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Autore: Rebeccah    15/07/2012    1 recensioni
Elena e Serena, due ragazze dii diciott'anni, vanno in vacanza insieme a Rimini. Elena non sa ancora che qui incontrerà il vero amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III

- Mmh, questa piadina è fantastica! - affermò Serena, gustato un'enorme piadina al gusto di speak, mozzarella e funghi.

- Certo, siamo in Emilia-Romagna, la patria della piadina! La vera domanda è: come fai a mangiare una piadina del genere? E' gigantesca, metterai su chili!

- Non è vero, - rispose Serena, offesa – Io, a differenza di te, cara mia, vado a correre tutte le mattine. Certo che se fossi come te... Non ingrassi neanche a costringerti... In oltre mangi come un topino: una baby al cotto e mozzarella, ma come si fa!

Elena le fece una linguaccia, odiava quando qualcuno parlava della sua costituzione troppo magra, ma dopotutto aveva iniziato lei, perciò non aggiunse altro. Tutti i giorni a pranzo e cena doveva sorbirsi i suoi genitori che le ricordavano “di mangiare di più” perché “sei troppo magra” e “altrimenti diventerai anoressica”. I suoi non capivano che lei conosceva meglio il suo corpo di loro e capiva quando aveva fame e quando preferiva tenersi indietro con il cibo.

- Certo che se passiamo l'estate a non fare altro che mangiare e prendere il sole fra un mese peseremo 100 kg! - Soggiunse ad un certo punto Sonia.

Elena fece uno sguardo allarmato.

- Oddio, hai ragione! - disse, sul punto di riporre la piadina nel tovagliolo.

- Hahaha, adesso non esageriamo! - rise Sonia – mangiati pure quella piadina. Dico soltanto che non sarebbe male l'idea di farsi una corsetta la mattina.

Elena la guardò allarmata. No, la corsa no! I suoi ricordi in merito erano terrificanti. Seconda liceo, professor Tonoli, tiranno dello sport. Ricordava ancora la sua voce rauca a causa del troppo fumo che scandiva il tempo. I “Sveglia lumache! Muovete quelle gambette flaccide” risuonavano ancora nella sua mente. Ce l'aveva in particolare con Elena, poiché era sempre stata una frana negli sport. Per lei fare un palleggio era una cosa impossibile, più difficile di una verifica di aritmetica. Fortunatamente era soltanto un supplente. Ancora qualche mese e ce lo leviamo dalle palle, ripetevano tutti in continuazione prima di una sua lezione, per farsi forza. Oltre ad Elena, un'altra frana in educazione fisica era Maurizio. Maurizio era un ragazzo affatto muscoloso, con un'autentica allergia alla ginnastica. Non portava gli occhiali e non era gracile come quelle persone negate allo sport che si vedono nei film. Lui ed Elena erano i preferiti del prof... per farli faticare. C'era da andare a prendere i pensi? Elena, sono nel ripostiglio, muoviti, che il tempo passa. C'era da andare a prendere gli ostacoli? Maurizio, vai tu. Quell'anno Elena era certa che avrebbe avuto il debito di ginnastica. Di solito il debito in ginnastica non viene dato, ma lui era un professore celebre per l'importanza che dava alla sua materia (inutile), al tal punto di metterla al livello delle altre. Grazie, molto probabilmente, agli altri professori del consiglio, sia lei che Maurizio evitarono l'esamino a settembre e l'anno successivo la Folozzi era ritornata in campo, con i suoi esercizi facili facili e le sue schifose battute che, proprio a causa del fatto che erano schifose, facevano sbellicare dalle risate gli studenti. Tuttavia, Elena non aveva mai superato l'odio e l'inquietudine che le procuravano gli sport in generale e la corsa soprattutto.

- Eddai, ancora con quella vecchia storia di Tonoli? - indovinò Serena.

Elena la guardava male.

- Non si scherza con queste cose! Era un tiranno...

- Okay, dobbiamo superare questo tuo terrore. Domani alle sette corsetta, è deciso!

L'amica cercò di lamentarsi, ma con Serena non c'erano storie che tenessero. Aveva preso la sua decisione, e così satrebbe stato.

Dopo uno spuntino tutt'altro che insignificante, andarono in spiaggia. Passarono il resto della giornata sdraiate sotto il sole ad abbronzarsi e la sera già si vedevano i segni della prima abbronzatura. Non c'era che dire, era un'estate molto calda.

  
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