INTRO: Infine la battaglia finale si scatena furiosa!!
Ciao a tutti!
Finalmente ci siamo arrivati! Lo scontro definitivo è alle porte!
Buona lettura!
Capitolo 32 –TOUKAIMARU-
Al suo risveglio, Kagome fu accolta da una piacevole sensazione di calore e
protezione. Lentamente
socchiuse le palpebre e si rese conto di essere completamente avvolta nel sopra
del Kariginu, appoggiata
contro il petto di Inuyasha, che la stava abbracciando.
La ragazza sentì l’abbraccio rafforzarsi e istintivamente spostò lo sguardo
verso il volto dell’hanyou,
incrociando due occhi ambrati intenti a fissarla.
“Kagome…” sussurrò il mezzo demone, spossato dall’attesa, come nemmeno la più
impegnativa delle
battaglie avrebbe saputo fare.
“Ciao, Inuyasha…” rispose timidamente lei, non sapendo come comportarsi e cosa
dire. Prima che potesse
aggiungere altro, si sentì stringere maggiormente dal mezzo demone che, dopo
aver chinato la testa,
iniziò a singhiozzare sempre più forte. “Perdonami, Kagome… io… io…”
Kagome sentì qualcosa bagnarle una guancia e piccole gocce, seguendo i
lineamenti del suo viso, le
giunsero fino alla bocca. “[Ma queste… queste sono lacrime!?!]” pensò lei,
stupita, mentre spostava la
testa per cercare una conferma a quella supposizione.
La giovane lo osservò piangere, sentendo come una stretta al cuore
nell’assistere a quella scena: aveva
constatato, ancora una volta, quanto fosse doloroso vedere la persona amata
piangere. Ben sapendo quanto
Inuyasha tenesse a lei, Kagome comprese perché lui non sopportasse di vederla in
quello stato e
inevitabilmente si ritrovò a riflettere su quante volte lo aveva fatto soffrire
a quel modo.
“Inuyasha…” la sua mano si posò delicatamente sulla guancia dell’hanyou
accarezzandola, ottenendo
l’effetto di fargli alzare la testa di quel tanto che bastava per poterlo
guardare occhini quegli occhi
carichi di lacrime.
“Tu non hai nulla di cui farti perdonare. Tu mi hai salvato… ti ringrazio!” gli
disse, sfiorandogli con
un bacio delicato l’altra guancia.
“Kagome…” fu tutto quello che Inuyasha riuscì ad articolare come risposta,
smettendo tuttavia sia di
piangere che di singhiozzare, trovandosi invece a sorridere dolcemente a Kagome,
che ricambiò, felice di
aver restituito un po’ di serenità al suo amato mezzo demone.
“Avete finito di fare baccano? Akane sta riposando!” sbottò Ranma con tono
falsamente arrabbiato, appena
sufficiente per farsi sentire.
Akane, infatti, si era svegliata non molto tempo prima e i due fidanzati si
erano trovati a vivere una
situazione molto simile a quella tra Inuyasha e Kagome, con una differenza non
irrilevante: il ragazzo
col codino, all’apice della contentezza per poter nuovamente stringere a sé
l’amata, aveva abbandonato
timori e quant’altro lo aveva frenato per lungo tempo, lanciandosi in
un’improvvisata, ma altrettanto
emozionante dichiarazione alla fidanzata che, per tutta risposta, si era
avvinghiata al collo del
ragazzo riempiendolo di baci, mentre lui la stringeva a sé, quasi avesse paura
che potessero potargliela
via.
Così, stretti l’uno all’altra, si erano infine addormentati contro una delle
tante colonne della sala.
I quattro si rialzarono un paio di ore più tardi e, dopo che le due ragazze
ebbero curato le ferite dei
rispettivi ragazzi, raccolsero le armi, quel poco che era rimasto del loro
equipaggiamento e
abbandonarono quel luogo alla ricerca del loro avversario.
Si infilarono nell’unico corridoio disponibile e lo percorsero tutto con grande
circospezione: Inuyasha
apriva il gruppo, seguito subito dalle due ragazze, mentre Ranma chiudeva la
fila. Quel posto incuteva
non poco timore a causa delle immense statue, raffiguranti orride creature, che
troneggiavano ad
intervalli regolari lungo le due pareti. I due ragazzi, scottati dall’esperienza
delle pareti della
prima sala, tennero d’occhio quei colossi d’ossidiana per tutto il corridoio,
non volendo correre il
rischio di trovarsi impreparati, nell’eventualità che una, o più, di quelle
spaventose figure
decidessero di abbandonare la loro condizione di immobilità; una possibilità
che, per loro fortuna, si
rivelò del tutto infondata.
