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Autore: Karyon    16/07/2012    3 recensioni
Partecipa all “Last night a DJ saved my… fanfiction!” del Collection of Starlight.
No, lei non poteva provare interesse per Blaise Zabini.
Neanche se era stato l’unico a insegnarle l’esistenza dei gigli Hogwarts, di cui non aveva mai davvero sentito parlare in vita sua.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Partecipa all “Last night a DJ saved my… fanfiction!”(un nome più lungo no, eh? xD) del Collection of Starlight.
Pairing: Blaise/Hermione [Overworked and Underappreciated].
Note di servizio: Allora, sì. Volevo sottolineare, per prima cosa, che Blaise è il Blaise della Rowling. Cioè, di lui abbiamo solo quella descrizione e ho preferito mantenerla, senza metterci occhi azzurri, pelle chiara e via discorrendo. Il carattere invece è stato modellato dalle varie fanfiction, che vedono Blaise come uno studioso, petulante come Hermione, brillante come lei (ammetto, molte idee provengono da Savannah, la prima che forse ha davvero utilizzato al massimo e al meglio questo personaggio). Però la sua descrizione di belloccio proprio non mi convince.
IL nome della ship è preso da una masterlist che sto utilizzando per scegliere di chi trattare, mentre tutte le ricerche su Hogwarts e mondo potteriano (compresa la notizia sui gigli) provengono dal meraviglioso Harry Potter Lexicon: la migliore fonte esistente, a parte la Row stessa.
Detto ciò, l’idea non è molto originale, ma potrebbe essere quasi plausibile dai! Quasi quasi in futuro ci scrivo una long… nella storia ci sono degli spunti sulla mia idea del nome della ship: Hermione è la overworked – oberata di lavoro, ambiziosa al massimo e che pretende molto di se stessa -, Blaise è l’underappreciated, perché è sottovalutato sia come personaggio che altro.
Si può vedere anche al contrario, direi, anzi!
Ditemi che ne pensate :3
 
 
Under the lilies
And my head told my heart: «Let love grow».
But my heart told my head: «This time no».
Yes, my heart told my head: «This time no».

