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Autore: Reby80    16/07/2012    3 recensioni
Fanfiction su cosa potrebbe succedere dopo la quarta serie! Attenzione contiene SPOILER delle ultime puntate!
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
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“Castle, aspetta!” urlò Beckett mentre correva dietro allo scrittore che si era precipitato fuori dal proprio appartamento.
“Cos’è successo? Chi era al telefono?” chiese preoccupata.
“Alexis è al pronto soccorso!” rispose l’uomo senza fermarsi finché raggiunse la propria auto, ma quando stava per salire Beckett gli sfilò di mano le chiavi. “In che ospedale siamo diretti?” gli chiese Kate aprendo lo sportello dal lato del guidatore, quindi notando lo sguardo interrogativo dell’uomo aggiunse “Sei troppo agitato, è meglio che guidi io”.
Castle annuì e salì in auto “E’ al Saint John”.
 
Quando la Ferrari fu in strada, Kate afferrò il cellulare e compose un numero.
“Ryan? Sono Beckett. Ho un problema, dovete coprirmi con la Gates, aspetto aggiornamenti dal luogo dell’omicidio, ok? Ti spiego dopo. Grazie”
Kate, dopo aver riagganciato, osservò il viso impietrito di Castle e premette l’acceleratore.
Dopo pochi minuti Beckett lo fece scendere di fronte all’entrata dell’ospedale, quindi in fretta andò a parcheggiare per poi raggiungerlo all’interno del pronto soccorso.
Lo trovò che camminava avanti e indietro di fronte a una porta chiusa, aveva la bocca serrata in una smorfia, il viso era pallido. Kate gli si avvicinò, ma prima che potesse chiedere notizie di Alexis lui disse “L’infermiera ha detto che stanno finendo di visitarla” “Sai cosa le è successo?” chiese Kate.
“No, devo aspettare di parlare con il dottore…” rispose lui in un soffio.
Dopo un attimo la porta si aprì, ne uscì un uomo in camice bianco che si rivolse subito a Castle“ Lei è il padre di Alexis Castle?” chiese serio.
“Si, sono io posso vederla? Sta bene?” rispose l’uomo avvicinandosi alla porta della camera.
 “Si, fortunatamente sta bene, non ha subito nessun tipo di violenza fisica, ha solo delle ferite superficiali…” Castle emise un sospiro di sollievo. Poi il medico continuò “…ma prima di farla entrare devo comunicarle che tra poco la polizia sarà qui, dovranno fare qualche domanda a sua figlia”
“Perché? Cosa le è successo?” Chiese Castle senza tentare di nascondere il panico nella voce.
“La polizia sta arrivando sig. Castle, le spiegheranno tutto loro, per ora può vederla, ma le devo chiedere di non porle domande su ciò che è accaduto, lo psicologo ci sta raggiungendo”.
Castle a quel punto passò di fianco al medico ed entrò nella stanza, sorrise quando posò lo sguardo su sua figlia e corse ad abbracciarla “Alexis…come va?”.
La ragazza lo guardava, senza però rispondere “è sotto shock, le ci vorrà del tempo” disse piano l’infermiera che era comparsa all’altro lato del letto e stava sistemando la flebo che era collegata ad un ago che si infilava nel braccio di Alexis. Fu in quel momento che Castle notò dei segni rossi intorno ai polsi di sua figlia. Si chinò per osservarli meglio quando qualcuno entrò nella camera. Era Beckett.
“Ciao Alexis” disse la detective in tono dolce, senza però ricevere risposta, quindi si rivolse all’uomo “Rick, devi venire un attimo” disse a bassa voce, ma in un modo che fece trasparire l’urgenza nelle sue parole.
Castle avvicinò le labbra al viso di Alexis e le sfiorò la guancia “Torno subito, tesoro”. Fece per allontanarsi quando la ragazza sbarrò gli occhi “No, non lasciarmi papà! Non lasciarmi!”, l’uomo si riavvicinò subito e la strinse a sé, “Ehi, ehi! Non vado da nessuna parte, sono qui! Ok? Rimango qui e non ti lascio” disse l’uomo prima di riportare lo sguardo su Beckett che assisteva alla scena con sguardo preoccupato.
Kate uscì dalla stanza e raggiunse i colleghi Ryan ed Esposito.
“Ha bisogno ancora di qualche minuto” disse osservando una donna in camice bianco che era appena uscita dall’ascensore e si dirigeva verso la stanza dove era ricoverata la ragazza, dal tesserino lesse che era una psicologa.
Dopo poco Castle uscì dalla stanza, Kate, Ryan ed Esposito lo guardarono senza dire nulla, l’uomo si appoggiò al muro, aveva gli occhi lucidi.
“Per fortuna sta bene…” disse, poi portò lo sguardo su Ryan ed Esposito “Ma voi cosa ci fate qui? Pensavo ci fosse stato un omicidio”.
“E infatti c’è stato, Castle” rispose Beckett “…si tratta di Allison”
“Castle sbarrò gli occhi “L’amica di Alexis?”
“Già, proprio lei”
 
