Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: The Cactus Incident    15/07/2012    4 recensioni
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
sch chapter 8


Stacey P.O.V.
Il mio telefono cominciò a squillare e io aprii la chiamata senza controllare chi fosse.
“Tesoooooooooooro?!”
“Oddio Haner mi preoccupi…..”
“Ciao dolcezza, Buon Natale. Ti sei divertita? Hai mangiato tanto tanto?”
“Haner, mi preoccupi sempre di più” Lui sghignazzò divertito e poi cominciò a parlare.
“Scusa il disturbo ma questa volta toccava a me fare il giro di chiamate”
“Per cosa?”
“Stavamo pensando di andare a pattinare tutti insieme, il ventotto. Sei dei nostri?”
“Ph-pattinare?” chiesi semiterrorizzata.
“Si hai presente, no? Pattini con la lama, ghiaccio, corse, spintoni, gente che cade e si squarcia una mano” disse tranquillo e, quasi sicuramente, sorridente.
“Ma che cosa carina….”
“Estremamente carina… allora? Ci sei?”
“Beh, non lo so… non ho mai pattinato”
“Susu, non ci vuole niente! Ci riesce Meg, puoi farcela pure tu”
“Ah beh, se ci riesce Meg…” dissi sarcastica e lui non colse il sarcasmo.
“Vedi? Perfetto! Il ventotto alla piazza centrale. Hanno montato la pista di pattinaggio davanti alla Marina High School” “Uhm, ok. Che ora?” “Sette”
“Perfetto. Ci sarò” “Ok” “Ah.. Bri?”
“Si tesoro?” “Prenota un’ambulanza” “Sarà fatto”

Consegnai le mie scarpe, mi diedero un paio di pattini numero 41 e un paio di buste. Mollai cappotto e borsa, misi il numero al collo e dopo aver messo le buste ai piedi, provai a mettere quegli affari. In mio soccorso arrivò Meggie.
“Stringi tirando qua e poi chiudi abbassando questo. Facile, no? Solo un po’ duro” “Uhm”
Una volta pronte, arrivammo al limite dell’enorme pista di pattinaggio ed ebbi voglia di tornare indietro.
“No Meg, io non ce la faccio”
“Ma dai è semplice! Se all’inizio non ci riesci vai bordo bordo, ti tieni con le mani ed è fatta”
“Ma cado!”
“E ti alzi!” urlò Jim che mi sfilò di fianco e si buttò sulla pista ad una velocità spaventosa, cominciando a piroettare e disegnare cerchi perfetti come un pattinatore olimpionico.
“Dai, forza!” Meggie salì sulla pista e si voltò di spalle, per guardarmi. Era la prima volta che mettevo piede sul ghiaccio, porca puttana. Meggie mi aiutava tenendomi una mano, mentre con l’altra mi tenevo al bordo. Dopo i primi tre secondi, caddi. Rialzarsi fu un impresa, ma grazie a Meg, anche se col culo bagnato, ci riuscii.
A quel punto arrivò la mia disgrazia: Haner.
“Ehi Nessie! Da quando cammini come se ti avessero ficcato una banana in culo?” urlò mentre si allontanava a centro pista. Meggie gli lanciò uno sguardo tremendo e lasciò la mia mano.
“Scusami eh”
Si buttò come una furia verso Haner e lo centrò in pieno, spiaccicandolo contro il parapetto.
“Oh Cristo…. e adesso?” provai ad avanzare un po’ e per i primi tre minuti ci riuscii, poi caddi. Non riuscivo nemmeno ad alzarmi, quando davanti a me frenò qualcuno che a giudicare dalle gambe era un uomo.
Alzai lo sguardo (sempre rimanendo con entrambe le mania aggrappate al bordo e il culo al freddo) e trovai Matt con un maglione nero, un cappello rosso e bianco con tanto di sciarpetta coordinata che mi sorrideva tranquillo. Si avvicinò, mi afferrò e mi rimise in piedi lui, senza che io dovessi fare il minimo sforzo.
“Oh… grazie Matt”
“Figurati…. prima volta?”
