Ps: il
rating supera quello predefinito in questo capitolo.
13
CAPITOLO
Briony non si rese nemmeno conto della velocità con cui
i giorni passarono, di come cercava di vivere appieno la quotidianità che Mystic Falls poteva
offrire.
Si
era lasciata alle spalle la serata degli anni 20, e lei e Elijah avevano messo
da parte le incomprensioni di quella notte e avevano deciso di andare avanti
con la propria vita, insieme.
Briony non temeva assolutamente i rischi che correva
stando con Elijah o della probabilità che lui potesse dannarle la vita;
riusciva a scorgere soltanto felicità nel suo animo mentre stava con lui.
Ma
il peggio accadeva quando rimaneva sola, quando i suoi pensieri prendevano il
sopravvento senza riuscire a schiacciarli: ogni volta che pensava a
quell’orrenda verità, Briony sentiva
il cuore sprofondare sempre più giù, senza la possibilità di un antidoto in
grado di curarlo.
"Quanto
tempo mi resta?" domandò Briony a Ylenia nella sua camera del motel.
Ylenia sbatté le palpebre non riuscendo a capire il
significato della domanda.
"Fino
a quando resterò..." Briony ebbe un tick con la testa "normale?" domandò infine, con una dignità stoica ma consapevole
di ciò che il destino aveva in mente per lei e di non poter far nulla per
impedirlo.
Ylenia scosse la testa, sinceramente dispiaciuta per lo
stato dell'amica e di non poter far niente per lei. "Briony..
Non fare delle domande se non vuoi sentire la risposta."
"Non turbarti, ho smesso di rifiutarmi a vedere la sfiga che mi perseguita nonostante sia una di quelle poche persone civili a far ancora la raccolta differenziata." smorzò la ragazza per ammorbidire la pillola, per poi tuttavia ritornare seria per come l'occasione lo richiedeva. "Ma
io dovrò pur sapere cosa ne sarà di me e a cosa vado veramente incontro. Le erbe che mi
hai dato non sono di alcun aiuto, sì forse all'inizio mi facevano sentire
rilassata ma poi mi hanno procurato delle strane visioni da pazzoide. Sto cercando in tutti i modi ma... Non c'é
nient'altro che mi potrebbe aiutare?"
La
voce flebile di Briony fece muovere
qualcosa dentro il cuore di Ylenia, come se
lo stesse muovendo a compassione. Sapeva che era un errore, un grosso errore,
ma decise lo stesso di tentare sebbene il suo aiuto non poteva contare molto.
Andò
vicino al comodino e aprì il secondo cassetto, pronunciando parole a Briony incomprensibili.
La
ragazza vide materializzarsi all'improvviso un grosso libro bianco
incorniciato da strani disegni e Ylenia lo
prese tra le mani, mostrandoglielo:
"Questo
é un libro di incantesimi molto potente. É molto più utile dei soliti grimori che usano alcune streghe, perché questo
raccoglie gli incantesimi dal giorno remoto in cui nacque la magia, fino ad oggi..
Alcuni incantesimi sono stati dimenticati nel corso del tempo ma sono stati
revisionati in questo libro…. E poi c'é molto
altro...." disse facendo alcune pause tra una frase all'altra come se le
costasse parlare.
Briony sgranò gli occhi sorpresa "E lì dentro c'é
la soluzione al mio problema?" domandò speranzosa indicando il libro.
Ylenia si morse il labbro "Non proprio"
Mise
il libro in grembo e sfogliò alcune pagine, fino ad estrarre da esse un foglio
di pergamena un po’ sgualcito, come se provenisse da epoche antiche,
infatti Ylenia lo prese tra le mani con
molta cura e lo fece vedere a Briony.
La
ragazza strinse gli occhi cercando di capire cosa fosse ma l’unica cosa che
notò erano delle scritture incomprensibili, a dir poco inquietanti.
"Ovviamente
non riuscirai a capire nulla. Questa pergamena é stata scritta in una lingua
demoniaca." mormorò Ylenia esternando
uno sguardo duro.
Briony trasalì. Non sapeva se essere più preoccupata di
quella cosa inquietante che aveva di fronte, oppure che Ylenia sapesse la lingua demoniaca.
Briony la fissò non riuscendo a capire, e temeva che
quella cosa potesse riguardare lei in qualche modo.
<<
Che cosa sono? >> Si domandò in un silenzioso sgomento.
Ylenia come se le avesse letto la mente le rispose:
"Tu sei umana Briony... O meglio il tuo
corpo lo é. Ma l’anima è diversa, non è libera, è stata creata apposta per
uccidere gli Originali…uno in particolare."
sottolineò l’ultima frase guardando Briony di
sottecchi, sapendo a cosa si riferiva.
La
ragazza ebbe un tuffo al cuore, ma non era nulla in confronto alle centinaia di
lame affilate che infierivano su di lei ogni volta che pensava alla terribile
consapevolezza che avrebbe potuto togliere la vita a Elijah, e che gli stava
mentendo su chi fosse veramente.
Le
ennesime lacrime bruciarono i suoi occhi, lottando per uscire, ma lei si morse
con forza il labbro per impedire loro di farlo.
Ylenia continuò tentennando:
"Tu,
e quelli come te, siete come degli esperimenti. La strega Ayana ha fatto qualcosa per rendervi diversi..."
Briony scosse freneticamente le mani per farla tacere:
non poteva sopportare ulteriori lame sul suo cuore.
“Non
voglio ulteriori dettagli sull'abominio che sono.. Vorrei sapere una cosa.. Se il
mio corpo é umano allora posso morire come gli altri.. Perché mio padre mi ha
fatto intendere che non é proprio così.."
Ylenia la squadrò sospettosa: "Con quanta facilità
parli della tua morte, Briony…. Ma é meglio se
questo tasto dolente non lo tocchiamo.. Il tuo equilibrio mentale é già
abbastanza devastato" rispose fermamente chiudendo il libro di colpo, come
per chiudere la questione.
"B-beh questo lascialo decidere a me! Nella mia vita é
stata sganciata una bomba che potrebbe colpire chiunque mi stia vicino e devo
pur sapere che cosa potrebbe accadere e come cercare che altri non vengano
coinvolti."
Ylenia scosse ripetutamente la
testa. Parlare di quelle cose metteva ansia anche a lei.. Pensare
che lei tempo fa aveva cercato di contribuire a eliminare quelli come Briony e a tradire l’ordine a cui apparteneva.. Ripensare
a quel periodo doloroso faceva male anche lei, e provava vergogna per se stessa
a causa delle sue menzogne.
"Lo
faccio per te, per evitarti ulteriore stress e chissà in che guai potresti
cacciarti se ti venisse in mente qualche idea stupida. Fidati di me."
rispose cercando di apparire convincente, pensando suo malgrado che Briony stava mettendo la sua vita nelle mani
sbagliate.
"Beh
almeno dimmi se hai trovato in quel bel libro magico una soluzione al mio
problema.. Qualche magia in grado di contro invertire
questa maledizione"
"Briony.. Non è possibile.. Non potrei aiutarti in questo
anche volendo" sussurrò rammaricata, non riuscendo però a guardarla negli
occhi.
Briony si puntellò:
"Allora
vorrà dire che farò da sola." esclamò adirata uscendo dalla stanza.
"E’
proprio questo che volevo evitare!" rispose la strega alzando la voce, ma
ormai Briony se ne era già andata.
La
donna sospirò e la vista si focalizzò sul libro richiuso che le aveva sempre
causato una perenne fonte di guai.
All’improvviso
però ebbe una strana sensazione, come di essere osservata di nascosto, ma
quando alzò il viso ciò che vide erano le 4 mura spoglie della camera.
Eppure
quella sensazione non svanì, come se un campanello d’allarme avesse suonato
dentro di lei.
Quando
aprì la bocca, la boccata d’aria che fuoriuscì apparve gelida come quando ti
trovi in un luogo ghiacciato o intriso da chissà quali presenze oscure.
Ylenia si guardò attorno circospetta e richiuse
fulmineamente il libro nel cassetto, dove poteva essere al sicuro.
Dopo
ciò, lei si sentì meglio e quasi rassicurata. Tornò a respirare normalmente ma
quella brutta sensazione non l’abbandonò.
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Briony tornò a casa ruggendo per la rabbia dopo la
conversazione con Ylenia. Sapere di non poter
avere in mano le redini della propria vita era snervante, ma la prospettiva di
arrendersi senza combattere era ancora peggio.
Sbuffando
tirò fuori un libro che aveva requisito dalla biblioteca di Mystic Falls che
parlava appunto di soprannaturale e di come annullare delle maledizioni. Non
era il massimo che aveva trovato ma si trovava a Mystic Falls dove le robe soprannaturali erano all’ordine del
giorno e forse in qualche libro avrebbe trovato qualcosa di utile.
L’ennesima
nota negativa é che aveva incontrato Damon nel tragitto verso casa e non si era
risparmiato dei commenti acidi sul libro che lei custodiva al petto.
Briony gli aveva risposto per le rime dicendogli di
farsi gli affari propri e si era avviata verso casa, senza voltarsi.
Andando
in camera cominciò a sfogliare il libro e lesse alcuni appunti circa come
spezzare dei malefici:
-
Tagliarsi
un arto
<<
Oddio. >> Pensò con sgomento, impallidendo all'istante
-
Bruciarsi
gli occhi
<<
Cosa?! >> Il cuore mancò un battito
- Infilare
sotto il cuscino un fiocco rosso per almeno un mese.
<<
Patetico. >> Aggrottò la fronte
-
Invocare uno sciamano..
Briony chiuse di netto il libro senza neanche finire la
frase perché pensava fossero tutte delle assurdità. Ma magari andare in qualche
villaggio indù per cercare la pace interiore non sarebbe stato affatto male...
Una bella vacanza rilassante per dimenticare tutto, ecco quel che ci voleva.
Briony prese il libro e lo mise subito in un cassetto
di camera sua dove di solito teneva le cose. Se ne sarebbe comunque sbarazzata
al più presto perché in quel libro non c’era scritto nulla di utile, per di più
cose idiote che non avrebbe mai fatto e si diede più volte della stupida per
averlo preso.
Mentre
metteva via il libro, la sua mano improvvisamente
toccò qualcosa di solido dentro il cassetto.. non erano delle semplici foto né
un libro, era più un oggetto piccolo, delicato al tatto.
Quando Briony lo tirò fuori,
sgranò gli occhi dalla sorpresa ma lo stupore sparì dal suo viso in un attimo
perché prese il suo posto un’espressione di sofferenza.
Le venne il magone mentre toglieva la polvere dalla collana che le aveva
regalato Jenna quando erano ancora alle elementari. Era
una collana semplice, a dire il vero non era nemmeno d’oro o bigiotteria, infatti
la pietra che ciondolava dalla collana era costituita interamente di vetro e da
qualche perla.
Un giorno la piccola Jenna era venuta a scuola tutta pimpante e allegra con
in mano una confezione da regalare a Briony, che in tutti quegli anni era stata la sua compagna
di banco preferita.
Non sapeva perché gliela aveva regalata... non era il suo compleanno e
nemmeno Natale, ma Jenna disse solamente che voleva donarla a lei, senza avere
nulla in cambio.
Briony aveva aperto la
confezione con un sorriso gioioso e imbarazzato, perché non era abituata a
ricevere molti regali, ma non appena vide quella splendida collana che risplendeva
ogni qualvolta si trovasse al sole, il cuore le si era riempito di gioia e
aveva abbracciato Jenna fino a stritolarla.
Quando finalmente l’aveva lasciata andare, Jenna si fece promettere che
avrebbe dato quella collana solo e unicamente al vero amore della sua vita.
