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Autore: Lilyth    16/07/2012    1 recensioni
Il giorno del 17esimo anno è un giorno, importante, forse più del 18esimo;
ognuno di noi ne conserva anche solo un piccolo ricordo dentro al suo cuore; ci si diverte, si cresce, si cambia.
Per Smile, però, questo cambiamento è molto lontano da quello meramente numerico.
Lo scontro con una realtà in parte meravigliosa ed imprevedibile, in parte dura e difficile da accettare accompagneranno la nostra protagonista in un viaggio dentro il suo vero essere per aiutare una stirpe a lei estranea di cui non sapeva di far parte.
Scrivere questa storia all'inizio è stato un gioco, un gioco che piano, piano iniziava ad avere una forma ben definita.
Mi ha emozionato e spero emozioni anche i lettori.
Lo so, sono solo una ragazza di 17 anni, ed è difficile credere che in così tenera età si possa arrivare a metter su un racconto di rilievo.
Però, datemi fiducia.
Buona lettura.
Lilyth.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Eternity'
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L’alba in Alaska era fredda, anzi, freddissima.
Camminavamo l’uno vicino all’altro verso Adam; dovevamo riuscire a superare la sicurezza passando inosservati , introdurci nell’edificio, salvare il nostro amico e scappare.
Bell’affare proprio.
Avevo paura, forse per la prima volta avevo paura.
Avevo paura di fallire, di lasciarci le penne insomma; ma più di tutti di vedere morire qualcuno dei miei amici più cari.
Il mio sguardo si spostò prima su Monica che camminava davanti a me, poi Alex al mio fianco.
Gli presi la mano, si voltò colpito poi la strinse.
Camminavamo stretti sotto le prime luci de sole che rischiaravano un celo nuvoloso, carico di neve.
Riuscivo già a vedere un pezzo di muro dell’edificio maledetto.
Strinsi più forte la mano di Alex, tra pochi passi ci saremmo separati.
Eravamo divisi in gruppi ed io e Alex non eravamo insieme; lui sarebbe stato nel gruppo di punta, io sarei dovuta essere più cauta, ero molto più preziosa di tutti loro a sentir dire Dorian, anche se io credevo che quelle parole fossero un tantino esagerate.
 
Dopo pochi passi ci fermammo, Dorian ci riunì.
< allora Alex, Vittoria, Michele e Tamara cercheranno di intercedere dall’entrata principale... >
Continuava a chiamare persone, ma l’unica cosa a cui riuscivo a prestare attenzione era il viso di Alex.
Aveva convinto mia madre a rimanere da Lia e Kurt, lo aveva fatto per me, aveva detto, per non crearmi altri pensieri... “ devi poter combattere a piena concentrazione, devi tirar fuori la rabbia da dentro di te...non puoi farti distrarre”
Ma io ero già distratta, c’era lui, avrei avuto la mente occupata
< ...e nell’ultimo gruppo ci saremo io, Smile e Willy...tutto chiaro? >
Mi guardò
< tutto chiaro Smile? >
Annuii pensierosa
< sì, tutto chiaro. >
< bene, allora andiamo. >
Mi voltai verso Alex e Monica.
Lei mi abbraccio prima di unirsi al suo gruppo e partire verso la loro area designata;
Alex mi si avvicinò serio, mi carezzò il viso e mi ripeté piano
< mi raccomando, mente libera. >
Non mi baciò, non lo baciai.
Ci lasciammo così, senza dimostrare a pieno quello che sentivamo veramente.
Se ne andò insieme al suo gruppo.
Seguii Dorian e Willy cercando di liberare la mente come aveva detto Alex.
< ragazzi, ora vi voglio carichi; Willy, ricordati quello che ti ho detto, occhi aperti. >
Sapevo che intendeva, lui era li espressamente per controllare che io non ci lasciassi le penne.
< Smile, tu devi fare tutto ciò che ti dico io, ok... >
Lo guardai
< ...senza ribattere, anche se non approvi, lo dovrai fare e basta, chiaro? >
Annuii.
 
