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Autore: Eleonora1D    15/07/2012    7 recensioni
"Un giorno mia madre mi comunicò la notizia che avrebbe portato la fine o l’inizio della mia vita. Mi comunicò che ci saremmo dovute trasferire un piccolo paesino chiamato Wolverhampton".
"Non è per me" era la frase che Cher si ripeteva di più quando doveva affrontare l'argomento AMORE ma qualcosa, nella nuova piccola città, sarebbe cambiata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter one.

 
 -Eccoci arrivate - Disse mia madre prendendo le valigie e posandole sopra il marciapiede di fronte il mio nuovo futuro college. 
City of Wolverhampton College: Ecco il nome del posto in cui passerò i miei prossimi tre anni.
Molte, forse anche troppe, cose sono cambiate dallo scorso anno, e tutti questi eventi hanno portato in me un pizzico di novità.
Per capire bene di che cosa sto parlando bisogna tornare indietro di qualche mese, forse proprio quello che fu la causa di tutti questi nuovi cambiamenti.  
Mi chiamo Cher, Cher Cart, ragazza di 17 anni, dai capelli castani, pelle di un rosato molto semplice, labbra carnose al punto giusto, e molti difetti, soprattutto il fumo. Persona abbastanza dinamica e sempre in movimento. Amavo divertirmi e amavo soprattutto il canto. Fondamentalmente non l’ho mai praticato con dei veri insegnanti, ma solo in camera mia, con un telecomando al posto di un vero microfono e delle canzoni prese da YouTube. Consideravo il canto come il mio UNICO modo per parlare al mondo e come unico modo per liberarmi, liberarmi da tutte le grandi paure, le grandi sofferenze, dalle grande gioie, e dai grandi amori.
Amore. Parola finta, insignificante, e banale.
Come può una ragazza di sedici, diciassette anni amare un uomo?
Come può un’adolescente rinchiudersi in un cubo di vetro con un ragazzo che dice di amare?
Ho sempre odiato questo verbo. Il perché mi è anche a me stessa abbastanza incomprensibile, so solo che mi vien da ridere al pensare a tutte quelle ragazze che si privano del divertimento della loro età, della loro giovinezza, per cosa? Per stare a casa, seduto su un divano a guardare un film con il proprio presunto ragazzo.
Naaah, assurdo. Non è per me.
Vivevo con mio padre e mia madre in un piccolo paesino della grande metropoli inglese: Londra.
Nei confronti di questa città provavo due sentimenti contrastanti, odio e amore. Mi piaceva il caos in tutte quelle strade, mi piaceva tutta quella gente che entrava e usciva dai negozi con in mano tante buste, mi piaceva la fila al bar per prendere un caffè, “mi piacevano” tutti quegli spintoni da parte della gente, ma allo stesso tempo la odiavo perché era sempre grigia, cupa, il sole purtroppo lo si vedeva solo poche volte. Un vero peccato!
Come ci sono finita in un quel college inglese?
Beh, una morte, soprattutto se si tratta di un parente, può portare grandi cambiamenti.
Eravamo in ospedale da giorni ormai, i medici facevano avanti e indietro tra sala operatoria e stanza dell’ospedale. Nessuno ci diceva niente, e quando noi provavamo a chiedere qualcosa, ricevevamo sempre la stessa risposta: -
-Non vi preoccupate, stiamo facendo anche l’impossibile - 
Peccato che quest’impossibile poco è servito visto che dopo cinque giorni di domande e risposte dello stesso tipo, un medico con il camice verde e una mascherina davanti alla bocca venne verso di noi e rivolgendosi a mia madre in modo molto composto le disse queste stesse parole, parole che non potrò MAI dimenticare.
-Mi dispiace, ma non ce l’ha fatta, suo marito è morto –
Vuoto.
Mi ritrovai sdraiata su un lettino dell’ospedale con, affianco a me, mia madre in lacrime. Appena la vidi, mi ritornarono alla mente le parole del dottore, e quasi involontariamente scoppiai a piangere.
Piansi per una settimana e oltre. Giorno e notte. Non riuscivo ad accettare la morte di mio padre. Non poteva esser successa una cosa così proprio a me. Non poteva esser andato via l’unico uomo che io davvero amassi.
Dopo vari e lunghi giorni decisi di reagire.
Fu proprio in questo momento che capii quanto fosse importante per me la musica. Grazie a delle note, a delle parole, a delle voci, riuscii, in parte, a superare un grande trauma.
Un giorno mia madre mi comunicò la notizia che avrebbe portato la fine o l’inizio della mia vita.
Mi comunicò che ci saremmo dovute trasferire in Irlanda, precisamente in un piccolo paesino chiamato Mullingar. Prese quest’iniziativa per dimenticare. Voleva dimenticare quei ricordi, quelle parole, quelle scene che in quella cosa non ci avrebbero fatto andare avanti, ma non voleva dimenticare suo marito. Il mio uomo.
Io accettai senza protestare. Avrei perso amici, scuola, ma veder sorridere mia madre era la cosa che davvero più contava. Con lei avevo un rapporto bellissimo, che andava oltre a quello di madre-figlia. Le potevo raccontare tutto, eccetto qualche mio piccolo vizio e qualche mio divertimento di troppo, ma lei fondamentalmente c’era sempre stata, e ci sarebbe stata sempre.
 
 
Buona sera :) 
Sono ritornata all'attacco con una nuova Fan Fiction questa volta su Liam.
Inizialmente avevo deciso di scriverla su Niall ma siccome nella mia scorsa FF è statao citato di più rispetto a Liam,
ho deciso di cambiare protagonista.
Comunque, non sentite che caldo che fa? 
ASSURDO!
In realtà non tanto visto che siamo a Luglio. 
Va bonsss, ritorniamo al capitolo. 
Ho deciso di pubblicare questo capitolo adesso perché poi tra qualche giorno parto
e quindi prima vedo se questo piace e poi vedo se continuare o meno.
Speriamo bene! :)
Ringrazio anche chi mi ha aiutato per questo bellissimo banner.
ANYWAY, se siete arrivati fino qua allora vuol dire che l'avete letto,
quindi se volete lasciatemi una recensione.
Un bacio. 
Ele 
  
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