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Autore: Sbrecks    16/07/2012    3 recensioni
"Riuscirà, lo sventurato quintetto, a salvare Ringo prima che la sua giovane vita venga brutalmente stroncata..? .
Nel frattempo.....tre individui ormai prossimi alla disperazione, un cane decisamente troppo lardoso per correre (EHI...state Parlando di ME? N.d Mr Lennon) ed una scimm....cioè...SIGNORA, forse anche più efficiente come animale da punta....si aggiravano senza pace per la metropoli londinese, cercando di eludere agguerriti ed ipotetici fan e di ritrovare il disperso amico...."
Lezioni di retorica per il povero Ringo: non prive di equivoci, fraintendimenti e grotteschi colpi di scena....
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Paul McCartney , Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GIVE RINGO A CHANCHE: UN PROVERBIO DI TROPPO
 
 
 
-Ringo, ma si può sapere che cos’hai fatto a Martha? E’ terribilmente sporca, quando se non erro ti avevo chiesto espressamente di portarla a fare la toiletta mentre io ero impegnato...-
Paul, con il sopracciglio destro notevolmente inarcato, fissava perplesso l’amico con uno sguardo irato che seguitava a posarsi dal batterista al gigantesco bobtail, dal bobtail al batterista, senza che il diretto interessato accennasse a tradire la benché minima emozione.
-Oh, Paul, che diamine. Prenditela con quello là!- Ribattè finalmente, di rimando, Ringo, accennando con il capo a George, che spaparanzato sul sofà, sfogliava assorto un settimanale di ricette per dolci – mentre mi stavo addentrando in giardino, per prendere il tuo dannato cane, ho chiesto se non potesse  occuparsene John che era misteriosamente irreperibile, ed “Harrison avvocato del diavolo”  ha smesso di smascellare porcherie mentre si esercitava al basso giusto per intimarmi,  più incazzato di Brian che ha finito la lacca “perché Paul vuole così; non svegliare il can che dorme”- Il batterista fece una pausa, mentre i suoi grandi occhi blu lampeggiavano di disappunto.
-Dimmi un po’ tu cosa avrei dovuto fare, se non lasciare la tua bestia a rotolarsi nel fango. Sono stato fuorviato!
- Ringo, razza di deficiente...- Si intromise John, rimasto praticamente a bocca aperta  - George voleva solamente dire che Paul aveva chiesto a TE di occuparti di Martha perché IO ero a letto con uno strafottutissimo mal di denti. IO, non il cane, capito? Roba da matti! E poi pretendi pure di scrivere delle canzoni...!
Ringo incrociò le braccia sul petto, profondamente offeso.
-La so la grammatica, John, porca miseria..- Protestò, non accennando ad arrendersi - Ed il soggetto della frase era il cane, non tu . Anche se, lasciatelo dire, da quando hai deciso di escludere l’opzione “parrucchiere” dal quadro della tua vita , forse anche tu potresti avere bisogno di uno shampoo antipulci...-
- Fottiti, formichiere dalle sembianze umanoidi.          
- Ahahaha, questa era splendida John!
-Hai pure il coraggio di parlare, tu che mi hai traviato, nonchè stomaco con i piedi?
Paul, trattenendo a stento le risate suscitate dal reciproco insultarsi dei tre amici, riportò il resto della ghenga al silenzio, decidendo che fosse più opportuno concentrarsi su un problema di rilevanza decisamente superiore alla pulizia di Martha. Come diavolo era possibile che Ringo, per davvero, avesse totalmente frainteso una perifrasi così nota? Ok; era risaputo che in virtù della sua salute cagionevole, Richard avesse studiato a casa; ma si supponeva quantomeno che la sua istruzione non fosse stata perpetrata attraverso la “lettura” di tavole di argilla cuneiformi realizzate da uno schizofrenico paranoide alle soglie dell’analfabetismo....occorreva a tutti i costi chiarirgli le idee.
