RAPIMENTO!
RAPIMENTO!
POV
DAMON
Mi
aveva dato uno schiaffo. Non l’avrebbe passata liscia.
Appena
l’avrei trovata l’avrei fatta pentire di averlo
fatto.
Non
poteva essere andata lontano perciò rimasi in
città, a piedi. Con me venne uno
dei suoi amici, Lucas.
Era
passata un’ora e non l’avevamo trovata. Mentre
incominciavo a pensare che era
fuori città vidi un’auto accostarsi al marciapiede
con un gran stridio di
gomme.
POV
TALIA
Lo
avevo schiaffeggiato. Quasi non ci credevo.
Ma
che mi era preso? Gli avevo fatto fare una figuraccia davanti ai suoi
amici e
alla ragazza che ama.
“Prima non ti saresti fatta tutti questi problemi. Non ti sei mai innamorata, che invece con lui…”
Chiudi
il becco coscienza!
“Sai
che ho ragione…”
Non
ho bisogno della tua opinione!
“Ma ne avrai più avanti, quando lui ti dirà che…”
Che cosa? Che non può stare con me per questo o per quell’altro motivo? Magari perché sono solo un rimpiazzo di Elena?
“Esatto! Lui ti sta solo usando, ti getterà via alla prima occasione, quando capirà di essere ancora innamorato di Elena!”
Allora
cosa
posso fare? Non posso andarmene così, e non posso chiedere a
Rebekah di
cancellarmi la memoria, tanto non ci riuscirebbe comunque. Forse mi sto
veramente innamorando, e ciò mi spaventa! Non era mai
successo prima…
“Stai calma e fai finta
di
niente, tu sei la Donna dal Cuore di Ghiaccio e lui è un ragazzino. Devi andare avanti e non pensare
a lui. Anche se è un gran bel
ragazzo…”
Coscienza!
“Scusa!
Ma sai perfettamente che è
vero…”
Alzai
gli occhi
al cielo.
-Talia,
stai bene?-
Sobbalzai.
Mi ero dimenticata di Annabeth seduta
sul sedile accanto a me, talmente ero presa dal mio trip mentale con la
mia
coscienza.
-S-si,
stavo solo riflettendo, scusa-
-Non
me la bevo. Dai cosa c’è?-
Vedendo
che non accenno a rispondere, continuò.
-Ci
siamo sempre dette tutto, ti prego, rendimi
partecipe dei tuoi pensieri-
-Stavo
pensando… a quello che ho fatto poco fa-
-Ti
riferisci allo schiaffo che hai dato a Damon?-
Annuii.
Non avevo ancora capito perché ci stavo
così male.
Volevo
sentire qualche parere esterno alle mie
emozioni, così esternai ciò che mi inquietava.
Lei
mi guardò con un misto di sorpresa,
preoccupazione e amore fraterno.
-Che
c’è?- Mi faceva paura quello sguardo.
-La
mia piccola Talia si sta innamorando, alleluia!-
esclamò, più a sé stessa che a me.
-Non
è vero!- ribattei.
-Certo,
certo- disse con un sorrisino malizioso.
Non potei fare a meno di arrossire sotto quell’occhiata, e
ciò la fece
scoppiare a ridere. Se possibile diventai ancora più
bordeaux.
-Dove
stiamo andando?- La sua voce mi fece
riportare lo sguardo sulla strada. Involontariamente pigiai ancora di
più
l’acceleratore.
-Houston-
dissi solamente.
-Cosa?
In Texas? Torna immediatamente indietro!-
-No!-
Il tachimetro segnava i centosettanta.
-Come
faremo con Rebekah, Kol ed Elijah? Tu sei nel
Consiglio! Penseranno che sei un vampiro!-
-E
allora? Intanto lo sono già per metà!- La
lancetta sfiorò i centonovanta.
-Pensa
a Lucas, Cassandra e Simon! Pensa ai tuoi
amici! Cosa dirai loro?-
Era
vero. Non ci avevo pensato, presa com’ero dai
miei ragionamenti su di lui.
Rallentammo
ed entrammo in un’area di sosta.
