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Autore: Soly_D    15/07/2012    9 recensioni
[Mirai!Gohan x Mirai!Videl]
Ho immaginato che Gohan e Videl si fossero conosciuti anche nell'universo di Mirai!Trunks. In questa storia troviamo quindi un Gohan appena ventenne che non ha potuto frequentare il liceo a causa della distruzione seminata dai due cyborg, ma conoscerà ugualmente Videl in circostanze diverse. Nel complesso, la storia non sarà triste. Nonostante Gohan (come ben sapete) muore, ci sarà un lieto fine.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mirai!Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL FUTURO ESISTE ANCHE PER NOI

EEDE


In pericolo

 
“C-come sarebbe che cambi aspetto quando diventi un super saiyan?!”
Gohan e Videl volavano fianco a fianco verso la radura in cui erano soliti allenarsi.
Era passato solo un giorno da quando il giovane saiyan aveva rivelato la sua vera identità alla ragazza ed ora lei voleva saperne sempre di più, comprendere meglio chi fossero i saiyan e di cosa fossero capace. Quella notte aveva preso la notizia con calma e naturalezza, dato che si trovava in uno stato di dormiveglia. Ma la mattina successiva si era resa conto di cosa fosse realmente Gohan e ne era rimasta davvero turbata: la persona di cui era innamorata era un alieno!
“Allora? Cosa significa che cambi aspetto? Riprendi la tua vera forma da alieno, come nei film?”
Gohan si diede una manata in faccia e ridacchiò tra sé e sé.
“No! I saiyan sono fisicamente uguali agli essere umani: l’unica differenza sta nel livello di combattimento e quindi nella massa corporea.”
Videl, a quelle parole, si sentì rincuorata. Aveva immaginato che Gohan, trasformato in super saiyan, sarebbe diventato un essere verde e deforme con tanto di antenne e cranio allungato: il classico alieno dei film di fantascienza.
“E quindi? Come diventi?” ribadì Videl, sempre più curiosa.
“Non credo sarebbe un bello spettacolo. I super saiyan sono piuttosto... ehm... come dire...”
Videl inarcò le sopracciglia e sgranò gli occhi, mentre nella sua mente riaffiorava di nuovo l’immagine dell’extraterrestre deforme.
“...spaventoso?”
Gohan sorrise lievemente. “No ma... Appena arriviamo alla radura ti faccio vedere! Però poi non dirmi che non te l’avevo detto!”
Videl ingoiò a vuoto, lievemente intimorita. Gohan aumentò la velocità per arrivare subito al loro campo di allenamento e lo stesse fece Videl, seppur con un po’ di fatica. Non era lei quella appartenente ad una razza di guerrieri invincibili!
I due ragazzi arrivarono nella radura e Videl si sedette subito per terra, avvicinando le gambe al petto e attendendo che Gohan si trasformasse nel celebre super saiyan.
Il ragazzo si guardò intorno, poi soddisfatto tornò a fissare Videl.
“Pronta?”
“Sì, credo...”
Gohan allargò le gambe, piantò saldamente i piedi per terra e strinse i pugni all’altezza delle spalle. La sua espressione era seria e concentrata, il suo sguardo profondo e impenetrabile.
Videl seguiva attentamente ogni singolo movimento del saiyan, come ipnotizzata.
Lentamente il corpo del ragazzo venne avvolto da una luce dorata, i suoi capelli cominciavano a drizzarsi verso l’alto e a schiarirsi gradualmente mentre i suoi occhi color ebano assumevano le tonalità dell’acqua marina.
Gohan rivolse lo sguardo verso il cielo e urlò con tutto se stesso, mentre la trasformazione giungeva al termine. Videl sgranò gli occhi quando ritrovò davanti a sé un ragazzo ancora più possente e muscoloso del suo Gohan, un fiero e temibile combattente dai capelli biondi come il grano e gli occhi azzurri come il mare.
“Te l’aveva detto io...” disse Gohan, sollevando le mani in segno di evidenza.
Videl si alzò lentamente in piedi, senza distogliere lo sguardo dal saiyan, e lo raggiunse con cautela, quasi lo temesse. Quando gli fu abbastanza vicino, allungò un braccio verso di lui e gli sfiorò una guancia. Scottava.
“Sei bellissimo” sussurrò puntando i suoi occhi antracite in quelli cerulei di lui.
Gohan corrugò la fronte e sorrise, un po’ imbarazzato.
“Davvero? Credevo che tu...”
“Posso baciarti?”
Quella domanda arrivò schietta e coincisa come solo Videl era capace di formularla.
Gohan arrossì lievemente e abbassò lo sguardo.
“Beh... ehm...”
Nemmeno il tempo di rispondere, che Videl cercò immediatamente le labbra di lui e gli regalò un dolce bacio a fior di labbra. Il saiyan perse subito la concentrazione, rilassando sia la mente che i muscoli e quindi tornò allo stadio normale.
Videl percepì immediatamente il cambiamento e si staccò dolcemente da lui, per poi guardarlo negli occhi. “Sei tornato normale, peccato... Non credevo che il super saiyan fosse così... così... non riesco a trovare le parole giuste!”
Gohan si grattò la testa, un po’ imbarazzato.
“Mi preferisci trasformato? Non ti piaccio così...?”
Videl ridacchiò. “Tu mi piaci sempre, Gohan.”
Il ragazzo sorrise e si chinò per baciarla di nuovo. Era certo che per Videl provasse molto di più di una semplice amicizia e lo stesso valeva per la ragazza, me nessuno dei due riusciva ad ammetterlo. Nonostante questo, entrambi sapevano che i loro sentimenti erano corrisposti: lo capivano dagli sguardi, dai piccoli gesti, dai baci e dalla carezze che si scambiavano inconsapevoli del legame indissolubile che lentamente li stava unendo.
 