“Decisamente…si” feci un altro mezzo millimetro e gli rovinai addosso. Fortunatamente ebbe la prontezza di aggrapparsi con una mano al bordo e con l’altra avvolse la mia schiena, così non cademmo entrambi. Mi rimise in posizione eretta.
“Mi sa che ti serve una mano, eh?” disse divertito “Magari….”
Mentre io giravo a vuoto, mantenendomi, ascoltando e mettendo in pratica i suoi insegnamenti, lui mi pattinava di fianco tranquillamente, senza fretta, con le mani in tasca e dandosi delle leggere spinte ogni tanto. C’è da dire che migliorai parecchio.
“Così vuoi imparare a suonare la chitarra?” fece lui dopo un po’ che facevamo conversazione.
“Si, mi piacerebbe, ma Haner come insegnante mi terrorizza. E’ troppo esaltato, non so se riuscirebbe a insegnarmi qualcosa di decente e Meg non credo sia in grado di spiegare qualcosa a qualcuno”
“Beh, se vuoi ci sono io disponibile” Eh, magari quella frase avesse avuto un altro senso….
“Uhm, davvero?” chiesi sistemandomi la sciarpa e ridestandomi dalle mie fantasie.
“Si, se vuoi possiamo cominciare già nelle vacanze di Natale, così mi aiuti anche a cambiare taglia al dilatatore… il cinque sei disponibile?”
“Direi di si…. al garage?” chiesi voltandomi per guardarlo.
“Alle 4?”
“Ok, perfetto. La chitarra ce l’hai, vero?”
“No, suono con l’air guitar. Certo che ce l’ho”
“Ma non trattarmi male” dissi mettendo un finto broncio e lui sorrise .
Intanto, Meggie e Brian correvano come dei forsennati e il bello era che non vinceva nessuno dei due. Continuavano a correre per tutto il perimetro, continuando ad insultarsi.
“Tanto sono meglio io, brutto stronzo!”
“Ahah questa è tutta da vedere, mostriciattolo!”
“Quei due non la smetteranno mai” constatò Matt guardandoli con un mezzo sorriso.
“Ma fanno sempre così?”
“Da che li conosco io, si, ma a detta di Jimmy hanno sempre fatto così”
“Cazzarola… e no si sono ancora stancati d’insultarsi?”
“Predisposizione naturale: quei due sono stati fatti per insultarsi e aiutarsi a vicenda. Aspetta un attimo e guarda”
Come faceva a sapere che Haner sarebbe andato diritto in una curva, per me rimane tuttora un mistero. Resta il fatto che provando a frenare, Brian cadde rovinosamente a culo per terra e subito Meggie arrivò in suo soccorso. Haner la tirò giù e lei finì seduta sulle sue gambe. Scoppiarono a ridere, prima di aiutarsi a vicenda a mettersi in piedi.
“Wow…. secondo me farebbero una bella coppia” dissi osservandoli mentre si scrollavano vicendevolmente il ghiaccio di dosso, prima di cominciare a correre di nuovo.
“Secondo me rischierebbero di scannarsi ogni venti secondi, ma si amerebbero in eterno” Affermò Matt.
“Beh, sarebbero carini… ma Brian sta con Michelle, giusto?” chiesi conferma e lui scrollò le spalle per poi osservarmi.
“Non incurvarti troppo, poi piangi per una settimana con la schiena” provai a mettermi un tantino più diritta e in effetti la mia schiena ne fu grata.
“Comunque credo di si, ma conoscendo Mich, non so quanto dureranno”
“Perché?”
“Michelle è una sorta di assatanata! Non credo abbia tutte le rotelle al posto giusto” alzai un sopracciglio.
“Addirittura?” fece una faccia un tantino dubbiosa, e poi continuò in a pattinare in silenzio.
“Ma come mai Val e Mich non sono venute?”
“Non sono qui a Natale. Lo passano tutti insieme in Florida, dal fratello più grande di loro due”
“Uh, capito”
“Ma Meg sta con Zack?” chiese un tantino dubbioso, sorpreso e forse anche preoccupato. Annuii.
