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Autore: _Lightning_    16/07/2012    3 recensioni
Tony è appena tornato dall'Afghanistan, ma i ricordi della prigionia continuano a tormentarlo, rivelando un lato della sua personalità che non aveva mai conosciuto.
Dal capitolo 4, "Insomnia": Due uomini parlano intorno al fuoco, uno di fronte all'altro. Le fiamme si alzano e si inseguono in mezzo a loro. Uno dei due, quello più magro, prende un rametto e smuove le braci come riflettendo sulla risposta dell'altro. Il bagliore del fuoco si riflette nei suoi occhialetti rotondi e ne cela lo sguardo vivo.
L'altro, più robusto e giovane ma dall'aspetto provato, si agita sullo sgabello dov'è seduto, messo a disagio dal quel silenzio.
Infine l'uomo magro sospira e lo guarda di nuovo negli occhi.
-Il tuo lavoro sembra essere molto richiesto, qui.-

[post-Afghanistan // Spin-Off di "It's Just My Phosphorescent Shampoo" // Serie: Newborn]
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Yinsen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Newborn'
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5. Insomnia
 


"You hid your skeletons when I had shown you mine,
You woke the devil I thought you had left behind.
I saw the evidence, the crimson soaking through
Ten thousand promises, ten thousand ways to lose."
 
[Powerless - Linkin Park]
 
 
Si risvegliò col respiro spezzato, boccheggiando come se fosse riemerso dopo una lunga apnea.
La voce gli riecheggiava ancora nelle orecchie e un dolore acuto alla tempia gli pulsava nel cranio.
Non riusciva a muoversi e gli ci volle qualche secondo per rendersi conto di essere per terra, avviluppato in un groviglio di lenzuola che lo stringevano come una camicia di forza. Si districò a fatica con mani incerte, fradicio di sudore e col respiro ancora affannato mentre cercava di calmare i battiti del suo cuore impazzito.
Riuscì finalmente a liberarsi delle coperte e a risalire a tentoni sul letto, poi si appoggiò alla testiera, coprendosi gli occhi con un braccio. Si scostò tremante i capelli incollati alla fronte, fissando il buio della sua camera interrotto da una luce azzurrina. Il silenzio era opprimente, e aveva una spiacevole sensazione di deja-vù che gli gelava le ossa.
Per distrarsi guardò l'orologio accanto al letto: le 2:54.
Liberò un sospiro stentato, imponendosi una lucidità che non possedeva. Parole lontane gli rimbombavano nella mente.
 
"Tu perché sei qui?"
 
Si alzò la maglietta, scoprendo il Reattore Arc che gli brillava nel petto; il bagliore era più fioco del solito.
Quella era la sua "seconda possibilità". Per cosa poteva usarla?
Scosse la testa, quasi ipnotizzato, e si riabbassò la maglia sbattendo le palpebre nel tentativo di scacciare le macchie di luce rimaste impresse sulla sua retina.
Per cosa usarla? Vivere, e basta. Chiudere con le armi: l'aveva già fatto. Dimenticare: quello no. Forse non ci sarebbe mai riuscito.
Fissò di nuovo il buio, così familiare ed estraneo allo stesso tempo, e sperò che il sonno e la stanchezza lo vincessero presto.
Serrò gli occhi e poggiò la testa sulle ginocchia, in cerca di un po' di pace.
Aspettò. Percepì il labile confine del dormiveglia e tentò di superarlo, ma quello si allontanò, sfuggente.
Lanciò un'imprecazione soffocata e diede un pugno frustrato al materasso, mentre si alzava di scatto ed usciva a passo malfermo dalla camera.
 
"Non sprecare la tua vita, Stark. Non sprecarla."
 
Chiuse di scatto gli occhi e sbattè la porta dietro di sé.

 
 ***
 

Pepper socchiuse gli occhi, improvvisamente sveglia. Sospirò assonnata, scacciando gli ultimi residui di sonno e sollevandosi dal letto. Era ancora notte fonda. Perplessa, ancora all'oscuro di cosa l'avesse svegliata, notò una fioca luce che filtrava da sotto la porta.
 
"Tony..."
 
