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Autore: usolaLIAMetta_    17/07/2012    29 recensioni
Quella canzone ascoltata fino alla nausea, l’aveva accompagnata e consolata in ogni momento, triste o felice che fosse.
Poi arrivò l’assolo di Harry.
E li si che qualcosa di veramente definitivo cambiò nella sua vita.
 
Genere: Mistero, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza in questione è Honey.
Sappiamo tutti che la parola ‘honey’ rappresenta qualcosa di caro, un tesoro. Non per nulla non è difficile trovare molte coppie di innamorati che utilizzano questa parola come soprannome.
Questa ragazza, sedicenne, è proprio come il suo nome la disegna.
Un tesoro, in tutto il suo significato.
E’ sempre stata la ragazza più dolce del mondo, la più studiosa, la più solare  e anche, perché non dirlo? Una delle più belle della scuola. Spontanea, semplice e senza pretese.
Un qualcosa, però, la distingueva da chiunque le stesse attorno, da qualunque amico, sconosciuto o famigliare che sia.
Lei non vedeva.
Da sempre.
Quando nacque, i dottori se ne accorsero da subito, la bambina sarebbe cresciuta senza la vista, senza riuscire a distinguere il verde dal rosso, senza guardarsi allo specchio e pensare ‘mi piaccio’, ma soprattutto, senza conoscere i volti dei suoi genitori.
Certo, avrebbe sviluppato molto più profondamente l’udito e il tatto, i suoi famigliari li avrebbe potuti conoscere anche solo sentendo una vocale pronunciata da essi. Anche un minimo contatto fisico con loro avrebbe emanato un calore inconfondibile per lei, dicevano i medici.
Per i genitori, comunque, fu un dolore immenso.
Ma un lato positivo c’era, come in ogni situazione.
Honey, la minuta bambina dagli occhi miele, sarebbe cresciuta con un carattere forte e senza paure…e la cosa più importante, avrebbe visto le persone da un diverso punto di vista: l’interno.
E così fu.
Era diventata una ragazza come tutti gli altri, con degli amici, e tanta voglia di divertirsi. Con la sola differenza che l’apparecchio, i capelli tinti, i modi di vestire, il colore delle scarpe abbinato a quello della maglietta non le importavano. Non aveva distinzioni. Per lei ‘sfigati’ e ‘popolari’ non esistevano, sono tutti uguali, l’unica diversa, sono io. Pensava.
Mary e Robert, i suoi due amici più fidati, nonostante tutti gli sforzi possibili non la capivano. Non potevano, in fondo.
Ovvio, a vedere il mondo con gli occhi, la faccenda è totalmente diversa. Chiunque capisce che non siamo tutti uguali, e chiunque sa che alla fine, la scala gerarchica dei romani non si è mai totalmente estinta.
Sfigati.
Neutri.
Popolari.
La scuola, il pease, diviso in tre gradini.
Non per Honey, ovviamente.
Non ha mai voluto sapere su che piano della scaletta fossero i suoi due amici, ma non era difficile da intuire.
Un ragazzo e una ragazza che frequentano una povera cieca, di certo non sono fra i più popolari e ricercati.
Ma andava bene così.
Non ha mai voluto sapere nemmeno come fossero di aspetto fisico, sapeva solo che Mary aveva i capelli lisci e che Robert, abbreviato in Roby, aveva un buon odore.
Lo sentiva quando lo abbracciava, alla fine di ogni giornata passata insieme, e per lei era sempre un piacere farlo, appunto per quel motivo. La accompagnava alla porta di casa e la stringeva calorosamente nelle sue braccia trasmettendole conforto, come se in quel gesto ormai diventato rito volesse dire ‘ci sarò sempre’.
 E questo era tutto ciò di cui aveva bisogno Honey: Non essere lasciata sola. Non tanto per la sua non-totale dipendenza per via della cecità, ma per il fatto che aveva paura che le persone potessero abbandonarla. Come aveva fatto Dio quando era nata, l’aveva abbandonata.
 Almeno così la pensava lei.
Quando tornava a casa, c’era un solo modo per sentirsi bene. Per essere consapevole che nessuno l’avrebbe mai lasciata.