“Si, dal giorno del compleanno di Zack. Se chiedi a Meg ti risponde con un “quasi insieme” ma stanno insieme”
“Beh, devo ricordarmi di augurarle buona fortuna” sorrisi divertita.
“Perché?” chiesi curiosa.
“Zack è completamente fuori di testa. Un attimo prima sei il centro del suo mondo e quello dopo sembri essere diventato invisibile” scrollai le spalle.
“Allora direi che si troveranno benissimo insieme”  sorrise appena fra sé, guardando diritto davanti a sé poi fece un mezzo sorrisetto malizioso e mi guardò.
“E Tu? Ragazzi all’orizzonte?” Eh… devo proprio risponderti? Pensai triste.
Lui giocava distrattamente col piercing sul suo labbro, aspettando una risposta. Io, mettendo la mia poker face migliore, scrollai distrattamente le spalle e guardandolo negli occhi me ne uscii con un banale.
“Nah, nessuno d’interessante… tranne te”, aggiunse mentalmente.
Ehi, aspetta un attimo. Sicuri che fosse stato aggiunto solo mentalmente….?
No, non di nuovo.
Mi misi una mano sulla bocca e sgranai gli occhi.
“Cazzo l’ho detto ad alta voce?” chiesi in un sussurro a me stessa.
Matt già fermo immobile da un paio di secondi mi guardò con un mezzo sorriso sorpreso e gli occhi stretti.
“C-come?”
“Cosa?” chiesi io innocentemente.
“Che hai detto?”
“Niente”
“Non è vero”
“No, niente” e provando a fare la disinvolta caddi di nuovo.
Un tantino preso in contropiede non riuscì a fermare il mio scontro con il suolo ghiacciato e gli toccò rialzarmi. Una volta su non mi lasciò la mano, né si allontanò.
“Guarda che ho sentito” sospirò, continuando a sorridere, forse un tantino compiaciuto… anvedi sto bastardo….. (in tono affettuoso, chiaramente)
“E’ l’alcol” Vai, spara la prima cagata che ti viene.
“E quando avresti bevuto?” chiese lui inarcando un sopracciglio.
“A….casa”
“Ma se prima di venire qua sei stata a provare al garage con Logan”
“Appunto. Con Logan a casa... tua”
“Ma non puzzi di alcol”
Cristo, quando avremmo continuato ancora? Si allontanò e mi guardò sorridendo, continuando come se niente fosse i nostri giri a vuoto, le mie lezioni di pattinaggio e la nostra chiacchierata disinvolta.

“Cheffigura dimmerda!” Sbottò Meg, dopo aver sentito il racconto dell’accaduto.
“A chi lo dici, cazzo….. terribile, davvero terribile” dissi mettendomi il mascara.
Finito il cenone di capodanno, Meg era corsa a casa mia (ovvero aveva tirato Haner per le orecchie costringendolo a farsi dare un passaggio, facendo leva anche su Brian sr.) e adesso ci stavamo preparando per uscire. (Haner intanto aspettava in macchina: si era rifiutato di chiacchierare con i miei genitori… peccato)
“Sty…. sicura che debba uscire proprio così?” chiese dubbiosa.
“Si, dai, per una volta all’anno….”
“Ma finisce che ti rovino il vestito”
“Non me lo rovini, tranquilla”  
“Ma guarda che è esagerato tutto questo… l’hanno scorso finimmo sulla spiaggia e dopo un bagno di mezza notte tutti vestiti finimmo a rotolarci sulla sabbia come cotolette, completamente ubriachi”
“E vabbè. Si lava”
Era davvero divertente obbligare un maschiaccio come lei a tirarsi a lucido come una qualsiasi ragazza.
Passai un lucidalabbra chiaro sulle mie labbra carnose e aspettai altri cenni di vita da Meg che stava nel bagno della mia camera, la porta appena socchiusa per farsi sentire.
“Uhm… non è che mi senta proprio tanto a mio agio, eh”
“Basta che ti siedi con le gambe chiuse e non ci saranno problemi”
“Ma a Zack gli piglia un infarto se mi vede così”
“E faglielo pigliare st’infarto!”
