
sobbalzare la
bottiglia del sake. "Ma le pare che sia un momento per ridere?! Eh?!
Vecchio
pervertito!" L'espressione era proprio arrabbiata e, in quell'istante,
Jiraya si ricordò con timore perché da bambina
era
soprannominata "Habanero
Rosso
Sangue".
"Su
su Kushina, calmati... era solo
per alleggerire la tensione!"
cercò di scusarsi l'eremita, incassando la testa tra le
spalle, come a volersi
proteggere da una batosta.
A quel dire la donna si rimise seduta, anche se era evidente che
lanciava ancora
delle
occhiatacce in direzione del maestro di suo marito.
"Con quella bisogna far
attenzione a come ci si comporta! E' come Tsunade,
un passo falso e sei morto!" disse tra sé e
sé Jiraya mentre davanti agli
occhi gli passò l'immagine di Tsunade e un sorriso gli
comparve sul viso.
Minato, dal canto suo, era rimasto pressoché in silenzio
durante la scenetta.
Era perso nei suoi pensieri. Capiva la posizione di Jiraya, ma anche
quella di
Kushina.
Certo non era pensabile far finta di niente, la questione andava
risolta!
Però... c'era un qualcosa che gli impediva di esser
deciso e logico come al suo
solito.
Non era un tipo che si faceva prendere dall'emozione o dai sentimenti
durante
uno scontro, però quella volta non riusciva a pensare con la
sua solita calma e
imparzialità.
Vi era anche un'altra questione, lui era l'Hokage. Doveva
pensare come prima cosa al bene del
villaggio, però...
Decisero di rimandare la decisione al giorno seguente, in modo che
tutti
potessero riposarsi ed essere più lucidi.
Minato
entrò insieme a
Kushina nella sua camera da letto e cominciò a
spogliarsi della tunica da Hokage, riponendola con cura
nell'armadio.
Si tolse
poi il coprifronte della foglia e lo appoggiò con
delicatezza sul comodino.
Ogni gesto era calmo e
misurato, così come l'uomo.
Tutt'altra storia era Kushina.
Si tolse velocemente i vestiti, buttandoli alla rinfusa sul pavimento,
insieme
al coprifronte. Era chiaro che era tesa e nervosa, ma in alcuni angoli
della
stanza campeggiavano a terra altri vestiti, quindi era chiaro che quel
modo di
comportarsi era abituale.
D'altronde, come la calma contraddistingueva suo marito, l'irruenza
caratterizzava lei.
Quando entrambi si furono cambiati per la notte, Minato alzò
le
coperte e s'infilò
nel letto, aspettando la moglie.
Kushina, infatti, non sembrava affatto aver voglia di andare a riposare.
Continuava a vagare per la stanza inquieta, gesticolando e parlando
pressoché
da sola. "Ma perché?! Insomma, ti pare?! Dattebane!
Dattebane!"
"Dai
Kushina, vieni a dormire.
Rimuginarci sopra non servirà a nulla... e
tu lo sai." le disse calmo, ma deciso, Minato.
Quando vide che però la donna non lo ascoltava nemmeno,
allungò la mano destra e le
strinse quella sinistra, cercando di tirarla verso di lui.
Kushina ritornò in sé e guardò male il
marito. "Come fa a
starsene lì bello tranquillo? E' incredibile!"
pensò, mentre il marito continuava a cercare di avvicinarla
a sè.
"A dormire, è
tardi" le ripeté pacato Minato, accompagnando la frase con
quel sorriso terribilmente rassicurante sul
viso, che solo lui sapeva fare.
Kushina non seppe più resistere e alla fine si
coricò nel letto a sua volta, accanto
a lui.
Minato la fece accoccolare a contro di sé e la strinse
forte, come a volerle trasmettere pace e sicurezza attraverso il suo
abbraccio.
Con la mano destra le accarezzava i lunghi
capelli rossi, sussurrandole parole per rassicurarla e calmarla.
Pian piano Kushina si rilassò tra le braccia del suo uomo e
si addormentò
relativamente serena.
Il Quarto Hokage,
invece, passò la prima parte della notte in bianco,
nonostante si era ripromesso di dormire e di non rimuginare sopra alla
cosa.
Non riusciva a prendere una decisione. Proprio lui, che era considerato
un genio e un irreprensibile guerriero, capace di prendere decisioni
rapide e brillanti.
Si consolò pensando che almeno aveva ricevuto uno dei doni
più grandi della sua
vita... un figlio.
Grazie a quel pensiero e riuscì ad addormentarsi con il
sorriso sulle labbra.
Quale sarà la
cosa per cui tutti sono preoccupati? mistero...
Spero che vi sia piaciuto
e anche di vedere le vostre recensioni. Alla prossima!
P.S
Vi è piaciuta la scenetta Minato/Kushina?