Perché era sveglio a quell'ora?
Ancora intorpidita, si alzò avanzando a tentoni verso la porta. Esitò, pensando che forse avrebbe preferito rimanere solo, ma il pensiero di lasciarlo a rimuginare su chissà quali ricordi spazzò via quell'opzione.
Percorse con decisione il breve corridoio che si affacciava sulla cucina, da dove proveniva la luce.
Si fermò sulla soglia: Tony era seduto al tavolo, una tazza fumante tra le mani e lo sguardo che sembrava inseguire le volute di vapore nell'aria. Indossava una felpa grigio scuro, con le maniche troppo lunghe e la zip completamente allacciata nonostante il caldo estivo.
La televisione chiacchierava in sottofondo, completamente ignorata dall'uomo.
 
– Tony? – chiamò piano, e lui alzò di scatto la testa.
 
I suoi occhi, prima concentrati e attenti, si schermarono di un velo di diffidenza, come se si sentisse sulla difensiva.
 
– L'ho svegliata? – chiese, aggrottando la fronte apparentemente preoccupato.
 
– Non fa niente. – minimizzò Pepper, avvicinandosi esitante.
 
Le sembrava ancora distante, perso in riflessioni per lei insondabili: era scivolato di nuovo nell'umore cupo del giorno prima e se possibile sembrava ancor più turbato.
Tony prese un sorso distratto dalla tazza e cambiò canale con aria assente, iniziando a fare zapping.
Pepper sospirò.
 
– La teina non è il massimo per dormire. – commentò, inclinando la tazza verso di lei per vederne il contenuto.
 
– Ma io non voglio dormire. – rispose semplicemente lui, con un mezzo sorriso un po' triste.
 
Si accigliò improvvisamente quando capitò su un canale che trasmetteva Apocalypse Now. Rimase immobile a fissare lo schermo sul quale scorrevano esplosioni e raffiche di proiettili e poi spense di colpo la tv, con una smorfia quasi dolorosa. Pepper non commentò, non osando immaginare quali ricordi potessero aver risvegliato quelle immagini.
 
– Vuole un tè anche lei? – cambiò argomento, vagamente a disagio – È una delle cose utili che ho imparato a fare ultimamente, a parte un sacco di altre che di solito... – s'interruppe, lanciandole un'occhiata sfuggente.
 
Pepper fece finta di niente:
 
– Non si disturbi: faccio io. – disse, superandolo per raggiungere i fornelli.
 
Poco dopo era seduta anche lei al tavolo, bevendo il suo tè mentre fissava di sottecchi Tony.
Il silenzio era pesante, tanto da essere palpabile e da avvolgerli in una cappa di disagio.
La donna non riusciva a fare a meno di notare sempre più dettagli sul viso di Tony: era dimagrito e profonde occhiaie gli incorniciavano gli occhi. I segni della prigionia erano ancora impressi su di lui.
L'uomo dovette sentirsi osservato, perché sollevò lo sguardo su di lei, che invece lo distolse imbarazzata. Lui non si risentì e, anzi, sollevò appena un angolo della bocca in un sorriso sghembo, quasi a mo' di scusa per il suo aspetto così innaturale.
 
– Mi trova diverso? – chiese a sorpresa, passando sovrappensiero un dito sul bordo della tazza vuota.
 
Pepper riuscì a cogliere mille sottintesi e chiavi d'interpretazione a quella domanda in apparenza così semplice. Ne scelse uno, quello che le stava più a cuore: per lei era davvero cambiato?
 
– No. – rispose tranquilla, non riuscendo a trattenere un lieve sorriso nell'affermare quella verità così rassicurante.
 
Tony parve sorpreso, perché inclinò la testa di lato e la scrutò intensamente, credendo che lo stesse prendendo in giro.
Dopo essersi assicurato della sua effettiva serietà, prese a fissarsi le mani, smarrito.
 
– Sono solo io a sentirmi diverso? – chiese infine, con un velo d'inquietudine.
 
– Lei è cambiato molto, ma non vuol dire che sia diverso. – disse pacata, sperando che fosse davvero così.
 
A quel punto Tony riprese a fissarla, dubbioso e non del tutto convinto.
 
– Quindi sono cambiato. – chiese conferma, sporgendosi verso di lei per guardarla meglio.
 