Almeno non loro, non la loro musica, non le loro voci.
Liam Payne, Niall Horan, Zayn Malik, Louis Tomlinson ed Harry Styles, riuscivano a trasmetterle quella sicurezza che cercava sempre negli altri, ma che trovava soltanto in loro.
Non aveva mai potuto leggere i loro fact, vedere loro immagini, e leggere centinaia di fanfiction.
Ma la sua adorazione verso di loro era quella di qualunque fan, anzi, forse era ancora più forte e pura.
Aveva provato qualche volta a farsi leggere qualcosa su di loro da Mary, attraverso le pagine facebook e un sito di fanfiction chiamato EFP, ma l’aveva sempre bloccata dopo qualche riga.
Non è la stessa cosa, diceva. Vorrei poter avere intimità quando leggo, soprattutto se si parla di loro.
Non aveva tutti i torti.
Tuttavia, come molte Directioner, aveva il suo punto debole.
Harry Styles.
Il motivo non lo ha mai saputo spiegare, diceva che la sua voce le provocava un certo scombussolamento  allo stomaco e le faceva venire la pelle d’oca.
Non sapeva nulla del suo aspetto fisico, se non che aveva dei sexy boccoli che pendevano da un lato della fronte, causa delle tempeste ormonali di molte ragazze, a quanto le pareva.
In tante parlavano anche di due occhi felini color verde smeraldo, che sapevano inchiodare anche solo attraverso una foto. Ma lei sapeva, con suo gran dispiacere, che non avrebbe mai potuto incontrarli.
MAI.
Questa, era la monotona e triste vita di Honey Mitchell, la ragazza dai lunghi capelli castani e dagli occhi color del miele, ma soprattutto, non vedenti.
Almeno… fu triste e monotona  fino a quando Dio non decise di correre in suo soccorso.
Che si sia ricordata di lei dopo sedici anni? Pensò, spesso.
Forse fu così, o forse il destino aveva in serbo per la sua adolescenza qualcosa di diverso dai soliti drammi come il fatto di non poter distinguere un cielo sereno da uno nuvoloso, o il non vestirsi da sola per non rischiare di conciarsi come un pagliaccio con l’unico scopo di peggiorare la reputazione.
Non che potesse andare peggio per lei.
Comunque sia, in un pomeriggio di primavera, durante una passeggiata solitaria nel centro Londinese, il suo bastone andò contro il piede di un passante, facendolo inciampare.
Non era la prima volta che capitava in una situazione del genere, ma lì, su quel marciapiede e in quell’esatto momento, la sua vita cambiò da cima a fondo.
‘Scusami! Sul serio non volevo’ si dimenava il ragazzo.
Honey rimase stupita all’ascolto di quella frase. Solitamente quando la gente andava a contatto con il suo bastone, faceva finta di niente e tirava dritto.
Non solo non vedeva, ma anche gli altri facevano come se fosse lo stesso. Era frustrante.
Quel giorno, però, non lo fu.
Sorrise inevitabilmente davanti allo sguardo del ragazzo che, lo sentiva, era ancora puntato su di lei.
‘Non importa, davvero’
‘Per farmi perdonare, ti offro qualcosa al bar, non puoi rifiutare’
aveva risposto lui con tono incredibilmente simpatico.
Honey era scettica, ogni cieca lo era. Fidarsi degli sconosciuti era un probabile modo per finire stuprata da qualche maniaco, senza contare che lei non è mai stata brutta.
Anche se non lo sapeva, ovviamente.
Annuì, facendosi guidare dalla mano del ragazzo, che per forza di cose, si era stretta alla sua.
Il pomeriggio era passato in un lampo, tra risate e presentazioni.
‘Mi chiamo Josh Scott, starò qui per circa un mese, poi partirò per… l’America, sono di New York’ aveva titubato un po’.
‘Io sono Honey Mithcell, starò qui per… tutto il resto della mia vita, e sono cieca’ si era autoironizzata, riuscendoci in pieno.
Josh rise, forse per pena, o forse per simpatia. Ma questo a Honey non importava, perché quella risata le era piaciuta un sacco.
Come si concluse l’incontro?
‘Se ti va, potremmo rivederci qualche volta’
‘O sentirci’ ancora una volta scherzò.