Winter wind – Mumford and son
 
La piccola clessidra luccicò brevemente alla luce del sole, mentre mani titubanti giocherellavano con il lungo cordoncino sottile.
Hermione si chiedeva se davvero fosse stata una buona idea, quella della Giratempo.
Continuava a credere che lo studio fosse la sua più grande fonte di piacere, così come l’idea di poter – un giorno – diventare qualcuno.
Ron e Harry continuavano a prenderla in giro, perché fondamentalmente anche loro credevano fosse una ragazza un po’ troppo secchiona e petulante. La verità era che lei era ambiziosa sì, ma per un motivo che esulava dal semplice potere – e come poteva essere altrimenti? Aveva visto cosa il potere poteva causare negli esseri umani, trasfigurandoli fino alle ossa.
Hermione voleva aiutare, nient’altro.
Diventare una medimaga o un avvocato magico o un Auror o un politico… avere quel tipo di potere che potesse permetterle di dare voce a chi non ce l’aveva.
Sebbene la Giratempo le causasse uno stress infinito, sapeva che  era una cosa che doveva fare anche per se stessa.
Era così immersa nei proprio pensieri che neanche si accorse dell’ombra scura che si disegnò sull’erba tagliata di fresco, a pochi passi da lei.
«Granger, quel posto è occupato» esordì una voce dal tono acido.
La ragazza alzò la testa, strizzando gli occhi per guardare meglio attraverso la luce: forse era la prima volta che vedeva quel Serpeverde così da vicino; Blaise Zabini aveva ordinati capelli scuri e corti, occhi  neri dalla forma obliqua e – rispetto a molti altri della sua Casata – una divisa ordinata in modo perfetto, con la camicia bianca che risaltava sulla pelle scura.
Hermione si sistemò meglio la gonna a pieghe e batté le palpebre «Sono qui da ore ed era già libero stamattina».
Blaise la fissò senza ghignare o sorridere «Ok, forse non mi sono spiegato bene: quel posto è occupato da anni».
Per tutta risposta, lei tornò a guardarsi intorno «Zabini, ci sono duemila alberi sotto cui metterti. Sceglitene uno e lasciami in pace» replicò, sospirando scocciata: quello che più la infastidiva dei Serpeverde era che credevano di poter fare i bulli sempre e con pretese illogiche.
«Cos’è quel tono borioso, Granger? Mi credi forse stupido?»
«Come tutti i Serpeverde, d’altronde. Non si può dire che brilliate di intelligenza!»  Esclamò lei, alzandosi di scatto e raccogliendo in un sol colpo tutti i suoi libri sparpagliati. Quando la giornata cominciava così, voleva dire che era ora di ritornare a studiare in biblioteca, al silenzio. «Ora, se non ti dispiace, torno a studiare Aritman-ops».
Il pesante libro di “Numerologia e Grammatica” scivolò dalle mani cariche per finire a schiacciare un gruppo di fiori dai colori accesi.
Blaise sbuffò «Voi Grifondoro siete un danno…» grugnì, mentre prendeva il libro e si inginocchiava a dare un’occhiata ai fiori ammaccati.
Hermione tentennò qualche istante, poi si accovacciò di rimando, strappando il libro dalle mani del Serpeverde «Questo è mio!» Sbottò, poi si girò a guardare quello che aveva combinato. «Poveri gigli…» sussurrò quasi a se stessa, mentre ne sfiorava la corolla.
Blaise la osservò ammutolito per un breve istante, poi si lasciò trasportare dal solito fanatismo che lo prendeva nei momenti più assurdi «In Inghilterra li chiamano Hogwarts. C’è persino una leggenda che afferma che il nome della scuola derivi proprio da questo… comunque sono molto delicati» snocciolò, rendendosi conto – ovviamente troppo tardi – di aver parlato troppo e con la solita pedanteria.
Nonostante i suoi timori però, Hermione lo guardò piuttosto incuriosita «Mi sembra di aver letto una cosa del genere nel…»
«Beh, ovviamente “Storia di Hogwarts” lo cita a pagina 574. Però la Bath si lascia un po’ troppo trascinare dai miti» replicò lui con nonchalance.  
Ora sì che era stupita: non solo Zabini conosceva delle curiosità botaniche che nessun altro si sarebbe mai azzardato a considerarle interessati, ma aveva anche letto il manuale che nessuno nella sua Casata sembrava conoscere, indicandone persino l’autrice! Poteva quasi svenire.
Hermione batté le palpebre, schiarendosi la gola: era stata in silenzio per troppi minuti, così l’altro la stava guardando con aria perplessa.
«Sì… basterà un piccolo incantesimo guaritore...» borbottò qualche parola e una sottile striscia azzurrina spuntò dalla bacchetta a ravvivare i tre gigli Hogwarts.
I due ragazzi si rizzarono e si fissarono per un lungo secondo.
«Ehm, ottimo incantesimo» fece Blaise con tono reticente, dopo un po’.
Hermione annuì «G-grazie. Ora vado» annunciò, correndo poi all’indirizzo dell’ingresso e lasciando un Blaise Zabini piuttosto folgorato.
Nella fattispecie, era rimasto a guardare quei gigli convinto di aver finalmente capito una cosa importante: Hermione Granger era davvero una strega brillante, non soltanto una ragazzina sopravvalutata o  troppo ambiziosa.
Hermione, dal canto suo, ritornò in fretta e furia nel proprio dormitorio, dimentica della biblioteca o dello studio: si era appena resa conto di una cosa che la sconvolgeva parecchio e non riusciva a calmarsi. Perché Blaise Zabini era sì un Serpeverde e, peggio, uno degli amici di Draco Malfoy; ma era comunque un mago brillante e, sicuramente, molto sottovalutato.
E perché, molto probabilmente, le sarebbe piaciuto parlargli ancora, magari di Incantesimi e libri.
Una vocina nella propria testa le cantilenava una cosa come “Fa crescere questa sensazione, se son rose…”.
«No!» Sbottò alla stanza fortunatamente vuota. No, lei non poteva provare interesse per Blaise Zabini.
Neanche se era stato l’unico a insegnarle l’esistenza dei gigli Hogwarts, di cui non aveva mai davvero sentito parlare in vita sua.
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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