Fermai
l’auto e mi lasciai cadere senza forze sul
sedile, ad occhi chiusi.
-Hai
ragione. Mi fa male ammetterlo, ma hai
ragione-
-Beh,
li stavi abbandonando…-
-Ok,
ok, ho capito! Torno indietro-
Feci
inversione e ritornammo a Mystic Falls.
Entrai
in città ad una velocità tale che quasi non
vedevo Lucas parlare con Damon mentre ci cercavano. Probabilmente gli
altri
erano sparsi per la cittadina.
Quanto
a me, feci la cosa più pericolosa che avessi
mai fatto in tutta la mia vita: smaniosa di raggiungere i due ragazzi,
pigiai
la frizione, scalai le marce, schiacciai il freno e girai il volante.
L’auto si
arrestò in uno stridio di gomme ad un millimetro dal
marciapiede dall’altra
parte della strada.
Annabeth
era caduta in uno stato catatonico dovuto
allo shock, da cui si riprese subito. Scese dall’auto sotto
gli sguardi
stupefatti di Lucas e Damon che si sporsero a vedere chi è
il guidatore.
Temetti che svenissero quando mi videro con le mani sul volante.
Scesi
anch’io con un sorriso e mi dovetti sorbire
una ramanzina sulla pericolosità della mia azione.
Come
se non bastasse Rebekah stava venendo verso di
me con un’espressione alquanto infuriata, e i suoi fratelli
non erano da meno.
-Che
caspita ti è saltato in testa? Volevi far
spiaccicare tua sorella contro l’asfalto?- mi
gridò contro.
-E
tu sai il perché della mia fuga?- urlai di
rimando.
Stavamo
dando spettacolo nel bel mezzo della
strada, ma non m’importava. Ora volevo solo riabbracciare la
mia piccola
Cassandra.
Come
se l’avessi evocata col pensiero, la mia amica
comparì all’improvviso, colpendomi la spalla con
un pugno.
-Ma
che ti è preso? Mi hai fatto venire un infarto!
Non farlo mai più!- e mi si gettò tra le braccia,
piangendo.
-Talia!-
Perfetto, adesso sono arrivati proprio
tutti a rompere! Ma loro non hanno mai fatto una follia per non sentire
le
proprie emozioni e i propri sentimenti?
-Ci
hai fatto preoccupare!-
Strano,
pensavo che mi avrebbero uccisa. Dio,
adesso avevo anche gli occhi lucidi!
Affondai
il viso nei morbidi capelli di Cassandra
che mi stringeva forte, quasi per scongiurare una mia possibile fuga.
-Adesso
basta, Cassie. Fai piangere anche me- Ma
lei non si staccò e mi sorrise. Lo sentii attraverso il
contatto della una
faccia con la mia pancia.
Alla
fine non ce la feci più e grossi lacrimosi
iniziarono a scendermi lungo le guance. La strinsi con più
forza, stando
attenta a non spezzarle qualche osso.
Alzai
lo sguardo e vidi Damon osservarmi con
un’espressione indecifrabile. Mi chiesi cosa a cosa pensasse.
Annabeth
si avvicinò e afferrò Cassandra,
staccandola da me, così mi potei asciugare gli occhi.
Sentivo
i miei amici litigare. Mentre Lucas e Simon
mi sostenevano contro Rebekah e i suoi fratelli sentii un fazzoletto
bagnato
sulla bocca, poi scivolai nel buio.
POV
ANNABETH
Stavamo
discutendo se quello che mia sorella aveva
fatto fosse giusto o sbagliato quando sentii qualcuno strattonarmi la
maglietta.
Abbassai
lo sguardo e vidi Cassandra che, dall’alto
dei suoi 15 anni, mi guardava implorante.
-Dov’è
Talia?- mi chiese.
-Ma
come, non la vedi? È lì…- e indicai
dove si
trovava lei prima. Mi bloccai perché non c’era
nessuno. Sembrava essersi
volatilizzata.
Inorridii.
Talia era scomparsa.
Cacciai
un urlo e caddi a terra urlando il nome
della mia sorellina. Intorno a me si fece il silenzio. Tutti mi
guardavano
piangere.