Lui era un tipo simpatico, e amava stare al gioco. ‘beh, dipende dai punti di vista…io ti vedo bene, e non sei niente male’
Honey si limitò a sorridere, diede a Josh l’indirizzo di casa sua e disse che sarebbe potuto venire quando voleva. Non potè dettargli il suo numero di cellulare, come avrebbe potuto fare qualsiasi altra ragazza normale, perché lei un telefono non ce lo aveva, e anche se lo avesse posseduto sarebbe rimasto su qualche mobile della casa, dimenticato totalmente.
I due, partirono col vedersi la sera stessa, quando lui si presentò davanti casa con la macchina, dicendo gentilmente ai genitori di Honey che se avessero dato il permesso a sua figlia di andare a cena con lui, essa sarebbe stata trattata con il massimo rispetto e cautela.
Si vedeva che ci sapeva fare con le persone, tanto che i genitori non esitarono ad acconsentire l’uscita, stupiti del fatto che la figlia non gliene aveva parlato.
E il primo bacio arrivò. Almeno, per la ragazza.
Alla fine della serata, lui l’aveva portata in uno dei meravigliosi parchi di Londra, riprendendo a chiacchierare esattamente come avevano fatto il pomeriggio dello stesso giorno.
‘E così tu sei un popolare ragazzo di New York?’ lo prendeva in giro lei.
Il ragazzo prese la sua giacca dalla parte del colletto e se la mise a posto, come se Honey potesse vederlo.
‘In un certo senso’ vaneggiò.
La ragazza scoppio di nuovo a ridere, come aveva fatto spesso durante la giornata.
Poi un improvviso silenzio.
Una mano sentì toccarle un fianco, seguita da un brivido che prese spazio in tutto il corpo.
Quel ragazzo, le faceva uno strano effetto. Sin dall’inizio, nel  pomeriggio, quella voce le trasmetteva un senso di fiducia, di sicurezza. Come solo quella degli One Direction riusciva a darle.
Le labbra di lui si posarono delicatamente sulle sue, come se avessero paura di farle male. Il lento schiocco che crearono, la fecero di nuovo rabbrividire, dalla punta dei piedi fino alla cute dei capelli. Fu come prendere una piacevole scossa, per Honey.
Quando si staccarrono, non potè fare a meno del desiderio di riprovare di nuovo l’emozione di qualche secondo prima. Un senso di intraprendenza, senza motivo, la sovrastò, così da darle il coraggio di afferrare istintivamente il ragazzo per il capo e baciarlo, di nuovo.
Con il suo tatto raffinato Honey riuscì a captare che la chioma del ragazzo era particolarmente soffice, costituita da morbidi boccoli cadenti.
Non sapeva se erano biondi, rossi, neri o castani. L’unica cosa sicura era che non aveva ancora trovato cosa più piacevole da toccare.
Non troppo tardi, Josh la riaccompagnò a casa e le diede la buonanotte.
Uscirono ancora.
E ancora.
E ancora.
E Honey aveva preso ad essere veramente felice.
Soprattutto dopo la nuova notizia data dai suoi genitori.
Finalmente, avrebbe potuto vedere il mondo da un nuovo punto di vista.
Tra un mese, avrebbe potuto ammirare qualunque cosa con i suoi occhi, attraverso un’operazione chirurgica.
In passato, fu già considerata quell’opzione, ma il costo di un operazione di questo genere superava di gran lunga il badget familiare, e sarebbe stato impossibile.
‘Josh, a quanto pare è abbastanza ricco da finanziarti metà di tutto ciò’ le comunicarono i suoi.
Honey non credeva alle sue orecchie. Un’onda di felicità la attraversò di colpo, facendola scoppiare in lacrime.
La sua vita, sarebbe cambiata di li ad un mese, e tutto per merito di Josh.
Poteva sembrare ingenuo, dopo solo due settimane… ma quel gesto, significò molto per lei.
Era innamorata.
 
