Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard
Segui la storia  |       
Autore: ashtonssmile    16/07/2012    7 recensioni
Non darò ancora retta a te, stupido cuore, per una volta cercherò di dare retta al mio cervello, così almeno non potrò stare male. Dimmi che bisogno c'era ora di farti a pezzi? Sei un po' masochista, piccolo cuore.
-FF con Conor Maynard.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Kelsey.
La macchina procedeva costantemente sull'autostrada. Ero seduta su sedile anteriore accanto a mio padre e su quello posteriore William. Ero zitta, con lo sguardo fisso sulle ginocchia, sempre a pensare a Conor. Era un pensiero che mi martellava la testa e mi distruggeva il cuore. «Sono contento che tu sia qui, Kelsey». Mio padre interruppe i miei pensieri. «Anche io, papà» mentii. «Non è vero» mi disse con lo sguardo fermo sulla strada. «Tu preferiresti essere a Brighton». Non risposi perché aveva dannatamente ragione. «Tua madre mi ha spiegato vagamente cos'è successo, ti va di spiegarmelo meglio?» mi chiese con il suo tono dolce e roco. «Scusa, papà, ma non ne voglio parlare» . «Lo faresti comunque. Quindi..preferisci ora o dopo?». Sospirai rassegnata. Lo guardai e feci un grosso respiro, poi tornai a guardare la strada. «Mamma ha chiesto a Jeremy di venire a vivere con noi ed ha un figlio, Conor, che prima non sopportavo. Non chiedermi perché. Abbiamo cominciato a legare sempre di più e dopo qualche mese, dopo che c'era stata una discussione, mi ha urlato in faccia di essere innamorato di me e dopo un po' ci siamo messi insieme. La mamma e Jeremy erano all'oscuro di tutto. Avevo una foto, che sono riuscita a prendere dalla spazzatura dopo che la mamma l'ha buttata». Cominciai a frugare nella borsa e tirai fuori il libro, lo aprii e dentro c'era la foto mia e di Conor, stropicciata ma ancora ben visibile e ancora bellissima. «La mamma l'ha vista e si è infuriata. Abbiamo avuto una bella discussione, direi» . «Lei ha fatto tutto questo, ti ha mandata via da casa, perché..stavi con il tuo quasi-fratellastro?» . «Sì» . «L'ho detto che quella donna non riuscivo più a capirla». Il silenzio tornò in macchina e mentre guardavo quella foto sentii una lacrima scendermi lungo la guancia. La asciugai immediatamente. Accesi la radio e la prima canzone che c'era era Torn. Cambiai stazione. Nobody's perfect di Jessie J. Perfetto. Guardai fuori dal finestrino e notai che eravamo quasi arrivati. Non era nè Roma nè Milano come mi aspettavo. Era una città piccola, poi notai il cartello con il nome della città. La Spezia. Dopo una mezz'ora superammo anche la città. «Mi spieghi dove abiti, papà?» . «Monterosso» . «Dove?» . «Una delle Cinque Terre». Tornai a guardare fuori dal finestrino. Ero incantata da quel mare calmo che si frastagliava contro gli scogli, l'acqua trasparente, il profumo di mare che arieggiava, non aveva nulla a che fare con Brighton. Era tutta un'altra cosa. I terrazzamenti, le coste che colavano a picco sul mare, tutte quelle case colorate. Era fantastico. Per un attimo mi dimenticai di Conor, ma poi tornò martellante nella mente. Mi mancava troppo. Sentivo ancora il suo profumo addosso, sentivo i suoi capelli sotto le mie mani, le sue labbra sulle mie. Un'altra lacrima mi scese.
Basta, Kelsey. Non pensarci, ti prego. -pensai.
«Mentre io sistemo due cose per il lavoro, voi potete andare in spiaggia» disse mio padre. «Certo» rispose William. «Va bene, Kelsey?» . «Sì, okay» dissi con viso basso, poi tornai a guardare fuori. Arrivammo a casa e sistemai le mie cose. Camera mia era carina. Era grigia e lilla, aveva la cabina-armadio piccola, un'ampia scrivania. Cominciai a sistemare. Dopo un'ora, mio fratello entrò in camera e si sedette sul letto. «Allora?» . «"Allora" cosa, William?» . «La smetti di essere così depressa?» . «N-non sono depressa» . «Per niente, Kelsey, certo» mi guardò. «Preparati che andiamo in spiaggia». Uscì, lasciandomi sola. Indossai il costume ed uscii dalla stanza. Chiamai William e ci dirigemmo verso la spiaggia. Appena arrivammo, lui fece il bagno, io andai dritta al lettino e tirai fuori il libro dalla borsa. Mi impegnai nella lettura, cercando di non pensare a Conor. Dopo un po' qualcuno mi interruppe. «Ehi» disse questo qualcuno. «Ehi». Non mi degnai di voltarmi a guardarlo. «Sono Marco, piacere» disse allungandomi la mano. «Susan» dissi, scherzando. «Di dove sei?» . «Non mi pare che siano affari tuoi» . «Volevo solo cercare di esserti amico» . «Certo, se essere "amico" significa provarci spudoratamente». Rimase in silenzio. «Ecco. Se vuoi tenermi compagnia d'accordo, ma devi stare muto». Non l'avevo guardato nemmeno una volta. Lo avevo liquidato così perché non avevo voglia di sentire dei ragazzi con gli ormoni super-tirati che ci provano con la straniera di turno. Rimase comunque lì sul lettino accanto. La giornata prometteva bene. Ironia.