“Ok….Pronta?” “Siiiii…”
Aprì la porta e la osservai. Wow!
Aveva un tubino nero con le spalline larghe con dei delicati ricami rossi e ingarbugliati, le rifiniture del vestito di un rosso acceso.  
Sotto una maglietta nera di pizzo con lo scollo a barca e a maniche lunghe e un tantino svasate. Calze color carne.
“Cazzo Meg!” esclamai sorpresa.
“Merda sono così terribile?” disse quasi terrorizzata.
“Non sei per niente terribile! Tutt’altro!” aggrottò le sopracciglia e si posò una mano sul fianco.
“Dici sul serio?” annuii convinta, sorridendole.
“Sai, credevo che avrei battuto i denti per il freddo e invece….. mi sento un po’ una zoccolaccia, ma va beh…” disse osservandosi le gambe.
“Ehi, se uno si veste così una volta all’anno non è niente, se ogni volta che metti naso fuori dalla porta si agghinda a festa con una gonna del genere allora si che è una zoccolaccia” asserii convinta mentre prendevo un paio di cose da mettere in borsa.
 “Come va con le scarpe?” chiesi poco dopo.
“Bah, diciamo. In effetti pensavo peggio. Mi sento Jimmy” disse sorridendo, dondolando su i tacco 11 + plateau comprati per l’occasione.
Per l’occasione aveva lasciato in pace i suoi capelli e stavano giù perfettamente lisci e finivano con qualche boccolo, mostrando tutto il taglio scalato, il ciuffone sempre sulla fronte ma aveva la punta rivolta in su ed era spostato un tantino più di lato.
“Beh, ti trucco io” decretai alzandomi dalla sedia della mia scrivania per farle posto.
“Cosa? Oh nononononono”
“Oh si, tesoro”
“Tanto peggio di così” la diedi una spinta su una spalla e la feci sedere.
Fondotinta, phard, e basi varie…. labbra di un rosso scuro, purpureo. Occhi con un pesante strato di matita e eye-liner e qualche sfumatura con l’ombretto bianco, nero e argento con i brillantini.
“Mi stai mettendo dei brillantini” disse fredda e atona.
“Si” fece un verso triste e io sbruffai.
“Fammi finire! Poi vedi, cazzo!”
C’è da dire che a lavoro ultimato, era una figa assurda, un tantino irriconoscibile, ma una figa.
Rimase dieci minuti buoni a scrutarsi allo specchio.
“No ma….. come diamine hai fatto?” disse sorridendo. Era una mia impressione o aveva gli occhi lucidi?
Scrollai le spalle e sorrisi “Guarda che non ci vuole molto, eh. Non sei mica una cessa, solo un tantino maschiaccio”
“Wow….. sembro quasi una ragazza” le diedi un mezzo pugno su una spalla.
“Dai, andiamo prima che Haner ci molli qua” posò lo specchio, afferrò il doppio petto grigio e un tantino lungo, la borsetta (si, signori, una pochette); io presi il mio doppio petto nero e la mia pochette e scendemmo.
“Possiamo pure essere tirate a lucido, ma per le scale sembriamo dei cavalli” commentò divertita e io sorrisi. Beh, aveva ragione.
Passammo a salutare i miei genitori, ancora tanti auguri e bla bla bla e uscimmo di casa.
Meg si sedette davanti e rischiammo di vedere le orbite di Haner rovesciarsi sulla moquette della macchina.
“Gh…” emise il poveraccio, gli occhi sgranati.
“Dai, Bri, parti” disse gentilmente e tranquillamente Meg, con voce un tantino languida, guardandolo negli occhi.
“Gh” Brian voltò la testa e mise in moto la macchina, mentre io ridevo e Meg mi sorrideva dallo specchietto retrovisore.
Io e Meg parlammo tranquillamente per tutto il tragitto, mentre Haner sembrava aver perso ogni capacità cognitiva e di comunicazione. Emetteva ogni tanto un “Gh” e se ne stava a bocca aperta e occhi spalancati a fissare l’orizzonte.
“Bri, ci saranno Val e Mich?” chiese dopo un po’ Meg e lui sembrò non sentire proprio. Lo scosse per un braccio e lui voltò la testa.