Dopo la consueta sessione di allenamenti, i due ragazzi ripartirono per tornare a casa quando avvertirono entrambi una potente scossa che fece tremare tutta la zona e subito dopo si accorsero di un’esplosione in lontananza, lì dove sorgevano alcuni isolotti vicino alla città che si affacciava sul mare.
“E’ opera dei cyborg, vero Gohan?” chiese Videl, ingoiando un grumo di saliva come per scacciare via il presentimento che stesse per accadere qualcosa di irreparabile.
Gohan annuì con la testa, lo sguardo puntato sull’alone di fumo e fiamme che si ergeva vicino alla costa. La sua espressione non era afflitta e nemmeno preoccupata, era determinata.
“Non dirmi che vuoi andare a controllare...?” chiese lei, preoccupata.
“Si, Videl. Ho promesso che avrei salvato quante più vite possibili e di certo non me ne starò con le mani in mano! E poi avrò l’occasione di verificare i miei miglioramenti... sono passati mesi da quando mi sono scontrato l’ultima volta con quei due mostri.”
Videl capì che si riferiva al giorno in cui l’aveva salvata, quel giorno che era impresso in maniera indelebile sia nelle loro menti che nei loro cuori. Non l’avrebbero mai dimenticato.
“Ok, ma io vengo con te”
“COSA?!”
Videl, presa alla sprovvista, rischiò di perdere la concentrazione e cadere giù.
“N-non vuoi?”
Gohan spalancò gli occhi e boccheggiò per qualche secondo.
“Ma sei impazzita?! Tu contro i cyborg?! Non se ne parla proprio!”
Videl strinse i pugni lungo i fianchi, furiosa.
“E a cosa sarebbero serviti tutti questi mesi di allenamenti?!”
Gohan abbozzò un sorriso simile ad una smorfia.
“Sei sempre e solo un essere umano, non puoi farcela contro degli androidi... Tu non immagini nemmeno quanto siano...”
“...forti, veloci, abili, furbi, crudeli?” lo interruppe la ragazza, sarcastica “Lo so benissimo, Gohan. Ma io voglio venire con te... ti prego...”
Gohan scosse la testa, indignato. “Ho detto di no, è troppo pericoloso!”
Videl strinse ancora più forte i pugni, fino a farsi quasi male.
Abbassò lo sguardo, gli occhi che cominciavano ad inumidirsi.
“Gohan, te lo chiedo per favore... fammi venire con te, non ti sarò d’intralcio... Prometto di non partecipare allo scontro, ti guarderò semplicemente le spalle e ti aiuterò con qualunque tecnica o strategia a mia disposizione! Ti prego, portami con te!”
Gohan le si avvicinò e le indicò la loro cupoletta sui monti Paoz.
“Torna a casa” ordinò, secco.
“Ma io..”
“HO DETTO TORNA A CASA!”
Videl, intimorita dallo sguardo furibondo di Gohan e dal tono di voce più alto del normale, spiccò lentamente il volo verso casa. Man mano che si allontanava, rivolgeva di tanto in tanto delle occhiate verso il saiyan e lo vedeva sempre più lontano, segno che era partito immediatamente per scontrarsi con i cyborg. Ma una volta che si ritenne abbastanza lontana, azzerò la sua aura come le aveva insegnato Gohan e si voltò prendendo la stessa direzione del saiyan senza farsi scoprire.
Lo avrebbe seguito dovunque.
 