“Qualcuno che sia degno di custodire il tuo cuore.” Aveva
detto Jenna con voce innocente, fantasticando sull'ennesima storia romantica.
Ma Briony non aveva mai avuto il coraggio di separarsene...
l’aveva messa in quel cassetto come una cosa preziosa, e col passare degli anni
se ne era quasi dimenticata.. non aveva nemmeno capito il perché Jenna
considerasse quel pendaglio come un pegno d’amore. Ma era il pensiero che
contava.
E quello era il regalo più sincero e puro che avesse mai ricevuto.
Mentre le dita attorcigliavano la collana nel palmo della mano, le venne un
groppo in gola ripensando che la sua più cara amica ora non c’era più.. Non
avrebbe mai potuto rivedere risplendere il suo bellissimo sorriso.. o farle
sapere che finalmente aveva trovato un uomo capace di custodire quella collana
come se fosse il suo cuore.
Depose la collana sopra il comodino e poi si girò, facendo un sussulto un
secondo dopo per aver intravisto una figura davanti a lei.
Ma come al solito era Elijah che si infiltrava in camera sua come un
folletto, e rimaneva immobile a fissarla come una statua in silenzio, facendola
spaventare a morte.
Con la sola differenza che agli altri, lui riservava uno sguardo gelido da
far paura, mentre a lei sempre un sorriso che rasentava la sua galanteria.
"Devi smetterla di introdurti nella mia camera di nascosto. Così violi
la mia privacy." mormorò lei con un sorriso divertito, avviandosi verso di
lui.
Elijah era seduto in una sedia con la sua solita eleganza e le rivolse un
sorriso affascinante.
"Perché? Hai qualcosa da nascondere?" sussurrò a bassa voce
prendendola saldamente per i fianchi.
Lei contraccambiò il sorriso facendo finta di nulla, e si sistemò in mezzo
le sue gambe allacciandogli le braccia dietro il collo.
Non riuscì a resistere davanti allo sguardo attento e inquisitore
dell'Originario, e infatti si chinò verso di lui per eliminare la distanza fra i
loro visi e appoggiò le labbra sulle sue. Non fu un bacio delicato come avrebbe
voluto perché subito la sua pelle sembrò ardere a contatto con quella gelida di
Elijah, e la testa parve svuotarsi da qualunque pensiero.
Lui d'altro canto contraccambiò il bacio con maggiore intensità, premendo
le mani sui suoi fianchi per avvicinarla di più a sé.
Briony aprì le labbra e
si lasciò sommergere dal respiro gelido di Elijah come se fosse una marea
implacabile. Le labbra furono tentate di prenderlo e farlo suo, mentre le mani
salirono ad accarezzargli i morbidi capelli.
"Forse ho nascosto un uomo nell'armadio." disse a mò di risposta alla precedente domanda, allontanando di
poco il viso da lui.
Elijah allora la fissò guardingo e alzò poi il
sopracciglio.
Briony rise di gusto e
lo fece alzare.
Un guizzo attraversò gli occhi neri di Elijah: "Vuole proprio mettersi
nei guai, Miss Forbes?"
Briony arrossì vedendo
l’espressione ipnotica del vampiro, e non riuscì a proferir parola.
Elijah mise una mano una mano sul tavolo senza mai staccare gli occhi da
lei, quando ad un tratto si accorse della collana riposta sopra il comodino e
si fece accigliato:
“Che cos’é?” domandò prendendola all’improvviso tra le mani.
Briony sussultò perché
fu sorpresa che proprio lui l’avesse vista e la tenesse in mano:
“Oh.. è un regalo. Di Jenna.” sussurrò facendosi triste mentre gli spiegava
come l’aveva ricevuta.
Elijah l’ascoltò attentamente, e un sorriso malizioso comparve sul suo viso
che fece andare a fuoco le guance della ragazza.
“Invidierò tantissimo l’uomo che la porterà un giorno. Hai già in mente un
buon partito?” domandò in tono calmo, distogliendo lo sguardo con fare
indifferente.
Briony alzò gli occhi al
cielo con fare divertito.
"Magari il tizio nascosto nell'armadio" sogghignò poi Elijah
aprendo la bocca con espressione convinta.
Briony non ebbe la
prontezza di rispondere, perché si sentì afferrare da una forza improvvisa e
quella forza la stava dirigendo verso l’armadio.
Briony si lasciò
scappare una risata quando Elijah le strappò un bacio, spingendola verso l’anta
chiusa. Lui allungò le braccia davanti a sé per ridurre la spinta. Anche se per Briony quelle braccia furono come una gabbia nella quale si
troverebbe piacevolmente rinchiusa.
"Dai! Non c’è nessuno qui dentro!" esclamò Briony ridendo sulla bocca di Elijah.
Lui abbassò il viso per sfiorarle il collo con la punta del naso, mentre
lei goffamente cercò di aprire l’altra anta.
Briony lo sentì
sorridere sul suo collo e il vampiro non alzò gli occhi per controllare, come
se si prendesse gioco di lei.
Briony smise ad un
tratto di ridere e si focalizzò solamente su di lui, sulle sue mani che
scivolavano sulla schiena provocandole caldi brividi, sul suo petto che la
spingeva sempre di più contro l’armadio, sulle sue labbra gelide che le stavano
baciando il collo con più convinzione fino a farla fremere.
Briony chiuse gli occhi
estasiata e le sue mani lo attirarono verso di lei, stringendo il tessuto della
sua camicia sulle spalle.
All’improvviso lo squillo del suo cellulare attirò la sua attenzione, ma
Elijah le afferrò le mani premendole contro l’anta, ai lati del suo viso:
"Lascialo squillare" mormorò lui con voce roca sulla sua gola,
stringendo la presa sui polsi come per bloccarla.
Briony mugugnò alzando
il viso verso l’alto e si lasciò trasportare dalle emozioni, dimenticando
tutto.
Vedendo che restava immobile, le mani di Elijah lasciarono quelle di Briony e arrivarono ad accarezzarle giù dalla spina dorsale;
le prese ad un tratto una gamba al di sopra del ginocchio e se la mise intorno
al fianco per appoggiarla a sè.
Briony allora si
aggrappò a lui con entrambe le braccia, osando a malapena respirare.
Gli squilli tuttavia si fecero più frequenti e persistenti, e così Briony sbuffò esasperata: "Aspetta. Magari é scoppiata
una bomba al Grill" mormorò cercando di alleggerire l’elettricità
ingombrante tra loro.
Si adagiò con tutte e due le gambe a terra, mentre Elijah si fece da parte
per farla passare senza un lamento.
Quando Briony prese tra le
mani il cellulare vide che c’erano 3 chiamate perse di Caroline e un suo
messaggio. Si chiese cosa fosse successo di tanto grave per farle bollire il
telefono in quel modo.
Lesse il messaggio a dir poco chilometrico: "Ehi. Perché non rispondi?
É dalla festa degli anni '20 che non ci vediamo e quella sera mi sembravi
parecchio devastata, così ti volevo chiedere se andava tutto bene.. C'entra
l'inquietante famiglia Mikaelson? Senza contare
poi che dovevo parlarti di quella cosa..... Ma ne parleremo al mio ritorno
con calma, sto usufruendo del tuo regalo di compleanno e ho deciso di partire
per riordinarmi le idee. Tornerò presto, almeno spero.. Lo sai quanto mi
piacciono i massaggi benessere :-) un bacio."
Briony aggrottò la
fronte finendo di leggere il messaggio, mentre Elijah si mise una mano intorno
ai capelli.
"E’ successo qualcosa?" domandò ricomponendosi.
Briony lo guardò
stupendosi per l’ennesima volta di quanto fosse controllato.
La sua mente tornò poi al messaggio della sorella.. Di quale cosa doveva
parlarle? Così di punto in bianco non le venne in mente niente visto che aveva
tante cose per la testa. Un nodo d’invidia si infilò nel suo stomaco pensando a
Caroline e alla sua bella vacanza di relax.. Quanto ne avrebbe avuto bisogno
pure lei..
"Noto dalla tua espressione che é una cosa molto importante"
constatò Elijah mettendosi a posto la camicia.
"Oh.. Solo mia sorella che ha deciso di usufruire del mio regalo e di
godersi una mini vacanza.." depose il cellulare sul tavolo "Sai un
po’ la invidio" mormorò dopo una pausa.
"In effetti Mystic Falls non é il luogo più adatto dove vivere sereni e in
pace.. Ma fuggire adesso con tutti i problemi che si stanno creando, sarebbe
poco saggio." rispose lui sviando lo sguardo e mettendo uno mano nei
bellissimi capelli. “Senza contare che non abbiamo ancora avuto nessun
riscontro su quel cacciatore che avrebbe il potere di ucciderci.. niente
di niente, anche se ho cercato dappertutto.”
Briony trasalì
violentemente e gli occhi si spalancarono, quasi sbiancandosi. Il respiro era
stato trattenuto in un punto nella gola che le impediva di emettere fiato. Con
la coda dell’occhio vide l’espressione di Elijah vagamente assorta e seria,
come se davvero fosse sincero nel voler trovare quel mostro e fermarlo… a ogni costo.
<< Lo stai cercando dappertutto per ucciderlo.. ma ce l’hai qui
davanti a te. E non lo sai neppure >> pensò Briony con angoscia temendo che il cuore potesse
collassare.
Se lui avesse saputo la verità… come avrebbe
reagito? Cosa avrebbe fatto dopo che lei gli aveva mentito così spudoratamente?
Quelle domande senza risposte scavarono dentro di lei come una lama affilata,
che col tempo penetrava sempre di più in profondità.
“Ah… mi
dispiace” mormorò lei in un bisbiglio, non osando guardarlo per nascondere
l’orrenda menzogna che era costretta a dirgli.
Si accorse con tremendo disagio che lui la stava fissando. Briony si irrigidì quasi avesse inghiottito qualcosa di
pesante.
“Non è colpa tua. Me ne occuperò io, così saremo tutti al sicuro da quel
mostro se verrà qui. Ti fidi di me no?” chiese lui con tono affabile,
avvicinandosi a lei e sfiorandole l’orecchio con le dita fredde.
Briony si sentì sporca
più di quanto non lo fosse già; si sentì davvero un mostro, lì davanti a lui e
al suo sguardo. Ma le faceva così il male il pensiero che lui e la sua famiglia
volessero stanare chi aveva il potere di nuocerli, lei inclusa quindi. Quella realtà pesava su di lei
come un macigno e non c’era nulla che potesse cambiarla.
Si costrinse ad assentire e cercò di non far trapelare il reale motivo che
la angosciava così tanto.
Il silenzio albergava nella stanza, così denso e torturante che Briony dovette fare qualche passo indietro da Elijah per non
sentirlo così vicino.
"A cosa stai pensando?" domandò lui all’improvviso fissandola
perplesso.
Briony trasalì un’altra
volta di fronte alla sua espressione guardinga ma cercò di ricomporsi. Si
ripeteva mentalmente che non c’era nulla da temere, che doveva mantenere il
controllo, e si allontanò di più per prendere la collana tra le mani.
"Sai voglio che questa collana la porti tu.." mormorò guardandolo
sinceramente negli occhi; ogni pensiero brutto si era annebbiato dietro il
cuore che palpitava per quel sentimento che, nonostante tutto, sarebbe durato
in eterno. Almeno per lei.
Poi però mise il ciondolo dietro la schiena:
"Quando ne sarai degno" aggiunse rivolgendogli un sorriso
malizioso.
Elijah aggrottò la fronte e sorrise contemporaneamente.
Le alzò il mento con due dita. Non c’era più traccia di quella serietà di
poco prima sul suo viso magnetico.