“Gh?”
“Valary e Michelle, stasera”
“Hhh…”
“Brian cazzo, sembri un coglione” Lui si schiarì la voce e sembrò più o meno riprendersi.
“Ehm… n-no. Cioè, Val c’è, ma Michelle torna domani. Meg ma quella è una gonna? Una gonna vera?” Fissava in modo strano le gambe di lei avvolte nei collant.
“Ehm… si, Bee. Perché?” disse lei guardandolo dubbiosa e divertita.
“Nh-no, nj-nj-nj-niente”
Io trattenevo a stento le risate, mentre Meg sembrava sul punto di scoppiargli a ridere in faccia.
“Comunque non sarete le uniche ragazze. Ci sono ah-anche Amy, la sorella di Matt, la nuova ragazza di Justin ed Alice. Meg ma quelli sono tacchi?” Ok, avevamo perso Brian e non aveva ancora bevuto!
Si preannunciava una nottata interessante.
“Si Bri, se vuoi te li presto”
“Nh-nh-no, stanno meh-meh-meglio a th-th-te”
“Alice?” chiesi io, dubbiosa, ignorando Haner che ormai balbettava come un povero demente. Che poi, da quando Haner balbettava?  
“Si, sarebbe la cugina di Jimmy. E’ alta tipo uno e ottanta, bionda, con gli occhi azzurri e completamente pazza, ma simpatica” disse Meg sorridendomi.
Arrivammo al punto d’incontro, ovvero sotto una delle palme nella piazza principale dove c’era già un gruppetto non molto folto.
Quando ci avvicinammo, dal gruppo si staccò una furia con una chioma bionda lunghissima che sfumava diventando nera e che sembrava una modella, anche mentre urlava “Meeeeeeeeeeg!” come una sorta d’indiano all’attacco. Si buttò al collo dell’amica al mio fianco, facendola sbilanciare pericolosamente.
“Alice, si ok, mi uccidi… Alice, cazzo, mi fai male!”
“Oddio scusa, mamma, sei una figa stratosferica!”
“Quando sei tornata, bionda?” aveva un paio di leggins neri di cotone tutti strappati sul davanti che mostravano un paio di collant verde acido sotto (integre), un paio di Dr. Martens neri con i pois bianchi e un maglione bianco e lungo, sopra una giacca di pelle enorme e consunta.
“Stamattina! Ma tu farti vedere, no, eh?”
“Avevo da fare! Comunque ti presento Stacey, o JD. Sty, lei è Alice Sullivan nota anche come Sully” ci stringemmo la mano e poi tutti e quattro (Haner ci aveva aspettato) ci avvicinammo al gruppetto.
Zack si separò e sia avvicinò a Meg, dando quasi una spallata ad Haner che stava troppo attaccato al fianco della ragazza. Io e Alice avanzammo, lasciando un minimo di spazio alla coppietta.
Andai a salutare Amy, la sorella alta, bionda e sorridente (cazzo, ma tutte così, eh?) di Matt.
Salutai anche tutti gli altri ragazzi e feci amicizia con Giusy, la ragazza di Juss.
Sembrava non c’entrarci davvero niente là dentro, pure meno di me. Era piccola e carina, con dei grandi occhioni cioccolato, i capelli lunghi, lisci e scuri e il sorriso angelico. Era una di quelle ragazze che t’ispirava dolcezza e bisogno di protezione, come un cucciolo e, per assurdo, Justin sembrava seriamente interessato a lei. Incrociava in continuazione lo sguardo con il suo e dopo un attimo lei abbassava lo sguardo imbarazzata. Sembravano usciti da una cartolina di S. Valentino, ma erano davvero troppo carini.
Matt e Val erano strani, si, lui teneva il braccio intorno alle sue spalle e lei gli teneva la mano, ma sembravano in posa, ogni tanto si scambiavano un bacio davvero triste e poi tornavano a seguire la conversazione. Un paio di volte ebbi l’impressione che Matt mi guardasse un po’ troppo intensamente, ma feci finta di niente.
