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Autore: AryaStark    17/07/2012    0 recensioni
Cause e coincidenze ci hanno fatto nascere , attimi , secondi , che non abbiamo deciso e scelto , ma che hanno influenzato profondamente la nostra vita . Attimi e secondi ci conducono a una fine così come ci hanno condotti a un inizio . Un nuovo inizio si cela sempre aldilà di una fine .
Ecco il mio secondo mini racconto . Ho fatto del mio meglio e ho messo tutta me stessa per rendere interessante ciò che ho scritto , quindi spero vivamente che vi piaccia e che una volta letto vi arricchisca .Grazie infinite !
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’acqua che le scorreva addosso era pura e incontaminata . Liscia e fredda al tatto .Le scorreva sulla pelle e quel contatto gelato la faceva sentire bene . Amava andare sotto la doccia nel cuore della notte . Stare ferma lì ,sotto l’acqua che le scorreva addosso, le dava l’impressione che tutti i suoi problemi  scivolassero via nei tubi di scarico .Ne aveva tanti di problemi . Avevano iniziato ad accumularsi dentro di lei all’età di otto  anni e da allora non avevano smesso mai neanche un attimo di tormentarla. Aveva 19 anni appena compiuti  e nella sua vita non aveva trovato neanche un attimo di felicità , neanche un secondo da poter definire felice ,da poter ricordare sorridendo. Aveva perso la persona a cui teneva di più, sua madre Charlie , da piccolina in un incidente d’auto . Non riusciva più a ricordarsi il suo volto , ma si ricordava chiaramente l’amore che provava per  lei e a ripensarci ,la ferita che aveva al cuore che non si era mai chiusa  ,le tornava a sanguinare copiosamente .  I suoi lunghi capelli neri buio e i suoi occhi verdi, le avevano fatto guadagnare la reputazioni di teppista e tutti la evitano. Abitava in una vecchia casa in periferia da ormai  due mesi , da quando era successa l’ultima disgrazia . Si era innamorata a scuola di un ragazzo , uno rozzo e grosso come un armadio . Si erano messi insieme ,così quasi per gioco . All’inizio era bello c’era il sesso e a volte l’amore. Lui però aveva il vizio di bere . Beveva sempre ,iniziava alla mattina  e non smetteva  fino alla sera . Anche lui come lei aveva sofferto molto ,era questo che l’attraeva di più di lui . Un giorno però le era arrivato in casa fradicio di birra e con la pistola in mano aveva iniziato a sparare. Suo padre per proteggerla le si era messo  davanti e due pallottole gli erano penetrate nel cranio , uccidendolo . Lì era finito tutto . Non ne  poteva più , i suoi nervi erano arrivati al limite . Troppo dolore . Si era trasferita , era andata via da quella casa piena di tristi ricordi , via dalla città dove non aveva più nessuno , via . L’uomo orribile che credeva di amare non fu neanche messo in carcere , era figlio di signorotti con i soldi e , si sa con i soldi si può tutto , si può far sembrare un ubriaco un malato mentale , e un atto di coraggio un atto di rabbia . Non ne poteva più della sua vita .Il letto nella camera di fianco era perfettamente fatto , le lenzuola erano nuove , appena comprate . Tutto nella casa era in ordine , adesso poteva andarsene . Con la lametta in mano sotto l’acqua scrosciante si inginocchiò nella stretta doccia . Le ginocchia a contatto con il duro pavimento in ceramica le dolevano , ma non erano niente. Il dolore che provava nel cuore era infinito , immenso , insopportabile .  Lo avrebbe fatto , ne era certa, ormai aveva deciso . La lametta scorse sul polso sinistro .Il dolore non fu così forte come aveva pensato. Nella sua mente scorrevano le immagini veloci come il vento , le immagini del suo dolore che motivavano il suo gesto. Con la mano sinistra sanguinante prese la lametta e tagliò anche il polso destro . Il sangue scorreva sulle sue mani , si univa all’acqua e spariva nelle tubature. Le lacrime le scesero dalle guance e si mescolarono con l’acqua e il sangue  . Avrebbe rivisto le persone che amava nel posto in cui stava andando, ne era sicura . Si sentiva svenire, il sangue stava uscendo sempre meno dalle ferite che si era inflitta. Le girava la testa , decise di alzarsi . Si mise con una tremenda fatica in piedi,uscì dalla doccia e andò in centro della stanza da bagno . Lì e sue gambe cedettero e  si ritrovò a terra , a contatto con il pavimento azzurro e rosso,  freddo , gelido . Sentiva la vita scorrergli via dai polsi , non se ne pentiva , quella che aveva vissuto non era vita . Un soffio di vento che proveniva dalla finestra aperta la fece rabbrividire . Brividi, quella sarebbe stata l’ultima volta che li avrebbe provati . Il cuore iniziava a faticare, bom-bom-bom sempre più piano fino a diventare un lieve sussulto e poi nulla. Gli occhi le si chiusero,le orbite si rigirarono e l’ultimo respiro le uscì dalla bocca . Cause e coincidenze ci hanno fatto nascere , attimi , secondi , che non abbiamo deciso e scelto , ma che hanno influenzato profondamente la nostra vita . Attimi e secondi ci conducono a una fine così come ci hanno condotti a un inizio . Un nuovo inizio si cela sempre aldilà di una fine .
