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Autore: MermaidJey    16/07/2012    3 recensioni
Due gemelle, una l’opposto dell’altra. Orfane e allevate sin da piccole alla lotta.
Non hanno più nessuno al mondo, nessun obbiettivo, se non uno: la vendetta.
Ma se la vendetta poterà all’amore? Accetteranno questo sentimento tanto bello quanto devastante?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Susy's POV
6. La rabbia dei buoni




‘E’ sera e Samantha non è ancora tornata’.
Questi sono i pensieri che scorrono dalla mia testa alle mie mani che si contraggono per la preoccupazione.
‘Dai Suzanne, Sam se la sa cavare da sola… Vedrai che ci sarà una buona ragione.’ Susy prese a fare avanti e indietro nella piccola stanza affittata vicina alla scuola.
Guardava preoccupata l’orologio,ogni rintocco di secondo le gravava sullo stomaco.
‘Fanculo, io vado a cercarla’ si decise, aprì di scatto la porta, la chiuse a chiave, scese di fretta le scale che portavano all’esterno.
Era lì fuori, raggomitolata sui gradini del palazzo, le braccia intorno alle magre gambe portate sul petto mentre guardava decisa gli ultimi bagliori della giornata.
Ero sconvolta, fece capolino nella mia mente un ricordo un po’ sbiadito.
Samantha Hitchmond, sei anni, raggomitolata sugli ultimi gradini in legno massello della nostra vecchia casa,lo sguardo perso nel vuoto, le ginocchia portate al petto, gli occhi azzurri tinti di tenebra.
Suzanne conosceva sua sorella, sapeva come prenderla così si sedette senza esitare accanto a lei sugli scalini, guardando ciò che guardava lei in lontananza.
-Ehi Sam…-
Il suo sguardo passò dall’orizzonte ormai totalmente buio alle ciocche nere e lunghe che facevano capolino sul viso perlaceo, per poi scrutare gli occhi cerulei della sorella che era ancora intenta a fissare il vuoto difronte a sé.
-Samantha, guardami negli occhi-
Suzanne diveniva sempre più nervosa mentre la sorella continuava a guardare il vuoto.
-Ti prego, non ancora, non di nuovo, non così.-
La strinsi in un abbraccio in modo da affondare il suo viso nell’incavo tra il mio collo e la spalla.
-Lui.. lui… ha- singhiozzò -e poi mi ha…- balbettò scossa dai singhiozzi.
Prima che potesse rendersene conto, Sammy le si era tuffata addosso piangendo e stringendo ogni lembo di tessuto.
-LUI CHI, CHI??!!- la stavo ancora stringendo la sorella mentre urlavo con gli occhi sgranati quelle parole, poi mi scostai in modo da poterla guardare negli occhi: -Dimmi tutto. ORA. SUBITO. NOME E COGNOME.-
Ero fuori di me e avevo bisogno di sapere.
-Ecco.. ero a scuola in uno dei miei nascondigli preferiti... Letteratura, sai che palle… ed è comparso Michael Drake. Lui... ha detto... che sa di noi...- si passo le mani sul volto: - Sa di Jonathan, dei nostri genitori… dell’orfanotrofio…-
Non riuscivo a capire e mi limitavo ad ascoltare.
-Poi… ha detto che gli dispiace... e io... io volevo solo andarmene senza ucciderlo… e poi lui mi ha baciato…e sono scappata...- a quel punto Suzanne prese di nuovo la testa della sorella su petto e la cullò finchè non smise di piangere.
Era raro vedere sua sorella piangere, ma sapeva che non era solo perché quei Drake le avevano scoperte, Michael l’aveva baciata.
L’ultima volta che un essere umano solcò quelle labbra lei aveva sei anni, era la notte prima dell’assassinio dei loro genitori e la loro mamma le aveva baciate, rimboccando loro le coperte.
Da quel giorno Samantha non trovò più nessuno così importante da poterla baciare.
Dopo un tempo indefinito, riuscii a convincere Sam ad entrare. Dormimmo abbracciate nello stesso letto per evitare gli incubi.


Samantha aveva ancora gli occhi gonfi per il giorno prima, ma nulla le avrebbe impedito di prepararmi un bel caffè, quella mattina eravamo particolarmente silenziose.
-Susy,quanti cucchiaini ?- Samantha era più dolce del solito.
-Dammelo così, amaro- Sammy scosse il capo guardando turbata la sorella e poi sentendo il silenzio calare riprese: – Susy, va tutto bene, niente è ancora perduto, okay sanno chi siamo, ma non sanno cosa siamo.-
-Si, hai ragione.- sospirai: -Ieri hai pianto, tanto.-
-Sì, ma va tutto bene.-
-Muoviti, o faremo tardi.- presi la borsa, e mentre mi facevo una coda ordinata, uscii di casa.