-Ringo, non angustiarti..- Lo confortò quindi, magnanimo- Laverò personalmente Martha più, tardi. Mi pare, ad ogni modo, che qui sia emersa ugualmente una questione leggermente preoccupante..-
-Giusto!- Esclamò George, che era rimasto anch’egli alquanto perplesso – una bella gatta da pelare!
- Gatta?- Ringo, indignato, assunse un’espressione schifata – ma...ma....GEORGE! Sei un essere repellente! Va bene che il tuo apparato digerente ha la stessa capienza di quella di un tirannosauro, ma addirittura arrivare a pianificare di mangiare un gatto... e quale, poi? Quello della vicina di casa? Avrà come minimo i vermi!!......-
-Ma vorrai scherzare?- Shignazzò, di rimando, il chitarrista – non mangerei mai quella palla di pelo! mi riferivo semplicemente alla questione sollevata da Paul!
-Ah, adesso capisco, razza di negrieri..- Ringo scattò in piedi, visibilmente sconvolto- Non contenti, dopo avere tentato di farmi fare da balia a Martha, avete pure deciso di mandarmi a depilare il gatto della vicina, per guadagnare qualche spicciolo. Ma non se ne parla, chiaro?  Che ci vada John a radere Mr Frinkles, così magari ne approfitta per darsi una passata alla selva oscura. Io, se volete saperlo, non lo toccherei neppure con i guanti.  (E non toccherei neppure con i guanti la criniera di Lennon, in ogni modo).
Un verno saturo di gelo calò nel soggiorno invaso di spartiti e di pacchetti vuoti di patatine masticate dalle inarrestabili mascelle di George.
- Benissimo. Ora ho bisogno di sentirti dire, in questo preciso istante, che ti applichi per sembrare un perfetto idiota...- Lo supplicò John esasperato, i cui occhiali si erano addirittura appannati dalla disperazione. Gesù....non è possibile.. sei scemo o mangi i sassi?
-Mi sa che ti stai confondendo con qualcun altro...-
 -Quanto sei monotono con queste allusioni al mio appetito, Starkey..- Sospirò affranto George, alzando gli occhi scuri al cielo –mi è venuto il latte alle ginocchia.
 -E poi l’ignorante sarei io..- Replicò Ringo, con gli occhi spalancati - Quello si chiama sudore, e si dia il caso che tu sia disgustoso! Non solo “pezzi” dal cavo ascellare, ma addirittura dalle ginocchia.......- Il giovane, sempre più scandalizzato, rimase per un istante immobile, storcendo il naso sotto lo sguardo costernato di Paul - qui, anziché a Martha, consiglierei a Lord Harrison di farsi un bagno.....(senza mai dimenticarci di John, il quale in quel cespuglio di capelli ospita quasi certamente una civiltà Lillipuziana...)
Ormai prossimo all’attacco isterico, il più volte insultato Lennon, decise di intervenire una volta per tutte per riscattare l’onore della sua chioma selvaggia: parandosi a pochi centimetri dall’importante naso di Ringo, infatti, l’occhialuto artista prese in mano la situazione....
-Ti avverto, inanellato. Al prossimo deliberato attacco al mio cuoio capelluto faccio una telefonata a quella frana di Best e tu sei fuori,  tanti cari saluti. Chi va via, perde il posto all’osteria.
Ringo sbuffò, offeso. Non gli sembrava certo il caso di alterarsi per qualche battuta sarcastica.
-Suvvia, Winston..- Ridacchiò, battendo sulla spalla dell’amico un’affettuosa pacca di conforto-  E fattele due risate, no? Sono pur sempre gratis,  e meno dispendiose dell’alcool. Tra parentesi, sei sempre il solito. Brian sta per venire a prenderci e tu pensi a bere? Sul serio Lennon, mi domando veramente quale problema tu abbia.....
