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Autore: Harmony394    16/07/2012    14 recensioni
«Perché stai piangendo?» Una voce infantile e femminile alle sue spalle lo fece sussultare e lui, istintivamente, si voltò a fronteggiare chiunque fosse stata l’artefice di quella domanda. Quando si voltò, i suoi occhi proiettarono quella che doveva essere la sagoma di una bambina di circa dieci anni. Aveva dei folti e ricci capelli rossi che le incorniciavano il viso piccolo e sottile ricoperto di lentiggini e dei grandi occhi color cielo curiosi e vispi che non smettevano di scrutarlo. Non era molto alta, arrivava all’incirca alle sue spalle e inoltre era anche parecchio magrolina.
Non seppe il perché di quello strano pensiero, ma Loki ebbe come l’impressione di avere dinanzi a sé una… sì, una piccola volpe!

[Loki x Nuovo Personaggio]
STORIA CONCLUSA!
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Volpe e il Lupo.'
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~Jealousy.

    I suoi occhi sul tuo viso,
     la sua mano sulla tua mano,
       le sue labbra accarezzano la tua pelle.
       E’ più di quanto possa sopportare!

          Moulin Rouge – El Tango de Roxanne.






 
Come ogni mattina, allo scoccare delle otto, le ancelle del principe Loki si recarono nelle sue stanze e, cautamente, una di loro bussò alla porta che portava all’entrata della stanza.

«Principe di Asgard, siamo le vostre ancelle»Disse una di loro, annunciandole.

A quel richiamo, Loki emise un flebile lamento e portò svogliatamente la testa sotto il cuscino sperando che, almeno quella mattina, le sue serve lo lasciassero in pace. Era troppo stanco per alzarsi. Lo era perché aveva passato l'intera sera precedente a cercare le risposte alle domande che lo tormentavano da ben cinque giorni  e che non gli permettevano di dormire.  Voleva scoprire a tutti i costi cosa fosse accaduto quella notte, nella Camera della Guarigione, e voleva anche sapere cosa fosse successo a lui ed Emily.

«Con il vostro permesso, noi entriamo» Nuovamente, la voce roca e gracchiante dell’ancella che aveva parlato poco prima si insinuò nelle sue orecchie e, nel vedere entrare con prepotenza le serve nelle sue stanze, Loki emise un profondo e malcelato sbuffo di disapprovazione. Si mise a sedere e, irritato, lanciò uno dei suoi cuscini addosso a una di loro, colpendola in pieno.

«Chi vi ha dato l’autorità di irrompere nelle stanze del vostro principe senza il suo consenso? Andate subito fuori di qui, ve lo ordino!»Sbraitò saltando giù dal grosso letto e ergendosi in tutta la sua piccola statura.

In un primo momento, le donne rimasero un po’ perplesse dal comportamento arrogante del loro principe che, solitamente, restava impassibile e quieto quando veniva svegliato; ma, dopo quel breve momento di sorpresa, la servitrice più anziana prese la parola e i mormorii concitati che si erano venuti a creare fra le più giovani di loro si interruppero istantaneamente.

«Mio principe, questi sono ordini provenienti dal Padre degli Dèi. Egli desidera che voi vi prepariate per andare insieme ad lui a caccia per commemorare l’inizio della Stagione del Sole. Sapete bene quanto vostro padre tenga a queste tradizioni» Spiegò, senza scomporsi. «Noi siamo solo delle umili servitrici e il nostro unico desiderio è servire gli dèi. Quindi, vi pregherei di seguirmi: il vostro bagno mattutino è già pronto»L’ancella si voltò nella direzione opposta, dirigendosi verso l’uscita della stanza.
Subito, le compagne più giovani si affrettarono a seguirla.

Nel vederle, Loki emise uno sbuffo infastidito e irritato: come si permetteva una misera serva come quella di parlargli così? A lui, il Principe di Asgard! Sarebbe dovuta essere uccisa per questo!

Sentì l’irritazione scattare in lui come una molla ed ebbe l’impulso di prendere a calci quella sfacciata. Eppure, nonostante cercasse in tutti i modi di incolpare la vecchia per il suo malumore, in cuor suo, sapeva bene che non era lei quella la causa di quel suo malessere.

