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Autore: ShunLi    30/01/2007    1 recensioni
Il cristallo nero è una pietra generata dagli Inferi per un mondo malvagio. Cosa succederebbe se il figlio di Dante decidesse di usarla per i suoi scopi, dopo aver scoperto che è un mezzo-demone?
Genere: Dark, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dante, Vergil
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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A quella domanda Dante colpì il fratello con l’impugnatura dell’alabarda in pieno viso, scaraventandolo su una delle colonne, distruggendola.

Vista la reazione del fratello, Vergil si alzò in piedi. Si pulì il viso e con un ghigno sparì nel nulla.

“Maledizione!” Disse Dante fra sé.

 

Sparda si risvegliò di soprassalto , ansimante e intontito.

Era buio e non riusciva a capire dove fosse.

Lo capì soltanto quando sentì accanto a sé un aura familiare. “Mamma?”

“Sparda!” Beatrix lo avvolse nel suo caldo abbraccio, piangendo e singhiozzando, dicendo al figlio quanto era preoccupata per lui.

Sparda la ammonì, dicendo che era tornato a casa solo per merito del padre e Beatrix, meravigliata, lo obbliga a dirgli tutto quello che è accaduto.

Così madre e figlio passarono tutta la notte a parlare di come Sparda sia riuscito a raggiungere il padre dopo molte difficoltà. Beatrix non poteva essere che felice, non solo il figlio era tornato a casa, ma aveva anche conosciuto Dante.

Le fece vedere anche uno strano tatuaggio che gli aveva impresso sul collo. Appena Beatrix lo vide, si ricordò che una volta…

 

“Cosa, mamma?”

“L’ha fatto anche a me.”

 

Beatrix si alzò la maglia per scoprire il fianco destro. Il segno era uguale a quello di Sparda.

 

“Saremo legati per sempre… Così mi aveva detto.”

 

Nel frattempo, Vergil, attraversò il passaggio della Creatura.

Quando lo vide, la Creatura si meravigliò parecchio. Il fratello di Dante non era mai salito nel mondo degli umani. Ma non gli disse nulla. Sapeva quanto fosse lunatico e irritabile, ma si ritrovò ugualmente la spada puntata alla gola. Vergil voleva sapere chi era entrato prima che lui uscisse.

La Creatura non poteva dire nulla: era come una deformazione professionale, non diceva mai chi entrava e chi usciva.

“Se non lo vuoi dire, morirai.” Disse Vergil, girando la katana.

“Anche se non te lo dicessi, non scoprirai mai chi è entrato prima di te.”

“Dimmelo.” Ordinò Vergil , con rabbia furiosa

“Ha un legame di sangue con te.”

“STRONZATE!!”

 

Vergil con un taglio netto, sgozzò la Creatura.

Quest’ultima si accasciò a terra e il sigillo delle Porte si spezzò: adesso che la Creatura era morta, il mondo degli umani sarebbe stato invaso dal chaos.

Vergil si allontanò, sparendo nel nulla.

 

Una settimana dopo che Sparda tornò a casa, finì definitivamente la scuola, facendo felice Beatrix

Stranamente, durante la cerimonia dei diplomi, Sparda sentì che c’era qualcosa di strano. Per un attimo, gli sembrò che dei demoni saltellassero da destra verso sinistra, per tutta la sala. Ma si tranquillizzò quando vide suo padre poggiato a uno dei pilastri della sala.

Sparda scese dal palco e si avvicinò alla madre.

“Vieni!” Sparda gli fece segno di seguirlo.

Molta gente però cominciò ad andare controcorrente e Beatrix si sentì soffocare. Cercò di allungare la mano per raggiungere Sparda, ma un'altra la tirò a sé, in una stretta forte ma familiare.

Beatrix non vide bene chi era finchè non alzò il viso.

“Sei più bella di quanto ricordi…”

“Da…Dante…”

Si abbracciarono intimamente, come se volessero unirsi, per non perdersi di nuovo.

“Stavolta non ti lascerò più.” Disse Dante.

Beatrix non disse nulla, era senza parole.

 

I tre tornarono a casa, felici perché erano di nuovo insieme.

Ma Sparda continuò ad avere quella strana sensazione che lo portò a verificare di persona.

Guardò fuori dalla finestra e i demoni, esseri alati o striscianti quali erano, stavano invadendo il mondo umano.