Ci appostammo sul muro ad est; esattamente dietro l’angolo c’erano due guardie.
Dorian guardò l’orologio
< esattamente ora il gruppo di punta ha attaccato, tra tre minuti partiamo noi. >
Mi guardarono entrambi
< Smile...sei la nostra esca. Non esagerare, fai rumore, falli avvicinare e poi ci pensiamo noi. >
Annuii.
Al via infilai due dita in bocca e fischiai.
Le due guardie si girarono dalla mia parte e non vedendo nessuno si avvicinarono insospettiti.
Appena girarono l’angolo Dorian e Willy le stordirono.
Avanzammo attaccati al muro, avvistai una telecamera.
Con un salto la spinsi verso il muro bloccando in una sola posizione.
Dorian aveva fatto la stessa cosa con la telecamera più avanti, Willy era già sotto la finestra che avremmo dovuto forzare per entrare.
Ci fece segno di avvinarci.
< aprirla non è difficile, temo solo che ci siano degli allarmi all’apertura. >
Li guardai entrambi
< beh, dobbiamo provare...non abbiamo altra scelta. >
Non ci furono obiezioni stranamente, la finestra si lasciò aprire senza far partire nessun allarme, eravamo dentro.
Iniziammo a camminare raso muro, superammo due stanze chiuse e raggiungemmo le scale.
Dorian controllò il suo cellulare
< tutto ok, tutti i gruppi sono entrati, abbiamo il via libera, dobbiamo salire al 5 piano. >
Corremmo su il più veloce possibile, raggiungemmo il quinto piano e incontrammo gli altri.
I visi sembravano rilassati, c’era anche Alex, ma lui non mi convinceva.
Mi guardò e sentii il suo pensiero
< scappa Smile, scappa. >
Troppo tardi, mi sentii prendere alle spalle, un braccio si era avvolto intorno al mio collo e mi teneva ferma.
 
Rimasi immobile, c’erano circa 30 Bruni tutt’intorno a noi ed io ero in trappola.
Volevano sfruttare il fatto che la mediana era in pericolo per bloccare tutti gli altri.
< bene, la mediana torna e porta con se tanti amichetti...che brava che sei.. >
Era la voce di quel pazzo del medico, lo guardai con rabbia mentre mi si avvicinava
< ora non fai più la simpatica? >
Mi tirò i capelli, Alex scoppiò
< non la toccare! >
Colpo sordo, Alex a terra con una mano su un fianco.
Avrei voluto urlare ma dovevo rimanere lucida e vigile.
Tutti, eravamo tutti sotto tiro e non potevamo far altro che giocare d’astuzia.
Iniziai a divincolarmi e ad urlare
< lasciami, lasciami...Alex! Alex! >
Lui mi guardò spaventato, cercai di pensare in modo tranquillo
“stai calmo, e aspetta.”
Quello che mi teneva fu costretto a stringere la presa intorno al mio collo.
Feci finta di sentirmi male, gli diedi un morso sul braccio, ottenni solo un pugno in faccia che mi permise di fingere uno svenimento.
Rimasi a peso morto sulle braccia di quello che scoppiò in una risata rauca che non avrei dimenticato tanto in fretta
< la mediana non è poi così forte quando toccate il suo amichetto...è la tua ragazza biondino? >
Ero sicura che Alex avrebbe reagito in modo stupido, pensai il più in fretta possibile
“sono vigile, tu non fare cretinate e aspetta che mi lascino a terra.”
 
Non dovetti attendere molto. Quello che mi teneva mi lanciò a terra in modo molto sgraziato, gliela avrei fatta pagare dopo.
Il dottore continuò a parlare
< ora somministreremo a tutti una bella dose di medicinale e andrà tutto meglio... >
Aprii piano un occhio ed incontrai lo sguardo vigile di Alex
“puntate il dottore, è lui la mente”
Ricevetti una risposta veloce
“ok, tu stai attenta”
Detto fatto, Alex si gettò sul dottore che cadde a terra battendo la testa, tutti si scatenarono, i nostri e i loro.
Mi alzai in piedi e mi avvicinai al dottore che era rimasto a terra reggendosi la testa; sapevo che lui non era un Bruno, o almeno non era troppo forte, gli misi una mano intorno al collo e gli ordinai
< se non ci vuoi lasciare le penne dimmi dov’è Adam... >
Quello iniziò a formulare pensieri contorti
< ti ricordo che io leggo nella tua mente, se menti ti uccido. >
Quello penso al volo alla stanza in cui era Adam, lo vedevo nella sua mente mentre gli veniva somministrata la siringa di Dna.
Sentii che dietro di me c’era qualcuno, mi abbassai di scatto e schivai un calcio.
Mollai il dottore, ormai sapevo ciò che volevo sapere.
Mentre pestavo il bruno che avevo davanti pensai
“Alex! Adam si trova in una stanza al 6°piano...io vado li”
Riuscii ad atterrare il tizio che mi stava davanti, poi mi buttai a terra fingendomi stordita e strisciai verso le scale.
Appena fui certa di non essere seguita mi alzai in piedi ed iniziai a correre, stavo arrivando.
 
