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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    15/07/2012    1 recensioni
Il bimbo allungò timidamente la manina fuori dal bozzolo, cercando di afferrare quella tenue luminescenza che cingeva la testa del padre come una corona, ritrovandosi però ad afferrare unicamente l'aria mentre il padre, che stava semidisteso all'altro capo della barca, sorrideva e ridacchiava con la pipa spenta tra le labbra, facendogli cenno di avvicinarsi a lui e spalancando le braccia in un chiaro invito.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Una Stella Per Riportarti A Casa

Fandom: Originale

Rating: Verde

Personaggi: OC

Tipologia: One-Shot

Genere: Generale, Fluff

Note: Questa storia è stata scritta per il compleanno di mio padre ed è a lui dedicata. Betata da _Kurai_

§§§

UNA STELLA PER RIPORTARTI A CASA

Sedeva in un angolo del gozzo, con gli occhi spalancati e pieni di meraviglia per la distesa marina ammantata di oscurità che gli stava davanti, immensa e quasi terrorizzante, accoccolato come poteva con la testa poggiata contro la spalla del fratello profondamente addormentato. Entrambi erano avvolti in una vecchia coperta patchwork i cui colori, alla luce della lanterna ad olio che pendeva pigramente al vento a pochi passi di distanza da loro, sembravano più vividi che alla luce del Sole.

Calda come i suoi raggi lo era di certo.

Il bimbo allungò timidamente la manina fuori dal bozzolo, cercando di afferrare quella tenue luminescenza che cingeva la testa del padre come una corona, ritrovandosi però ad afferrare unicamente l'aria mentre il padre, che stava semidisteso all'altro capo della barca, sorrideva e ridacchiava con la pipa spenta tra le labbra, facendogli cenno di avvicinarsi a lui e spalancando le braccia in un chiaro invito.

Titubante, il piccolo alzò lo sguardo a sbirciare il viso del fratello, nascosto dai capelli spettinati e dalla coperta, poi si convinse e, facendo attenzione a non svegliarlo, sgusciò dal suo abbraccio e gattonò fino al padre, rintanandosi nella sua stretta mentre le grandi mani callose gli accarezzavano ruvidamente la testa.

Finalmente a suo agio, il bambino lasciò che gli occhi vagassero nella notte fin troppo scura ma ingentilita appena dalle poche luci che splendevano lontano sulla costa.

“Hai paura?” gli chiese il padre, chinandosi su di lui per avvolgerlo nella cerata.
Il piccolo annuì, incerto: “Un po', forse... Non mi piace il buio...” ammise in un filo di voce: “Andrea non ha paura però...”

La risata dell'uomo era calda e rassicurante.

“A volte il mare fa paura, fa molta paura... E' da lui che devi guardarti, non dal buio. Nel buio trovi sempre la strada di casa, le luci della costa non se ne vanno e puoi vederle solo nell'oscurità. Come le stelle.”

Quando la lanterna si spense all'improvviso, per un istante, il piccolo venne preso dal panico e, d'istinto, alzò lo sguardo per cercare il viso del padre sopra di sé.
Non lo trovò, ma i suoi occhi trovarono altro.

Il respiro nella sua gola venne mozzato mentre le pupille si perdevano nel mare infinito di stelle che splendevano a miliardi sopra di loro, disegnando forme e incantando il piccolo per parecchi istanti prima che la massiccia mano dell'uomo coprisse per pochi istanti la sua visuale, indicandogli un punto sopra le loro teste, quello più luminoso: “Vedi quella laggiù, Marco?”

Lui annuì, sentendosi la gola improvvisamente secca, era davvero carina, splendeva più di tutte ai suoi occhi e sembrava quasi seduta sulla riva del fiume di stelle che percorreva quasi tutta la porzione di cielo che li sovrastava.

“Quando ero bambino, il nonno mi raccontava che quella che vediamo adesso era la stella di sua madre. Quando sono cresciuto, raccontai a tua madre che quella stella era mia madre... Le stelle sono di tutti, tutti possono identificarle con chi vogliono, spesso per sentirsi meno soli... Io voglio che tu sappia che, oggi, quella stella, per me, non è più la nonna.”

“E perchè?” sussurrò Marco con una vocina piccola piccola, sperduto nel vortice di luce.

“Perchè vorrei che quella stella fosse tua e di tuo fratello. Vorrei che, ogni volta che esco in mare, foste voi e il vostro ricordo a guidarmi a casa.”

Marco non capì, forse era troppo piccolo per capire, ma abbracciò ugualmente il padre, ripromettendosi che avrebbe fatto di tutto per riportare ogni volta il padre a casa.

   
 
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