A quelle parole, John si lasciò cadere sul sofà accanto ad uno sconsolato George, avvinto e privo di forze.
-Paul, te ne prego, intervieni..- Boccheggiò, esausto - O io giuro che, tra poco, lo sgozzo che neanche Clang...-
-Oh, e va bene...-
-Ringo, sweety Ringo...- Sussurrò il bassista, inginocchiandosi sulla moquette e posando delicatamente le mani sopra alle ginocchia di Ringo, come una mamma affettuosa – da quand’è che non ci facciamo una bella chiacchierata, io e te?
-Boh.
-Ecco. Bravo. Da troppo tempo. Allora cosa ne dici se  diamo inizio ad un discorsetto tra amici, e nel frattempo io ti spiego esattamente che cosa c’è che non va?
John allungò il braccio destro in direzione di Paul, mostrandogli il pollice sollevato in segno d’approvazione.
-Ottimo, McCartney. Finalmente!- Sospirò, sollevato - Un colpo al cerchio e uno alla botte.
-Addirittura fantasie sessuali sugli oggetti inanimati? Sei sempre stato ninfomane ma a tutto c’è un limite. John, ma che schifo! Lo dico a Yoko, eh?  - Strillò Ringo, arrossendo per l’imbarazzo. John, dal canto proprio, rimase impassibile, scagliando i propri occhiali nel vuoto in un ultimo, disperato gesto di resa.
- Vado a votarmi alla Madonna di Czestochowa..- Balbettò, allucinato - Ci pensi tu Paul, vero?
-FERMO!- Saltò su George, trattenendo l’amico per un lembo della bizzarra camicia hawaiana che aveva indosso –non penserai di lasciarci soli  a subire questo martirio, voglio sperare? Seduto Johnny, da bravo ! SITZ!
A quel comando, sia John che Martha si sedettero, obbedienti, sulla moquette, in attesa di nuovi sviluppi e desiderosi di scoprire se Paul sarebbe riuscito o meno a compiere un miracolo. Dal canto proprio, il fascinoso McCartney, sulle cui spalle pesavano le sorti di quel pomeriggio, iniziava decisamente a sudare...
-Allora Ringo....concentrati e visualizza, va bene?! Chiudi gli occhi. Pensa a tua madre. La vedi? Siete a Madryn Street, in cucina, adesso. Che cosa sta facendo?
Ringo, con gli occhi chiusi ed un’espressione un po’ ebete dipinta sul viso, indugiò per un istante.
-Ummh...ecco...si sta.....si sta.....tagliando le unghie dei piedi sul tavolo della cucina!
-Porca miseria, ma che schifo! qui c’è qualcuno che sta cercando di sostentarsi...-  Protestò George, decisamente nauseato, che nel frattempo si era appropriato di un sacchetto di pop corn per meglio godersi il sanguinoso spettacolo. Ma Paul era risoluto, nonostante l’inquietudine suscitata da quell’immagine, a proseguire nel suo esperimento. Però, cielo! Che abitudini....inconsuete la signora Elsie!
- Umh sì, ecco. Bene. Bravo. Si sta tagliando le unghie dei piedi. Proprio così. Tu sei vicino a lei, e cerchi di studiare per il compito di algebra. Stai scrivendo sulla pagina bianca, ti vedi?
-Sì. Mi vedo, Paul. Ma non sto scrivendo. Non riesco. Le unghie di mia madre hanno invaso il foglio a quadretti. Sono impossibilitato.-
-MERDA LIQUIDA, RINGO, SPOSTALE E METTITI AL LAVORO!
-O....ok. Alla faccia del poeta romantico. Agli ordini, Mein Fuhrer!
-Bene. Da bravo. Torniamo nella cucina. Cerchi di scrivere, ma sei uno studente svogliato. La testa sta per crollarti sopra il foglio. Allorché tua madre, smettendo repentinamente di tagliarsi le unghie, ti scuote leggermente per le spalle e con voce dolce e suadente, ti dice “andiamo Richard, svegliati e finisci i tuoi compiti. Chi dorme non piglia pesci!”. Ricordi di avere mai sentito questa frase, precedentemente?