Arrivai al 6° piano senza incontrare praticamente nessuno, il che mi insospettì parecchio, ma ormai non potevo fermarmi.
Mi guardai intorno, c’erano 3 porte, quale sarebbe stata quella dove era tenuto Adam?
Cercai di visualizzare i pensieri del dottore, la trovai.
Spalancai la porta con un calcio, nessuno in giro.
Avanzai di qualche passo, quel posto metteva i brividi
< bene, bene, bene... >
Riconobbi la voce, mi voltai di scatto ma caddi a terra colpita in pieno viso.
Scivolai intruppando contro un lettino che si capovolse lasciando cadere il corpo inerme di Adam.
Sputai sangue a terra e urlai
< Nicolas, che cazzo fai! >
Con rapidità mi aveva raggiunta, non feci in tempo ad alzarmi che lui, stretta una mano intorno al mio collo, mi sollevò in aria.
Respiravo a malapena, ma ero comunque abbastanza lucida da capire che non stava bene.
Sfruttai il momento per leggere nella sua mante ma non pensava, sembrava quasi...stregato.
< io mi fidavo di te.. >
Cercai di farlo calmare nel minor tempo possibile
< Nicolas...non sei in te, fermati... >
Come non detto
< io mi fidavo di te mediana ma tu mi hai tradito! >
Gli diedi un calcio, allentò la presa, poggiai i piedi sul pavimento e lo atterrai.
I suoi occhi erano vitrei, la pupilla svanita, come tutte le capacità di pensare.
Parlai piano
< Nicolas, io sono Smile e non ti ho tradito. >
Non rispose ma cercò di rifilarmi un pugno in faccia che schivai e restituii al mittente; non potevo farlo tornare in se, ma non potevo neanche permettere che intralciasse la mia missione.
Gli chiesi scusa mentalmente per quello che stavo per fare.
Botta secca della mia mano sul suo collo, chiuse gli occhi di colpo.
Cercai di sentire i battiti, c’erano, ero sicura che c’erano. Non lo avevo ucciso.
Mi alzai e raggiunsi correndo Adam che era a terra e non si era ancora svegliato.
< Adam, Adam sono Smile...siamo tutti qui, siamo venuti a salvarti. Svegliati. >
< non si sveglierà. >
Rimasi ferma di spalle, era la voce del dottore, come diamine aveva fatto a salire se al massimo riusciva a tirare un calcetto della forza di un bambino di due anni?
Ok, ero la mediana, ma forse sarei dovuta essere un tantino più furba.
Si era ovviamente portato gli amichetti che mi presero e mi gettarono a terra di testa, sentii il mio cranio rompersi, non era affatto una bella sensazione.
Ero piena di sangue, di sangue che mio, che continuava a colarmi sulla schiena.
Avevo 5 bruni intorno, 5 bruni pronti a farmi fuori, che gioia
< mica avrai pensato che sarei arrivato da solo, spero... >
Scoppiai in una risata acerba
< no, ma non pensavo di essere così temibile da doverti portare 5 uomini solo per me. >
Lo sentii camminare
< la prudenza non è mai troppa. >
Quei 5 mi fissavano maligni, dovevo riuscire a rialzarmi e a stenderne almeno 3.
“Smile! Tutto ok?”
Eccolo, il mio fedele salvatore
“Alex, sono viva ma mi servirebbe una mano.”
Sarebbe arrivato, e se veniva voleva dire che stava bene, il che mi rallegrò.
< ti hanno abbandonata mediana? Nessuno che viene a darti una mano? >
Sorrisi maligna
< funziono anche da sola, non ho bisogno di spalle... >
Ne avevo bisogno eccome, ma  mai dirlo troppo in giro.
Sentivo i passi di Alex sulle scale, per fortuna stava arrivando, appena intravidi i suoi capelli biondi saltai in piedi e con un calcio improvviso feci cadere due dei cinque energumeni davanti a me.
Scivolai di lato prima che mi prendessero e raggiunsi Alex.
 
Eravamo spalla a spalla, circondati da quei 5, sentivo i loro sguardi come pugnali sulla pelle.
Ci attaccarono tutti insieme, eravamo in netta minoranza, ma eravamo bravi, veloci e incazzati neri.
Con un occhio continuavo a controllare il dottore che era piegato su un tavolo da lavoro, stava sicuramente preparando un’altra delle sue siringhe.
Quando sì tirò su vidi che non era la stessa siringa che aveva usato con me, sentì il mio sguardo e si girò; sorrise maligno
< veleno... >
Sgranai gli occhi, Alex mi raggiunse con il pensiero
“al mio 3 vai e salva Adam...uno, due...”
Saltai di lato lasciandolo da solo contro quei 5.
Adam si era svegliato ma era immobile davanti al dottore, a pochi passi da lui Nicolas era ancora stordito.
Mi lanciai letteralmente sul pazzoide in camice e lo buttai a terra
< butti la siringa...la lasci! >
Quello non rispose, ma rise come non mai
< povera mediana! Credi a tutto quello che ti viene detto? >
Cambiai espressione
< eh? >
Lui continuò
< aspettavo solo questo, che tu ti avvicinassi abbastanza... >
Lo notai solo in quel momento, eravamo di nuovo accerchiati.
Il dottore approfittò della mia distrazione e si liberò lanciandomi addosso ad Adam, mi alzai in posizione di difesa.
 