Era nervoso poiché sapeva che quel giorno non avrebbe potuto vedere Emily. L’andare a caccia con Padre gli avrebbe portato via troppo tempo e lui, dopo un certo orario, non poteva assolutamente uscire dal palazzo. Oltretutto, era agitato anche perché sapeva che solo lui sarebbe dovuto andare alla battuta di caccia, al contrario di suo fratello Thor che sarebbe rimasto a casa, in panciolle. A pensarci bene, la cosa non gli dispiaceva più di tanto: in fin dei conti, quella sarebbe potuta diventare un’ottima occasione per catturare l’attenzione di Padre e renderlo fiero di lui. Nonostante ciò, ebbe un orribile presentimento; era come se fosse certo che, da un momento all’altro, sarebbe capitato qualcosa di terribile.

Sospirò, cercando di cacciare via quegli assurdi pensieri, e subito dopo si arrese nel seguire la vecchia ancella presso i bagni reali. Sapeva bene che, se avesse disobbedito a un’usanza tanto importante per Padre, quest’ultimo lo avrebbe certamente punito. E lui ne faceva volentieri a meno.
Quando arrivò alle porte del bagno reale, sapendo qual era la procedura che andava fatta ogniqualvolta dovesse fare un bagno, emise un lamento di disapprovazione. Infatti, come da copione, alcune ancelle cominciarono ad attorniarlo e, con delicatezza, lo spogliarono delle sue vesti notturne mentre altre si dedicavano a profumare con vari aromi la sala.

Era ormai abituato a quelle norme … regali, eppure non poté evitare di sentirsi profondamente in imbarazzo non appena un’ancella fece per togliergli i pantaloni. Cercando di nascondere la vergogna si affrettò a immergersi nella vasca, provocandosi così un brivido lungo la schiena per il contatto troppo veloce avuto con l’acqua fredda.
Irritato, si rivolse con rabbia alla serva più anziana.

«Perché quest’acqua è gelida?».
«Si dice che l’acqua fredda tonifichi i muscoli, mio signore» Gli rispose con calma quella, cominciando a insaponargli la schiena, imitata subito da altre ancelle. «Può avere solo effetti benefici su di voi».

A quella risposta non poté fare a meno di restare in silenzio, infastidito, ma quando una mano un po’ più delicata delle altre fece per insaponargli il collo, si voltò irritato e diede uno schiaffo alla mano della ragazza, allontanandola.

«Posso farlo da solo, serva» Ringhiò a una ragazza decisamente più giovane delle altre.
«Perdonatemi, mio principe» Si scusò quest’ultima.

Non rispose. Si limitò semplicemente a sbuffare infastidito e a portarsi le ginocchia al petto, furioso.


Non ho nemmeno potuto dirle che oggi non ci saremmo visti.  Speriamo solo che non si arrabbi, odio quando incomincia a frignare.
 
Poi sorrise sornione.
 
Probabilmente, pigra com’è,  starà ancora dormendo.  Pensò, e finalmente decise di lasciarsi andare alle cure delle ancelle.
 


 

Al contrario di quanto Loki potesse pensare, quella mattina Emily si era alzata parecchio presto. Lo fece perché la sera prima aveva preso la decisione che la mattina seguente, dopo essersi alzata, avrebbe finalmente dato una pulita alla casa. Volle farlo soprattutto per dimostrare a Loki che poteva benissimo cavarsela da sola e che non aveva bisogno di nessuno; neanche di sua zia. Oltretutto, non sapeva perché non avesse mai incontrato i suoi genitori. La zia le diceva che avevano avuto un brutto incidente a causa dei Giganti di Ghiaccio e che adesso, non erano più lì ad Asgard. Quando però le domandava dove si trovassero e se mai un giorno sarebbero tornati, lei le rispondeva sempre la stessa cosa: lontano da qui, tesoro. Molto lontano. In un posto che nessun asgardiano ha mai visto coi propri occhi: si chiama Valhalla, e ci vivono solo gli eroi più coraggiosi. Coloro che hanno combattuto per il popolo di Asgard e i suoi abitanti. Però se le chiedeva se un giorno sarebbero venuti a prenderla, lei scuoteva leggermente il capo e le rivolgeva un sorriso amaro che significava più di mille parole.