-Dov’è
Damon?- Stefan ruppe il silenzio.
In
quel momento notai anche la sua scomparsa.
-L’ha
rapita…-
-Non
possiamo saperlo- disse Elena, parlando per la
prima volta.
-Ha
un movente. Vuole vendicare lo schiaffo di
un’ora fa- continuai.
-Annie,
noi siamo con te- mi disse Lucas, serio.
Annuii.
Mi faceva bene sapere che avevo qualcuno
dalla mia parte adesso.
-Veniamo
anche noi- Kol, sempre pronto ad aiutare
Talia.
-Ok,
ci dobbiamo dividere. Simon, tu vai con Kol.
Perlustrate tutta la città. Kol, tu dovrai mostrargli tutti
i posti più
nascosti che conosci.
Elijah
e Lucas, voi fate il giro della periferia.
Per voi vale lo stesso discorso degli altri due. Cassie e Rebekah, voi
verrete
con me. Andremo nella foresta. Mi raccomando, pensate come lui-
Risposta
affermativa. Ora scattava l’operazione
“Ritrovare Talia e prendere a calci nel sedere
Damon”.
Facemmo
come dissi e ci sparpagliammo per Mystic
Falls e dintorni.
Camminavamo
da un po’, ormai era quasi il tramonto.
Cassie era stanca, così mi ero offerta per trasportarla
sulla schiena, ma lei
non aveva voluto.
-Bekah,
secondo te, dove potrebbe nascondersi in
questo bosco?-
Lei
ci riflettè su e poi mi rispose.
-Io
andrei in un posto accanto ad un fiume, o in
una radura molto ampia, così da poter vedere chi arriva e,
se necessario,
essere avvantaggiati nella fuga-
-Sai
dove posso trovare un posto così?-
-Vicino
al lago c’è troppa gente, ma se si va
più a
monte c’è un fiume. È molto bello
perché c’è una cascata e una piscina
naturale, ed è molto difficile arrivarci-
Era
quello il posto. Incominciai a correre.
POV
TALIA
Lentamente
ricominciai a riprendere i sensi, ma mi
sentivo la vista annebbiata e la testa pesante.
Cautamente
socchiusi gli occhi e la luce del sole
pomeridiano mi ferì le pupille, così li richiusi.
-Bensvegliata-
Una voce armoniosa mi riempì le
orecchie e la mente.
Piano
piano feci forza sul braccio destro e mi misi
a sedere, aiutata da due braccia forti e muscolose. “Braccia
da
uomo”.
-Dove…
dove sono?- chiesi, la voce impastata.
-Accanto
a fiume-
Corrugai
la fronte.
-Come
ci sono finita qui?-
-Ti
ci ho portata io-
Non
feci in tempo a rispondere che avvertii il suo
respiro infrangersi contro il mio collo, facendomi rabbrividire.
-Fai
tanto la dura quando sei insieme ai tuoi
amici, ma appena sei lontana da loro diventi un agnellino-
sussurrò contro la
mia pelle.
Le
sue labbra ad un millimetro dalla mia giugulare.
La sua mano sinistra percorse il mio braccio destro, mentre
l’altra mano
disegnava forme astratte sulla mia schiena, facendomi venire la pelle
d’oca.
-Cosa
vuoi fare?-
-Secondo
te?-
Aprii
gli occhi. Il ragazzo che mi stava
praticamente appiccicato era Damon Salvatore.
Lo
spinsi via con le braccia.
-Stronzo!
Volevi approfittarti di me?-
Un
sorrisino malizioso si fece strada in quel viso
così bello.
-Ti
prego. Solo un bacio-
Scossi
la testa. Non lo volevo.
-Solo
un bacino. È solo un innocente bacino-
-Con
te niente è innocente- sputai. Lui rimase
interdetto.
-Allora
la BarbieOriginal ti ha detto tutto della
sua vita-
Io
annuii, chiedendomi perché stavo lì a parlare
tranquillamente con lui, quando magari i miei amici mi stavano
cercando.
Ancora…
Lui
mi si sedette accanto.
