A
quella domanda Dante colpì il fratello con
l’impugnatura dell’alabarda in pieno
viso, scaraventandolo su una delle colonne, distruggendola.
Vista
la reazione del fratello, Vergil si alzò in piedi. Si
pulì il viso e con un
ghigno sparì nel nulla.
“Maledizione!”
Disse Dante fra sé.
Sparda
si risvegliò di soprassalto , ansimante e intontito.
Era
buio e non riusciva a capire dove fosse.
Lo
capì soltanto quando sentì accanto a
sé un aura familiare. “Mamma?”
“Sparda!”
Beatrix lo avvolse nel suo caldo abbraccio, piangendo e singhiozzando,
dicendo
al figlio quanto era preoccupata per lui.
Sparda
la ammonì, dicendo che era tornato a casa solo per merito
del padre e Beatrix,
meravigliata, lo obbliga a dirgli tutto quello che è
accaduto.
Così
madre e figlio passarono tutta la notte a parlare di come Sparda sia
riuscito a
raggiungere il padre dopo molte difficoltà. Beatrix non
poteva essere che
felice, non solo il figlio era tornato a casa, ma aveva anche
conosciuto Dante.
Le
fece vedere anche uno strano tatuaggio che gli aveva impresso sul
collo. Appena
Beatrix lo vide, si ricordò che una volta…
“Cosa,
mamma?”
“L’ha
fatto anche a me.”
Beatrix
si alzò la maglia per scoprire il fianco destro. Il segno
era uguale a quello
di Sparda.
“Saremo
legati per sempre… Così mi aveva detto.”
Nel
frattempo, Vergil, attraversò il passaggio della Creatura.
Quando
lo vide,
“Se
non lo vuoi dire, morirai.” Disse Vergil, girando la katana.
“Anche
se non te lo dicessi, non scoprirai mai chi è entrato prima
di te.”
“Dimmelo.”
Ordinò Vergil , con rabbia furiosa
“Ha
un legame di sangue con te.”
“STRONZATE!!”
Vergil
con un taglio netto, sgozzò
Quest’ultima
si accasciò a terra e il sigillo delle Porte si
spezzò: adesso che
Vergil
si allontanò, sparendo nel nulla.
Una
settimana dopo che Sparda tornò a casa, finì
definitivamente la scuola, facendo
felice Beatrix
Stranamente,
durante la cerimonia dei diplomi, Sparda sentì che
c’era qualcosa di strano.
Per un attimo, gli sembrò che dei demoni saltellassero da
destra verso
sinistra, per tutta la sala. Ma si tranquillizzò quando vide
suo padre poggiato
a uno dei pilastri della sala.
Sparda
scese dal palco e si avvicinò alla madre.
“Vieni!”
Sparda gli fece segno di seguirlo.
Molta
gente però cominciò ad andare controcorrente e
Beatrix si sentì soffocare.
Cercò di allungare la mano per raggiungere Sparda, ma
un'altra la tirò a sé, in
una stretta forte ma familiare.
Beatrix
non vide bene chi era finchè non alzò il viso.
“Sei
più bella di quanto ricordi…”
“Da…Dante…”
Si
abbracciarono intimamente, come se volessero unirsi, per non perdersi
di nuovo.
“Stavolta
non ti lascerò più.” Disse Dante.
Beatrix
non disse nulla, era senza parole.
I
tre tornarono a casa, felici perché erano di nuovo insieme.
Ma
Sparda continuò ad avere quella strana sensazione che lo
portò a verificare di
persona.
Guardò
fuori dalla finestra e i demoni, esseri alati o striscianti quali
erano,
stavano invadendo il mondo umano.
Si
sentì raggelare il sangue.
“Sparda,
che cos’hai?” Gli domandò Beatrix.
“Demoni…”
“Come?”
“Tutti
i demoni degli Inferi sono qui.”
Dante
non credette alle parole del figlio e guardò anche lui.
Milioni
di demoni stavano assaltando il mondo umano. Non poteva credere ai suoi
occhi.