Eppure, non le credeva affatto.

Nella sua ingenuità, era certa che, un giorno, i suoi genitori sarebbero tornati a prenderla e a portarla a casa, dandole tutto l’affetto della quale era stata privata in quegli anni. Ne era certa, non poteva essere altrimenti.

A quei pensieri, un po’ di malinconia si fece largo in lei, facendola rattristare. In fondo, nonostante non li avesse mai visti, i suoi genitori le mancavano davvero tanto e, in cuor suo, avrebbe davvero voluto vederli. Le sarebbero bastati anche pochi minuti, purché li potesse passare con loro. Inoltre, avrebbe tanto desiderato un fratellino o una sorellina da accudire e a cui voler bene.
Subito, nella sua mente riaffiorarono alcune parole cariche di odio dette da Loki nei confronti del fratello maggiore, il Principe Thor. Loki le diceva che era un presuntuoso e un arrogante da cui bisognava stare lontani e al quale era meglio non dare confidenza. Eppure, era certa che Loki si sbagliasse: aveva visto pochissime volte il Principe Thor, ma, nelle rare occasioni che i suoi occhietti vispi avevano incontrato quelli azzurri del dio, aveva visto del buono in lui. Di certo, una persona di bell’aspetto come Thor non poteva assolutamente essere cattiva, perché le persone malvagie erano sempre brutte e raggrinzite, proprio come raccontavano le favole midgardiane che sua zia le leggeva quando era in casa. E il Principe Thor non rientrava in nessuna delle due categorie.

Quando si accorse dei pensieri decisamente imbarazzanti che stava facendo, scosse energicamente la testa: non aveva tempo per quelli! Doveva sbrigarsi a pulire la casa poiché Loki sarebbe arrivato a momenti per giocare con lei e di certo, dopo tutto quello che  aveva fatto per lei, doveva come minimo fargliela in ordine e offrirgli una bella accoglienza. Già. Doveva proprio darsi da fare.

«Forza!» Si incoraggiò «Devo pulire tutto prima che arrivi! ».

Pulì alla meglio tutto ciò che le sembrò sporco o in disordine e, quando giudicò di aver finito, tirò un sospirò di sollievo.

«Finalmente!» Urlò, esausta.

Si guardò attorno e notò con piacere che le cose, anche se non di molto, erano migliorate. Ora il pavimento non aveva più quegli odiosissimi filetti di polvere e le coperte del suo piccolo letto erano finalmente state messe a lavare dopo quella che sembrava un’eternità. Il grosso tavolo in legno era stato lucidato e la dispensa svuotata da tutti i cibi avariati.
Felice come non mai, si avviò verso il salice piangente dove lei e Loki si incontravano abitualmente, certa del fatto che di lì a poco lui l’avrebbe raggiunta e lodata per il lavoro svolto.

Voglio proprio vedere la sua faccia non appena gli farò vedere come ho ben pulito casa mia.”

Passarono i primi secondi, poi i minuti e infine le ore. Emily si accorse del tempo trascorso solo quando vide il cielo tingersi di un allegro arancione che stonava del tutto con i suoi sentimenti. Sospirando, si arrese all’idea che quel giorno, Loki non sarebbe venuto.

“Perché?” fu il suo primo pensiero. Perché non è venuto? Io volevo fargli vedere com’ero stata brava nel riordinare… Perché non è venuto? Che si sia arrabbiato con me? Si domandò tristemente con gli occhi che cominciavano ad inumidirsi e bruciarle.

Dove aveva sbagliato? Cos’era successo? Perché Loki non era venuto? Che fosse realmente arrabbiato con lei? Che stesse male? O forse aveva trovato un’altra bambina dai capelli rossi con cui giocare. Magari era perfino più bella di lei quella bambina. Subito, provò un profondo senso di angoscia all’altezza del petto e fu come se qualcuno le avesse preso il cuore per tenerlo stretto in una morsa di ferro.

Forse Loki aveva davvero trovato un’altra bambina con cui giocare?