Gohan arrivò sugli isolotti che aveva visto ardere da lontano e diede uno sguardo generale per localizzare i due androidi, quando una nuova e potente esplosione attirò la sua attenzione e capì che i nemici si trovavano su un’isola più avanti. Con la massima velocità, atterrò lì dove i due cyborg si stavano divertendo ad incendiare tutto ciò che incombeva sul loro cammino.
C-17 e c-18 si accorsero immediatamente della presenza di Gohan e decisero di sospendere per qualche momento la loro opera.
“Guarda guarda chi si rivede!” disse il cyborg dai capelli corvini, incrociando le braccia al petto.
“Non ti è bastata la lezione dell’altra volta? O ne vuoi ancora?” lo schernì la bionda, scrutandolo con quel suo sguardo apparentemente dolce e innocuo.
Gohan strinse i pugni lungo i fianchi.
“Perché lo fate? Perché state distruggendo queste isole?”
I due cyborg si guardarono a vicenda e risero.
“Per divertimento, mi pare ovvio!” spiegò c-18, dando uno sguardo a ciò che lei e suo fratello avevano combinato lì intorno. Se ne compiacque.
Gohan rimase perplesso.
“Ma qui è tutto deserto!”
“Appunto!” ribadì c-17 “E’ proprio per questo che è divertente! Eliminiamo tutto ciò che ci capita a tiro: persone, animali, edifici o isole. Non fa la differenza.”
Gli occhi di Gohan ardevano, il suo corpo fremeva dalla voglia di lanciarsi nello scontro.
“Mi fate schifo!” sputò in faccia ai due cyborg.
“Ehi, attento a come parli!” esclamò l’androide moro.
La bionda sbuffò e raggiunse il fratello, poco distante.
“E dai fratellino, non essere così scorbutico!” finse di rimproverarlo “Anzi, che ne dici di vedere se il nostro Gohan è migliorato dall’ultima volta?”
C-17 annuì, sorridendo sadico.
Gohan, non appena udì quelle parole, indietreggiò di qualche passo. Tutte le sue certezze crollarono nel momento in cui incontrò lo sguardo assassino dei due cyborg. Sapeva di non essere ancora abbastanza forte da poterli sconfiggere e si pentì di averli raggiunti. Ma Gohan non era un codardo, non lo era mai stato e mai lo sarebbe stato: avrebbe combattuto fino all’ultimo.
Ma nemmeno il tempo di attuare la sua prima mossa, che la cyborg bionda dagli occhi di ghiaccio l’aveva scaraventato contro un masso poco distante. Gohan si staccò un secondo prima che c-18 potesse fare la seconda mossa, probabilmente schiacciandolo contro la superficie di pietra colma di ammaccature, e così la colpì da dietro facendole sbattere la testa contro quello stesso masso: l’allenamento dava i suoi risultati.
Da quel momento ebbe inizio lo scontro corpo a corpo contro la cyborg. Gohan parava i colpi e contemporaneamente cercava di contrattaccare, ma la bionda continuava a dimostrarsi superiore al giovane saiyan. C-17 osservava il combattimento con espressione soddisfatta, ma ad un certo punto Gohan riuscì a colpire c-18 e l’androide dai capelli corvini si intromise tra di loro.
“Non ho bisogno del tuo aiuto, c-17!” ringhiò la bionda, asciugandosi la fronte con il dorso della mano.
“Non è giusto che ti diverta solo tu, sorellina!” disse il moro, sempre con tono dannatamente pacato. Visti così, sembravano due normali fratelli in lite tra di loro.
I due cyborg si rivolsero un’occhiata complice e, contemporaneamente, colpirono Gohan rispettivamente davanti e dietro. Il ragazzo, non riuscendo a seguire i movimenti troppo veloci dei due nemici, ricadde per terra sbattendo la testa e provocandosi qualche ferita sul corpo.
“N-non vale... due contro uno...” disse rialzandosi a fatica.
C-17 sorrise, spostando lo sguardo verso un punto che Gohan non riuscì ad identificare. Sembrava aver trovato qualcosa, da come lo fissava con interesse.
“Se la tua amica si fa avanti, possiamo combattere alla pari”
Il cuore di Gohan perse un battito. Immediatamente capì il significato di quelle parole, si alzò da terra e sfrecciò velocemente verso il punto che c-17 stava fissando.
“VIDEEEEL!” urlò lanciandosi a capofitto dietro l’albero che la ragazza stava usando per nascondersi.
Ma c-18 fu più veloce e, in un attimo, afferrò la ragazza portandola sul campo di battaglia.
“Dannazione, Videl! Ti avevo detto di restartene a casa!”
La mora rivolse al saiyan uno sguardo di scuse e cercò di divincolarsi dalla presa ferrea di c-18.
“Ora sì che ci divertiamo” annunciò c-17, raggiungendo Gohan alla velocità della luce e cominciando a colpirlo ripetutamente. Intanto la bionda se la vedeva con Videl che, impaurita e pentita di ciò che aveva fatto, incassava colpi su colpi senza riuscire a contrattaccare.
Solo una stupida debole umana...
Quelle parole cominciarono a rimbombarle nella mente, mentre c-18 la colpiva e ricolpiva senza pietà sotto lo sguardo furioso di Gohan.
Il saiyan, dall’altra parte del campo di combattimento, cercava di tener testa a c-17 ma era troppo difficile combattere sapendo che l’altra cyborg avrebbe potuto far fuori Videl da un momento all’altro. Questo non se lo sarebbe mai perdonato.
La ragazza veniva crudelmente sbattuta per terra e contro i massi senza che c-18 facesse il minimo sforzo: la verità era che non voleva ucciderla, voleva solo scatenare l’ira di Gohan in modo che combattesse in modo serio.
Il saiyan, intanto, cercava di allontanarsi da c-17 ma ogni tentativo si rivelò inutile: era ancora troppo debole per poter contrastare quei due androidi. Come avrebbe fatto a salvare Videl?
La ragazza, sballottolata da una parte all’altra, aveva perso il controllo di se stessa e non reagiva più. Fu proprio quando la vide in una pozza di sangue che Gohan sembrò riacquistare tutte le forze e trasformarsi in super saiyan senza nemmeno accorgersene: con una micidiale gomitata atterrì c-17 e accorse in aiuto di Videl, prendendola immediatamente in braccio con l’intenzione di allontanarsi dall’isola.
“Ehi, dove credi di andare?!” urlò la bionda, alzandosi in volo.
Gohan esitò qualche attimo.
“Vi propongo un accordo”
I due cyborg annuirono, incuriositi.
“Tornerò quando sarò abbastanza forte da sconfiggervi e allora potremmo combattere senza impedimenti.”
I due androidi si guardarono e sorrisero.
“Va bene, ci stiamo. Ma non farci aspettare troppo, intesi?” disse c-17 in modo sarcastico.
Gohan annuì e volò via diretto verso casa.
 