La donna esitò nel rispondere, non sapendo come descrivere la sensazione di distacco che gli aveva trasmesso al suo ritorno, la lontananza estrema del suo sguardo e l'impressione di parlare a due diverse parti di Tony in conflitto tra loro.
Si accigliò, in cerca delle parole giuste, ma lui la anticipò, bloccandola con un gesto gentile della mano.
 
– No, non me lo dica, tanto cambierò ancora. E potrei anche diventare molto "diverso". Anzi, lo spero. – annunciò sibillino, con un sorriso.
 
Pepper lo guardò confusa, senza sapere a cosa si stesse riferendo, ma vide gli occhi di Tony illuminarsi della luce scherzosa e sicura che l'aveva sempre caratterizzato e fu contagiata dal suo sorriso così spontaneo.
A quel punto Tony si alzò, giocherellando con la zip della felpa.
 
– È un po' tardi. – osservò distrattamente, dopo un'occhiata all'orologio.
 
– Sì, credo che andrò a dormire anch'io. – confermò Pepper, alzandosi a sua volta.
 
– E chi ha parlato di dormire? – commentò Tony, con uno dei suoi sguardi maliziosi, poi scoppiò a ridere nel notare la sua espressione perplessa: sembrava aver recuperato improvvisamente in buon umore – Ho del lavoro che mi aspetta in laboratorio. – affermò, probabilmente non vedendo l'ora di rimetterci piede per chissà quale invenzione.
 
Pepper sospirò, in cuor suo rassicurata dalla rinnovata vitalità di Tony.
 
– Allora buon lavoro. – gli augurò.

Si avviò alla sua camera, un po' barcollante per il sonno, ma poi si bloccò davanti a lui, incerta.
 Tony ricambiò lo sguardo, a metà tra il perplesso e il curioso, e Pepper si sporse per posargli un bacio leggero sulla guancia.
Fece per ritrarsi, ma lui la strinse a sé, portandola a pochi centimetri dal suo volto.
Pepper ebbe una fugace visione degli occhi di Tony, di nuovo intensi e scuri, ma stavolta addolciti da una luce diversa che non gli aveva mai visto. Poi sentì solo le sue labbra che sfioravano le proprie e le sue braccia che le cingevano delicatamente i fianchi, attraendola a sé.
Ricambiò il bacio, reprimendo qualsiasi senso di colpa e pensando solo a quanto gli fosse mancato e a quanto perfetto fosse quel momento.
Si separarono brevemente, guardandosi come a scrutare l'uno la reazione dell'altro, poi Tony sorrise appena e affondò le dita tra i suoi capelli, catturandola in un bacio più profondo.
Tutto scomparve attorno a loro, inghiottito dal buio stellato della notte.


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Note Dell'Autrice:

Momento, momento, momento, questo non è il mio bicchiere di Iron Man! D: Il fluff: la mia bestia nera. Si vede. Tanto. Chiedo venia, sono un mostrooo... *Tony la patta sulla spalla: per una volta che gli va bene!*
Ok, ci sono, sono sveglia e ho facoltà cognitiva.
L'ultima frase è a scazzo/non scazzo. Ci sta, ma non ci sta. Capirete tutto nel prossimo ed ultimo capitolo. Sappiate solo che è lì per un perché e sono stata obbligata a inserirla. 
Eh, già, non è finita. Povero, povero Tony... *il suddetto sbatte la testa al muro*

Ordunque, dopo questa sfilza di cazzate (detto con molto pathos) passo a ringraziare la mia adoratissima Beta MoonRay che tengo sveglia fino a quest'ora indecente perché ho i blocchi mentali con le scene romantiche (disse colei che voleva il p0rn nella BlackHawk...coffcoff).
Grazie a tutti coloro che hanno recensito, cioè Rogue92 (mia fedele <3), Sherlock_Watson, JoJo92, MoonRay (di nuovo :3), AriCastle66, Nightly Blossom, blackpearl_ e Halley (quante siete!) 
Grazie a tutti!

-Light-

 

-Tutti i diritti di Iron Man vanno alla Marvel; tutti i diritti di "Powerless" vanno ai Linkin Park. Questa storia è scritta senza scopo di lucro.-
   
 
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