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Autore: Little_Lotte    15/07/2012    4 recensioni
Destino: Insieme di tutti gli eventi inevitabili che accadono in una linea temporale soggetta alla necessità.
Non tutti ci credono, non sempre le persone sono disposte ad affidarsi ad una sorta di Entità Superiore in grado di plasmare gli eventi a suo puro piacimento. Blaine Anderson, studente di appena ventidue anni nella grande città di New York, crede in esso fermamente, così come crede nell'amore a prima vista, del tutto certo che ad ognuno sia stata incontrata la sua anima gemella, una perfetta metà della propria mela, l'unica per cui valga effettivamente la pena di vivere ed amare.
Lui non l'ha ancora incontrata, ma sa che nel momento esatto in cui accadrà, non non potrà che riconoscerla sin dal primo istante.
Kurt, un bel giorno, entra per puro caso nella vita di Blaine; e la sua vita, molto semplicemente, non potrà più essere la stessa.

Klaine/ Anderberry siblings.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Blaine/Rachel
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologo







New York City.

E' del tutto impossibile provare la più assoluta indifferenza di fronte a questa città: non esiste alcuna via di mezzo - la si odia o la si ama - e a prescindere da quale possa essere il responso finale, qualsiasi visitatore non potrà che rimanerne fortemente colpito, e al momento di tornare a casa, ricorderà per sempre quell'esperienza come una delle più intense ed emozionanti della propria vita.

Per Blaine e Rachel Anderson era stato così; avevano solamente dieci anni quando visitarono New York per la prima volta, e ne restarono letteralmente abbagliati. Era come mettere piede in un luogo incantato, uno di quelli di cui avevano sentito parlare solamente nei loro libri di favole: tutte quelle luci, i frastuoni, quella vivace e meravigliosa euforia, la frenesia e la fretta dei passanti...ogni singola cosa era intrisa di quella particolare magia che, ai loro occhi, rendeva la città di New York il luogo più bello e spettacolare che avessero mai visto.

Niente a che vedere con Westerville, la città in cui vivevano loro, a nord dell'Ohio; i due fratelli si erano sempre sentiti intrappolati in quella minuscola cittadina, e avevano sempre sentito il bisogno oltrepassare quelle opprimenti barriere e spiccare finalmente il volo, verso un luogo che fosse stato veramente alla loro altezza, e nel quale non avrebbero avuto continuamente la sensazione di sentirsi soffocare, non avendo lo spazio a sufficienza per poter respirare.

New York sarebbe stata la città perfetta per ricominciare una nuova vita lontano dall'Ohio.

A dieci anni Blaine e Rachel non sapevano ancora che cosa avrebbero fatto da grandi, ma di una cosa erano assolutamente certi: avrebbero vissuto nella Grande Mela, ne avrebbero fatto la propria casa, il luogo ideale in cui incominciare a costruire il proprio futuro.

Certo, non sarebbe stato facile - essere ammessi in una qualsiasi università di New York non era certo una passeggiata, e gli affitti erano decisamente costosi - ma i piccoli Anderson erano molto determinati e, fortunatamente, avevano una solida situazione economica familiare, perfettamente in grado di supportare e sostenere tutte le loro scelte; qualsiasi carriera avrebbero deciso di intraprendere - medico, avvocato, agente di borsa, architetto -  avrebbero comunque potuto contare sul supporto morale ed economico dei loro genitori, i quali sarebbero sempre stati disposti a qualsiasi cosa, pur di garantire il successo e la felicità ai propri figli.