Sfrecciava per il cielo dei monti Paoz alla velocità della luce. Era ancora trasformato in super saiyan e sentiva una strana forza crescere dentro di sé.
Videl era tra le sue braccia, in fin di vita. Doveva salvarla a tutti i costi.
Finalmente arrivò a casa e, senza perdere tempo portò la ragazza nella sua stanza.
“Gohan, cos’è succ... O MIO DIO!”
Chichi si coprì il viso con le mani, in procinto di piangere.
“La salverò, mamma, fosse l’ultima cosa che faccio” concluse Gohan sparendo in camera sua. Poggiò Videl sul suo letto, aprì il comodino e ne estrasse un sacchetto pieno di senzu. Ne prese uno e lo mise in bocca alla ragazza, dandole dei colpetti sul viso in modo da destarla.
“Videl, ti prego... mangia”
Ma la ragazza non dava segni di vita.
“Videl!” urlò, prendendole la testa tra le mani “Videl... sono io, Gohan! Ti prego, mangia! E’ un fagiolo di Balzar!”
Ma la ragazza continuava a non reagire.
“Videl, fallo per me.”
Silenzio.
Gohan si fece prendere dal panico.
Non poteva essere.
Era tutta colpa sua.
Si sentiva un mostro.
La stava perdendo.
“VIDEEEEL!”










Note dell'autrice:
Lo so che ora mi odiate per il finale, ma in compenso la prossima volta cercherò di aggiornare prima :D
Chiudo qui perchè vado molto di fretta. Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo ^.^
Alla prossima
  
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