"Chissà come posso farti cambiare su questo punto."
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Fu
una vera sorpresa quando il giorno dopo Briony ricevette
un messaggio da parte di Elijah dicendole di prepararsi, perché era ora di
cambiare aria e di distrarsi un po’ da tutti i problemi che Mystic Falls causava.
Briony era rimasta immobile e ammutolita per qualche
secondo quando aveva letto il messaggio. Chiaramente Elijah aveva intuito il
suo bisogno di allontanarsi e di distrarre la mente, lui intuiva sempre tutto
d’altronde, ma non avrebbe mai immaginato che avrebbe acconsentito.
Era
sempre così rigido, controllato e freddo, che l’idea di una vacanza romantica
con lui non le era mai passata per la testa. Ma non perché non lo volesse, ma
perché non vedeva Elijah come il tipo di persona che faceva queste cose.
Ovviamente
lui aveva girato l’intero mondo in quei secoli e le aveva detto che non si era
mai sentito legato in nessun posto da considerare veramente casa propria, se
non Mystic Falls.
Il
luogo in cui era cresciuto quando era umano… per
lui aveva un valore simbolico, gli altri luoghi non ne avevano nessuno, erano
solo terra su cui camminare.. e spargere altro sangue..
Briony smise di pensarci, e finalmente il sorriso a 32
denti spuntò sul suo volto pensando che finalmente si sarebbe concessa un po’
di svago, e l’idea di stare da sola con Elijah la esaltava alla follia.
Fece
i bagagli in fretta e furia e aspettò che Elijah la venisse a prendere.
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“Sul
serio non sei obbligato se non vuoi.” mormorò Briony facendosi
piccola nel sedile.
Elijah
inarcò un sopracciglio mentre guidava. “Se ti preoccupi per i casini che stanno
accadendo a Mystic Falls,
ho già tutto sotto controllo infatti se ne occuperanno i miei fratelli… e poi non staremo via molto, solo per il
week-end”
Briony si morse il labbro e Elijah si voltò verso di
lei. “Ti spaventa passare qualche giorno da sola con me?” domandò facendo un
sorriso sghembo.
Lei
avvampò imbarazzata. “No! Io sono felicissima di andarmene da qui per un po’.
Ma voglio che anche tu lo sia, e non per fare un semplice favore a me..”
mormorò attorcigliandosi le dita.
“Non
mi costa nulla spostarmi qualche giorno.. e poi tu ne avevi bisogno” rispose
semplicemente.
Dopo
un po’ Briony chiese:
“Così
ti concederai un po’ di svago originario?”
Elijah
sorrise mentre guardava la strada:
“Se
vuoi metterla così.”
All’improvviso
Elijah si fermò davanti a casa Mikaelson e
uscì dall'auto.
“Scusa
passo un attimo da casa mia, faccio un secondo.”
“Ok”
rispose lei sfilandosi la cintura. Nel portico notò che c’era Rebekah e così scese dall’auto per salutarla con la
mano. L’Originaria le rivolse un sorriso malizioso e le mimò con le labbra di
far divertire suo fratello visto che era sempre così serio.
Briony avvampò e le rivolse un sorriso imbarazzato,
prima che Rebekah entrò in casa insieme a
Elijah per parlare.
“Gita
romantica eh? Vai a nasconderti in qualche tana degli orsi per scappare da ciò
che sei, piccolo mostro?”
Briony si girò fulmineamente colta alla sprovvista, e i
suoi occhi incrociarono quelli blu-grigi di Gwendolyn.
Per
un bel paio di secondi non riuscì a respirare: “Ciao Gwendolyn… purtroppo
non credo che Elijah abbia previsto qualche tana degli orsi lungo il tragitto..
Ti faremo sapere se magari vuoi andarci tu.” Mormorò infine.
La
vampira le fece un sorriso per nulla divertito:
“Vedi
di non portarmi indietro mio fratello in una cassa da morto a causa della tua
pazzia disumana…. E….
come sta andando la tua purificazione dell’anima? Vuoi che ti chiami Yoda?” domandò
sghignazzando.
Ma
come faceva a fare del sarcasmo su un argomento del genere?
“Gwendolyn, io sto cercando ogni modo per evitare di finire
come Charlotte.” Briony cercò di non
apparire tesa mentre parlava, ma era difficile vedendo lo sguardo inquietante
dell’Originaria che infatti rise perfidamente un’altra volta:
“Ma
che sollievo. Dovrò andare ad accendere un cero in chiesa in tuo onore”
Briony allora strinse i pugni. “Tu non mi conosci.
Dammi il beneficio del dubbio senza stare a criticare tanto. Fallo almeno per
Elijah”
Il
volto di Gwendolyn si incupì notevolmente:
“Non
nominare mio fratello. Non so proprio cosa gli passi per la testa… prima quella sgualdrina di Tatia Petrova e
ora tu…. Poi ci si mette anche Klaus a correre
dietro a quella bionda cheerleader come se fosse un cagnolino… Ah
cosa dicevi? Vuoi il beneficio del dubbio? Beh sì in fondo potrei anche dartelo
visto che non hai ancora fatto nulla di pericoloso..” mormorò fra sé e sé,
e Briony la guardò speranzosa.
Gwendolyn le si avvicinò lentamente:
“Considero
la tua specie molto meritevole.. meritevole di combattere. Meritevole di
morire.” aggiunse poi sottolineando l’ ultima frase con un velo di
cattiveria.
Briony trasalì per il suo tono di voce e temeva che la
vampira fosse sul punto di ucciderla.
Ma Gwendolyn come al solito cambiò le carte in tavola e
le rivolse un sorriso agghiacciante:
“Ti
tengo d’occhio, piccolo mostro” suonò come un avvertimento, ma Briony non ebbe il tempo di replicare che vide Elijah
uscire di casa. La ragazza si ammutolì di colpo mentre Gwendolyn fece un sorriso di finta cortesia e
guardò il fratello:
“Fate
buon viaggio” squillò spumeggiante come se davvero le importasse qualcosa.
Elijah
salutò la sorella, mentre Briony si diresse
subito dentro in macchina senza nemmeno guardarla. Si sentiva le gambe molli e
il cervello cotto a fumini.
“Ehi.
Tutto bene?” domandò Elijah entrando in macchina e osservandola.
Briony allora girò lo sguardo verso il vampiro.
Sì..
ora che era con lui, sì.
Anche
se a prima vista quella sembrava una fuga, non lo era.
Fuggiva
chi era spaventato dall’amore per paura di soffrire… lei
invece giocava tutte le sue carte e si faceva del male pur di raggiungerlo…e di tenerselo stretto una volta
preso.
Si
allacciò la cintura e inviò un messaggio ad Ylenia dicendole
che andava via per qualche giorno con Elijah per distrarsi un po’, quindi non
sarebbe stata raggiungibile.
Due
secondi dopo il cellulare squillò per un messaggio appena ricevuto: “COSA? Cosa
ti è venuto in mente? Tu devi restare a Mystic falls e parlare con Elijah della situazione.. non
conta nulla scappare, Briony… ci sono tante
cose che non ti ho detto e andarsene via in questo momento non
è appropriato… immagino che non ti sei
portata dietro le erbe vero?? Stai sottovalutando la situazione Briony, e se rischi di avere una crisi di fronte a Elijah?
Che gli dici poi? Torna subito a casa e parliamone.”
Briony rilesse il messaggio più volte e subito
impallidì.
Oddio,
e se sarebbe successo davvero…? Se per caso di
punto in bianco avesse perso il controllo… d’altronde
il sogno in cui il suo sangue uccideva Elijah era apparso così all’improvviso…
No.
Non sarebbe tornata indietro, non si sarebbe fatta rovinare quei giorni che
voleva passare in santa pace insieme a Elijah.
Spense
il cellulare scanso equivoci e guardò il panorama di fronte a sé.
“Dove
mi stai portando?” domandò curiosa scacciando via i brutti pensieri.
“In
un posto che sono sicuro ti piacerà” Elijah non aggiunse nient'altro per
mantenere la suspense e Briony gli sorrise
dolcemente mentre si sporgeva per dargli un bacio agli angoli della bocca.
Elijah
rimase composto a guidare, ma l’ombra di un sorriso comparve sulle sue labbra:
“Non c’è di che”
Aspen.
Non
avrebbe mai creduto che Elijah la portasse lì. Gli aveva detto un sacco di
volte che amava i paesaggi naturali e la montagna, ma Aspen era tutto ciò che
un’amante della natura poteva chiedere. Inoltre era un luogo molto ricercato
dai turisti.
“Non
pensavo ti ricordassi che ti avevo detto quanto mi piacesse la montagna e
la natura…” mormorò Briony spaesata
uscendo dalla macchina.
“Hai
una così poca considerazione della mia memoria? I ricordi sono tutti per me”
rispose lui guardandola mentre appoggiava un braccio sopra l’auto.
Dopo
aver parlato però si incupì, come se un’ombra avesse attraversato
all’improvviso il suo volto di ghiaccio.
Briony deglutì sapendo a cosa a stava pensando, ma si
avviò decisa verso di lui. “Niente pensieri tristi. Siamo qui per svagarci no?”
Allargò le braccia per abbracciargli la schiena, e lui dopo un attimo di
tentennamento sorrise:
“Giusto.”
L’albergo
che Elijah aveva prenotato era molto lussuoso, di certo non aveva badato a
spese e infatti Briony si guardò attorno
tutta spaesata. Avrebbe dovuto fare vacanze di quel genere un po’ più spesso,
penso tra sé e sé. Ma ovviamente pagate da lui, pensò di nuovo.
Mentre
si avviavano verso la reception, notò che al centralino c’era una ragazza che
non appena vide Elijah fu così catturata dal suo fascino magnetico che le sue
guance esplosero e cominciò a balbettare.
“Buonasera
signore. Potreste dirmi i vostri nomi?” farfugliò la tipa guardando solamente
Elijah con una faccia da ebete. Lui però non sembrava minimamente accorgersene
infatti rispose con la sua solita eleganza.
La
ragazza farfugliò un “Buona permanenza” sempre ammirando Elijah come una
visione celestiale e ignorando completamente Briony,
che inarcò un sopracciglio.
<<
Poveretta >> pensò fra sé e sé. In fondo poteva capirla, chiunque sarebbe
caduto ai piedi di Elijah.
I
due andarono verso l’ascensore ma non appena vi entrarono, Briony sentì formicolarle le mani, come se non
sopportasse in quel momento di restare in un luogo chiuso. Aprì le labbra per
respirare normalmente e deglutì più volte per scacciare il fastidioso
formicolio, ma non ci riuscì.
Gli
occhi poi cominciarono a bruciarle all’improvviso in maniera intollerabile e
neanche sbattere più volte le palpebre servì a qualcosa.
<<
Dio no… >> pensò con
sgomento, ripensando al messaggio di Ylenia.
Cominciò sul serio a sudare freddo, l’ansia prese il sopravvento e si portò una
mano ai capelli per cercare di calmarsi.
“Briony?” La voce di Elijah risuonò così vicina che lei
trasalì dalla sorpresa. Il vampiro si era infatti avvicinato molto a lei e la
stava fissando guardingo: “Che cos’hai? Stai bene?”
Vedendo
che lei non rispondeva e si faceva sempre più pallida, Elijah la prese per le
spalle per farla voltare completamente verso di lui.
La
scrutò così profondamente negli occhi che lei si sentì annegare suo malgrado
nella tenebra dei suoi. Passò qualche secondo di tesa aspettativa, fino a che
Elijah non parlò:
“Che
cosa c’è?” chiese con voce preoccupata, mantenendo salda la presa sul suo
braccio.