Li guardavo e loro guardavano me.
Adam stringeva il mio braccio intimandomi di rinunciare, di arrendermi, di fallire.
Scossi la testa; no, non l’avrei mai fatto.
Feci per muovermi ma un urlo mi pietrificò sul posto
< Smile! Non farlo! >
Guardai Alex, i nostri sguardi si incastrarono prima che lui venisse atterrato da uno dei 5; tossi sangue, ero immobile
< non farlo. >
Continuò.
Fui sballottata da un bruno alle mie spalle, mi voltai e lo colpii in pieno viso scatenando la reazione degli altri.
Cercai di difendermi e anche Alex cercò di darmi una mano, ma fummo bloccati entrambi.
Mi tenevano ferma, con la testa schiacciata a terra, ad un soffio da Alex.
Il dottore si fece strada tra i suoi omoni e si piegò sul mio biondo; vidi una lama poggiarsi sul suo collo. Urlai
< NO! >
La lama spinse
< se non stai ferma, lui muore. >
Risate; risate acide, amare, putride mentre una goccia di sangue colava dalla lama del coltello lasciandomi senza fiato.
Per quanto volesse sembrare forte, lui soffriva mentre il taglio diventava sempre più profondo.
Mi guardò, lo guardai.
Volevo toccarlo, dirgli qualcosa ma sapevo solo stare ferma ed osservare i suoi occhi.
Lo vidi muovere appena le labbra, piegai lentamente il viso di lato per sentire meglio.
Fu un fruscio di parole al vento, un soffio della sua stessa vita che mi accese un barlume di speranza nel petto
< io ti amo >
Il coltello scese ancora più giù facendolo tremare per il dolore.
Non vidi più nulla; per dei lunghi istanti sentii solo i battiti del mio cuore, lenti e regolari;
poi quei battiti così perfetti divennero veloci, molto veloci, troppo veloci.
Il mio corpo iniziò a tremare completamente fuori dal mio controllo.
Mi sentii improvvisamente invincibile.
Tutte le mani che mi tenevano schiacciata a terra mollarono la presa come ustionati dalla mia stessa pelle, mi innalzai in tutta la mia potenza leggendo la paura dei loro volti.
La mediana era arrivata.
Guardai per l’ultima volta Alex a terra coperto di sangue, poi alzai la testa e non la abbassai più.
In me era nata una forza diversa da quella che avevo avuto fino a quel momento, ero sicura di essermi veramente trasformata, questa volta in modo integrale.
Con pochi gesti uccisi il primo Bruno davanti a me.
Non mi fece nessun effetto.
Gli altri indietreggiarono di qualche passo, ma non mi sarebbero scappati.
Uno dopo l’altro caddero sotto i miei colpi, le mie mani erano piene di sangue, il mio corpo si muoveva troppo veloce perché io potessi controllarlo a pieno.
Prima che riuscissi a rendermene conto rimasi sola, in piedi.
 
Mi voltai, il dottore sorridente mi batteva le mani.
< complimenti mediana...complimenti. credo di aver fatto un errore di valutazione... >
< lei dottore ha fatto solo un errore, uno solo... >
Alzò un sopracciglio divertito
< sarebbe? >
Sorrisi
< ha spezzato il cuore di una stronza assassina come me. >
Rimase in silenzio
< e si sa, quando si spezza il cuore di una stronza assassina si arriva sempre ad una resa dei conti. >
Ghignò malefico ma io fui veloce, più veloce e meno umana di lui.
Gli conficcai la sua siringa nel cuore, spingendola più giù che potevo e lo lasciai morire li, a terra, senza curarmi di dargli il colpo di grazia per non farlo soffrire.
Camminavo a passi lenti verso Alex.
Ad un passo da lui scivolai a terra, le forze iniziavano a sciamare.
Sorrisi amareggiata.
Gli sfiorai la fronte con le dita e poggiando le labbra sul suo orecchio bisbigliai
< ti amo anche io. >
Una lacrima scivolò dall’incavo del mio naso per poggiarsi su di lui, l’ultima cosa che vidi prima di chiudere gli occhi.
   
 
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