Palazzi distrutti, gente impaurita che scappava, esseri umani che
venivano
morsi, assaltando altra gente innocente…
Dante
fece un sommo balzo dalla finestra e sulla schiena apparvero delle ali,
come
quelle dei pipistrelli, neri come la pece e prima di gettarsi nella
lotta disse
a Sparda di proteggere Beatrix.
Sparda
portò sua madre al sicuro e tornando dal padre un orda
inferocita di demoni lo
assalì.
Per
fortuna era un mezzo-demone.
Dal
nulla fece apparire una spada, con la quale con un sol fendente fece
sparire i
demoni.
All’improvviso
il cristallo nero reagì in un modo che Sparda non si
aspettò: il monile
assorbiva l’energia negativa che i demoni rilasciavano.
“Eppure
negli Inferi non lo aveva fatto…” Pensò
Sparda.
Raggiunto
Dante, Sparda cominciò ad uccidere altri demoni.
I
due avevano decimato la maggior parte degli esseri malvagi. Ma Sparda
più ne
uccideva, più il cristallo nero ne assorbiva il potere.
Ad
un certo punto un nuovo gruppo di demoni apparve dal nulla, pronti per
assalire
Sparda, che aveva il cristallo nero. Dante si parò davanti
ai demoni,
uccidendoli mentre proteggeva il figlio.
Ma
Sparda non reagiva; sentiva dentro di sé una forza nuova che
non riusciva a
controllare. Aveva il voltastomaco e tremava, come non aveva mai fatto
in vita
sua…
“Dante…”
Sparda chiamò il padre.
“Aiutami
con questi demoni, Sparda!” Ormai Dante non
c’è la faceva più.
“Non
ci riesco…”
Il
cuore cominciò a fare dei battiti anormali, i suoi occhi
erano senza
espressioni, vuoti. Quando non si mosse più, Dante lo
notò e cominciò a
chiamarlo.
“Sparda!
SPARDA!!”
“Vai
via…” Sibilò il ragazzo a Dante.
“Cosa?”
“Allontanati.
Ci penserò io qui…”
“Non
dire stronzate! Aiutami piuttosto!”
“VAI
VIA!!!” Urlò Sparda, con una voce che Dante non
seppe più riconoscere.
Sparda,
che prima era piegato a terra, si rialzò. Un aura nuova lo
stava circondando,
era davvero suo figlio quello che aveva davanti? Pensò Dante.
Dopo
aver ucciso l’ennesimo demone, Dante spiegò le sue
ali e se ne andò.
Raggiunse
Beatrix che con un bastone stava cacciando
dei demoni striscianti.
“Via,
schifosi esseri!”
Quando
all’improvviso Beatrix vide che i demoni stavano bruciando,
Beatrix si girò.
Dante l’aveva aiutata.
“Me
la sarei cavata da sola!” Disse la donna irritata.
“Mpf!
Proprio l’esempio di una donna coraggiosa!” Disse
Dante, prendendola in giro e
afferrando in mano il bastone che Beatrix impugnava.
“Dov’è
Sparda?” Domandò Beatrix.
Dante
si girò verso la finestra insieme a Beatrix e guardarono il
figlio in un epica impresa.
Sparda
venne avvolto da un aura sempre più forte. Il cristallo nero
continuava ad
assorbire sempre più energia e i demoni che gli stavano
attorno si avvicinarono
sempre di più, dando l’impressione che stessero
per inghiottirlo nella loro
trappola, quando poi accadde l’incredibile: tutti i demoni,
che come impazziti
si muovevano intorno a Sparda, si fermarono.
In
un grande boato e in uno spostamento d’aria spaventoso, i
demoni si
allontanarono da Sparda, imprigionati in una sfera creata da Sparda
stesso.
Quando
Sparda risultò visibile agli occhi dei genitori,
quest’ultimi non lo
riconobbero più: aveva un aspetto minaccioso, avvolto da
vestiti che Beatrix
non aveva mai visto, i capelli ritti in testa e gli occhi, come due
rubini
brillanti, che chiedevano solo sangue.