Irrequieta, si alzò da terra, pronta a dirigersi con passo spedito verso il palazzo di Odino per poter constatare con i suoi stessi occhi che lui non aveva trovato un’altra compagna di giochi. Doveva sapere. Doveva capire perché non fosse venuto da lei, che lo aveva sempre aspettato tutti i pomeriggi.

Correndo quanto più velocemente le sue gambette glielo permettessero, Emily arrivò di fronte al palazzo di Odino, dove l’entrata era sbarrata da due guardie alte il doppio di lei e con un’espressione decisamente poco simpatica. Per un momento, a causa della sua piccola statura, nemmeno si accorsero della sua presenza, ma quando si lasciò sfuggire un borbottio, i due si accorsero di lei e subito dopo essersi scambiati un’occhiata fugace, entrambi si chinarono per sentire quello che aveva da dire.

«Cosa ti porta qui, piccoletta?» Domandò a un tratto uno di loro, fissandola.

Emily deglutì più volte prima di rispondergli. Sentì un nodo alla gola che le impediva di parlare e che le teneva la lingua attaccata al palato. Ebbe timore che le guardie avrebbero potuto farle del male se non avesse risposto a dovere. Non aveva mai avuto un buon rapporto con le persone più grandi di lei, soprattutto se si trattava di uomini.

«I-Io … »Boccheggiò lei. «V-Vorrei vedere il p-principe Loki … » Disse infine con voce minuta.

Le due guardie si scambiarono un’occhiata divertita e poi scoppiarono a ridere.

«Padre degli Dèi! Questa ragazzina parla sul serio!» Fece uno al compagno, che sembrava non volesse più smettere di ridere. «E dimmi, uccellino, cosa avresti di così importante da riferire al giovane principe, eh?» La sbeffeggiò poi con aria canzonatoria.

Emily si sentì rimpicciolire. Le sembrò quasi che tutto il suo coraggio fosse scomparso e, al suo posto, un crescente senso di ansia spintonava per farsi posto. Deglutì spaventata e dopo aver fatto un enorme respiro, disse: «Q-Questi non sono affari vostri! ».

Le guardie, decisamente sbigottite per la sua reazione, si guardarono con perplessità per alcuni secondi. Subito dopo le rivolsero uno sguardo carico di astio e rimprovero.

«Cos’hai detto, ragazzina?» Ringhiò uno di loro, avvicinandosi pericolosamente ad Emily, che indietreggiò subito, allarmata.
«Ritiralo subito!» Gli fece eco l’altro.

Emily sentì il respiro mozzarsi quando una delle guardie levò una mano su di lei, come a volerle dare un ceffone. Serrò gli occhi impaurita e si portò le mani davanti al viso,  preparandosi mentalmente  al dolore che avrebbe subito.

Eppure, niente di tutto ciò che aveva previsto accadde.

«Fermatevi!» Urlò una voce che aveva già sentito da qualche parte.

Avvertendo che qualcuno era venuto in suo soccorso, riaprì piano gli occhi, cercando di mettere a fuoco chi fosse stato l’artefice di quel grido e, con sua enorme sorpresa, vide un ragazzino alto un po’ più di lei e con un fisico slanciato e forte, nonostante l’età. Aveva dei folti capelli biondi tagliati in un caschetto e dei lineamenti decisamente duri e delineati. Ma solo quando incrociò il suo sguardo ceruleo capì di chi si trattava.

«P-principe Thor!» Pigolarono all’unisono le guardie alla vista del Dio, scattando sull’attenti.
«Lasciatela in pace, vili codardi! Con che coraggio ve la prendete con una femmina? Tornate ai vostri posti, prima che vi faccia punire da mio Padre!» Sbraitò quest’ultimo.

Per un momento, Emily credette che quei due, che erano circa il triplo di lui, lo avrebbero senza alcun ripensamento preso a pugni. Si stupì non poco quando, al contrario di tutte le sue aspettative, le guardie fecero una profonda e rispettosa riverenza.

«Certo, principe Thor. Siamo ai vostri ordini!» Dissero, intimorite. Poi, con malagrazia, si allontanarono da lui.

Thor scoccò loro un ultimo sguardo carico di ira e gonfiò il petto, orgoglioso del risultato ottenuto. Subito dopo si voltò verso di lei e le si avvicinò.