Briony allora si riscosse e finalmente il bruciore
negli occhi scemò per fortuna:
“N-niente. E’ l’ascensore.. io ho paura degli ascensori.”
disse a mò di risposta, cercando di
sorridere.
Elijah
aggrottò la fronte. “Non è vero. Tu non hai paura degli ascensori.” constatò
lui convinto e non lasciando mai per un attimo i suoi occhi.
Briony deglutì. In effetti era vero… non
aveva paura di quello… ma era difficile
formulare una frase sensata mentre lo sguardo di Elijah la penetrava fino al
cervello, soggiogandola semplicemente grazie alla profondità dei suoi occhi.
La
fermata dell’ascensore la salvò all’ultimo e Briony si
sbrigò ad uscire, boccheggiando. “Visto? Sto meglio ora.” disse cercando di
apparire convincente, anche se Elijah non smetteva un attimo di fissarla col
suo solito sguardo attento.
Briony si morse il labbro e cercò la stanza per
liquidare così la questione. Sentendo poi i passi di Elijah dietro di lei e il
suo silenzio, si rilassò.
La
camera prenotata era lussuosa quanto e più dell’albergo: un lampadario in stile
neoclassico, un bagno mega enorme, un comodo letto matrimoniale e una vista
strepitosa che dava sui monti. C’era pure lo champagne.
Avrebbe
tanto voluto rimanere lì per sempre. Al diavolo quella fogna di Mystic Falls.
Sistemarono
i bagagli in poco tempo, poi Briony allacciò
le braccia dietro la schiena alzando il mento: “Avete fatto dei programmi per
la giornata, my Lord?” chiese con una
risatina, alleggerendo la tensione di poco prima.
“In
effetti... sì.” rispose lui snodandosi la cravatta.
Vedendo
che lei marciava sopra per scoprire di che si trattava, lui alzò il busto
mentre metteva a posto le ultime cose dalla valigia. “E’ una sorpresa.”
“E
non vuoi dirmi proprio nulla?” chiese lei curiosa, avvicinandosi a lui.
“Ci
provi gusto a complicare le cose?” scherzò lui alzandosi dritto.
Lei
alzò le spalle mentre gli occhi le brillarono, e lui sollevò la mano per
toccarle la guancia. “Lo scoprirai tra poco.”
-----------*******-----------
Briony si ritrovò di fronte a una stalla e a una decina
di scuderie dove contenevano dei cavalli di vario colore, e così sbatté le
palpebre incredula.
<<
Cavalli? >>
Detto
fra sé e sé, non era ciò che si aspettava.
“Vieni.”
la invitò Elijah facendo un passo in avanti verso le scuderie. Lei dopo un
attimo di tentennamento lo seguì, anche se più goffamente visto che il terreno
era ricolmo di fango, ma Elijah come al solito camminava con tutta la sua
eleganza.
“Due
cavalli per favore” disse lui all’uomo di fronte alle scuderie che doveva
essere colui che se ne occupava. Anche se quell’uomo non era proprio il massimo
della presentabilità, visto che aveva i capelli tutti spettinati, la barba non
fatta da giorni, vestiti malmessi e gli occhi roteavano come se fosse brillo.
“Certo”
biascicò lui cercando di reggersi in piedi.
Elijah
rimase immobile ad aspettare con pazienza, mentre Briony si
affiancava a lui non riuscendo ancora a capire il perché fossero lì.
“Contenta?
Mi hai detto una volta che ti piacevano i cavalli” mormorò lui voltandosi verso
di lei.
“Davvero?”
domandò Briony sbalordita più a se stessa
che a lui. Mai bugia fu più vera di quella, e non si ricordava neanche di
averla detta.
Per
di più lei aveva la fobia dei cavalli: le facevano un gran paura grossi
com’erano e aveva il perenne terrore di ricevere delle pedate in testa.
Strano
che Elijah non si fosse accorto di quella bufala madornale visto che lui si
accorgeva sempre di tutto, ma Briony rimase
zitta cercando qualche via di fuga o di dire qualcosa.
Ma
in fondo che fatica sarebbe stata cavalcare? Semplice no? Bastava salire
in sella… tenere le redini…
<<
Oh povera me >> pensò Briony fra sé e
sé temendo il peggio.
“Non
pensi che dovremmo fare qualcos’altro? Tipo trekking… escursioni..”
esclamò lei agitata, grattandosi nervosamente la testa.
Elijah
la guardò accigliato. “Cavalcare è molto più bello.. vedrai ci sono viste
magnifiche su per la radura e ci si arriva benissimo a cavallo.”
Briony gli fece un sorriso forzato autoconvincendosi che ce l’avrebbe fatta… in fondo cosa ci voleva? E poi c’era Elijah con
lei ad aiutarla… anche se si sarebbe
sotterrata nel vedere la sua faccia quando avrebbe cercato di salire in sella.
L’uomo
mezzo brillo arrivò con due cavalli molto belli, uno di colore bianco e l’altro
marrone. Sembravano dei purosangue.
<<
Non sono poi così male. >> Pensò Briony diventando
più ottimista.
“Loro
sono Fulmine e Grazia. Se volete vi indico qualche deviazione per arrivare più
in fretta ai boschi” mugugnò l’uomo tenendo le redini dei cavalli.
“Non
ce ne sarà bisogno.” Rispose Elijah prendendo il cavallo bianco.
“Briony? Tieni tu Fulmine?”
<<
Cosa? Tenere un cavallo che si chiama Fulmine? >> Già il nome
non faceva presagire nulla di buono… Ma
era troppo orgogliosa per tornare indietro e si sarebbe vergognata un sacco nel
dire che aveva una paura fifa dei cavalli.
“Sìì! Certo!” esclamò con finta euforia prendendo Fulmine.
“Coraggio
cavallo fai il bravo. Se lo farai, ti darò tante carote” gli sussurrò lei
all’orecchio per tenerlo buono.
Il
cavallo emise un suono che doveva proclamare tutta la sua gioia per il cibo
promesso, almeno da quanto aveva capito lei.
Facendosi
coraggio, Briony prese poi le redini di
Fulmine e uscì insieme a Elijah.
Non
era stato poi così male, anche se all’inizio ci era voluto parecchio per salire
in sella e infatti le gambe di Briony era
penzolate da una parte all’altra come se si stesse arrampicando su una liana.
Elijah si era più volte offerte di aiutarla a salire ma lei si era intestardita
nel voler fare da sola; anche se dopo essere salita in groppa era rimasta
attaccata al collo del cavallo con le braccia come se stesse su una giostra.
Ma
dopo un po’ per fortuna ci si era abituata, e cavalcò con Elijah per un po’ di
tempo ammirando il paesaggio naturale e magnifico davanti a loro.
Il
vampiro si voltò verso di lei, tirando le redini di Grazia e ancora una
volta Briony fu quasi shockata per il suo
incredibile portamento. Sembrava una meraviglia della natura e riusciva a
rimanere elegantissimo persino a cavallo. Anche un cieco avrebbe notato che
Elijah non apparteneva a quell’epoca… sembrava
non appartenere neanche a quel mondo.
“Non
sei andata così male.. constatando che era la prima volta” esclamò lui
rivolgendole un sorriso compiaciuto.
Briony avvampò. “N-non è
vero. Io sono un’amante dei cavalli!” esclamò lei rizzandosi dritta sulla
schiena e accarezzando la criniera di Fulmine per dimostrare che erano già
diventati amici.
“Certo”
bofonchiò lui con un sorrisetto convinto.
“Ovviamente
non potrò tenere il tuo passo visto che hai mille anni di esperienza mentre io
sono nata nel secolo della tecnologia quindi dovresti apprezzare questo talento
naturale e immediato.” mormorò Briony fintamente
risoluta e continuando a cavalcare come se nulla fosse.
Elijah
scrollò le spalle:
“Hai
ragione. Non sarebbe giocare pulito.”
Briony rise soddisfatta e lo sorpassò al galoppo.
In
breve si addentrarono nella radura, in mezzo ai boschi, ma sfortunatamente il
passaggio era interrotto da un albero caduto proprio nel mezzo.
“Vado
a vedere se c’è un sentiero da quella parte.. ci metterò poco tempo. Tu resta
qui” aggiunse Elijah tirando le redini di Grazia per addentrarsi in un altro
punto della foresta. Prima di avviarsi però si girò verso Briony, come se fosse indeciso nel lasciarla lì da
sola.
Lei
allora alzò gli occhi al cielo:
“Non
preoccuparti, il cavallo non scappa” disse ridendo.
"Resta
qui." ordinò lui ancora una volta addentrandosi nella foresta.
Come
non detto, subito dopo che Elijah sparì dalla sua vista il cavallo cominciò a
scalpitare come se fosse stato beccato da un’ape e cominciò a girovagare per
conto suo in tondo.
"Ehm,
Elijah?" Briony lo chiamò, ma Fulmine
cominciò a sbraitare come se fosse imbufalito e si inoltrò in un altro
sentiero.
“Oddio
e adesso dove vuoi andare?” mormorò Briony impallidendo
come un cencio e cercando di tirare le redini per fermarlo, ma Fulmine a quanto
pare non ne voleva sapere, e galoppò a velocità sempre più smisurata
impedendole così di scendere senza il rischio di rompersi la schiena.
“Merda”
pensò Briony sottoshock aggrappandosi al
collo del cavallo come se fosse una scimmia e chiuse gli occhi, mormorando
preghiere tra un respiro e l’altro.
Dopo
un pò il cavallo si fermò e Briony aprì gli occhi, guardandosi attorno circospetta.
Erano
praticamente ritornati al punto di partenza. Alle scuderie.
Briony alzò il sopracciglio: “Non vedevi l’ora di
mangiare le tue carote, eh Fulmine?”
Massaggiò
dolcemente la criniera del cavallo e cercò di scendere senza slogarsi una
caviglia. Almeno non aveva scalpitato come un forsennato.
Briony si girò verso la radura domandosi come avrebbe
fatto a trovare Elijah. Il cellulare l’aveva lasciato in albergo e di certo non
sarebbe risalita su Fulmine… l’unica
maniera era di tornare a piedi, sperando di ricordarsi il percorso.
Intanto
prese le redini di Fulmine e lo portò nella stalla sperando di trovare qualcuno
a cui affidarlo. Trovò l’uomo di prima, quello mezzo brillo, che ora era più
brillo che mai infatti l’odore di alcool si sentiva alla sua distanza e
faticava a fare due passi compiuti.
“Ehm..
vi lascio qui il cavallo. La mia gita è finita prima del previsto” disse Briony incerta, cercando di far andare Fulmine dentro
le scuderie.
L’uomo
comunque non accennava a rispondere e continuava a guardarla in una maniera
ambigua che la fece innervosire abbastanza, visto che era lì da sola.
Mordendosi
il labbro augurò all’uomo buona giornata prima di avviarsi fuori dalla stalla,
ma fu fermata all’improvviso proprio da lui che si era appena avvicinato pericolosamente.
“Che
ne dici? Mi dai una mano a sistemare la paglia?”
Briony impallidì:
“Meglio
di no. Non mi piace il suo odore.” rispose cercando di scostarsi.
“Ho
sentito che ti piacciono i cavalli però. Ti va di vedere il resto delle
scuderie?” domandò ancora non mollando la presa.
“No
grazie.” mormorò duramente cercando di fargli capire l’antifona. Ma lui
l’afferrò per un polso e la strattonò verso l’interno. Briony cercò di
liberarsi della presa, inutilmente.
“Oh
andiamo so che ti va.” sussurrò il tizio con un tono che doveva apparirgli
malizioso ma che a lei diede il disgusto.