Zack e Meg intanto limonavano per i fatti loro nel loro piccolo angolino, scambiandosi ogni tanto qualche occhiata strana e qualche parola e Alice mi sommergeva di domande assurde a cui rispondevo ridendo per la metà delle volte.
Haner non mi sembrava propriamente contento mentre parlava con Abell di non so cosa, forse il tour della serata.
Dopo aver riflettuto un attimo, ci dividemmo nelle varie macchine a disposizione e andammo a casa di questo fantomatico Frank che aveva dato una festa spaventosa.
Beh, sappiate che finii in macchina con Meg, Zack, Haner e la sorella di Matt. In un angolino c’erano quei due che cincischiavano, Haner non parlava e stringeva convulsamente lo sterzo e io parlavo con Amy, ma c’era una tale tensione che ci risultava difficile.
Arrivati finalmente a casa di Frank, si dispersero tutte le coppiette e ci ritrovammo io, Amy, Haner, Alice e Jimbo a guardarci come coglioni. A quel punto Jim urlò e cominciammo a festeggiare pure noi.
La casa di ‘sto tipo era davvero enorme e, oh poveraccio, semi distrutta dalla festa che si stava tenendo al suo interno (sembrava il video della cover di Whisky in The Jar fatta dai Metallica).
Beh, staccai il cervello e poco dopo stavo con Alice e Jim seduti al bancone della cucina con tre bicchieri e tre bottiglie, a cantare canzoni della Disney buttando giù shot di vodka come acqua fresca.
“Ora vieni con meeeee, verso un mondo d’incaaantooo. Principessa è tanto che il tuo cuore aspetta un siiiii”
Eravamo davvero carini, tutti e tre con quel coretto da alcolizzati.
Poco dopo a noi si aggiunse Matt e io poggiai la testa sul marmo del bancone, completamente ubriaca.
“Allora, Mattolino-ino-ino….. dov’è andata la bella italiana?” chiesi ridendo. Che poi Val d’italiano aveva solo il nome, ma sono dettagli…
“Ha trovato una sua amica e mi ha mollato da solo. Posso unirmi?” disse triste, afferrando uno sgabello e sedendosi vicino a me.
“Ceeeerto, prendi una bottiiiglia, un bicchieeeere e unisciti a noooooi” dissero Alice e Jimmy in coro, con le stesse cadenze e poggiando poi la testa uno contro l’altra.
E poco dopo, tutti a cantare canzoni casuali dei Pinkly Smooth stonando e urlando in maniera spaventosa.
“Why is this happening again?
I’m being ostracized
And I can’t seem to calm you down
I’m still your father, child, whoa, whoa”

Verso le cinque del mattino, eravamo tutti nella piazza centrale, per terra, sulle panchine, nelle aiuole fra chi vomitava, chi dormiva, chi rideva e chi parlava.
Al mio fianco, Giusy e Justin dormivano abbracciati, io Alice, Jimmy e Amy continuavamo a parlare e Matt e Val limonavano, ma ogni tanto biascicavano qualche insulto rivolto a non si sa chi.
Beh, poco importava.
No, stocazzo, ma facciamo finta di niente.
Con il sole che sorgeva alle nostre spalle, vidi Zack e Meg che arrivavano, lei con le scarpe in mano e la gonna mezza alzata, lui la camicia con i bottoni mezzi saltati, i capelli che erano tutti un programma mentre ridevano come forsennati. Uh, di certo quei due si erano divertiti.
Io e Alice, parecchio andate, ci girammo a guardare il crepuscolo, mentre Zack e Meg ci rovinavano di fianco, ridendo come cretini e biascicando roba senza senso e con qualche parola smielata, mentre si abbracciavano.

Oltre a un post sbornia epico, l’anno nuovo portava sempre più vicino la mia prima fatidica lezione di chitarra. Matt me l’aveva ricordata anche qualche giorno prima, con quello strano sguardo, fattosi da un giorno all’altro indecifrabile.
E quindi…. eccoci qua.

“Bene, ti ricordi come si chiamano le corde?”
La mia lezione, fino a quel momento prevalentemente teorica, continuava tranquillamente da ormai una mezz’oretta.