Fu davvero positivo per Blaine e Rachel che i loro genitori fossero così permissivi ed accondiscendenti nei loro confronti, specialmente per quanto riguardava la loro carriera futura; la maggior parte dei padri e delle madri desideravano per i propri figli un lavoro onorevole e rispettabile, una carriera che garantisse una certa sicurezza economica ed un posto fisso, nessun impiego precario o senza una vera e propria certezza, di quelli che potrebbero venir persi da un momento all'altro e che non assicurano alcuna stabilità monetaria. Ma i signori Anderson, a differenza di tutti gli altri genitori, desideravano semplicemente la felicità dei propri figl, e non si erano mai preoccupati del fatto che i loro sogni potessero essere troppo astratti e difficili da raggiungere, e si erano ben guardati dal far loro notare che, con un lavoro precario come quello che si erano scelti, campare non sarebbe stato altrettanto facile come con una laurea in medicina o in giurisprudenza; in fin dei conti, Blaine e Rachel avevano scelto di vivere come artisti, e se quella era la sola cosa che avrebbe potuto renderli felici, allora il loro compito di genitori era semplicemente quello di supportarli fino in fondo.

Non sarebbe stata una vita facile, di questo ne erano entrambi perfettamente consapevoli, ma erano disposti ad affrontare qualsiasi tipo di difficoltà pur di raggiungere i loro obiettivi; c'erano voluti anni di preparazione e di studio intenso, ma alla fine Blaine e Rachel ce l'avevano fatta: erano riusciti ad entrare alla NYADA, la prestigiosissima scuola d'arte di New York, con estrema facilità e attualmente - o meglio, le lezioni sarebbero iniziate nel giro di appena un paio di settimane - ne stavano frequentando il terzo anno, brillantemente e con assiduo interesse.

Naturalmente non era stato facile all'inizio - New York era una città enorme, molto diversa dalla minuscola Westerville in cui erano erano cresciuti - ma con il passare del tempo i due fratelli avevano imparato ad ambientarsi, e avevano fatto della Grande Mela la loro nuova casa, grazie anche alle loro nuove conoscenze e ai loro nuovi amici; i due dividevano un grazioso appartamento sulla quinta strada - comprato appositamente dal signor Anderson, come suo regalo per il diploma - e per quanto frenetica ed estremamente caotica fosse la loro nuova città, non potevano che essere stremamente felici e soddisfatti del nuovo stile di vita che stavano conducendo.

Il più delle volte, a dire il vero, Blaine era costretto a divivere l'appartamento anche con un terzo inquilino, un giovane studente della facoltà di arti sportive* di nome Finn Hudson, nonchè fidanzato di sua sorella Rachel; i due stavano assieme ormai da diversi mesi - si erano incontrati per caso in caffetteria ed era stato amore a prima vista - e sin da quel primo momento, non era mai trascorso un giorno in cui riuscissero a stare separati.  Inizialmente il giovane Anderson ne era un tantino geloso, ma poi incominciò ad abituarsi alla continua presenza di Finn, e alla fine i due diventarono ottimi amici, complici anche gli interessi comuni per lo sport e per i film di avventura, i quali non rientravano minimamente nelle categorie preferite da Rachel.

Era davvero bello, anche se molto smesso Rachel avrebbe preferito che anche Blaine riuscisse a trovare qualcuno con cui condividere la propria vita, nello stesso modo in cui lei lo faceva con Finn; insomma, avrebbe tanto desiderato che anche il suo fratellino potesse innamorarsi di qualcuno, che trovasse quella persona speciale e in grado di fargli battere il cuore come nessun altro, quell'unica persona con la quale poter costruire il proprio futuro.

Purtroppo, però, non era una cosa facile: se c'era una cosa su cui Blaine era estremamente selettivo, erano proprio gli uomini.

Sua sorella gli aveva sempre detto che non aveva molto senso farsi sempre tanti problemi, visto quanto fosse difficile al giorno d'oggi incontrare ragazzi gay intelligenti, simpatici, disponibili e - soprattutto - fedeli; avrebbe dovuto fare un po' meno il difficile, essere meno pretenzioso e cercare semplicemente di lasciarsi andare.

Ma Blaine era fatto così, non voleva accontentarsi; almeno, non in amore.