"Mi
lasci!" urlò duramente in preda al terrore, cercando di graffiarlo e
spintonandolo lontano, ma lui anticipò la sua mossa spingendola contro la
parete di legno.
“Avanti
fammi vedere quello che sai fare”
Briony sentì l’odore di alcool provenire da lui e il
sapore della propria paura. I cavalli nitrivano impazziti dietro di loro.
Briony gridò cercando di strattonarlo via da lei e di
allontanare le sue orribili mani dal viso. Poi qualcosa scoppiò dentro la sua
testa, come una scintilla appena esplosa e inconsapevolmente urlò.
Ma
non fu la sola. Anche l’uomo gridò come se fosse stato appena colpito e
cominciò a tossire in preda agli spasmi. Per fortuna si allontanò da lei
e Briony si prese la testa tra le mani,
come se stesse per scoppiare da un momento all’altro. Quando sollevò gli occhi
notò che quelli dell' uomo erano diventati incolore, quasi trasparenti, privi
di vita.
Briony aprì la bocca in preda allo shock e per
l'assurda situazione che stava vivendo.
Che
cosa aveva fatto?
Non
ebbe il tempo di farsi ulteriori domande che l’uomo già piegato in due venne
scaraventato dall'altro lato delle scuderie con una forza sovrumana.
Briony vide il suo eterno salvatore affiancarsi vicino
a lei e dirigersi verso l’uomo a terra, che sembrava sul punto di avere un
attacco cardiaco.
Ma
Elijah non ebbe alcuna compassione di lui, infatti si avvicinò con grazia
terrificante e gli posò con ferocia inaudita il piede sotto il suo collo allo
scopo di strangolarlo.
“Fatti
vedere di nuovo in giro e ti farò a pezzi” sibilò Elijah nel tono
più minaccioso che Briony avesse mai udito
da lui. L’uomo tossì in preda agli spasmi come se stesse soffocando, e cercò
invano di togliere il piede dell’Originario sulla sua gola ma così facendo
costrinse Elijah a rafforzare di più la presa con maggior forza.
Briony ciondolò fino a lui, impallidita:
“Elijah,
andiamocene.” lo supplicò lei prendendolo per un braccio, e guardando con aria
di rimprovero e disprezzo l’uomo disteso a terra e sul punto di soffocare.
Avrebbe pagato per ciò aveva fatto… ma non
così.
Aveva
ancora in mente il colore dei suoi occhi quando le era venuto quel tremendo mal
di testa all’improvviso… era stata sul punto di
ucciderlo? Sarebbe stata legittima difesa, ma in quel momento provò repulsione
verso se stessa e su ciò che era capace di fare.
Briony sviò lo sguardo altrove perché non sopportava la
ferocia di quella situazione.
“Ti
prego, andiamocene.” sussurrò ancora con flebile voce.
Elijah
si riscosse all’improvviso, come se si fosse accorto solo in quel momento che
lei era lì accanto a lui. Il suo sguardo si posò suBriony e
fu come ricevere acqua ghiacciata in pieno viso, un’elettricità vibrante che
pungeva. Lei non contraccambiava lo sguardo ma sentiva il pizzicore nel viso
dove gli occhi di Elijah stavano puntando in quel momento.
Controvoglia
il vampiro liberò l’uomo dalla sua presa e afferrò Briony per
un braccio per andarsene via di lì. Non si voltò neanche per verificare se
l’uomo a terra stesse ancora respirando.
Dopo
essere usciti dalle scuderie, Elijah prese il mento di Briony per
sollevarle il viso.
“Fa
vedere.”
L’Originario
scrutò poi attentamente la ferita che Briony aveva
riportato sul sopracciglio e alzò le dita su quel punto, senza però toccarle la
pelle: “Ti fa male?”
“No..
è solo una botta, passerà.” Rispose lei tesa abbassando la sua mano.
Sentì
Elijah sospirare e quando sollevò gli occhi verso i suoi notò che una maschera
di rigidità aveva preso posto sul suo viso statuario.
“Perché
diavolo non sei rimasta dove ti avevo detto di rimanere?” sbottò lui all’improvviso con un’espressione
che aveva molto a che fare con la collera.
Briony sbatté le palpebre sorpresa. “Non è stata colpa
mia, il cavallo ha perso il controllo ed è voluto ritornare qui. Non potevo
mica immaginare che sarebbe successa una cosa del genere. Io stavo venendo da
te.. ma quel tizio…” non finì la frase a causa
del groppo in gola che stava sopraggiungendo. Si morse il labbro mentre
l’espressione di Elijah si fece meno tesa, quasi rammaricata per come si era appena
comportato.
“Scusa..”
mormorò lui all’improvviso toccandole lievemente la testa. “Detesto pensare che
ti possa accadere qualcosa di male…”
Briony lo guardò di più negli occhi e vi notò la
sincerità in sintonia su ciò che aveva appena detto.
Gli
sorrise dolcemente, scacciando il timore di poco prima. Tutti i pensieri brutti
magicamente sparivano quando stava accanto a lui, e anche se qualche volta ne
aveva paura non riusciva a immaginare luogo migliore per contenere il suo
paradiso personale.
“Non
è successo niente.. ma non preoccuparti non gliela farò passare liscia a
quell’ubriacone.” disse poi abbozzando un sorriso.
Anche
Elijah dopo un attimo ricambiò mentre abbassava lo sguardo, anche se non troppo
sincero come il suo, visto che avrebbe voluto fare davvero a pezzi quel
balordo.
“Andiamo
in albergo, così diamo una sistemata a quel brutto taglio.” mormorò lui poi
cingendole la schiena con un braccio.
“Non
poi sono poi così messa male.. sono un osso duro” scherzò lei affiancandosi a
lui mentre cominciarono a camminare.
Impulsivamente Briony sviò lo sguardo nel punto opposto dove si
trovavano, ai margini della radura, come se si sentisse osservata e infatti
notò una figura in mezzo agli alberi.
Non
riuscì a distinguerla bene perché era incappucciata e aveva uno strano mantello
nero che risaliva dalle spalle. Sbatté le palpebre inquieta perché trovava
l’immobilità perenne di quella figura talmente terrificante da non sembrare
umana, ed ebbe la vaga sensazione che stesse fissando proprio dalla loro parte.
Ma il
tempo di focalizzare bene la scena che quella figura scomparve all’improvviso
come se non fosse mai stata lì.
Briony aggrottò la fronte pensando di aver preso un bel
colpo in testa e di aver le traveggole, e così si strinse di più a Elijah nel
cammino.
Il
moribondo era rimasto a terra nella scuderia per parecchi minuti, come se non
riuscisse ad alzarsi dopo lo scontro col vampiro e quando cercò di sollevare il
busto, un’ombra oscura apparve di fronte a lui e sommerse tutta la sua vista.
Poi il nulla.
L’ultima
cosa che ricordò prima di chiudere gli occhi furono due occhi accesi e
splendenti come due fanali nell’oscurità.
--------------****-------------
“Elijah
sto bene” ripeté Briony per la millesima
volta cercando di lavarsi la ferita.
“Non
dovremmo restare qui dopo quello che ti è accaduto” ripeté lui a sua volta
mettendo fuori alcune camicie dal cassetto e rimettendole nella valigia.
“In
tutti i paesi c’è qualche maniaco ubriacone, vampiro o non vampiro, ormai va
così il mondo anche se é brutto dirlo. Ma non dobbiamo rovinarci il week end
per questo. Ho già fatto una denuncia alla polizia locale e rapporto ai suoi
superiori, così non lavorerà più lì e non importunerà più le turiste con le sue
avances sgradite. Però oltre a questo va tutto bene.” Si avvicinò a lui in modo
tale da stargli di fianco. “Ehi.” Sussurrò cingendolo con le braccia.
Elijah,
dopo aver alzato gli occhi al cielo, si posizionò anche lui di fronte a lei
lasciando le camicie sopra il letto.
“E’
la prima volta che andiamo via insieme, lontani da Mystic Falls e da tutti i suoi guai.. voglio dire, è un
delitto fare una vacanza e non godersela."
Il
silenzio aleggiò per un paio di secondi nella stanza, e per un orribile
momento Briony temette il rifiuto
categorico di Elijah. Poi però colse l’accenno di un sorriso nel suo volto.
“Hai
ragione. Dobbiamo assaporare un po’ la vita, non credi?" Sussurrò
profondamente con un guizzo negli occhi.
Per Briony si rivelò la serata più magica e incantevole
della sua vita. Lei indossava un abito nero senza spalline lungo fin sopra il
ginocchio, i capelli tutti raccolti con un fermaglio, Elijah in uno dei suoi
completi più chic e si trovavano in uno dei ristoranti più eleganti di Aspen
dove si mangiava aragosta e il pesce più prelibato, con sottofondo il suono di
un’orchestra proprio come se fossero in un film.
Elijah
ordinò una bottiglia del vino più pregiato e dopo il brindisi iniziale lui
cominciò a rilassarsi, e cominciarono a parlare di tutto fuorché di Mystic Falls e dei guai
che si portava dietro. Organizzarono i programmi per il giorno dopo,
quando fu servita la prima portata e il cameriere versò il vino.
Elijah
alzò il bicchiere a mò di brindisi: “A
te, Briony. Ringrazio ogni giorno il destino che
ti ha portata da me quella mattina nella cantina dei Salvatore.” Mormorò
profondamente.
Briony si rabbuiò a quelle parole. Già, era stato
proprio il destino a mandarla da lui quel giorno… aveva
sempre creduto per uno scopo preciso, a fin di bene.. per salvarlo.. I
suoi occhi si intristirono per quella amara bugia, ma scosse piano la testa per
non farsi sommergere dai brutti pensieri. Quella sera non voleva proprio
pensarci.
Gli
rivolse un sorriso dolcissimo e fecero tintinnare i calici.
“E’
stata proprio una bella fortuna visto che potevi rimanere una mummia per
sempre.. sarebbe stato un vero peccato.” lo schernì spumeggiante.
Elijah
rise finendo il vino nel bicchiere. “E dire che all’inizio tu non tolleravi la
mia presenza… ricordo ancora la tua faccia
sconvolta e contrariata quando mi sono insediato a casa tua.” esclamò lui
sorridendo lievemente.
Briony alzò il sopracciglio. “Non è vero che non ti
tolleravo.. solo che mi facevi una certa impressione.. provavo un certo terrore
nel starti accanto..”
“Beh
spero davvero che quel terrore sia passato” sussurrò lui lanciandole uno
sguardo magnetico.
Lei
lo ricambiò, senza alcun timore:
“Sì.”
rispose col cuore.
Elijah
la fissò per un tempo che le parve infinito.
Cominciarono
poi a mangiare quando lui prese in mano il menù.
“Fanno
cucina anche indiana qui. Perché non provi? E’ deliziosa”
Briony sgranò gli occhi:
“Per
l’amor del cielo, no! Non voglio finire dentro una pentola!” esclamò ricordando
alcuni film macabri proprio sulla cultura indiana.
Elijah
rise. Una risata di gusto, sincera, davvero rara da sentire in lui. Briony custodì quella cosa preziosa nella sua mente,
constatando che Elijah offriva il lato migliore di sè,
quello sotto la sua armatura, solo alla sua famiglia.. E anche a lei. Non
l’aveva mai sentito ridere in quel modo con nessuno.
Ed
era davvero un peccato perché aveva un sorriso bellissimo e dei denti bianchi
perfetti.
Un
pittore si sarebbe sicuramente rammaricato nel non potergli fare un ritratto
per ricordare quel momento in eterno.