«Scusali … sono dei completi idioti. Avranno ciò che meritano» Disse duramente.
«Grazie mille! »Urlò lei, improvvisando un inchino. «Non so davvero come ringraziarti! »Aggiunse.
«Sono felice di averti aiutata, ho assistito a tutta la scena: perché desideri parlare con mio fratello? » Domandò lui, sorridendole.

In un primo momento Emily pensò bene di lasciar perdere e di non rispondergli. In fondo, non voleva mica mettere Loki in imbarazzo. Oltretutto, lui parlava sempre male di Thor e quindi, per un momento, fu tentata di non fidarsi di lui. Eppure, quando incrociò i suoi occhi, un dolcissimo calore al petto l’avvolse facendola sentire al sicuro e piena di fiducia nei suoi confronti. Decise quindi di fidarsi e raccontargli quello che era successo, ma lui la precedette.

«Ora ti riconosco!»Urlò. «Tu sei quella bambina con cui Loki gioca sempre! Ma certo, devi per forza essere tu! Io non sbaglio mai!» Gongolò, scrutandola per bene con l’aria di chi non voleva essere contraddetto.

Per un momento, Emily pensò che effettivamente Loki non avesse tutti i torti a definire suo fratello un tipo presuntuoso e arrogante; ma i suoi pensieri vennero deviati dal fatto che lui le avesse appena regalato uno dei suoi migliori sorrisi e, istintivamente, chinò il capo e arrossì un po’ a quel gesto così diretto e strano, poi però ricambiò anche lei il sorriso.

«Come ti chiami? »Le domandò Thor.
«Emily» Disse abbozzando un sorrisetto incerto.
«Emily? Che nome assai buffo! »La sbeffeggiò l’altro. «Io sono Thor, il Principe di Asgard. Piacere di conoscerti, Emily» Si presentò lui baciandole la mano. Emily a quel gesto arrossì ancor più vistosamente, e per un momento si dimenticò del perché si trovasse lì e cosa dovesse fare.

«Ti va di giocare a guardie e ladri? » Domandò ad un tratto.
«Guardie e ladri? Che cos’è?» Replicò lui.
«È un gioco. Me l’ha insegnato mia zia; dice che è una cosa che fanno i bambini su Midgard» Rispose, saccente.
«Interessante! Andiamo a giocarci, forza!» Fece lui prendendola per mano e cominciando a correre verso il giardino del palazzo.


Felici, i due bambini giocarono tutta la sera; entrambi contenti di aver fatto conoscenza. Quando però alcune ancelle si avviarono verso di loro, i due smisero subito di bighellonare.

«Principe Thor, volevamo avvertirla che vostro fratello, il principe Loki, è tornato al palazzo» Proferì una di loro mentre scrutava con un’espressione accigliata la piccola Emily, che aveva i piedi e il corto vestito bianco sporchi di terra.

«Vostro Padre vi ha sempre detto di non giocare con la plebe, signorino Thor» Dichiarò poi arricciando il naso.
«Lei è amica mia » Sbraitò a quel punto Thor. «E non è assolutamente vero che Padre non vuole che io giochi con lei! E ora va via, serva!»Urlò all’ancella che rimase sbigottita.
«Vogliate perdonarmi, Principe Thor»Rispose la giovane, ritirandosi e scoccando un’occhiataccia a Emily.

Nonostante l’aria fosse pesante e umida, Emily sentì dentro di sé un profondo senso di gratitudine nei confronti del suo nuovo amico; sentimento che venne subito represso dal fatto che, in effetti, l’ancella aveva ragione: lei non era una reale. Era una semplice servitrice del regno. Oltretutto, in quel momento era davvero sporca e, di certo, non era molto presentabile.

«Normalmente non sono tutti così antipatici.» Dichiarò Thor a ‘mo di scusante, distogliendola dai suoi pensieri.
«Non fa niente, sul serio. In fondo, abbiamo giocato vicino alla terra, è normale che mi sia sporcata» Fu la sua risposta.

Thor la guardò un po’ incuriosito e accigliato, ma subito dopo le rivolse un grosso sorriso che la fece nuovamente arrossire.

«Mio fratello è tornato, vuoi ancora parlargli?» Le domandò, cambiando discorso.

