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Autore: marasmaa    15/07/2012    3 recensioni
Ero sola ed insicura di tutto quando lui mi trovò. Per caso o forse a causa di un qualcosa più grande di noi, come il destino. Ma ci trovammo e all'improvviso qualcosa ebbe senso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Chapter Three.




Infilai la chiave e accesi il motore, dopo essermi data un'ultima occhiata allo specchietto. Stavo davvero per uscire con uno sconosciuto, un completo sconosciuto? Peggioravo sempre di più.
Quella mattina Daniel aveva risposto quasi subito al messaggio scrivendo già l'ora e il luogo di ritrovo. Sì, mi aveva scritto anche il suo nome, Daniel. Un nome elegante ma allo stesso tempo non troppo elaborato, un nome semplice ma efficace. D'effetto. Da quella mattina non facevo altro che ripetere quel nome nella mia mente.
Ci saremmo dovuti vedere alle 5.30 per un caffè, erano le cinque e mezza spaccate e io stavo partendo da casa. Puntuale come un orologio svizzero. Non potevo avviarmi prima perché, essendo una donna, dovevo farmi aspettare almeno un po'. E poi non sapevo se fosse puntuale o meno, insomma se fosse stato un ritardatario cronico?Non potevo rimanere lì ad aspettare, ero molto impaziente.
Avevo legato i miei capelli in una coda di cavallo, faceva caldo e sarebbero diventati appiccicosi se li avessi lasciati sciolti. E poi i capelli raccolti mi stavano piuttosto bene, davano risalto al mio viso ovale e ai miei grandi occhi verdi - grigi, di sicuro la parte che preferivo del mio corpo, forse l'unica che adorassi. Avevo indossato poi un paio di shorts a vita alta color albicocca e una camicietta bianca intonata ai sandali. 
Parcheggiai davanti al bar dove era stato fissato l'appuntamento, se così poteva essere definito. Ci ero stata solo una volta in quel bar, di solito era molto affollato. Mi guardai intorno cercando Daniel con lo sguardo. Per un attimo l'idea di andarmene attarversò la mia mente e sembrò molto convincente, ma alla fine decisi di fare un bel respiro e di scendere dalla macchina. Faceva bene vedere qualche ragazzo ogni tanto. Avevo bisogno di qualcuno che mi facesse stare bene o semplicemente che mi facesse svagare. Forse Daniel non sarebbe stato quel qualcuno, ma valeva la pena provarci.
Era un ritardatario cronico, lo sapevo. Sbuffai pensando che avrei potuto prendermela con più calma, quando qualcuno mi coprii gli occhi. Erano mani grandi, possenti e morbide.. sì, morbide da far venir voglia di accarezzarle. Avevo capito che era Daniel, o lui o uno stupratore che cercava di trascinarmi con sé coprendomi gli occhi. Sorrisi e mi voltai. La prima cosa che vidi furono i suoi grandi occhi nocciola, poi mi persi nel suo sorriso immenso. 
 - Eri qui da molto? - Mi chiese reggendo il mio sguardo.
- No, da qualche minuto. - In realtà erano dieci di minuti, ma non volevo fare la pignola. 

Prendemmo posto ad un tavolino all'aperto, visto che era una bella giornata. La luce del sole faceva apparire i suoi capelli di un colore tra il castano e il biondo, che però stava benissimo sulla sua carnagione dorata. Ripensai alle sue mani sui miei occhi e un brivido percorse la mia schiena. Certo che era un tipo strano, in tutto ciò che faceva.
Ordinammo due frappè e poi ci guardammo in silenzio. Mi era sembrato un tipo più loquace, ma al momento nessuno dei due sapeva cosa dire. Questo succedeva quando si prendeva appuntamento con uno sconosciuto! 
- Allora, credo che dovremmo iniziare a farci qualche domanda, sai questo significa 'conoscersi' - Disse lui rompendo il silenzio, con la sua solita risatina. 
- Sì giusto.. Inizi tu? - Non sapevo il motivo, ma non mi uscivano le parole di bocca, eppure di solito non ero molto timida. 
- Va bene.. Quanti anni hai? Cosa fai nella vita? Oh, come hai fatto a prenderti un frappè alla vaniglia? A me disgusta! - Disse quasi tutto d'un fiato e concludendo con un bel sorriso. 
- Beh, evidentemente non siamo anime gemelle, insomma io vado matta per la vaniglia e tu la detesti! - Esclamai buttandola sul ridere, rischiando però di incantarmi sulla sua bellissima risata. - Ho quasi 18 anni, a settembre andrò finalmente via da qui e.. che vuoi sapere più? - Notai che mi guardò un po' sorpreso appena nominai Yale.
- Via da qui? Per dove? -
- Sono stata presa a Yale.. - Dissi quasi in imbarazzo. Imbarazzo poi per cosa?
- Wow, Yale? Sai che mi sarebbe piaciuto andarci? - 
- Oh, hai fatto domanda di ammissione anche tu? - Chiesi perplessa, non me l'aspettavo un tipo da Yale.
- No, in realtà non ci ho proprio provato.. -
- E come mai? -
- Sono successe diverse cose e alla fine ho pensato che il college non fosse la strada giusta, meglio un lavoro - 
- Quindi lavori? -
- No! - Esclamò. Ci guardammo e l'attimo dopo scoppiammo in una fragorosa risata. Era davvero buffo, ma in senso positivo. 
- Che fai nella vita allora? E quanti anni hai? - Chiesi dopo essere ritornata seria.
- Credi che potrai sapere tutto e subito? Io sono un tipo enigmatico. - Assunse un'aria di sfida e iniziò a sorseggiare il suo frappè cioccolato che era appena arrivato.
Era davvero enigmatico, mistertioso, intrigante.. Di solito riuscivo a leggere nelle persone, riuscivo a inquadrarle solo leggendole negli occhi. Invece negli occhi di Daniel, sempre se quello fosse stato il suo vero nome, sapevo solo perdermi.