 
 
Si ritrovò in piedi , infreddolita e umida al centro della stanza . I lunghi  capelli le svolazzavano sospinti  dalla fresca brezza che entrava dalla finestra e le solleticavano la schiena nuda . Guardando  fuori dalla finestra si accorse che i palazzi vecchi e crepati della periferia e i sudici capannoni delle aziende ormai fallite erano spariti e al loro posto c’era un bosco sommerso dalla notte , tetro , scuro .Una tenue luce lunare colpiva da ovest il bosco e rendeva visibili le tremuli foglie e le secche radici delle piante .Mosse il primo passo verso la finestra sorpassando un corpo senza valore sul pavimento . Non le interessava chi era quella figura indistinta, la finestra la attraeva , la chiamava, voleva vedere di più , voleva immergersi in quello che c’era fuori . Mosse un’altro passo  ,e finalmente riuscì completamente a vedere il paesaggio . Il mondo esterno era cambiato , scombussolato da una bomba , distrutto da una catastrofe ,modificato da una guerra. Per chilometri ,fino all’orizzonte e probabilmente anche oltre  era tutto diverso e distrutto .Resti desolati di case ,ombre di palazzi e chiese bruciate erano sparsi qua e là nell’orribile paesaggio .Niente di vivo poteva sopravvivere in quel luogo . Le lacrime le scesero copiosamente giù dalle rosee guance , ma non c’era un motivo per versarle . Non provava dolore , non stava male e non provava ne gioia ne felicità . Non possedeva sentimenti per poter urlare dalla disperazione o dalla paura o per ridere,così lasciò che le lacrime scendessero lentamente giù fino in fondo al viso . Una luce al centro del bosco la affascinò , l’unica luce in chilometri di buio . Era come uno scintillio , un riflesso di specchi . Sapere che quella luce esisteva ancora  anche se tutto attorno era distrutto e buio le fece provare la sua  prima emozione ,la  speranza. Voleva esserle vicina , voleva vivere quella luce e se possibile toccarla . Chiuse gli occhi e pensò alla luce, dolce luminosa, speranzosa . Una fresca folata di vento le raffreddò le ossa e mosse i capelli. Quando schiuse le palpebre sorrise. La sua luce era lì vicino a lei ,brillante , racchiusa tra i petali dell’unico fiore rimasto vivo tra tutte quelle erbe bruciate . Allungò la mano , voleva toccare la speranza . Sfiorò i soffici petali rossi del fiore e con delicatezza mista a paura toccò la piccola sfera di luce con l’indice. Era calda. La prese in mano e la osservò da vicino . Era più piccola di una biglia , luminosa come un faro e molto , molto pesante. Sentiva il suo peso , ma non corporalmente, i suoi muscoli non erano tesi nel tentativo di tenerla in mano , lo sentiva dentro , le stringeva il cuore in una morsa, pesante, soffocante. Tenere in mano la speranza le costava davvero molta fatica. Decise di rimettere la piccola biglia nel fiore rosso , ma quando guardò per terra il fiore era morto , appassito come tutto ciò che le stava intorno .Altre lacrime le scesero dagli occhi , non voleva più avere tra le mani la speranza, le faceva male , non riusciva più a sopportare il suo peso ,ma allo stesso tempo non voleva neanche appoggiarla in una terra così buia e arida . La stretta che esercitava su di lei la piccola biglia aumentava , inesorabilmente diventava sempre più pesante , fino a quando capì che era al suo limite. Non riusciva più a respirare , la testa le girava , il cuore le batteva all’impazzata e un suono frastornante le invadeva le orecchie. Basta , adesso l’avrebbe appoggiata a terra , non era abbastanza forte per sostenerla come faceva il fiore . Il suono alle orecchie aumentò così tanto che divenne silenzio e in quel silenzio si udì una voce .
<< Perché mi vuoi abbandonare ? >>
Di chi era la voce ? Si ricordava del timbro , L’aveva già sentita .Era la sua .