In
breve Briony si sentì ubriaca di felicità e
avvertì intorno a sé un alone radioso di spensieratezza. Ballarono per tutta la
sera accompagnati dall’orchestra, il braccio di Elijah che cingeva la vita
di Briony non dimostrava alcuna stanchezza
nel stringerla a sé per così tanto tempo, e lei si fece avvolgere dal suono
lento della musica e dal delizioso profumo del vampiro che le invase le narici.
“Ti
ho già detto che stasera sei bellissima?” le sussurrò lui all’orecchio a bassa
voce. Briony avvampò e trasalì. Ci avrebbe
mai fatto l’abitudine? Ad impedire che il suo cuore battesse impazzito ogni
volta che lui le parlava in quel modo?
Si
portò una mano nel punto in cui era stata ferita, come per dimostrare che
quella sera non era proprio il massimo. Ma lui prese la sua mano per
abbassarla, allo scopo di osservare bene ogni lineamento del suo viso delicato.
Il
cuore di Briony perse dolorosamente dei
battiti ad ogni secondo che passava a guardarla in quel modo così intenso.
Elijah
le rivolse un sorriso naturale e poi abbassò il volto per guardarle la mano
ancora avvolta dalla sua. All’improvviso fermò il ballo e col pollice cominciò
a disegnare dei cerchi lungo il palmo della sua mano, e Briony fremette per quel gesto che le bloccava il
respiro.
Elijah
portò la mano alle labbra e ne baciò delicatamente le nocche con dolcezza.
Sollevò gli occhi neri verso Briony tenendo
ancora le labbra sulla mano, e poi improvvisamente le fece fare una giravolta
su se stessa per far scontrare i loro petti di nuovo nel ballo.
Briony rise durante quel gesto, sentendo il suo cuore
accelerare più volte mentre Elijah rafforzava la presa sulla sua schiena e i
loro nasi si sfioravano durante il ballo.
Briony socchiuse gli occhi, assaporando quei momenti di
pura felicità. Niente avrebbe potuto rovinare ciò che stava vivendo. Riuscì
solo a pensare che era tra le sue braccia e che era sua.
A
fine serata tornarono in albergo ridendo; Briony era
un po’ malferma sulle gambe a causa dei tacchi, mentre la mano di Elijah che le
sfiorava su e giù per la schiena non aveva incertezze.
Salutarono
l’uomo alla reception - la ragazza che balbettava al cospetto di Eljah non c’era - e il vampiro ritirò le chiavi della
stanza.
“Desidera
altro signore?”
“No
grazie” rispose lui ritirando le chiave. "Ah per favore non ci passi
nessuna telefonata di alcun tipo” aggiunse.
“Perfetto”
rispose il portiere facendo un sorriso e strizzando l’occhio. “Buonanotte
signore. Buonanotte signora”
Entrambi
salutarono cortesemente e si diressero all’ascensore – Elijah aveva domandato
se lei preferiva fare le scale visto la sua paura dell’ascensore, ma lei aveva
liquidato la questione dicendo che aveva troppo male ai piedi per farlo – e
così salirono.
Nel
piccolo spazio ristretto si sorrisero a vicenda nello specchio, come se non
avessero pensieri per la testa.
“E’
stata una serata magnifica. La migliore in assoluto” dichiarò Briony entrando in camera mentre Elijah le toglieva il
cappotto dalle spalle. Lo sentì ridere sul suo collo poi lui si avviò verso
l’armadio per deporre il cappotto, quando si affacciò alla finestra scostando
le tende come se qualcosa avesse appena attirato la sua attenzione al di fuori.
Briony lo guardò pensierosa, togliendosi le scarpe:
“Non è stato così anche per te?”
Elijah
si voltò verso di lei, lo sguardo come sempre controllato e vigile.
Ma
quando si avviò verso di lei assunse uno sguardo pieno di significato:
“Permettimi
di dimostrarti quanto questa serata sia stata magnifica anche per me.” Le
sussurrò a bassa voce mentre il suo respiro fresco le toccava il viso.
Elijah
appoggiò una mano sulla sua guancia e il luccichio bramoso nei suoi occhi
dimostrava che quella serata non era ancora finita…
Si
chinò ma si fermò prima che le labbra toccassero quelle di Briony, accrescendo così l’attesa. “Ti fa ancora male la
testa?” domandò contro le sue labbra.
Briony mugugnò: “Un po”
E non di certo a causa della ferita.. il sangue martellava dolorosamente fino
al cervello avvertendo il magnetismo delle labbra del vampiro farsi sempre più
vicine.
Ebbe
le vertigini quando sentì il suo fiato lieve sulla bocca, e lui la salvò da un
probabile svenimento appoggiando finalmente le labbra sulle sue. La baciò per
diverse volte in maniera riguardosa e lenta, come se avesse paura di farle
male, ma lei corrispose il bacio con più intensità come per incitarlo a non
fermarsi.
“Non
sono fatta di cristallo.” Gli sussurrò sfilandogli smaniosa la cintura dei
pantaloni.
“Miss
Forbes, chi ti ha insegnato queste maniere?” la
rimbeccò lui ma acquistando prepotenza nelle sue mosse, come ostinato a mandare
avanti lui il gioco.
Briony sentì la risposta morirle in gola perché Elijah le
tappò letteralmente la bocca con una bramosia che prima nascondeva meglio. La
ragazza mandò al diavolo le parole e si avvinghiò a lui, mentre le loro bocche
premevano ardentemente l’una contro l’altra.
Briony lo sentì poi ansimare sulla sua bocca come se
stesse sul punto di perdere il controllo.
Si
sentì infatti spostare all’improvviso a velocità sovrumana contro il muro, e
l’impatto con la parete le fece quasi male perché andò a sbattere di petto;
Elijah l’aveva girata e ora il suo petto la stava spingendo contro il muro
mentre il suo respiro le solleticava l’orecchio, provocandole continui
brividi. Quello di Briony si era già
spezzato non appena Elijah le alzò il polso destro sopra il muro, come se
volesse impedirle la fuga, e lo strinse fino a dolerle ma non le importò.
Cercò
soltanto di evitare di impazzire quando l’altra mano di Elijah le sfiorò la
gamba e le sollevò l’orlo del vestito, così che poi la sua mano si fece strada
sotto di esso.
Briony respirava a fatica e poi in maniera accelerata a
ritmi alterni, come se fosse sul punto di impazzire. La sua mano si strinse a
pugno contro la parete per cercare di calmarsi, mentre le labbra di Elijah le
stavano sfiorando delicatamente un punto sotto l’orecchio, inebriandola con il
suo tocco.
Elijah
le liberò poi il polso e cominciò a baciarle il collo e le spalle nude con
ardore sempre crescente, cingendola. Briony girò così la testa di lato per
dargli il libero accesso al suo collo, sentendo una fitta di desiderio ogni
volta che le labbra di Elijah le stuzzicavano la pelle fino a bruciarle il
sangue. Alzò le braccia e gliele mise intorno alla testa, intrecciando le dita nei
suoi capelli morbidi e tirandoli leggermente quando Elijah premeva con forza il
corpo contro il suo.
Brony sentiva quel fremito d’emozione come una colata
di lava lenta e profonda che procedeva fino a giù i suoi piedi, scuotendo le
sue fondamenta. Non aveva mai desiderato nessuno così, e pensò che lo stesso
valeva anche per lui.
Elijah
in un secondo la fece girare di nuovo così da ritrovarsi l’uno di fronte
all’altro. I loro respiri si persero nei loro baci ardenti, lasciandosi andare
ad un’invasione lacerante e intensa di desiderio.
La
mano di Elijah scivolò sulla schiena di Briony per
spingerla contro il suo corpo, e improvvisamente lei sentì che i suoi vestiti
stavano per diventare insopportabili. Con velocità lo liberò della giacca che
cadde a terra vicino a loro, mentre le dita di Elijah trovarono il suo
fermaglio e lo tirarono via facendolo cadere rumorosamente a terra.
Elijah
smise per un attimo di baciarla, rimanendo comunque dolorosamente vicini,
mentre la sua mano scompigliava i capelli sciolti di Briony che
caddero lungo le spalle. Quel tocco leggero le apparve così sensuale che tutti
i suoi nervi fremettero e non si accorse che le ginocchia erano sul punto di
cedere.
Briony si avvinghiò di più a lui quando i suoi
piedi scivolarono all’improvviso, e i due barcollarono cadendo sul letto
con un tonfo.
Briony intrecciò subito i capelli di Elijah fra le dita
per attirarlo a sé, ma lui le afferrò le mani depositandole sopra
il materasso mentre le sue labbra scesero a tracciarle una scia di
fuoco giù nel petto.
Le
labbra gelide si abbassarono fino al suo ventre con molta intensità, come se
volessero bucare la stoffa del vestito, e dalla bocca di Briony uscì un lieve gemito mentre le sue mani
venivano finalmente liberate.
Ad
un tratto Elijah diede fine a quella dolce tortura perché si alzò col busto, e
i suoi occhi incontrarono quelli di Briony che
fremevano per l’attesa. Lei rimase distesa alla sua completa mercé.
Senza
distogliere lo sguardo, Elijah sciolse il nodo della cravatta, liberandosene.
Le sue mani scesero poi sulle gambe di Briony alzandole
lievemente il vestito, scoprendo così le calze autoreggenti.
Con
lentezza eccitante, Elijah cominciò ad abbassare una calza giù fino alle
ginocchia e così Briony alzò
lievemente la gamba, continuando ad ammirarlo e tremando mentre sentiva le dita
di Elijah accarezzarle la gamba denudata.
Quando
fece lo stesso con l’altra calza, il viso di Elijah si abbassò sfiorandole il
ginocchio con le labbra. Briony rabbrividì
violentemente: il suo tocco la straziava e lei si sentiva come uno strumento
musicale nella mani di un maestro.
Non
riuscendo più ad aspettare, Briony cercò di
alzare il busto per abbassare la cerniera dall’abito ma Elijah le bloccò le
braccia e ricominciò di nuovo a baciarla.
Fu
lui a liberarla in fretta del vestito mentre le mani di Briony vagarono sui bottoni della sua camicia, ma le
dita erano così frementi che ne strappò la stoffa. Elijah sembrò non
accorgersene neppure e si sfilò la camicia dalle spalle con velocità; Briony disperse alcuni baci sul suo petto, come a
dimostrare che quel corpo perfetto era solo suo.
Sentì
Elijah prenderle la testa e appoggiare possessivo la bocca sulla sua; lasciò
che le loro lingue si accarezzassero, lente e desiderose.
Non
riuscendo a trattenersi Briony abbassò una mano verso
i suoi pantaloni, accarezzandone la stoffa e avvertendone il rigonfiamento.
Sentì Elijah non reprimere un verso roco sulle sue bocca e affondò il viso sul
suo collo, baciandolo. Lei gli tirò indietro appena i capelli per baciargli la
pelle sotto l’orecchio mentre la sua mano continuava ad accarezzare la
pressione nell’asta dei pantaloni, come se volesse sentire appieno il suo desiderio
e farlo godere come lui faceva con lei. Carpire fin nel profondo ogni passione
che si donavano senza mai separarsene.
“Hai
giocato abbastanza, Miss Forbes?” le recriminò
fintamente lui alzando il viso per guardarla dall’alto. Sembrava calmo, l’espressione
studiata come se non stesse succedendo niente di male, ma il luccichio negli
occhi era ben evidente, reale. La gola di Briony era
totalmente secca.
“Perché,
cosa vorresti farmi tu?” domandò ansante, sdraiandosi sul letto alla sua
completa mercè, come se voleva che lui le facesse
tutto quello che voleva.