Castle, dopo l’evidente shock iniziale sembrò tornare lucido. “Quindi ora è diventato un caso d’omicidio, ve ne occuperete voi?”
“Si, il caso è nostro. Per adesso non sappiamo ancora molto. Alexis ed Allison sono state trovate in un magazzino abbandonato. Alexis per fortuna stava bene, almeno fisicamente…Allison purtroppo no”
“A…Alexis era in quel magazzino…con la sua amica…assassinata?” chiese Castle con un filo di voce.
Kate per tutta risposta gli appoggiò una mano sul braccio “Non erano insieme, Alexis era in una stanzetta adibita a ufficio, la vittima è stata trovata nel magazzino vero e proprio”
“Potrebbe non aver visto niente…” aggiunse Beckett cercando di rassicurare Castle.
“E i segni sui polsi?” chiese lui, visibilmente scosso.
“Era legata…” rispose Esposito.
“Oh, maledizione!” disse Castle prima di allontanarsi dal gruppo e fare qualche passo lungo il corridoio, Kate lo osservò poi decise di raggiungerlo, lui la guardò negli occhi “Vorrei sapere chi fatto questo alla mia bambina…”
“Lo scopriremo, Castle…” disse lei, sfiorandogli il braccio.
L’uomo si passò la mano sul viso “Spero che la psicologa faccia in fretta e mi dica che ALexis non sia rimasta traumatizzata…”
“Lo spero anch’io Rick, ma qualsiasi cosa succeda, ricordati che non dovrai affrontare tutto questo da solo…”
In quel momento si aprì la porta della stanza, ne uscì la psicologa che si rivolse a Castle “Al momento sembra aver rimosso l’accaduto, per il momento non so dire di quale gravità sia il trauma, dovremo fare degli incontri per aiutarla” disse spostando lo sguardo da Castle ai detective e cambiando il tono di voce da rassicurante a duro “quindi credo che non sia il caso che la polizia la interroghi in questo momento, potrebbe agitarsi e oltre che peggiorare il trauma che ha subito potrebbe essere controproducente, non appena i ricordi cominceranno a riaffiorare allora quello sarà il momento giusto per porle delle domande” I poliziotti si guardarono in faccia poi Beckett prese la parola “Va bene, dottoressa, aspetteremo il tempo necessario, ma non appena sarà possibile dovremo procedere, purtroppo c’è stato un omicidio e Alexis è l’unica testimone al momento”.
La dottoressa sentendo queste parole annuì “Bene, sono felice di vedere che avete intenzione di collaborare” poi spostò nuovamente lo sguardo sullo scrittore “allora sig. Castle, domani avrò il secondo colloquio con sua figlia, spero in quell’occasione di riuscire a darle ulteriori dettagli sul tipo di shock subito dalla ragazza, a domani”
“Grazie, a domani Dottoressa Anderson” rispose l’uomo per poi dirigersi verso la porta della camera, Kate fece un passo nella sua direzione.
“Rick, noi andiamo al distretto, dobbiamo procedere con le indagini, tu rimani qui con Alexis, ti chiamo non appena scopriamo qualcosa, ok? E poi, senti…” Kate guardò un attimo i colleghi, Esposito capì al volo “Ti aspettiamo fuori” quindi fece cenno a Ryan di seguirlo, i due salutarono Castle dandogli una pacca sulla spalla "Salutaci Alexis”, lui rispose con un mezzo sorriso poi riportò lo sguardo sulla detective.
Kate si avvicinò all’uomo e gli accennò un sorriso  “Pensi di riuscire a cavartela senza di me qui?”, lo disse in tono leggero, come per sdrammatizzare l’atmosfera tesa, Castle abbassò lo sguardo per poi rispondere brevemente al sorriso.
“Grazie per avermi accompagnato, Alexis ha bisogno di un padre tutto intero in questo momento”
“Non mi devi ringraziare, è questo che fanno i partner, giusto? Si aiutano a vicenda” Beckett si guardò un attimo le punte dei piedi per poi riportare lo sguardo su di lui “…senti, Rick, penso anche che dovresti chiamare Martha, so che non la vuoi far preoccupare, ma potrebbe scoprirlo dai notiziari televisivi…”
“Già, hai ragione, la chiamo subito e devo avvertire anche la madre di Alexis” rispose Castle massaggiandosi la tempia.
“Allora, ci vediamo più tardi” disse Beckett.
“A dopo e…Kate? Grazie… non so davvero come farei se tu non ci fossi” disse l’uomo guardandola negli occhi, la donna rimase immobile a fissarlo. Rimasero così finché il telefono della detective non cominciò a squillare “E…è Ryan…vado…” disse in tono poco convinto, Castle annuì ed estrasse l’I-Phone “…e io devo chiamare Martha…”.
Si fecero un breve sorriso e si avviarono in direzioni opposte
  
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