-Ciao Marilou!-
-Ciao ragazze, tutto bene?- la ragazza si era avvicinata alle due sorelle nel cortile della scuola e mi guardava leggermente preoccupata.
-Susy va tutto bene?-
-Certo…è solo che oggi è una giornata no..-
-Suzanne- Samantha sbarrò gli occhi mentre guardava dietro di me: -Promettimi che qualunque cosa succeda in questi dieci minuti, non lo ucciderai.–
Sentivo i passi avvicinarsi sempre più, erano due, i due dannatissimi fratelli Drake.
-Promettimelo- esclamò Sam sempre più preoccupata.
-NO.- risposi voltandomi.
Mentre Marilou e Sam mi guardavano io voltai lo sguardo verso i due ragazzi, uno castano, l’altro biondo, che si erano fermati a qualche passo da noi.
Probabilmente il più astuto, Frederick, doveva aver capito le mie intensioni dallo sguardo perché si parò davanti a suo fratello e mi guardò con un’espressione tra il preoccupato e il pronto a scattare.
-Oh ma guarda, il povero, piccolo e fragile Michael Drake che si fa proteggere dal suo fratellone grande e grosso- faccio io in tono canzonatorio ponendomi a mia volta davanti a Samantha.
-Se non sbaglio non è stato lui ieri a scappare.- mi risponde il bastardo con gli occhi azzurri.
-Smettila Rick- disse Michael intervenendo bruscamente.
-Tu taci, bastardo approfittatore- dissi io rabbiosa stringendo i pugni.
-Senti, stronzetta, non so chi sei o chi ti credi di essere ma tu, mio fratello, bastardo non lo chiami, è chiaro?- Rick fece un passo avanti verso di me, i miei occhi di nuovo dentro ai suoi.
- Ah sì e chi me lo vieta, eh? Un buonoanulla come te? Eh?-
-Bella, sta’ attenta a come parli.-
-Suzanne, basta.-
A quel ‘Bella’ scattai verso Frederick tirandogli uno schiaffo di quelli mai visti e lui stranamente stette fermo.
-Ora capisco, tu e lui siete fatti della stessa pasta, entrambi egocentrici, approfittatori e menefreghisti,sai cos’ha fatto tuo fratello?-
-So che tua sorella ha sfondato la camera DI MIO FRATELLO mentre si stava vestendo e saremmo noi quelli STRANI?-
-TUO FRATELLO HA BACIATO MIA SORELLA DOPO ESSERSI INTROMESSO NEL NOSTRO PASSATO E DOPO AVERLE SBATTUTO IN FACCIA LA MORTE DI MIO FRATELLO. NON DOVEVA PERMETTERSI,TU SEI COME LUI, A VOI NON INTERESSA DI CHI SOFFRE, BASTA CHE FATE I CAZZI VOSTRI, MA IO E MIA SORELLA NON SIAMO ROBA PER VOI, METTETEVELO IN TESTA.-
Detto questo mi ricomposi e sorpassai mia sorella e Marilou che assieme ad un mucchio di persone ci stavano fissando.
Entrai in classe in tempo per il suono della campanella.
Mi accampai nell’ultimo banco infondo alla classe volendo solo una cosa: andarmene da quella città.
Quando finì l’ora, mentre tutti sciamavano fuori dalla classe io rimasi ancora nel mio banco, con la testa tra le mani a riflettere.
Decisa, uscii dalla classe ma subito una mano mi fermò.
Era un ragazzo alto e moro con gli occhi neri:
-Sei Suzanne Hitchmond?- ‘fantastico,qualche convocazione dal preside’
-Si, sono io.-
-Frederick Drake mi ha chiesto di darti questa.-
Frugò nel taschino ed estrasse una lettera chiusa in una busta con le iniziali dorate di F.D. stampate sull’angolo in basso.
Con le mani tremanti allungai la mano.
-Grazie.-
Quando tutti furono entrati nelle loro aule mi accovacciai vicino al muro tentando di calmarmi.
Aprii la lettera:
‘Suzanne non sapevo che tuo fratello fosse morto. Scusami davvero, non sono ciò che credi che io sia ma se frequentarmi ti fa soffrire così tanto, preferisco che tu non mi veda più.
Ne hai passate troppe, casa mia è sempre aperta.
Farò in modo da uscire dalla tua vita.
Frederick’





Susy

  
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