Elijah
rimase a fissarla, ammaliato ma con un’aurea di distacco che lo faceva apparire
ancora più eccitante ai suoi occhi. Con movimenti lenti, quasi felini, si
abbassò sul suo corpo, sovrastandola completamente. Briony
si accorse che non c’era spazio libero per respirare in libertà ma non le
importava; sarebbe impazzata se non avesse mandato a termine il suo desiderio.
Elijah
la baciò appena nelle labbra, poi scese a lasciare una scia languida di baci
sulla gola. Lei chiuse gli occhi, ciondolando beata la testa.
Le
mani di Elijah agirono svelte nel toglierle gli slip, afferrandola poi per i
glutei, e Briony temette sul serio di collassare per
come gli stringeva i capelli tra le mani mentre le labbra del vampiro
scendevano a lambirle il petto.
Quando
sentì le sue dita lambirle l’interno coscia, Briony
si lasciò scappare il suo nome in un sussurro desiderato. Elijah risalì con la
testa a baciarle una guancia, il suo fiato stranamente la infiammò ma mai
quanto il sentire le sue dita penetrare nel suo punto più sensibile, rendendo
più intimo quel contatto. Si lasciò fuoriuscire un sussulto di sorpresa ma
totalmente dominata dalla passione, Briony tirò su le
ginocchia e inarcò di più la schiena per sentirlo muoversi dentro di lei.
Strinse
le lenzuola tra le dita mentre l’eccitazione saliva vertiginosamente, dandole
completamente alla testa. Gemette mentre lui approfondiva quel contatto intimo,
stuzzicandola e vezzeggiandola in un andamento lento per farla impazzire ancor
di più. Briony a sua volta sentiva tutto il corpo bruciare,
assorbendo maggiormente il basso ventre in un incendio di fuoco, ma nonostante
questo si spinse di più verso la mano del vampiro come se volesse di più.
Quando
lui la baciò e infilò un altro dito, lei allungò la testa all’indietro con un
forte gemito credendo di scoppiare. Si aggrappò alla sua schiena, spingendo
verso il basso, mentre la mano del vampiro continuava a accarezzarla sempre più
in profondità.
Quando
sentì i muscoli tendersi e il piacere salire fino a inchiodarle il respiro,
Elijah la lasciò libera ma lei invece si sentiva svuotata. Lo guardò smarrita,
lui ricambiò con un’indescrivibile emozione insita negli occhi neri.
“Ti
voglio.” Gli sussurrò senza neanche accorgersene.
Elijah con le mani le disegnò strisce di calore lungo il corpo e si chinò a baciarla come per prendere le sue parole e renderle tangibili. Anche
lui la voleva, lo sentiva da come la prese come se fosse priva di peso.
La stanza si riempì presto dei tonfi sordi provocati dai loro corpi mentre
rotolarono lungo la coperta del letto, del rumore dei pantaloni dell’uomo che
venivano tolti con velocità, dei loro respiri affrettati che aleggiavano
nell’aria carica.
Arrivarono
a un lato del letto in moto tale che la testa di Briony stava
quasi fuori dal bordo. Le loro bocche si rincorrevano assiduamente, i loro
corpi si premevano sempre di più l’uno contro l’altro finché non divenne
difficile respirare. Eppure non riuscivano a fermarsi.. e non ne avevano
neanche bisogno perché si nutrivano entrambi col respiro l’uno dell’altro.
E
finalmente Elijah riempì lo spazio che aveva lasciato vuoto un attimo prima,
entrando dentro di lei, in un tutt’uno. Briony
gemette beatamente per la sensazione meravigliosa che ne ricavò e gettò la
testa all’indietro in preda al desiderio, perdendo lo sguardo nel vuoto.
I
polmoni rimasero a corto di ossigeno non appena le spinte non si fecero più
lente, ma decise e implacabili. Il viso di Elijah era appoggiato di fronte a
quello di Briony e ad ogni spinta i loro
respiri si scontravano l’uno contro l’altro.
Briony lo teneva a sé per la schiena, godendo per come lui
accoglieva le sue languide richieste del bacino, ma il momento finì troppo
presto perché sentì il piacere di prima esplodere del tutto come una luce
bianca nel suo cervello e venire allo scoperto con un urlo non trattenuto di
piacere. Sentiva i capogiri, i muscoli tesi per lo spasmo e per le pulsazioni
violente; mentre Elijah si accasciò adorante sul suo collo, respirando a
tratti.
Passati
i secondi, Briony riprese conoscenza di sé e strinse
i capelli di Elijah tra le dita, baciandoli piano mentre le ginocchia gli
strinsero la vita per non separarsene in nessun modo.
Elijah
alzò poi la testa su di lei, prendendole le viso tra le mani, fronte contro
fronte e con gli occhi chiusi, come se stesse facendo i conti col suo stesso
desiderio. Anche Briony fece lo stesso movimento e
gli baciò piano le labbra, non riuscendone a farne a meno. Lo fecero più volte finchè non si staccarono, respirandosi e coi cuori
circondati da una fiamma accesa di passione inesauribile.
Le
loro bocche allora tornarono a scontarsi in una lotta, non ancora sazi l’uno
dell’altro. Elijah le circondò all’improvviso la schiena con un braccio e le
fece alzare il busto, rimanendo così seduti l’uno di fronte all’altro senza mai
smettere di baciarsi o di stringersi.
Le
ginocchia di Briony gli avvolsero i
fianchi, mentre le mani si aggrappavano alle sue spalle come se fossero
un’ancora di salvezza.
Elijah
le scostò i capelli da un lato per baciarle la pelle morbida, segni indelebili
sul corpo e sul cuore. Briony gli intrecciò i
capelli fra le dita, deliziandosi di lui e lasciandogli dei baci sul viso e
sulla spalla, stringendosi di più al vampiro per unirlo a sé.
Sovreccitata
si mise di più su lui, puntellandosi sulle sue spalle e accogliendolo in sé in
un'alta movenza d'estasi. Elijah si ritrovò a fissarla, il suo respiro andava
spezzandosi mentre anche lei lo guardava con un’espressione invasa dal
desiderio. All’improvviso lui si chinò su di lei e le morse piano il mento,
cingendola in maniera così possessiva che si ritrovò lui a dettare il
ritmo. Briony schiacciò il grido in gola per
quell’esplosione di sensazioni intense e si strinse di più a lui, con le unghie
che lasciavano tracce sulla schiena del vampiro.
Elijah
riprese poi il comando e la fece risdraiare sul
materasso, sopra i cuscini, e scivolò di nuovo dentro di lei in un ritmo lento
e sensuale, come se la stesse assaporando. Cominciò anche a baciarle i lati del
viso mentre Briony percepiva un fremito
crescente dentro di lei, col cuore che continuava a galopparle nel petto fino a
spezzarle il respiro.
Sentì
le gambe tendersi ogni volta che lui sprofondava dentro di lei senza alcuna
indecisione, e finì per aggrapparsi a lui muovendosi all’unisono. Udì un gemito rauco del vampiro nella sua pelle quando lui approfondì nettamente una singola spinta col movimento del bacino e lei non potè far altro che ricambiare, inarcandosi e cingendolo di più a sè con gli arti.
Quando
le spinte si fecero sempre più profonde, il ritmo ancora più intenso mentre
l’estasi cresceva a spirale dentro di loro insieme ai loro sospiri rauchi, un
vortice di piacere finì per inghiottirli totalmente. Due fuochi combaciarono in
uno solo, esplodendo come miccia dentro i loro corpi.
All’arrivo
dell’amplesso Briony allungò la testa
all’indietro con un gemito strozzato di godimento mentre Elijah coprì
interamente il suo corpo accaldato con il suo, tenendo la guancia appoggiata a
quella di lei con il suo respiro che le solleticava pesante la pelle. Le dita
magre di Briony percorrevano la
schiena di lui in un abbraccio mentre una mano di Elijah era sul cuscino vicino
al suo volto, perfettamente intricati.
Briony si sporse per dargli un bacio sulla spalla e si
rannicchiò vicino al suo viso, chiudendo gli occhi. L’elettricità sovraccarica
nell’aria conservava il calore della loro unione.
Alla
fine l’ultima cosa che Briony ricordò furono le
labbra di Elijah che le baciavano le palpebre e le augurava la buona notte. Poi
per ultima cosa le disse che l'amava.
E
poi sprofondò in un sonno senza incubi.
"Hai
intenzione di rimanere lì tutto il giorno?" la canzonò Elijah scompigliandole
i capelli.
Briony come risposta si rannicchiò
pigramente contro il cuscino, restando sotto le coperte. Non intendeva
spostarsi di un centimetro, voleva restare in quel comodo letto per tutto il
giorno.
Elijah
intanto era vestito dalla vita in giù, e stava per prendere la camicia quando
si sedette vicino a Briony:
"Non
ricordi che dobbiamo fare una passeggiata lungo le montagne e poi
escursioni?"
<<
Passeggiate? Escursioni? Ma se mi sento tutte le ossa rotte? >>
Briony mugugnò in segno di rifiuto, e lui si chinò a
baciarle i capelli. "Vestiti almeno."
La
ragazza si lasciò sfuggire un gemito di sconforto. “Lasciami stare, Mikaelson.”
Se
lui era già in forze dopo una notte del genere, buon per lui.
Il
vampiro le rivolse una leggera occhiata: “Non ti toccherò più con un dito se è
questo che vuoi per deciderti a svegliarti presto la mattina.” La sua
cordialità la mandò su di giri per la stizza e gli lanciò il cuscino, schivato
indubbiamente.
Briony si costrinse a sedersi sul busto e indossò la prima
sottoveste bianca che trovò. Vide di sottecchi Elijah sedersi dietro di lei per
allacciarle una collana.
Briony si ritirò con una finta occhiataccia: “Non pensare di
fare il ruffiano.”
Lui
la guardò calmissimo e tranquillo. “Ho soltanto pensato che ti starà d’incanto
oggi.”
La
ragazza alzò un sopracciglio e fissò poi guardinga la collana che Elijah le
stava allacciando meticolosamente. Di certo doveva averci speso un sacco a
vedersi ma era troppo assonnata per capire di cosa si trattasse esattamente.
“Infatti.”
Commentò lui dopo aver finito e averle date un bacio sulla nuca.
Briony riuscì soltanto a guardarlo mentre si alzava. La sua
galanteria il più delle volte la spiazzava, un uomo del genere era sul serio da
sposare perché inimitabile.
Per
non fare la musona, si alzò verso di lui e lo cinse forte da dietro. Elijah si
stava già abbottonando la giacca nera quando si voltò interrogativo verso di
lei col viso.
“Grazie
per la serata di ieri.” Gli disse con un sorriso sincero e occhi vispi. L’ultimo
bottone lo abbottonò lei.
Elijah
alzò il sopracciglio. “Sì, ho colto il tuo ringraziamento per come hai lanciato
il cuscino.”
Briony rise: “Lo sai che ho i miei modi strani per esprimere
gratitudine” Allungò in alto le braccia per prepararlo a girarsi totalmente
verso di lei. Quando l’ebbe fatto, gli allacciò le braccia dietro al collo e si
baciarono a lungo, un degno bacio del buongiorno.
Briony si staccò le mani del vampiro dalla vita per tornare
a prepararsi. Il vampiro seguì i suoi movimenti in silenzio. Briony intanto si guardò assonnata intorno a sé: credeva
che la notte scorsa avessero rotto la stanza invece era tutto a posto.
"Possiamo
rinunciare alle passeggiate? Voglio andare a trovare Fulmine. Gli devo delle carote."
disse prendendo alcuni vestiti da giorno e mettendosi a sedere sopra al letto.
"Davvero?"
rispose Elijah inarcando un sopracciglio.
"Che
credevi? Io e quel cavallo siamo amici, mi adora già." lo canzonò con un
sorriso vittorioso.