Avevamo già cambiato il dilatatore, davvero esilarante con Matt che faceva “Aia aia aia aia aia” e io che spingevo l’orecchino. Da registrare, davvero.
Dopo quello, avevo deciso di dare sfoggio delle mie qualità da batterista, sedendomi dietro la batteria che stava nel suo garage e lui fece una faccia compiaciuta.
Compiaciuto un corno, come minimo avrebbe dovuto inchinarsi e adorarmi per essere entrata nella sua band, ma vabbè, non soffermiamoci troppo su questi particolari…
Comunque, eravamo passati alla chitarra e soprattutto alla parte pallosa: teoria.
“Mi, Si, Sol, Re, La, Mi” risposi convinta sfiorando una corda per volta.
“Brava! Impari in fretta!” disse sorridendomi soddisfatto e io ricambiai.
Spostò un po’ lo sgabello e si posizionò davanti a me, facendomi da leggio umano mentre mi mostrava un foglio di carta con dei disegni a me non noti.
“Ok, questa e la tablatura di un accordo. Mi minore, cazzata più grande non c’è. Il numero corrisponde al dito e ti mostra su quale tasto e corda metterlo. Chiaro?”
“Si, sembra facile” sorrise come a dire ‘Aspetta e vedrai’
“Ok, adesso posiziona le dita come dice il foglietto”
Facendo rimbalzare lo guardo dal foglio al manico della chitarra, sistemai le dita come diceva il foglio e poi guardai Matt che mi mostrava un sorrisetto beffardo.
“Dai, prova” fece un cenno della testa quasi come se volesse sfidarmi e io diedi una pennata, provocando un suono orribile che mi fece accapponare la pelle e che fece strizzare un occhio a Matt.
“Beh, hai sbagliato un paio di cose, adesso ti faccio vedere…” Posò il foglio sul divano e poi tornò da me.
“Allora…. Mano destra sul corpo e sinistra sul manico, fin qui ci sei?”
“Si, tenerla in mano non è difficile” dissi tranquilla, osservando lo strumento. Prese lo sgabello su cui era seduto fino a poco prima e si sistemò quasi dietro di me, alla mia destra.
“Nah, direi di no” disse divertito, quasi nel mio orecchio e la mia schiena fu percorsa da brividi che quasi la inarcarono.
“Distanzia il gomito dal corpo, così…” le sue mani scorrevano sulle mia pelle con delicate carezze, aggiustando la postura e la posizione di ogni muscolo.
“Piega il polso, no, non così, verso il basso” fece passare un dito sulle vene, esercitando una leggera pressione per farmi piegare il polso nel verso giusto e sentii i nervi tesi cominciare a farmi male.
“No, la schiena diritta. Non vorrai la gobba, uhm? Sarebbe un peccato….” Passò una mano sul mio fianco sinistro e mi tirò appena verso di sé, in modo da raddrizzarmi e giusto per uccidermi mi sospirò sul collo.
Perché stava facendo così? Voleva che morissi alla mia prima lezione di chitarra?
“Allora…. Come và?” quando la sua voce s’era fatta così bassa? Forse mentre sospirava troppo vicino al mio orecchio e io non l’avevo notato?
“Beh… f-fa male” riuscii a balbettare come una povera demente e lo sentii sorridere mentre affondava il naso nei miei ricci.
“Beh… all’inizio è normale. Che ne pensi di riprovare l’accordo di prima?” Perché quella proposta aveva un ché di porno detta da lui in quel modo?
“Ehm… ok” Sapevo, lo sapevo che avrei dovuto scansarlo, ma come si fa ad allontanare Matt Sanders che ti sussurra così in un orecchio? Cristo santo….
Poggiò la mano sul mio gomito e la fece scivolare, lentamente fino a poggiarla sulla mia mano e coprirla con la sua, decisamente più grande.
“Dito medio su secondo tasto su La, ovvero la seconda corda da sopra, anulare stesso tasto ma una corda sotto, sul re. Inarca le dita, se le tieni così blocchi tutte le corde e non suona”
Poteva essere spettacolare quando volete avere Matt come insegnate che provava a mandarti i neuroni al Creatore, ma faceva un male della miseria tenere le dita così!