Rimanemmo seduti al tavolino fino a quando non finimmo i frappè. Parlammo del più e del meno, senza però cadere sul privato o sulla vita personale. Scoprii solo che abitava senza i genitori, e per un attimo lo invidiai. Poi però pensai che dietro quelle parole nascondeva ben altro, e che io volevo scoprirlo, volevo sapere tutto di lui.
Mi portò a fare una passeggiata sul viale lì vicino. 
- Hai detto tu che ci siamo visti per conoscerci, quindi dovresti dirmi qualcosa di te, sai? - Dissi all'improvviso, curiosa di ciò che avrebbe potuto rispondere. Guardò in avanti, accennò un sorriso, ma non molto convincente. Sapevo che stesse nascondendo qualcosa.
- Non ho molto da dire, non sono un tipo interessante.. - Invece a me sembrava il contario, lo trovavo interessante e forse proprio perché aveva quell'aria misteriosa che nei ragazzi suscitava sempre un certo fascino.
- Tutti abbiamo qualcosa da dire. - Lo guardai, aveva ancora lo sguardo perso in avanti. Io rimasi a fissarlo, sperando che non mi beccasse mentre osservavo il suo corpo ben scolpito, le sue labbra carnose e i suoi occhi profondi. 
- Io non sono tutti. - Ribattè poi posando i suoi occhi su di me e chiudendo le sue labbra in un sorriso di quelli che ti possono far perdere la testa. Amavo le sue risposte, sempre così enigmatiche. Era come se non volesse far sapere nulla di lui ma allo stesso tempo mi invogliava ad indagare. 
- Certo che sei strano, molto strano! - Dissi io non distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
- Parla quella di nome Abgail, non lo trovi un nome strano? - 
- Prenditela con mia madre che l'ha scelto, non con me! - Risposi io ridacchiando. Non andavo matta per il nome Abgail, ma era particolare, proprio come me.
- E perché dovrei? A me piacciono i nomi strani. - Quel ragazzo mi stava facendo impazzire, ed era appena la prima uscita. Non mi era mai capitato.

- Come te la cavi con la corsa? - 
- Come scusa? - Dissi io perplessa. Ci eravamo seduti su una panchina. Si stava proprio bene, c'era ancora il sole in cielo e un venticello che rinfrescava l'aria.
- Sai correre? - Lo guardai ancora più perplessa. Che domande erano? 
- Chi non sa correre? - Risposi ridendo. Daniel si alzò e mi lanciò un'occhiata di sfida, per poi iniziare a correre. Così, all'improvviso. Non era strano, era psicopatico.
Mi guardai attorno, il viale non era affollato, c'era solo qualche anziano qua e là. Mi alzai e iniziai a correre anche io. Corsi più forte che potevo cercando di raggiungerlo, ma era davvero veloce. Per fortuna dopo poco si fermò e così feci anche io, tirando un sospiro di sollievo. 
- Non è stato liberatorio? - Mi chiese aspettandomi con le mani in vita. Il vento aveva scombinato i suoi capelli, e questo in qualche modo lo rendeva più attraente. Lo guardai per un attimo senza dire nulla.
- Sì, hai ragione! - Esclamai poi. Era stato sul serio liberatorio. Nonostante il fiatone, mi sentivo meglio. Il vento sulla mia pelle mentre correvo mi aveva dato una scarica di adrenalina.
- Io lo faccio sempre quando ho bisogno di sfogarmi. - Disse per poi guardare avanti, come faceva spesso. Avevamo superato il viale, eravamo in un quartiere lì vicino circondato da alti palazzi. 
- E' un peccato che ci siano questi palazzi enormi, rovinano tutta l'atmosfera! Qui ci avrei costruito un grande parco verde. - Dissi osservando il luogo circostante.
- Hai ragione.. Ma se vuoi vedere un bel parco verde domani vieni con me! - Esclamò così, su due piedi. Mi stava proponendo di vederci un'altra volta, domani. Perché al suono di quelle parole il mio cuore fece un sussulto? 
- Per me va bene, dove ci vediamo e a che ora? - Risposi senza neanche pensarci. Domani sarei uscita di nuovo con uno sconosciuto. Anzi forse ora era un semi - sconosciuto, visto che ci ero uscita insieme. 
Ci mettemmo d'accordo e poi ci avviammo al bar, dove avevamo parcheggiato le macchine. Ci salutammo con due baci sulle guance, dopo esserci guardati un po' imbarazzati non sapendo cosa fare. 
Quel ragazzo era una boccata d'aria fresca dopo un periodo della mia vita che avrei voluto volentieri dimenticare. Mi sentivo in dovere di rivederlo e di indagare su di lui. La sua aria misteriosa mi stava coinvolgendo e non poco.





hil's corner *
eccomi con un nuovo capitolo, un po' più lunghetto
e direi anche più interessante! grazie per le recensioni,
poche ma buone :3 spero che continuiate a seguire la storia,
e spero che qualcun altro inizi a seguirla lol 
al prossimo capitolo,
baci, hil 

  
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