In quel momento, le ritornò in mente il perché si trovasse lì e subito, risentì l’angoscia avvolgerla come una coperta molto, molto pesante e si morse il labbro inferiore, in soggezione.

«Qualcosa non va?» Chiese Thor.

Scosse energicamente la testa in senso di dissenso.
 
«N-No! Certo che no. Però, be’ … In effetti mi piacerebbe poter parlare con Loki. Oggi non ho potuto vederlo e spero vivamente che non sia arrabbiato con me» Rispose con un filo di voce.
«Arrabbiato? E perché mai? Credevo andaste d'accordo».
«E infatti è così, ma …».
«Ma?»La spronò lui.
«Ma oggi non è venuto a giocare con me al bosco. Quindi, credo sia arrabbiato per qualcosa che devo avergli fatto. Solitamente viene sempre.»Biascicò con un filo di voce.

Improvvisamente, Thor scoppiò a ridere e, a quella vista, uno sguardo interrogativo si dipinse sul suo viso lentigginoso.

«Perché stai ridendo? »Domandò.
«Rido perché ti sei sbagliata! Quest’oggi Loki non è potuto venire a causa della battuta di caccia che Padre gli riserva a ogni inizio Stagione del Sole. Non c’entri nulla tu » Sghignazzò quello, divertito. 

Nell’udire quelle parole, sentì quel grosso e pesante macigno che aveva sopra il cuore dissolversi.

Quindi Loki non era arrabbiato con lei e non aveva nemmeno trovato un’altra bambina con cui giocare!

«Sono così felice! Grazie mille, Thor!»Urlò gioiosa gettandogli le braccia al collo, sporcandolo un po’ di terriccio.

Thor, preso alla sprovvista, arrossì un po’ e si irrigidì come una corda di violino; poi subito dopo ricambiò con foga l’abbraccio e la fece perfino volteggiare in aria per un po’.

«Ti andrebbe di giocare anche domani?» Domandò, speranzoso.
Ci pensò un po’su, poi esordì con un semplice. «Solo se con noi gioca anche Loki!».
«Certo che con noi gioca pure Loki, è mio fratello!».
«Allora va bene! » Gongolò lei. «Però … ora potresti mettermi giù, per favore? ».
«Oh. Certo… Scusa» Biascicò Thor in risposta, poggiandola a terra.

I due si guardarono e, dopo alcuni secondi, cominciarono a ridere di gusto per la strana, ma divertente situazione di pochi attimi prima.

Continuarono a ridere e a punzecchiarsi a vicenda, inconsci del fatto che dall’alto di una delle vetrate del palazzo di Odino, due profondi occhi verdi li fissavano con crescente astio e decisamente tanta, tanta gelosia.
 





 
-Angolino dell’Autrice.

 
SSSSalve a voi tutti! Ogni tanto mi faccio viva! :3

Perdonate l'enorme ritardo, sono dispiaciutissima! >-< Ma ho avuto parecchio da fare a casa e poi il computer aveva pure smesso di funzionare per un certo periodo di tempo... ( Dannati aggeggi babbani.)
Comunque sia, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Era da tanto che volevo scriverlo! Finalmente la storia comincia a prendere una svolta! Direi che era ora che Thor ed Emily ( con grande felicità da parte di Loki. ndr) si incontrassero.
Comunque sia, credo che questo sia l'ultimo capitolo dove li vedremo piccini-piccio. Dal prossimo, se la mia testa non mi dice il contrario, questi tre bimbetti diventeranno dei bei ragaSSuoli.
A parte ciò, sono un po' triste in questo periodo. Ho scoperto che uno\a  di voi che leggeva la mia fic l'ha tolta dalle seguite e onestamente, ci sono rimasta un po' male.
Sul serio, perdonatemi se la storia non è avvincente o se per qualsiasi altro motivo non vi intriga. Cercherò di fare il possibile per migliorarla! Però mi servono consigli. Altrimenti non so proprio come muovermi! ç\\\ç

Detto ciò, vi saluto.
Adieu.<3
 
RINGRAZIO INFINITAMENTE DARMA PER AVER BETATO IL CAPITOLO!
GRAZIE MILLE!! <3
 
    
   
 
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