-Ti
va di raccontarmi perché mi odi tanto?-
Annuii.
-Bene,
sono tutto orecchi-
-Sai
la storia delle Cacciatrici di Artemide?-
Lui
sbatté più volte le palpebre, disorientato dal
mio improvviso cambio di discorso.
-No…
chi sono? Sono curioso-
-Sono
le ancelle della dea Artemide, cacciano con
lei e, come lei, hanno fatto voto di castità. Niente
rapporti con gli uomini-
Lui
mi guardava con la bocca aperta-
-Sai,
sono aperta a qualsiasi domanda-
Si
riscosse.
-Per
rapporti intendi?-
-Ogni
cosa. Da quelli sessuali a quelli della più
innocente e pura delle amicizie-
-Ma
se tu hai fatto questo voto, perché hai degli
amici maschi, come Lucas e Simon?-
-Io
ho escluso solo il primo tipo di rapporto, non
il secondo. Preferisco che un uomo sia mio amico che il mio fidanzato,
si
soffre di meno la separazione-
-Quindi
hai sofferto per amore-
Annuii.
-Fammi
un esempio di persona che ti ha fatto
soffrire in questo modo-
-Per
amore? Credevo di essermi innamorata di Lucas,
ma lui mi ha detto chiaro e tondo che non ricambiava. È
stato un colpo per me.
Grazie al cielo c’erano Cassie e Annabeth che mi hanno
aiutata. Devo tutto a
loro-
Terminato
il mio monologo abbracciai le mie stesse
gambe e misi la testa tra le ginocchia. Mi veniva da piangere.
-Dalla
tua reazione deduco che è una cosa recente-
-È
successo a marzo scorso-
Lui
si alzò e si sedette dietro di me. Fece passare
le braccia sotto le mie per potermi abbracciare e appoggiò
la testa sulla mia
spalla.
Rimanemmo
così per quelle che a me sembrarono delle
ore.
Fu
in questa posizione che Rebekah, Annabeth e
Cassandra ci trovarono.
POV
REBEKAH
Li
vidi prima delle mie amiche. Erano abbracciati,
o meglio, lui abbracciava lei facendole passare le braccia sotto le
sue, la
testa appoggiata alla sua spalla.
Talia
stava bene, sembrava un miracolo!
-Eccoli
lì-
-Brava
Rebekah, sei un genio!- Annabeth aveva un
gran sorriso a dipingerle le labbra, che morì appena vide la
loro posizione.
-Adesso
vado a separarli- e prima che l’Originaria
potesse fermarla, la Salvatore uscì allo scoperto, attirando
la loro
attenzione.
POV
DAMON
Me
ne stavo lì abbracciato alla mia tigrotta quando
la sorella sbucò dal bosco, guardandomi malissimo.
-Ehi,
guarda chi c’è- le sussurrai
all’orecchio.
Ci
alzammo insieme e le andammo incontro.
-Che
ci fate insieme voi due?- attaccò lei.
-Annie…-
incominciò la mia tigrotta.
-No,
niente Annie. Non ti ricordi più quello che ci
ha detto Rebekah?-
L’Originaria
spuntò dalla boscaglia come se
l’avesse evocata col pensiero. Mi fissava come se volesse
uccidermi.
Probabilmente pensava che avessi attentato alla virtù di
Talia.
-Forse
è meglio se vai con loro, evitiamo di fare
danni- le sussurai all’orecchio. Lei annuì e si
staccò da me. Avvertii subito
un brivido freddo attraversarmi la parte del corpo dove prima
c’era lei.
Annabeth
mi guardò come se fossi la cosa più brutta
di questo mondo. Vidi lo stesso sguardo dipinto sul viso della
BarbieOriginal.
Ma
non sentivo senso di colpa, piuttosto ero felice
di aver passato un po’ di tempo con la mia tigrotta, ero
riuscito a farla sciogliere
un po’. Ciò mi faceva sentire al settimo cielo.
Mentre
loro se ne andavano mi diressi verso la
pensione.
Arrivato
a casa entrai. Vidi tutti in piedi che mi
fissavano, mettendomi ansia.