Si sentì raggelare il sangue.

“Sparda, che cos’hai?” Gli domandò Beatrix.

“Demoni…”

“Come?”

“Tutti i demoni degli Inferi sono qui.”

 

Dante non credette alle parole del figlio e guardò anche lui.

Milioni di demoni stavano assaltando il mondo umano. Non poteva credere ai suoi occhi. Palazzi distrutti, gente impaurita che scappava, esseri umani che venivano morsi, assaltando altra gente innocente…

Dante fece un sommo balzo dalla finestra e sulla schiena apparvero delle ali, come quelle dei pipistrelli, neri come la pece e prima di gettarsi nella lotta disse a Sparda di proteggere Beatrix.

Sparda portò sua madre al sicuro e tornando dal padre un orda inferocita di demoni lo assalì.

Per fortuna era un mezzo-demone.

Dal nulla fece apparire una spada, con la quale con un sol fendente fece sparire i demoni.

All’improvviso il cristallo nero reagì in un modo che Sparda non si aspettò: il monile assorbiva l’energia negativa che i demoni rilasciavano.

“Eppure negli Inferi non lo aveva fatto…” Pensò Sparda.

Raggiunto Dante, Sparda cominciò ad uccidere altri demoni.

I due avevano decimato la maggior parte degli esseri malvagi. Ma Sparda più ne uccideva, più il cristallo nero ne assorbiva il potere.

Ad un certo punto un nuovo gruppo di demoni apparve dal nulla, pronti per assalire Sparda, che aveva il cristallo nero. Dante si parò davanti ai demoni, uccidendoli mentre proteggeva il figlio.

Ma Sparda non reagiva; sentiva dentro di sé una forza nuova che non riusciva a controllare. Aveva il voltastomaco e tremava, come non aveva mai fatto in vita sua…

“Dante…” Sparda chiamò il padre.

“Aiutami con questi demoni, Sparda!” Ormai Dante non c’è la faceva più.

“Non ci riesco…”

 

Il cuore cominciò a fare dei battiti anormali, i suoi occhi erano senza espressioni, vuoti. Quando non si mosse più, Dante lo notò e cominciò a chiamarlo.

“Sparda! SPARDA!!”

 

“Vai via…” Sibilò il ragazzo a Dante.

“Cosa?”

“Allontanati. Ci penserò io qui…”

“Non dire stronzate! Aiutami piuttosto!”

“VAI VIA!!!” Urlò Sparda, con una voce che Dante non seppe più riconoscere.

Sparda, che prima era piegato a terra, si rialzò. Un aura nuova lo stava circondando, era davvero suo figlio quello che aveva davanti? Pensò Dante.

 

Dopo aver ucciso l’ennesimo demone, Dante spiegò le sue ali e se ne andò.

 

Raggiunse Beatrix che con un bastone stava cacciando  dei demoni striscianti.

“Via, schifosi esseri!”

Quando all’improvviso Beatrix vide che i demoni stavano bruciando, Beatrix si girò. Dante l’aveva aiutata.

“Me la sarei cavata da sola!” Disse la donna irritata.

“Mpf! Proprio l’esempio di una donna coraggiosa!” Disse Dante, prendendola in giro e afferrando in mano il bastone che Beatrix impugnava.

“Dov’è Sparda?” Domandò Beatrix.

Dante si girò verso la finestra insieme a Beatrix e guardarono il figlio in un epica impresa.

 

Sparda venne avvolto da un aura sempre più forte. Il cristallo nero continuava ad assorbire sempre più energia e i demoni che gli stavano attorno si avvicinarono sempre di più, dando l’impressione che stessero per inghiottirlo nella loro trappola, quando poi accadde l’incredibile: tutti i demoni, che come impazziti si muovevano intorno a Sparda, si fermarono.

In un grande boato e in uno spostamento d’aria spaventoso, i demoni si allontanarono da Sparda, imprigionati in una sfera creata da Sparda stesso.

Quando Sparda risultò visibile agli occhi dei genitori, quest’ultimi non lo riconobbero più: aveva un aspetto minaccioso, avvolto da vestiti che Beatrix non aveva mai visto, i capelli ritti in testa e gli occhi, come due rubini brillanti, che chiedevano solo sangue.

  
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