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Autore: Rosie Bongiovi    16/07/2012    3 recensioni
“Cosa vuoi da me?” chiese la ragazza, con voce rabbiosa.
“Volevo vedere.. Se la mia creatura era diventata una cacciatrice degna di questo nome.. E mi fa piacere che sia così”. Quelle parole lasciarono disorientata la ragazza, che si sedette di fianco a lui, guardandolo in maniera confusa.
“Di che cosa stai parlando?” domandò, senza smettere di essere sulla difensiva.
“Oh è vero, che stupido. Non puoi ricordarti di me” rispose, massaggiandosi il petto e facendo un altro colpo di tosse. “Cara la mia Nightmare, sono Jonathan Phoenix, l'uomo che ti ha trasformata in quello che sei una trentina d'anni fa"
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Si può?". Jonathan comparve nella stanza nella quale era stata portata Nightmare. Erano passati venti minuti e ancora non si avevano notizie sulla sua famosa camera d'albergo. Il problema era che aveva la vista annebbiata e si stava per addormentare e non avrebbe fatto una bella figura ad essere trascinata in hotel. Insomma, che razza di combattente senza scrupoli cade nelle braccia di Morfeo dopo uno scontro durato un paio di minuti? 

"Certo che sì. Almeno, per me va bene, non so se sono d'accordo gli organizzatori o che so io" rispose, accennando un sorriso stanco. Ora sì che si facevano sentire anche i dolori post scontro. C'era un bel livido sulla guancia, a causa della gomitata ricevuta, e zoppicava dal piede destro. La gola, nonostante il forte colpo, era in buone condizioni, anche se non era in grado di urlare.. Ma in fondo non sarebbe servito ad un granché. 
"Credo che non ci siano problemi.. Al massimo mi difendi tu?" chiese lui, sbattendo le palpebre e guardandola con un'espressione da cucciolo abbandonato sul ciglio della strada. La ragazza scoppiò a ridere. Era l'unica persona in grado di infonderle calma. Gli doveva molto. 
"Ma certo, è il minimo che possa fare" rispose, inarcando ancora gli angoli della bocca in un sorriso sforzato e dolorante. Jonathan si sedette di fianco a lei, spostandole una ciocca di capelli dal viso e scoprendo un occhio pesto. 
"Hai un brutto livido.. Appena arrivi in albergo mettiti del ghiaccio.." consigliò, preoccupato. Nightmare annuì. In realtà aveva già provato a metterci una bistecca cruda, ma il dolore era troppo forte. E poi le stava venendo fame. Mettersi cibo sulla faccia non era una buona idea. 
"Ma tu.. Ora che fine farai?". Era la sua unica preoccupazione, altro che ferite. Il biondo sospirò.
"Non sono nel torneo.. E francamente non so nemmeno dove si svolgerà, né se potrò stare in hotel con te, né se potrò vederti..". Era dispiaciuto ed anche la sua interlocutrice non era da meno.
"Beh, ho comunque il tuo numero di cellulare, no? E poi sei tu che mi hai trascinato qui, prenditi le tue responsabilità e stammi vicino!" esclamò, con un velo di ironia.. Ma neanche troppa. Jonathan le diede un leggero bacio sulla fronte, per paura di farle del male. Era ancora la stessa bambola di porcellana di trent'anni prima. Non era cambiata per niente..
"Prometto che non ti lascerò per nessuna ragione al mondo. E..". Non riuscì ad aggiungere altro; nella stanza entrò lo stesso uomo alto ed in smoking. 
"Signorina Nightmare, l'auto per portarla in hotel la sta aspettando qui fuori". E, detto ciò, uscì.
"Sembra simpatico" borbottò Jonathan, ovviamente sarcasticamente.
"Lo è. E' un ex comico, credo di averlo visto in qualche trasmissione del sabato sera". La ragazza si alzò dalla sedia, con la tentazione di insultare il suo corpo in venti lingue differenti. 
"Fammi sapere.. Sono nei paraggi" sussurrò il biondo, sorridendole. Nightmare lo abbracciò con quelle poche forze che aveva ancora a disposizione. 
"Grazie, davvero" bisbigliò. Parlare ad alta voce avrebbe rovinato quel momento, decisamente. 
"Buona fortuna. Spacca tutto, mi raccomando". Entrambi accennarono una risata, poi la giovane abbandonò la stanza, gettando un'ultima occhiata verso Jonathan.