Ringo si riscosse improvvisamente, spalancando gli occhi  spaventosamente accesi, come reduce da un lungo sonno. –Sì! Certo che la ricordo!- Esultò, scuotendo i capelli lisci – mia madre me la diceva sempre, per davvero!
A quelle parole, George smise miracolosamente di masticare, gli occhi praticamente invisibili di Martha si materializzarono improvvisamente al di sotto del folto pelo e John, riappropriatosi dei propri occhiali, promise mentalmente alla corte celeste che, se Paul fosse riuscito a riportare lo scriteriato alla ragione sì. Avrebbe potuto anche “valutare” l’ipotesi di spuntare di millimetri zero virgola cinque la sua zazzera selvaggia.
McCartney, dal canto proprio, la fronte imperlata di sudore ed i pugni stretti a pochi centimetri dal viso di Ringo, in un gesto di esultanza, era come sulle spine....
-Ci siamo! Ci siamo, me lo sento! Forza Ringo, cerca di ricordare....e che cosa significava, quella frase?
-Molto semplice..- Concluse il batterista, spolverando con aria altezzosa il proprio abito migliore - Che se mi fossi abbioccato come al solito sopra al compito, prendendo una F, la mamma mi avrebbe impedito di andare al porto a pescare merluzzi rigati...-
John si portò le mani al collo, disperato.
-Voglio morire...- Sibilò, mentre George tentava di dissuaderlo dal tentativo di porre fine alla sua esistenza terrena ipnotizzandolo con un leccalecca.
- NO! Non è ancora detta l’ultima parola, Lennon!- Ringhiò Paul, con una smorfia determinata sul bel viso – io, quest’oggi, in questo salone, nel pieno delle mie facoltà, GIURO: inculcherò una buona volta nella mente labile del nostro sventurato amico il significato dei modi di dire. O non mi chiamo più McCartney!
 
 
Un tetro silenzio calò nella grande abitazione Londinese, mentre una serie di inquietanti interrogativi si affacciavano all’ignoto....
Perché Ringo non aveva la più pallida cognizione di che cosa fosse il senso figurato? Sarebbero riusciti i, nostri eroi, a farla franca? Martha, sotto a tutto quel pelo, non correva forse il rischio di nascondere qualche sorpresa e di rivelarsi essere quindi, un MarthO? La microciviltà nascosta  tra i capelli di John aveva già scoperto il fuoco? Il metabolismo di George era spaventosamente rapido, o semplicemente, il signor Harrison defecava come un drago?
Ed infine, al di sopra di tutto: quanto mai poteva essere attendibile il nobile proposito “O non mi chiamo più McCartney?”, considerato che colui che l’aveva pronunciato poteva, in realtà, chiamarsi WILLIAM CAMPBELL?
Ai posteri l’ardua sentenza.
 

 
FINE PRIMA PARTE

Salve a tutti ^^ scusate per il tal prodotto di una mente malata; ma l’ispirazione mi è venuta ascoltando una frase di John rivolta al personaggio di Ringo nel lungometraggio a cartoni animati “Yellow Submarine”, la quale recitava; “speculi in astrazione”....mi sono dunque chiesta; cosa sarebbe successo se, invece, il povero Richard, non fosse stato in grado di farlo? Lungi da me voler far fare al povero Ringo la figura dell’ignorante, ma mi piaceva troppo l’idea di renderlo protagonista! Per mia Sorella, autentica Fan dei Beatles che ha provveduto a formare la mia cultura (anche se mai eguaglierò i suoi livelli di fanatismo ù.ù).Chiedo scusa al mondo intero (e ai Fab al gran completo, viventi o no) per tale boiata gigante :D.
  
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