Rachel lo aveva sempre preso in giro per questo suo inguaribile romanticismo, eppure il giovane Anderson non poteva proprio farne a meno; aveva sempre avuto una sua idea molto speciale e particolare riguardo all'amore, credeva che per ogni persona al mondo esistesse una sua metà perfetta, un unico individuo in grado di rendere la sua vita del tutto completa. Non era facile riuscire a incontrarla, ma indubbiamente lo era riconoscerla: quando due anime affini si trovano, per entrambe è come essere colpite da una scarica elettrica, una scossa talmente forte ed intensa da dare quasi la sensazione che il cuore possa esplodere da un momento all'altro; è facile riconoscere la propria anima gemella, perchè una volta dinnanzi a lei, tutto il resto del mondo sembra passare in secondo piano, e la sola cosa a cui si riesce a pensare è quanto inutile, vuota e del tutto priva di senso sia stata la propria vita prima di quel momento.

Blaine sapeva che un giorno o l'altro anche lui avrebbe incontrato la sua metà, ed era quella la ragione per cui non era mai riuscito ad aprire il suo cuore a nessuno; non si era mai davvero innamorato - forse aveva avuto qualche cottarella superficiale da ragazzino, ma a chi non è mai capitato? - e quelle rare volte che era uscito con qualcuno, si era sempre rifiutato di andare oltre il terzo appuntamento perchè, almeno secondo lui, non era quella la persona adatta a lui.

Aspettava semplicemente la sua anima gemella.

Non gli importava se nessuno era in grado di capirlo o di prenderlo sul serio, nè se agli occhi di sua sorella continuava ad apparire come una ridicola scolaretta, troppo impegnata a fantasticare sul principe azzurro per ruscire ad aprire gli occhi sul mondo reale; Blaine sapeva che la sua metà era là fuori, da qualche parte, e non aveva alcuna intenzione di perdere il suo tempo con persone che non avrebbero mai potuto farlo sentire davvero speciale ed importante come avrebbe fatto lei.

Ci avrebbe impiegato un sacco di tempo, di questo ne era perfettamente conscio. 

Ma di certo ne sarebbe valsa la pena; in fin dei conti, che cosa sono i giorni, i mesi, addirittura gli anni, quando si tratta del grande amore?! No, Blaine non aveva alcuna paura di aspettare.  

Perchè sapeva che, alla fine, ne sarebbe sicuramente valsa la pena.









N.d.A: * Sì, arti sportive.... insomma, non sapevo che cosa far fare al povero Finn e ficcarlo anche lui anna NYADA non mi sembrava il caso! xD


Buonasera! :)
Rieccomi qua, ancora una volta io, ancora una volta con una storia nuova; sono una fonte inesauribile di risorse, lo so! xD

Dunque, che dire...questa fic è un po' particolare, nel senso che mi è venuta in mente un giorno per caso, mentre stavo ragionando sul fatto che l'incontro causale di Blaine e Kurt sembrava quasi voluto dal Destino; insomma, pensateci: Kurt che, in mezzo a quella immensa folla di ragazzi tutti vestiti allo stesso modo, ferma proprio Blaine... proprio il SUO grande amore.  Incredibile, vero? Da lì ho pensato che sarebbe stato carino scrivere una storia su questo genere, e alla fine dopo aver pensato a lungo, ho partorito questa fan fiction.  Ammetto che da questo prologo non si capisce poi molto - in effetti, è giusto una rapida introduzione alla storia - ma spero in un modo o nell'altro di aver attirato la vostra attenzione, perchè comunque mi sto divertendo molto a scrivere questa storia e sarei contenta di condividere le mie emozioni con voi. :)

Per le informazioni "logistiche", al momento questa storia ha già dieci capitoli pronti, e devo scriverne ancora altri 6 ( contando epilogo e prologo ) e sono parecchio ispirata - ho praticamente tutto buttato giù sotto forma di scaletta - per cui conto di finire di scriverlo presto, soprattutto dopo aver dato l'ultimo esame martedì pomeriggio. Aggiornerò una volta ogni 5 giorni, per cui il prossimo capitolo arriverà il giorno 20. :)

Ah, ultima cosa: il rating è arancione per ovvie ragioni... che però non verranno svelate fino a un certo momento... che però, ve lo prometto, arriverà di sicuro. :)

Un grazie a tutti coloro che avranno voglia di intraprendere questo cammino con me...un bacione. :)


 
  
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