Dopo essere scesa da una limousine - Jin Kazama a quanto pare non badava a spese -, Nightmare fu scortata su un piccolo yacht. E dove accidenti era quell'hotel? Nonostante avesse cercato di ottenere qualche risposta, nessuno le disse niente, se non di attendere l'arrivo e di godersi il viaggio.
: - Io me lo godrei pure il viaggio, se sapessi dove finirò! -. Appoggiò i gomiti su una lastra di ferro, osservando l'acqua e lasciando vagare lo sguardo tra le onde. Sbuffò annoiata e si guardò attorno, incrociando un viso familiare: quello di Christie. Meno male, almeno c'era qualcuno con cui parlare.
"Nightmare, volevo farti i miei complimenti per lo scontro. Zafina è fortissima.. Sei stata una grande" commentò, sorridendole. 
"Il mio collo ne sa qualcosa.. Sulla sua forza, intendo" mormorò ridendo. Tornò seria dopo poco e parlò ancora. "Sai per caso dove finiremo? Perché mi aspettavo di rimanere là a Tokyo e non di finire.. Dove stiamo finendo". 
"Come, non hai ricevuto nessuna lettera dopo lo scontro?". Nightmare fece di no con la testa. Quale lettera? La ragazza brasiliana si affrettò a togliere un foglio di tasca e lo consegnò nelle mani di Night. 
 

"Congratulazioni per essere entrato a far parte del Torneo del Pugno Di Ferro.
Quest'anno le cose saranno un po' differenti. Dopo così tanti anni e dopo così tanti scontri, il nostro pubblico ha bisogno di qualcosa di nuovo.
Il Tekken sarà rivoluzionato.
E' per questo motivo che verrete scortati nell'isola Kazama, acquistata da me, Jin Kazama, proprio in occasione di questo torneo.
Quest'anno tutti i concorrenti dovranno sfidarsi lì, senza un'estrazione per i vari round. 
Mi spiego meglio? 
Tutti voi dovrete sopravvivere.
Potrete essere attaccati dai vostri sfidanti anche all'una di notte, non ci sono regole. 
Sono ammesse armi da fuoco, sono ammessi furti ed utilizzo di automobili.
Nessuno verrà eliminato se dovessero esserci delle vittime. Non ci prenderemo nessuna responsabilità se dovesse accadere qualcosa di simile.
Rimarrete su quell'isola finché non verrà decretato un vincitore.
Per essere squalificati.. Beh, le opzioni sono due: la morte oppure..
Nel momento in cui venite attaccati, parte automaticamente un timer di 5 minuti, inseguimenti esclusi. 
Durante quei 5 minuti, se venite feriti (o uccisi) e rimanete a terra per più di dieci secondi, siete fuori.
Insomma, quella è l'unica cosa che ricorda vagamente le vecchie edizioni del torneo.
Ah, ovviamente, chiunque cercherà di fuggire, la pagherà cara. 
Molto cara.

Il torneo comincerà ufficialmente domattina alle ore 10.00


Ganbatte*


Jin Kazama "


Nightmare non ci poteva credere. Solo una mente perversa come la sua poteva inventare una cosa simile. Era nipote di Heihachi, non c'erano dubbi in proposito. 
"Quindi.. Ci possono ammazzare e gli assassini non vengono buttati fuori dal torneo?" domandò, ancora incredula.
"Purtroppo sì. Tutti dovranno trovare un posto dove dormire e nascondersi.. Sarà terribile. E non possiamo tirarci indietro.. Tutti qui hanno un conto in sospeso con l'intera Mishima Zaibatsu, perciò..". 
"Perfetto.." mormorò, passandosi una mano tra i capelli. Iniziava già a pensare al posto dove nascondersi. Dove poteva trovare delle armi nel caso in cui qualcuno le avesse voluto puntare contro una mitragliatrice? E, su un'isoletta, quant'erano le probabilità di trovare un nascondiglio che non fosse a qualche metro da un possibile nemico mortale?
: - Dove sono finita? -.
"Nighty.. Posso chiamarti così, vero?" chiese Christie. La ragazza annuì sorridente.
"Certo che sì. Nessuno mi aveva mai chiamata in questa maniera" osservò divertita. In effetti non aveva avuto molti.. Amici, dopo essere diventata La Cacciatrice per eccellenza. Evitava chiunque. O forse erano gli altri ad evitare lei? Ora che ci pensava, era l'ipotesi più probabile.
"Mi è difficile fare del male alle persone a cui mi affeziono.. E io mi affeziono facilmente, perciò.. Stai tranquilla, non intendo farti del male o attaccarti nel bel mezzo della notte". Nightmare sorrise. Chissà cosa ci faceva lì una persona così gentile e cordiale come Christie.
"Mi farà decisamente comodo un'alleata su quell'isola" disse infine. 
"La stessa cosa vale per me" concluse la brasiliana, stringendole la mano. 
: - Okay, almeno non rischio di essere picchiata a sangue al ritmo della capoeira... -.


Nota dell'autrice:

Eeeeccoci qui con il capitolo più noioso e breve di tutti! Il prossimo sarà più movimentato, promesso. Qui mi serviva mettere le informazioni necessarie per lo sviluppo della trama e per far capire in cosa consisterà il torneo. *fa gli occhi dolci dolci per tentare di non essere picchiata dai lettori*. Ah, ho messo un asterisco dopo la parola "Ganbatte". E' una parola giapponese che significa "Buona fortuna"/"In bocca al lupo".
 
Come al solito, ringrazio Lady Phoenix, Angel Texas Ranger ed Orsacchiotta Potta Potta.

Alla prossima!

Rosie.

 

  
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