-Che
è successo?-
-Potremmo
farti la stessa domanda- mi rispose
Elena.
-Ok,
sentite. Non è successo nulla. Lei mi ha
parlato dei suoi problemi esistenziali e io l’ho abbracciata.
Tutto qui-
-Non
ti credo, hai ancora il suo profumo addosso-
Elena, sempre così diffidente.
-Sei
gelosa?-
-Non
è una domanda pertinente- mi gelò.
-Lei
è come me. Inoltre so cosa la fa soffrire di
più, quindi non farò niente per provocarle dolore-
-Ci
tieni a lei?-
-Come
ci terrebbe un amico-
La
superai e mi diressi in camera mia.
Mentre
camminavo decisi: dopo avrei fatto visita
alla mia tigrotta preferita.
Spazietto dell’autrice:
salve
a tutti! Visto che mi volevo far perdonare
per non aver aggiornato prima, ho pubblicato in anticipo il quarto
capitolo!
Che ve ne pare? Ma, aspettate un attimo! Dov’è
Percy? Peeercy! Dove sei?
Arrivo,
arrivo, sono qui. Non
preoccuparti, tesoro.
*si
leva un coro
di “oohhhhh” dal pubblico mentre divento rossa* *un
tuono risuona in
lontananza*
Perseus
Jackson! Io non sono il tuo tesoro e noi
due non stiamo insieme! Capito?
*alzò
le mani in segno di resa* ok, ok…
*all’improvviso
compare Poseidone, il padre di Percy, spruzzando acqua salata ovunque*
* Percy
è completamente asciutto mentre io sputacchio, completamente
zuppa*
Ops,
scusa…
*e mi asciuga*
Grazie
divino Poseidone *lui sorride*
Percy! Vieni qui! *fantastico, mi ha già dimenticata*
Papà! *e gli salta in braccio*
Non far troppo arrabbiare Aryela, capito? Mi sembra una brava ragazza, perciò non influenzarla troppo, ok?
Si,
papà!
Ok, io
devo andare. Se mio fratello viene a sapere che sono
venuto qui mi incenerisce! *e se ne va, lasciandosi dietro
l’odore della brezza marina*
Ooook,
torniamo al capitolo. A me è piaciuto, certo, un
po’ lunghino ma rende l’idea.
Di che?
Della nuova amicizia che si
è
formata in questo cappy! Ma tu l’hai letto?
Ehm, certo!
E
dov’è ora? *tono da maestria che chiede i compiti*
Me
l’ha mangiato il ragazzo-capra!
Lasciamo
perdere, sei senza speranza. Allora, ditemi come vi è
sembrato il cappy tramite
le vostre recensioni, per sapere se vi piace la storia o se dovrei
cambiare
qualcosina.
Praticamente tutto…
Perseus Jackson! Come ti permetti! Quasi quasi chiedevo se potevo avere Nico al posto tuo…
No, no, no! Voglio rimanere qui!
E
allora fai i commentatore normale, altrimenti chiedo alla divina Era di
cambiarti!
*appare
la regina del cielo, seguita da tutti gli dei dell’Olimpo,
compreso Ade* *Percy
si fa piccolo piccolo accanto a me*
*Zeus
prende la parola*
A
votazione unanime del Consiglio, abbiamo deciso di farti un
regalo per la tua infinita pazienza con… mio nipote. Ti
potremo rendere immortale,
una dea.
E
di che cosa?
Questo si
scoprirà più avanti, quando sarai pronta a
rivelarti.
Ok, fatelo.
*gli
dei alzano le mani e dalla punta delle dita parte una polverina dorata
che si
posa su di me, mi rotea accanto come un turbine. Al termine mi sento
più forte*
Sei una dea?
Penso
di sì…
*gli
dei scompaiono, lasciandoci soli*
Bene!
Sotto trovate il link per la foto di Simon e dalla vostra scrittrice
divinizzata…
…e
dal vostro figlio di Poseidone preferiti…
…è
tutto, alla prossima!
Ciaooo!
Ciaooo!
Arsela&Percy
P.S.:
Simon