Una volta fuori da quel camminamento, si ritrovarono in una sala di forma
quadrata al cui centro,
leggermente rialzato faceva bella mostra di sé uno sfarzoso trono marmoreo,
illuminato da una cupola
vetrata che lo sovrastava. Lungo il lato da cui erano sbucati, come su quello
opposto, nell’ombra, erano
disposte numerose altre statue, mentre due varchi di considerevoli dimensioni,
chiusi da robuste porte
di legno, si aprivano nelle restanti pareti.
Inuyasha si guardò attentamente intorno, poi d’un tratto, qualcosa di familiare
attrasse la sua
attenzione “Ma quello è…” non finendo la frase, tanto era lo stupore, indicando
piuttosto il grosso
fodero poggiato contro il trono.
“Il vecchio Saya?!?” terminò per lui Kagome, riconoscendo il custode della spada
del dominatore del
mondo che l’aveva accompagnata per tutta la vicenda creatasi con il ritorno di
Songa.
“Inuyasha? Kagome?? Che felicità rivedervi!!” esultò il vecchio spirito,
materializzandosi davanti a
loro.
“Che ci fai tu qui, vecchio Saya??” gli chiese subito il mezzo demone, non
riuscendo ad immaginare cosa
ci fosse dietro alla sua presenza in quel luogo.
“Sono stato richiamato qui da Songa.” ammise con tono funebre lui, osservando lo
stupore dipingersi sul
volto dei due ragazzi.
“So… Songa?? Com’è possibile? Io e Sesshomaru l’avevamo sigillata!!”
“Quel demone… Toukaimaru! Non so come, ma è riuscito a recuperarla dal mondo dei
morti!!”
“Di male in peggio…” constatò Kagome passandosi una mano sulla fronte in segno
di disperazione.
“Scusate se interrompo la riunione… ma qualcuno spiegherebbe anche a noi
qualcosina?” domandò
semplicemente Akane, indicando con il dito alternativamente sé stessa e Ranma.
Kagome, facendo ricorso a tutte le sue doti di sintesi, fece uno stringatissimo
riassunto della
situazione: chi erano i cinque affrontati in precedenza, cos’era Songa e
ovviamente, chi era il vecchio
Saya.
“Questo è tutto” concluse, notando le facce sconcertate dei due fidanzati che,
pur avendone già viste di
tutti i colori nella loro breve permanenza nell’epoca Sengoku, a stento si
capacitavano di quanto appena
detto loro dall’amica.
“Kagome, prendi con te il vecchio Saya! Se Songa è veramente in circolazione…
non potrà che esserci
utile” affermò l’hanyou ottenendo un cenno affermativo da parte della ragazza,
mentre lo spirito
mugugnava qualcosa di incomprensibile, visibilmente poco entusiasta di quella
scelta che lo coinvolgeva
direttamente.
“E adesso cosa facciamo?” chiese Ranma, guardando Inuyasha negli occhi.
“Se volete accomodarvi, miei sgraditi ospiti!” una voce proruppe nella sala,
mentre una delle due porte
iniziava ad aprirsi, facendo sobbalzare i quattro.
“Che c’è? Vi ho forse spaventato??” chiese la voce, con un tono volutamente
derisorio.
“Bastardo! Se pensi di farci paura, ti sbagli di grosso!!” ringhiò Inuyasha
alzando la testa, come se il
suo nemico fosse sopra di lui.
“Credere? No, no… io ho la certezza di farvi paura! Siete voi che non ve ne
rendete ancora conto!!” rise
di gusto la voce.
“Lo vedremo…” terminò l’hanyou, girandosi poi verso i compagni “Andiamo: è ora
di finire quello che
abbiamo iniziato!” affermò sicuro, incamminandosi verso la porta ormai
spalancata.
Varcarono insieme quella soglia, restando, per alcuni istanti, immobili ad
osservare lo scenario che gli
si parava d’innanzi: una distesa pianeggiante, totalmente brulla, delimitata
dalle spesse mura di cinta
della fortezza era disseminata di enormi massi di forma allungata piantati come
alberi nel terreno.
“Benvenuti nella foresta della distruzione…” riecheggiò la stessa voce di prima
“So che non è come il
tuo bosco, Inuyasha. Spero tuttavia che ti possa trovare a tuo agio qui…”
aggiunse sarcastico Toukaimaru
comparendo al centro della piana, coperto, come sempre, dal suo mantello con
cappuccio. “In fin dei
conti tu e i tuoi amici ci dovrete passare l’eternità!” ghignò il demone.
“Tsk…” si limitò a questo la risposta del mezzo demone, che immediatamente
sfoderò Tessaiga.
“State attenti…” sussurrò Inuyasha, voltandosi poi a guardare Kagome, che poté
leggere chiaramente nel
suo sguardo quello che avrebbe voluto dirgli. “[Stai attento Inuyasha! Ti
prego!!]” pensò lei, annuendo
debolmente con la testa.