“Ok adesso….” L’altra sua mano si spostò sulla mia e stringendo le mie dita sul plettro, accompagnò la pennata sulle corde provocando un suono che mai avrei immaginato essere in grado di creare con una chitarra.
Certo, un accordo di Mi minore è davvero una stupidaggine, ma per una abituata ai “Tum”, “Cha”e via discorrendo in tutti i tempi possibili era tanto, eh.
“Beh, già va meglio, ti pare?” liberò la mia mano sinistra, quella che soffriva sul manico e feci una faccia dolorante “Si, ma non tanto per la mia mano” sorrise appena, senza allontanarsi, tenendo sempre il naso affondato nei miei capelli. Cristo, ancora un po’ e sarei morta.
La sua mano fu di nuovo sulla mia e sfiorò i polpastrelli rossi su cui era rimasto impresso il solco delle corde.
“Fanno male” bofonchiai osservandomi la mano.
“Passa subito, tranquilla” mi rassicurò e il suo piercing entrò in contatto col mio lobo, rischiando di mandarmi al Creatore, ancora una volta. Voltai appena il viso verso di lui e rimasi incastrata in quel verde stupendo che erano i suoi occhi e quei due neuroni sopravvissuti alle sue mani, partirono per la tangente.
Rimasi lì, immobile, in quella posizione un tantino scomoda a far rimbalzare lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra e viceversa. Sospirò e per un secondo pensai volesse dire qualcosa, ma il secondo dopo, invece che parlare, premeva le sue labbra calde sulle mie.
Si separò un secondo per incrociare il mio sguardo, ma subito dopo chiuse gli occhi e mi baciò di nuovo, mentre le  sue mani affondavano nei mie capelli.
Feci scivolare lentamente la chitarra che arrivò sul pavimento quasi senza fare rumore e voltai anche il resto del corpo verso di lui.
Chissà quali neuroni avevano permesso tale gesto, perché il mio cervello mi sembrava completamente staccato, mentre le labbra di Matt dischiudevano appena le mie avendo così libero accesso alla mia bocca.
Le nostre lingue entrarono in contatto per la prima volta e dalle sue labbra uscì un leggero mugugno.
Dopo non so quanto, troppe emozioni tutte in un colpo mi avevano fatto perdere la cognizione del tempo, si staccò come ustionato. Mi guardò con gli occhi sgranati, come se fossi stata io a far partire tutto.
Dopo due minuti per riprendere fiato, in cui lo sguardo vagava nella stanza senza un minimo di senso, parlai.
“Ehm….. io… vado.” bofonchiai un paio di minuti dopo, mentre mi sistemavo freneticamente i capelli dietro l’orecchio.
“Si” fece lui secco.
“Ciao” e sgommai fuori dal garage.
Afferrai la giacca e cominciai a camminare verso casa mia a passo spedito. Un sorriso ebete stampato in faccia e troppi pensieri sconclusionati in testa.



Oh, ma quanto sono carini :’)
Adorabili, sul serio, era ora che is baciassero v.v
Diamine, ci sono voluti otto capitoli!
Era ora, direte v.v
ehehehhehehehe il bello arriva adesso v.v Oh, ma quanto adoro i tira e molla :’)
No, in verità no, però vabbè v.v
E questo era il secondo Chap per quanto riguardava le vacanze di Natale! :D
Che bello pattinare :’) (meno bello è dover sollevare il culo di JD dal ghiaccio, ma ci divertimmo, tanti secoli or sono……. Si, amo sputtanarti <3)
Cosa succederà adesso? v.v
Eeeeeh, bella domanda v.v
Io lo so, ma me sto zitta, al solito v.v
E ringraziamo quegli amori che recensiscono! L’intramontabile _diable_ e Danyel che non vuole essere ringraziata, ma io lo faccio lo stesso v.v
The Cactus Incident “Io continuo a pensare che sia un nome del cazzo v.v” “Haneeeeeeeeeer!”

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: The Cactus Incident