Dopo sei mesi.

Conor.
Sono sei mesi che ormai Kelsey è partita e mi manca sempre di più, non riuscivo a stare senza lei. A volte, la notte, cambiavo letto. Andavo nel suo, ancora impregnato dal suo profumo, solo così riuscivo a sentirla accanto a me. Ci sentivamo, facevamo webcam, tutto di nascosto, ma io avrei voluto stringerla a me, sentire la sua pelle morbida, sentire chiaramente il suo profumo. Mi mancava davvero tanto. «Papà, tu ce l'hai con me?» . «No, Conor. E' Caren che ha fatto tutto questo» . «Eri d'accordo che io e Kelsey stessimo insieme?» . «Non proprio, ma non potevo farci nulla. Tu sei innamorato di lei e non puoi decidere di chi innamorarti» . «Papà, sembra stupido, ma io la amo» . «Lo immagino, Conor. Ma non posso farci niente, scusa». Tornai in camera e mi sedetti sul letto. Kelsey si era dimenticata di portarsi un libro con sè, La faccia nascosta della luna. Lo presi e cominciai a leggerlo dato che non c'era nulla da fare. Ero sicuro di poter riabbracciare Kelsey, ne avevo speranza. Il telefono mi squillò e il numero era sconosciuto. «Conor, sono William, il fratello di Kelsey» . «Oddio, che è successo?» . «Nulla, tranquillo. Ho un'idea per farvi ricontrare e ne ho parlato anche con tuo padre. A lui va bene» . «Ti prego, dimmi tutto».

L'aereo atterrò e all'aereoporto, come d'accordo, c'era William che mi aspettava. «Kelsey non sa nulla. Ora è in giro con il suo amico, Marco» . «Solo amico, vero?» . «Certo, altrimenti me lo avrebbe già detto, e poi, è come se fosse morta senza di te, non fa assolutamente nulla. Sembra sia tornata al suo momento punk». Viaggiammo in macchina per più di due ore. Ammirai il paesaggio di quelle splendide terre e annusavo l'aria salmastra. Il cuore cominciò a battermi sempre più forte, sentivo caldo alle guance che intanto prendevano colore. Giungemmo in una piazza. Ed eccola lì, bellissima come sempre, che parlava con questo Marco. William mi fece coraggio. Mi avvicinai a lei, Marco mi guardava perplesso. Le battei dei colpi sulla spalla, lei si voltò, quasi infastidita, quando mi vede notai che sul suo viso comparve un sorriso e gli occhi diventavano lucidi. Mi gettò le braccia al collo e scoppiò a piangere. La abbracciai stretta a me e sicuro di non volerla più lasciare.


Ciao ragazzi! Allora, è un capitolo discretamente lungo. Il problema
lo conoscete tutti: poca ispirazione. In questo periodo non ne ho
molta però questo capitolo mi piace. Ho messo La Spezia come
cittò poiché, abitandoci, è quella che conosco meglio e so come
descriverla, anche se penso che la cosa più bella siano
appunto le Cinque Terre. Comunque, parlando del capitolo.
Spero vi piaccia, perché a me, questa volta, non dispiace.
Un bacio, Nicole.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard / Vai alla pagina dell'autore: ashtonssmile