Il mezzo demone si scagliò prepotentemente contro il suo nemico, ma prima ancora
di poterlo raggiungere,
il suo tentativo si infranse contro una barriera potentissima, che lo fece
rimbalzare indietro.
“Inuyasha!!” gridò Kagome, correndo dal mezzo demone che, in segno di stizza,
batté violentemente il
pugno contro il terreno “Una barriera!” constatò, rivolgendosi poi al demone
“Cosa fai? hai talmente
paura che ti nascondi dietro quella barriera??” gli urlò pieno d’ira, mentre si
rialzava aiutato dalla
ragazza venutagli in soccorso.
“Sei patetico mezzo demone! Pensi di risolvere qualcosa a parole?? Se sei tanto
forte, abbatti la mia
barriera e fammela pagare! Tuttavia, considerando che l’ultima volta ci vollero
tre giorni e nove
combattenti ben più valenti di voi moscerini, credo che questo scontro si sia
concluso prim’ancora di
iniziare!” proclamò Toukaimaru sorridendo divertito.
“Questo è tutto da vedere…” ringhiò Inuyasha lanciandosi all’attacco trovandosi
immediatamente
affiancato da Ranma. I due ragazzi si scambiarono uno sguardo d’intesa e,
all’unisono, usarono i loro
colpi migliori, trovandosi increduli, ad osservarli infrangersi contro la difesa
dello youkai senza
produrre il minimo danno.
Provarono una seconda volta, senza ottenere alcun risultato e, quando si stavano
per cimentare nel terzo
tentativo, vennero affiancati anche da Akane, mentre alle sensibili orecchie di
Inuyasha, giunse chiaro
il rumore prodotto da un arco che si tendeva alle loro spalle: l’avrebbero
affrontato insieme come
chiedeva la profezia, così come avevano superato tutte le difficoltà che avevano
incontrato fin
dall’inizio di quella vicenda.
Kagome scoccò la sua freccia e quando questa superò i tre ragazzi, Akane e Ranma
usarono le loro
rispettive spade il cui potere, come attratto dal dardo di luce iniziarono a
vorticargli intorno,
creando una doppia spirale. Fu Inuyasha a sospingere quell’attacco combinato,
usando il Bakuryuuha,
rafforzandone ulteriormente l’impeto.
I quattro rimasero in silenzio, immobili ad osservare tutta quell’energia
puntare direttamente contro
Toukaimaru e la sua barriera, fiduciosi nel fatto che sarebbe stata sufficiente
ad infrangere quella
poderosa difesa.
Un fragore assordante e una luce accecante furono l’effetto dell’impatto del
loro colpo contro le difese
del demone della distruzione. Quando poterono riaprire gli occhi, i ragazzi si
trovarono, sconvolti, a
dover constatare che nemmeno le loro forze riunite erano riuscite a produrre un
risultato.
A ridestarli dal torpore in cui erano sprofondati a quella vista, ci pensò, ben
presto, la risata
beffarda di Toukaimaru “Beh? Tutto qui quello che sapete fare?? Evidentemente vi
ho largamente
sopravvalutato! Pensare che quando ho percepito anche la morte di Bankotsu, mi
sono illuso di dover
affrontare uno combattimento quasi impegnativo. Ora mi accorgo che un pugno di
moscerini è più
pericoloso di voi: quantomeno loro sono capaci di infastidire!” proclamò
esaltato per la certezza della
vittoria. “Pensare che tuo padre, Inuyasha, ha osato minacciarmi: mi ha detto
che tu mi avresti spedito
a marcire nell’oltretomba! Che stupido, persino più di te!!”
“Bastardo, non osare nemmeno nominare mio padre! tu non sei degno di parlare di
lui!!” sbottò furioso
l’hanyou, alzando con uno scatto Tessaiga, per poi fendere violentemente l’aria
davanti a sé provocando
l’ennesimo Kaze no Kizu.
“Patetico! Sei veramente patetico! Sai solo parlare. Se tieni tanto alla memoria
di quell’insignificante
demone che è riuscito, per giunta, ad innamorarsi di un’insulsa donna umana e
generare uno scherzo della
natura come te, perché non vieni a farmela pagare??”
“Taci!!!” tuonò Inuyasha scagliando un potentissimo Kongousouha, che però si
infranse miseramente contro
la barriera dello youkai, che questa volta si limitò a ridere di gusto.
I quattro riprovarono più volte di abbattere il muro invisibile che li divideva
dal loro avversario,
singolarmente e all’unisono, continuando tuttavia a fallire, dovendosi
oltretutto difendere dai
pericolosi assalti del demone che si divertiva a frantumare le rocce circostanti
e scagliare loro contro
i frammenti taglienti, tutto con la sola forza della volontà: sembrava che la
speranza di vincere li
avesse abbandonati all’entrata di quel pianoro maledetto.
