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Autore: sashaminez    16/07/2012    0 recensioni
Sasha è una ragazzina che vive in America centrale, è stata abbandonata dal padre in orfanotrofio dopo la morte della madre. Li conosce Ricardo (Ric) con il quale scappa.. Durante il viaggio incontrerà molti altri ragazzi. E scoprirà segreti sul suo passato a lei sconosciuti. Cercherà di tornare alle origini ma dovrà avere a che fare con mostri di tutti i tipi. Ce la farà a trovare un posto nel mondo?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Passarono 2 mesi, e ogni santo giorno i ragazzi mi venivano a dire, che ero stata cattiva, che dovevo rimettermi con Jeremi, che lui era distrutto… Cominciavo a non sopportarli. Con le ragazze stavo soltanto quando non c’erano i maschi in giro, cioè solo in camera . A lezione cercavo di evitarli ,non sopportavo essere fissata da Jeremi, sentirmi il peso del suo sguardo addosso, provai anche a dirglielo, ma smisi, non volevo peggiorare le cose, in compenso, non dovevo subirmi dalle ragazze tutti quei discorsi sui vestiti eccetera, eravamo proprio diverse, mi chiedevo perché non me ne fossi accorta prima. Di meglio c’era il fatto che passavo moolto più tempo con Ricardo , a pranzo, colazione, in gita , a lezione , a cena, alle feste, in pratica il più possibile. Un giorno a una festa in giardino stavamo seduti su un tronco posto in orizzontale , stavamo fissando il riflesso che aveva la luna sul lago, c’era una calma straordinaria .
:- Perché non ce ne andiamo? Perché non scappiamo?
:- Perché io sto aspettando che mio padre mi torni a prendere.
:- Sasha, tuo padre è andato in guerra, e la guerra è finita ormai da anni, lo so che è triste, ma se non è tornato ora, beh non c’è più niente da fare.
Scoppiai in lacrime, perché in fondo sapevo che quello che diceva era vero, me lo diceva il mio cervello , ma il cuore si opponeva, non ci voleva credere.
:- No, no, no,no,no,no,no, non è vero! Lui è vivo e verrà a prendermi!!
Prese con una mano la mia e con l’altro braccio mi cinse le spalle e mi strinse a lui.
:- Scusa, ma non credi sia ora di scoprire la verità… Scappiamo, sicuramente saprai tornare a casa, rubiamo due cavalli e ci facciamo una vita nostra!
:- Non,non,non,non lo so, ci devo pensare.
Non riuscivo a smettere di piangere, era più forte di me, sta volta stava avendo la meglio il cervello, il cuore si stava rassegnando all’idea che mio padre era moto! Mi alzai e mi diressi verso la villa.
:- Sasha dove vai?
Non risposi… Mi rincorse, vidi davanti a me Jeremi e i miei vecchi amici, Ricardo però non li vide, mi prese per il braccio, mi si mise davanti
:- Mi dispiace,ma devi saperlo, ormai è così da tempo anche per me…
Mi si stava avvicinando
:- Ricardo,Ricardo,Ricardo…
Cercavo di dirlo, ma lo stavo dicendo a me stessa, dopo tutto, era quello che volevo, quello di cui avevo bisogno, un AMICO  che mi tirasse su, che mi aiutasse, che mi capisse. Ricardo era ormai a due millimetri da me, posò le sue labbra sulle mie, all’inizio, stavo per scansarmi,poi sentii le sue labbra, calde, diverse da quelle di Nicholas o Jeremi, le sue erano un paradiso, calde nell’inverno freddo, morbide nella terra dura…Mi lasciai andare, tanto che le gambe mi cedettero, senza staccare le labbra dalle mie, mi cinse i fianchi e pian piano mi appoggio, sulle foglie leggermente bagnate dalla brina. Mi ero letteralmente scordata di Jeremi, Mari, Leo e i ragazzi che ci stavano guardando, ma non mi interessava, era la mia vita e volevo viverla. Ricardo mi stava togliendo la giacca, lo lasciavo fare, ne avevo bisogno. Se fosse stato Jeremi o qualcun altro a farlo, probabilmente avrei rifiutato, ma era Ricardo cavolo, Ricardo e lo amavo,forse , ma in questo momento ero confusa ...molto confusa.
Mi svegliai che ero in camera, ma non mia .
Avevo paura, non ci capivo più niente, mi ricordavo solo il bacio, le foglie bagnate, e,e,e poi basta, più niente. Mi ridistesi, avevo la testa che mi pesava, piena di pensieri, le braccia, le gambe non riuscivo a muoverle…Che cosa mi era accaduto? Dov’era Ricardo? Ad un certo punto sentii la chiave che entrava nel chiavistello della porta, trak, mi avevano chiuso dentro a chiave.. Pian piano sentii la porta aprirsi, il cigolio..ci vedevo poco, vedevo dei capelli, castani, si castani , lunghi … Ma non vedevo la faccia, non riuscivo a mettere a fuoco, che cosa mi era successo ieri ?
Qualcuno aveva parlato, probabilmente lo sconosciuto davanti a me, ma non capivo cosa mi stesse dicendo, niente…Ancora,ancora e ancora cercava di dirmi qualcosa, ma non riuscivo ne a sentire ne a vedere, avevo qualcosa che mi impediva di aprire gli occhi, e la testa mi rimbombava…non ci capivo più niente!
L’unica cosa che capivo, nelle voci all’interno della mia testa erano: “Traditrice”  “verme”  “amavo”  “scappare” “corri ” “più veloce” !! La voce, non capivo se era di maschio o di femmina… Mi concentrai, più che potei… voci , voci, voci, voci, e ancora voci, voci, e poi… più Niente!
                                          
Mi svegliai, la testa che rimbombava era come un dejà vu   aprii gli occhi, Ci Vedevo! Già qualcosa, provai ad alzarmi, facevo fatica, molta fatica, sul tavolino vicino al letto c’era un bicchiere d’acqua, una spugnetta bagnata e un pezzo di pane. Bevetti l’acqua, mi bagnai la fronte che scottava con la spugnetta, ma non avevo fame quindi presi e mi misi in tasca il pezzo di pane . Cercai di avvicinarmi alla porta, tirai giù la maniglia. Non ci capivo più niente, c’era un lungo corridoio, era tutto bianco,muri,porte, scale, tutto… cercai di fare un passo ma caddi a terra. Niente più niente,il silenzio e tutto d’un tratto ero distesa su un prato, uno di quelli delle fiabe, qualcosa di peloso mi stava toccando il braccio, cercai di alzarmi e ci riuscii, mille conigli bianchi, bellissimi, mai vista una cosa del genere. Riuscivo a camminare, a parlare, e ci vedevo!
  
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