“Non
temere, Sparda. Tuo padre non mi ha mai promesso nulla, ma sono sicura
che
terrà fede a ciò che ha detto.” Beatrix
lo diceva sempre, con la speranza che
gli illuminava lo sguardo.
Sparda
conduceva una vita normale; andava a scuola, usciva con gli amici e
frequentava
le ragazze, perché era popolare per il suo aspetto
seducente. Nonostante fosse
desiderato dalle ragazze, Sparda non aveva ancora sfiorato o baciato
una
ragazza. Nessuna dell’altro sesso lo aveva attirato
maggiormente, non avendo
ancora trovato qualcosa che lo attirasse.
Era
all’ultimo anno scolastico e non brillava certo come studente
modello, ma
sapeva cavarsela.
Le
uniche cose che gli interessavano davvero erano le arti marziali e
andare in
giro, anche per pomeriggi interi, facendo a volte preoccupare la madre.
In
molti gli avevano chiesto perché portava al collo quel
misterioso monile, che
non si addiceva proprio al suo aspetto. Appena gli facevano
quell’irritante
domanda, il suo sguardo diveniva una vera e propria arma, capace di
zittire
chiunque. E ci riusciva, nessuno aveva più il coraggio di
ribattere o di fare
di nuovo la stessa domanda. Non voleva che nessuno sapesse il
perché, il perché
quel gioiello era diventato così importante.
Ma
voleva scoprire la verità.
Beatrix
non aveva mai detto al figlio che suo padre era un demone e che il
cristallo era
l’unica cosa che aveva di lui. Nessuna foto confermava la sua
esistenza. Solo
il ricordo sbiadito dell’uomo che aveva sempre amato era
dentro la mente e il
cuore di Beatrix e Sparda non poteva immaginarlo…
Così,
un giorno, Sparda decise di dire a sua madre che sarebbe andato alla
ricerca
del padre.
Beatrix
non se lo sarebbe mai aspettato. Non voleva perdere anche lui, il
dolore a quel
punto sarebbe divenuto insopportabile.
Spaventata,
ma consapevole del fatto che non avrebbe fermato il figlio nella sua
ricerca, gli
disse che Dante non era altri che un demone, e che lui era il risultato
di un
unione proibita, un mezzo-demone.
Sparda,
non sembrava esserne sconvolto. Sapeva di essere diverso dagli altri,
ma a
volte non ne trovava la spiegazione logica.
Temerario
come il padre, ma anche sensibile nei confronti della madre, Sparda
fugge di
casa nel bel mezzo della notte, per non vedere il viso sofferente di
Beatrix
che gli chiede di non partire.
Inizia
così un viaggio per la ricerca delle sue origini.
Un
viaggio che lo metterà a dura prova, incontrando persone
alquanto normali, ma
che poi si riveleranno per quelle che sono in realtà, dei
demoni assetati di
sangue.
Nel
corso della sua avventura, Sparda scoprirà che un gruppo di
demoni, che si
fanno chiamare gli “Others”, sono alla ricerca del
cristallo nero. Una volta
che scoprono che lo possiede proprio Sparda, il gruppo non si
farà scrupoli a
braccarlo in ogni situazione, cercando sempre di ottenere quel
maledetto
gioiello. Ma Sparda, diventato sempre più forte, forse anche
grazie al monile,
che da blu è diventato rosso, riuscirà a
sconfiggerli in ogni caso.
Quando
poi è costretto ad ucciderli, viene a sapere
dall’ultimo di questi che per
salire nel mondo degli umani utilizzavano una Creatura, nata per un
unico
scopo: aprire e chiudere i varchi per entrambi i mondi a chiunque
volesse
passare, senza fare distinzione alcuna.
La
caccia alla Creatura si rivelò più difficile del
previsto: il fatto che non
aveva nome, (come se si volesse nascondere) portò Sparda a
pensare che forse
non l’avrebbe mai trovata.
E
invece, in una notte senza stelle, in un luogo anonimo dimenticato da
tutti, la
individuò.
Sparda
si fermò ad osservarla: era di una bellezza mozzafiato, le
ricordava molto la
madre con i lunghi capelli corvini e un viso piccolo come quello delle
bambole.
Quando
Sparda si presentò alla Creatura, quest’ultima ne
fu sorpresa: il viso del
ragazzo le ricordò Dante e rimase davvero sconcertata quando
scoprì che non era
il demone a cui aveva aperto il passaggio per l’ultima volta,
ma il figlio che
chiedeva di potervi accedere.
Iniziarono
così a parlare, più che altro un susseguirsi di
botta e risposta, ma a Sparda
non interessava intrattenersi con