“Credo di avervi fatto divertire abbastanza. Ora è il caso di finire qui questa
buffonata: io mi sono
stufato.” affermò sollevando di scatto il braccio destro similmente a come usava
fare Kagura per
soggiogare i venti, ottenendone il medesimo effetto: una folata di vento
violentissima scaraventò i
quattro parecchie decine di metri più indietro.
Il demone ghignò “Songa, è il tuo momento di gloria! A te l’onore di spazzarli
via!!” disse estraendo da
sotto il mantello la spada del dominatore del mondo “Con molto piacere!”
Toukaimaru sollevò la spada e
con un fendente generò il pericoloso Gokuryuuha che si diresse a velocità
impressionante contro il
quartetto.
Inuyasha indugiò sul da farsi: non sarebbero stati in grado di evitare il colpo
e qualunque tentativo di
contrastare il Gokuryuuha con il Bakuryuuha era pura follia. Solo all’ultimo, il
mezzo demone ebbe
l’illuminazione sul da farsi e prontamente estrasse Tenseiga, raccomandando ai
compagni di stringersi il
più vicino a lui possibile.
Il vortice infernale si abbatté violentemente su di loro, per poi spegnersi dopo
qualche istante,
permettendo, ad un Toukaimaru contrariato, di scoprire che la questione era
tutt’altro che conclusa.
“[Dannato Sesshomaru, poteva avvertirmi che innalzare la barriera di Tenseiga
era così stancante!]”
pensò Inuyasha, facendo faticosamente forza su un ginocchio per rialzarsi,
rinfoderando poi la spada,
per estrarre subito dopo l’altra.
“Vedo che sei abbastanza coriaceo, mezzo demone! Io però non ne farei un vanto:
significa solamente che
tu e i tuoi amici soffrirete molto di più!” sentenziò il demone rivolgendosi poi
allo spirito della
spada che impugnava. “Songa, se non ce la fai da sola, abbandonati al mio
potere! Otterrai la forza
necessaria!” affermò, rafforzando la presa intorno all’elsa e cominciando a far
fluire il potere della
distruzione in Songa che, incapace di reggere così tanta energia demoniaca, fece
echeggiare grida di
dolore nell’aria.
“Addio!” disse semplicemente Toukaimaru scatenando un altro Gokuryuuha,
immensamente più potente del
precedente.
Inuyasha si rese conto subito di non poter impiegare nuovamente solo Tenseiga
per difendere passivamente
sé stesso e gli altri, così come sarebbe stato vano un qualunque tentativo con
Tessaiga, tuttavia non
voleva arrendersi all’idea di essere totalmente impotente. “[Io… io non posso
arrendermi! Io devo
proteggere Kagome. Lei… lei deve vivere!! Devo salvarla da questa situazione]”
pensò frustrato, quando,
improvvisamente, sentì una pulsazione provenire da Tenseiga. “[Ma certo!! Però…
se lo usassi adesso…]”
Inuyasha smise di pensare alle conseguenze di quel gesto, ben sapendo che se non
avesse fatto ciò che
aveva in mente, sarebbe stato tutto perduto.
Lo so, lo so... sono una carogna a finire così il capitolo! Tuttavia la pausa
suspance (Seeee...
Suspance... ma dove???) ci stava bene... :-)
Prima di passare ai ringraziamenti, volevo avvisare chi ha comincito a leggere
la mia nuova fic "RIA:
Vendetta e Amore" che la pubblicazione di suddetta storia, sarà un po' più
dilazionata nel tempo (penso
ogni due settimane invece che settimanalmente come "Il Risveglio del MALE") (E
che ce frega?? Tanto non
la leggiamo! NdVoi - Vabbè, era così per dire... fare un po' di pubblicità
progresso! Ndme)
Passiamo a ringraziare:
Elychan: Già! Devo ammettere, a costo di essere un po' presuntuoso, di aver
fatto un discreto lavoro con questo capitolo! Decisamente me ne compiaccio!
Immaginavo che potesse avere qualche problemuccio il caro Bankotsu, ma se il
risultato è degno di nota, vorrà dire che lo ricicleremo come chef in un'altra
fic :-)
Fra007: Complimenti! Hai retto (non è un errore... proprio Retto) 31 capitoli in
così pochi giorni?? Io non so se ci sarei riuscito... ma in effetti non ho mai
provato. Cavolo, ma allora, forse, sta fiction è interessante?!? WOW!! Ah,
parentesi, sono un maschio: so di essere l'equivalente di una mosca bianca al
polo sud... quindi non ti preoccupare! :-)
Un grazie anche ha chi ha solamente letto!
Io chiudo qui e vi aspetto tra una settimana col prossimo capitolo: "IL PREZZO
DI UNA VITTORIA"
Salut
Ragnarok79