<<  Perché non mi vuoi più sostenere ? Sono un peso per te ? Eppure ti ho confortato all’inizio ,quando eri nella  stanza , ti ho infuso speranza in qualcosa, vero ? Perché adesso che io ho speranza nel tuo aiuto tu me lo neghi e mi vuoi lasciare cadere ?  La mia luce è per te di conforto come la tua presenza lo è per me. Restami accanto e ti giuro che piano piano non sentirai più il mio peso e starai meglio .Se proviamo a sostenerci a vicenda sicuramente un giorno saremo in grado di realizzare i nostri sogni perché io avrò te e tu avrai me , ti va di provare ?  >>
La piccola pallina le stava dicendo parole confortevoli , calde e sensate , ma lei non aveva sogni da realizzare e proprio non ce la faceva a continuare a tenerla  in mano. Stava per risponderle quando questa parlò ancora .
<<  Cosa credi che io sia ? >>
Era una domanda piuttosto sciocca , senza ombra di dubbio la piccola pallina era l’unica luce speranzosa e luminosa  in quel mondo triste e spento, quindi doveva essere l’unica cosa viva rimasta . Stava per risponderle quando questa parlò di nuovo .
<<  Io sono quella che ha creato questo mondo e sono  il suo sostegno, sono ciò che fa si che questo mondo rimanga unito , se dopo avermi accettato mi lascerai cadere tutto quello che è scomparirà , anche tu non sarai più nulla . >>
Come poteva una cosa tanto bella e luminosa aver dato vita a un mondo tanto brutto e devastato ?La  pallina le rispose.
<<  Tu sei il mio sostegno , io sono il sostegni di questo mondo ,questo mondo quindi ti appartiene ,e così anche io . Se il mondo è così è solo per colpa tua ,perché non hai abbastanza forza per sostenermi . Solo tu puoi  cambiare l’aspetto di questo mondo .Dimentica il dolore provato mentre cercavi di sostenermi , scorda che la mia esistenza ha un peso , inventa un mondo nuovo pieno di sentimenti e di emozioni ricordando quello che è successo e facendone un triste  tesoro . >>
Aveva veramente lei il potere di cambiare quel mondo distrutto ? Doveva fidarsi della luce , se lo sentiva ,ma aveva paura , paura di non farcela . Il dolore che l’aveva tormentata era stato così intenso che era difficile scordarlo. Se avesse potuto veramente inventare un mondo nuovo lo avrebbe reso un mondo felice e fertile , pieno di amore .Il sogno della pallina era diventato anche il suo, anzi la piccola biglia stessa lo era.  La determinazione le salì dallo stomaco , più potente di un fulmine e le disse quello che doveva fare . Doveva accettare veramente quella piccola vita che teneva in mano , non solo sostenerla , ma diventare un tutt’uno con lei . La voce famigliare parlò.
<<  Hai deciso sul da farsi ? Mi accatterai o mi lascerai morire ? >>
No , non l’avrebbe lasciata lì a morire , l’avrebbe presa , si sarebbe fatta carico di tutto e avrebbe cambiato  tutto , ripartendo da capo . Avvicinò la pallina di luce alle labbra rosse e la ingoiò . Sentì il calore e la dolcezza della pallina scenderle  giù fino al cuore e una fortissima luce illuminò tutto . L’aver accettato la pallina la rese estremamente  felice , si rese conto di aver fatto la scelta giusta . Ora non si tornava più indietro . Doveva vivere tutto , nel suo meglio e nel suo peggio , sempre . Una luce luminosa , splendente e tenera invase tutto e fece diventare tutto silenzioso e vuoto ,e lei capì che la pallina non era solo speranza e vita ,non era solo felicità ed emozioni , ma era la sua anima da tempo  persa e ora ritrovata in quello sconfinato mondo buoi che lei aveva creato .
La schiena le doleva , le pulsava , era fredda e intorpidita. Il freddo contatto con il pavimento le procurava dolore alle ossa. Dolore . Come poteva sentire dolore ? Si era tagliata le vene per farla finita ed era morta , allora come poteva provare dolore fisico ? Se provava dolore l’unica spiegazione logica era che lei possedeva ancora un corpo vivo . Pensò per  sperimentare la sua tesi di muovere l’indice sinistro . I nervi si mossero e vibrarono ,le scosse scesero dalla sua testa e passandole per il braccio arrivarono fino all’indice ,e questo si mosse . Era viva . Lentamente aprì gli occhi ,e una luce abbagliante la colpì . Piano questa poi divenne sempre più flebile e si rivelò essere il lampadario della stanza . Si alzò in piedi , si guardò intorno alla ricerca di sangue , di prove di quello che aveva fatto , ma non trovò niente . Si fissò i polsi , ma non c’erano tagli ne tantomeno cicatrici . Era tutto tranquillo , come se il suo atto contro natura fosse solo stato un sogno o come se qualcuno avesse mandato indietro il tempo . Sorrise . Qualunque cosa fosse successa in quella stanza non le importava più, adesso una nuova fiamma le bruciava dentro , voleva cambiare la sua vita in qualcosa di migliore . Prese l’accappatoio , se lo gettò addosso e uscì dalla stanza da bagno forse con il suo primo vero sorriso stampato sulle rosse labbra vive .
 
 
 
  
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