"Non
ne dubito." rispose lui facendo un sorriso sghembo, sedendosi anche lui
per allacciarsi l’orologio.
Ad
un tratto Briony assunse un’espressione più
dolce e si avvicinò piano piano a Elijah, l’uomo con cui aveva
passato una delle notti più meravigliosi della sua vita:
"Ripeti
quello che mi hai detto ieri sera."
"Che
intendi?" domandò lui guardandola di sottecchi.
Briony alzò gli occhi al cielo e si mise a sedere sulle
sue gambe: "Andiamo, lo sai." sussurrò dolcemente guardandolo poi
negli occhi.
Elijah
non le aveva mai detto ti amo in una situazione “normale”. La prima volta era
stato quando Klaus aveva preso in pugno entrambi dopo il sacrificio, ed era
accaduto tutto così velocemente che non era riuscita a metabolizzare la cosa.
La seconda era stato quando gli aveva tolto il pugnale dopo lunghi mesi di
lontananza ma anche lì lo shock della situazione aveva preso il sopravvento.
Più recentemente glielo aveva confessato quando stava per morderla con
l’intento di trasformarla, ma suonava come un addio melodrammatico. Poi
l’ultima volta era stata l’altra sera quando lei si trovava già nell'oblio dei
sogni.
Briony gli si avvicinò di più mentre lui ricambiava lo
sguardo con inespressività. "Non so di cosa parli."
"Sì
invece."
"Dimmelo
allora" mormorò lui con un sorrisetto.
Briony allora alzò di nuovo gli occhi al cielo e si
arrese.
Il
viso ciondolò poi sopra la fronte di Elijah per la stanchezza. Lui le circondò
i fianchi con un braccio e la sollevò di qualche centimetro, posizionandola
bene sopra di lui.
Briony gli allacciò le braccia fra i capelli annusando
il loro profumo mentre il naso di Elijah le sfiorava il collo, inspirando
profondamente.
Briony allora si chiese se il suo sangue non fosse più
una tentazione per lui, che ci fosse abituato ormai, ma la risposta era ovvia.
Anche se era un Originario onorevole e controllato, era pur sempre un vampiro.
I
suoi pensieri vennero però distolti quando Elijah cominciò a seminare dei baci
delicati nel punto sotto l’orecchio.
Briony si rilassò, crogiolandosi nella sensazione delle
sue labbra su di sè.
"Elijah?"
"Mmh?" fece un mormorio contro il suo collo, non
spostandosi di un centimetro.
"Dovremmo
andare giù per colazione." constatò lei ridendo.
"Hai
fretta di andare dal tuo cavallo? Se preferisci la sua compagnia allora.."
sussurrò lui pensieroso, cingendole i fianchi.
Briony si lasciò scappare una risata e gli diede
scherzosamente un pugno nel petto, per poi cercare di vestirsi davvero.
Elijah
tuttavia strisciò felino e veloce lungo le coperte, incurante
delle lenzuola che cadevano ovunque, e sovrappose Briony sotto di sé per rubarle un bacio agli angoli
della bocca.
E
deliziandosi del suono cristallino e meraviglioso della sua risata.
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Nel
pomeriggio fecero una lunga cavalcata sopra Fulmine: Elijah aveva deciso
che Briony avrebbe montato insieme a lui,
onde evitare qualche incidente. Per Briony non
fu un dispiacere anche perché godersi quella meravigliosa vista contro il petto
di Elijah era magnifico, e se avesse potuto sarebbe rimasta lì per sempre.
Cavalcarono
insieme per un po’ e alla fine Briony diede
a Fulmine come regalo una doppia razione di carote.
"Povero
piccolo. Chissà come vi trattava quel brutto balordo. Ma ora starete tutti
meglio, vedrai." gli sussurrò accarezzandogli il muso. Il cavallo nitrì e
si allungò verso di lei come per farle una carezza.
Briony gli fece un sorriso bonario e gli accarezzò di
nuovo la criniera in segno di saluto. Quel giorno sarebbero partiti verso una
nuova meta e interiormente le dispiaceva lasciare il suo nuovo amico.
Pagarono
il conto dell'albergo e la ragazza alla reception si affacciò apposta per
ammirare Elijah un'ultima volta. Briony scosse
la testa ridendo anche perché Elijah non le dava la benché minima attenzione.
Si
misero di nuovo in viaggio. Elijah guidava con i capelli scompigliati al vento
a causa del finestrino aperto. Briony guardò
affascinata il paesaggio davanti a sé.
"Dove
stiamo andando?"
"A
qualche chilometro da qui, vicino a un lago"
All'improvviso
però a Briony le si illuminarono gli occhi
a causa di un'idea appena venutale in mente.
"Torniamo
indietro invece? Ti ci porto io in un posto" mormorò guardandolo con occhi
brillanti.
Elijah
la osservò pensieroso, poi senza dire niente fece retromarcia e cambiò strada.
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Briony si tolse le scarpe perché la sabbia le
formicolava i piedi, e subito si ammorbidirono al contatto. La brezza marina la
avvolse, cullandola, e i suoi occhi si appagarono del sole che stava
tramontando sul mare.
Elijah
si affiancò a lei con la sua classica eleganza: "Non mi avevi detto che ti
piaceva anche il mare"
Briony si voltò verso di lui: i capelli che si
libravano al vento, la cravatta seguiva il loro stesso movimento, le mani in
tasca e la pelle bianca che risplendeva alla luce fioca del sole. Era più che
bellissimo.
"Mi
piace la natura in generale. Non vado molto al mare perché non so nuotare, e
non sopporto l’afa e il caldo. Ma qui ci sono tanti ricordi belli…. Ci venivo spesso sa bambina.." mormorò con
occhi sognanti.
"Qui
ho vissuto uno degli ultimi momenti con mia madre prima che lasciasse me e mio
padre per diversi anni" mormorò tristemente.
Elijah
contraccambiò lo sguardo unendosi al suo dolore, ma subito Briony scacciò la tristezza "Ma rimane comunque
un posto meraviglioso per me. É il mio preferito." mormorò guardandosi
ancora attorno affascinata.
"Vieni."
gli indicò un posto vicino dove stava crescendo un piccolo albero.
Briony gli si inginocchiò di fronte prendendo
delicatamente tra le mani alcuni petali di gelsomino.
"Una
volta mio padre portò me e Caroline qui quando eravamo piccole, e piantammo
insieme questo albero. Ha dell'incredibile perché abbiamo piantato sia semi di
gelsomino, geranio e orchidea. Scientificamente non é possibile ma mio padre é
un genio in queste cose, ed é riuscito a far crescere questi bellissimi fiori
nello stesso albero" mormorò ammirata toccando alcuni petali di orchidea.
"Ma
nella sabbia?" domandò Elijah dubbioso inginocchiandosi.
"Non
è piantato nella sabbia.. Vedi? Si trova sopra un terreno fertile e non molto
lontano da qui c'è un campo coperto di migliaia di fiori
bellissimi. Dei signori che hanno una proprietà qui vicino si sono
gentilmente offerti di annaffiare la pianta e dicono addirittura che potrebbe
durare per secoli come un vero albero."
Elijah
accarezzò i petali di un geranio che stava per fiorire, e Briony si alzò in piedi:
"Ti
piace? Volevo mostrarti questo luogo perché é come se facesse parte di me"
sussurrò guardandosi attorno ancora meravigliata.
Elijah
si alzò e le mise un braccio intorno al fianco "E’ bellissimo. Proprio
come te" le sussurrò con voce vellutata all'orecchio.
Le
guance di Briony avvamparono e appoggiò la
testa sul suo petto.
Cercò
di assaporare quei lunghi momenti per custodirli nel cuore. Non riusciva a
scrollarsi di dosso il pensiero che ogni momento che passava con Elijah fosse
molto prezioso, come se si aspettasse il momento fatidico e doloroso che li
avrebbe separati per sempre.
Le
venne improvvisamente un groppo in gola:
"Non
so che cosa farei se tu non ci fossi…davvero.."
mormorò timorosamente stringendosi a lui.
"Non
dovrai mai preoccuparti di questo" le mormorò l’Originario sopra i
capelli.
Stettero
così per diversi minuti, quando Elijah la prese per le spalle per metterla di
fronte a sè.
Briony fu subito catturata dall'intensità del suo
sguardo:
"Perché
stamattina mi hai fatto quella domanda?" domandò lui perplesso.
Briony sbatté le palpebre, ricordandosi la sua richiesta
del sentirsi dire ti amo.
"Eppure
ti ho già confessato ciò che provo per te" continuò lui tentennando.
"Lo
so" rispose lei fulmineamente. “E’ solo che sarebbe bello sentirselo dire
in maniera semplice e normale... Finora é successo solo in situazione drastiche,
in base alle circostanze, e talvolta come se fosse addio.. Ma é bello dirlo
solo per il semplice bisogno di farlo... Senza indugi." aggiunse lei
cercando le parole giuste da dire.
Ma
vedendo l’espressione di Elijah rabbuiarsi e incupirsi, il cuore perse un
battito.
Si
diede della stupida, in fondo Elijah non era mai stato un tipo da esternare
troppo i suoi sentimenti, per lui esporre a cuore aperto le sue emozioni era un
tabù.
Mormorò
impacciata: "Comunque so già quello che provi per me.. Non.."
"Io
ti amo, Briony" la interruppe lui
all'improvviso guardandola profondamente.
Lei
rimase di stucco, le sue orecchie parvero incredule anche se avevano già
sentito quelle parole, ma questa volta era diverso. Era speciale.
L’aveva
detto semplicemente col cuore, per il bisogno di dirlo e di sentirlo appieno.
Briony gli accarezzò dolcemente la guancia,
avvicinandosi "Anche io ti amo"
Elijah
ricambiò lo sguardo, che si fece sempre più intenso da non sembrare reale.
Le
sorrise lievemente, baciandola sulla fronte.
Dopo
di che lei si strinse a lui ammirando il paesaggio di fronte, mentre una mano
di Elijah era appoggiata sulla sua schiena.
Non
dissero più nulla, rimasero in silenzio a contemplare ciò che stavano vivendo.
Briony sorrise dentro di sé.. Le sembrava di essere
all’interno di un sogno e voleva che non finisse mai.
E
il suo sogno più grande era quello di potere rimanere insieme a lui per sempre
e di abbattere qualunque ostacolo.
Ma
per quanto siano irrealizzabili la gente ama i sogni. E quel sogno le dava forza
e la tormentava, la faceva vivere e la faceva morire.
Anche
se l’avrebbe abbandonata, le sue ceneri sarebbero rimaste sempre in fondo al
cuore.
Fino
alla morte.
FINE
CAPITOLO
Ok,
lo so che sono in super mega ritardo e vi ho pure appioppato questo orrore
di capitolo… ma dopo aver visto Saving Hope con
Daniel Gillies, i miei ormoni sono
impazziti ahahah Ho voluto far vivere
a Briony e a Elijah dei momenti “normali”…
mi sembrava giusto farlo anche perché questi saranno gli ultimi momenti di
normalità di cui potranno godere… d’ora in
poi avverrà sempre qualcosa di scottante nei prossimi capitoli…
Spero
comunque che vi sia piaciuto! Ho cercato di fare del mio meglio visto che sono
sempre al mare ad arrostirmi ahahah
Questa
è la collana di Jenna: http://bottega.avalonceltic.com/rep_immagini/prod/ciondolo_arwen_lrg.jpg
E
il luogo in cui Briony ha portato Elijah è
quello dove ho mostrato i flashback di lei da bambina con la madre, se non
l’avevate capito ;)
Ah
la foto sopra l’ho creata io con le mie manine, spero vi piaccia J
Alla
prossima!!