 
Arrivò il giorno della partenza di Josh, e Honey non dormì la notte pensando a questo.
Nel giardino di casa sua, prima di andarsene le aveva regalato un braccialetto con sopra inciso un nome, dicendole che anche lui ne aveva uno uguale, ma con il nome ‘Honey’.
Senti’ le prese la mano e la portò sul bracciale.
Al contatto con quell’incisione la ragazza non potè fare a meno di piangere, tra le braccia di lui, che contemporaneamente le baciava i capelli.
 ‘Due giorni dopo l’operazione, capirai una cosa.’ Le aveva sussurrato dolcemente.
Honey rispose tra i singhiozzi. ‘Che cosa?’
‘Che io ci sarò sempre. Anzi, ci sono sempre stato, in un modo o nell’altro’

Poi un bacio.
E quello fu l’ultimo.
Non lo avrebbe più rivisto. MAI PIU’.
 
Quella mattina, si alzò felice più che mai, felice di poter vedere il sole splendere nel cielo.
Ancora non poteva crederci, nonostante fossero passati due giorni.
Tutta quella novità le aveva fatto persin dimenticare per un giorno Josh, la persona più bella che potesse aver conosciuto.
E quando diceva bella, intendeva bella davvero.
Bella dentro.
‘Io sono Honey Mitchell e resterò qui per… tutta la vita, e sono cieca’
Si ricordò quella frase, e pensò che forse non sarebbe stato così.
Avrebbe viaggiato, e perché no, sarebbe andata a New York da lui, un giorno.
Ma c’era un altro motivo per cui quella mattina era particolarmente eccitata: i suoi occhi avrebbero incontrato per la prima volta gli One Direction.
Avrebbe potuto accendere il computer già la sera prima e recuperare tutto il tempo perduto, ma preferì riservarsi la sorpresa per quella mattina, dove gli avrebbe visti in TV, cantare ospiti ad un programma televisivo.
Mancavano cinque minuti. Accese la Tv e si mise sul letto. I suoi occhi brillavano di gioia. Passò gli ultimi minuti a mangiucchiarsi le unghie, cosa che, si ricordò, Josh odiava vederle fare.
Finalmente l’entrata.
Honey rimase allibita, non sapeva cosa provare. La sensazione che portava il suo corpo era indescrivibile, come un formichio.
I ragazzi non parlarono, cominciarono subito a cantare.
 
...Baby you light up my world like nobody else
The way that you flip your hair gets me overwhelmed...

 
Quella canzone ascoltata fino alla nausea, l’aveva accompagnata e consolata in ogni momento, triste o felice che fosse.
Poi arrivò l’assolo di Harry.
E li si che qualcosa di veramente definitivo cambiò nella sua vita.
La telecamera inquadrò in un bellissimo primo piano il riccio.
Era proprio come lo descrivevano, troppo bello per essere vero, osò pensare.
Ma notò qualcosa di strano.
 Harry indossava un braccialetto, totalmente poco intonato con ciò che indossava.
Honey si guardo il polso. Tutta quella felicità e l’abitudine di averlo addosso glielo avevano fatto dimenticare.
Un nodo allo stomaco prese a formarsi. Fu qualcosa di troppo forte da spiegare.
Da quando le era stato dato, non aveva fatto caso alla scritta incisa sul suo bracciale, anche perché le sembrava piuttosto scontata come cosa il fatto che il nome di Josh fosse scritto sul pezzo d’acciaio.
Ma quello che Harry portava al polso era esattamente identico a quello di Honey.
Mise il braccio sotto gli occhi, leggendo per la prima volta la scritta.
Harry.
Un tremolio le prese tutto il corpo, a partire dalle mani, e gli occhi cominciavano a non reggere più l’acqua.
Tornò ancora una volta con lo sguardo al televisore.
Honey.
Sul suo braccialetto c’era inciso il suo nome.
Finalmente la ragazza capì.
‘Che io ci sarò sempre. Anzi, ci sono sempre stato, in un modo o nell’altro’ le aveva detto Josh, o Harry, prima di partire.
Era rimasta in silenzio davanti a quella frase, ma solo ora ne concepì il reale significato.
L’aveva visto per com’era dentro, saltando le apparenze.
E se n’era innamorata.
Questo voleva Harry. Essere amato per quello che era, non per i suoi sexy ricci, o il sorriso smagliante.
E poi, lui c’era sempre stato. La sua voce l’aveva consolata nei peggiori momenti, e fatto compagnia nei migliori.
Dentro di lei, sarà sempre presente.
Honey si staccò il bracciale, lo guardò, e lo strinse forte alla sua mano. Chiuse gli occhi e ri-immaginò tutte le volte che quel ragazzo l’aveva toccata e rivolto la parola.
Quei ricordi sarebbero rimasti impressi per tutta la vita.
Ogni risata, ogni piccolo momento risuonavano in lei insieme alle ultime note della canzone.
Harry sorrise ancora volta allo schermo.
 
 


Weellas.
Non ho idea del motivo per cui ho pubblicato questa lagna.
Ma ormai l’avevo scritta e ho detto ‘che senso ha lasciarla li a morire?’
E’ un po’… particolare lol
SE TU, LASCERAI UNA RECENSIONE A QUESTA SPECIE DI STORIA(?) TE NE SARO’ GRATA c:
Altrimenti, grazie per esserti fermata a leggere.
Buondì! Lol
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

  
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