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Autore: amanda91    17/07/2012    3 recensioni
Dal prologo: La luce … poi un ritorno al buio. Elena dischiuse gli occhi ritrovandosi d’un tratto strappata al paradiso. Un lungo sonno, estraneo alla vita, e poi … tutto era svanito. Si trovò distesa su un rettangolo d’acciaio, respirò a fatica ingurgitando con prepotenza l’aria tutta intorno, che entrò feroce in lei, come se fosse respirata per la prima volta. Che fosse il paradiso? Una sorta di ritorno alla vita?
Non aggiungo altro, se non l'augurio di una buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV ELENA

Damon aveva ragione … avrebbe dovuto pensare a Jeremy. Se lei si fosse lasciata morire lo avrebbe lasciato completamente solo!  Un ragazzo come lui, poco più che adolescente, non avrebbe mai dovuto affrontare quello che invece il destino gli aveva riservato … e chissà ancora quante battaglie avrebbe ancora avuto in serbo per loro. Avrebbe dovuto proteggerlo meglio, avrebbe dovuto in qualche modo preservarlo da tutto quel male, da tutto quel dolore. Aveva fallito come sorella, da quando non era stata in grado di occuparsi di lui come avrebbe dovuto.
Damon era appena andato via, così si lasciò cadere all’indietro a fissare il soffitto, sdraiata in terra, in compagnia della sola morte. Fuori la stanza le sembrò di sentire delle voci, e se solo avesse voluto farci attenzione ci sarebbe voluto poco per capire di chi fossero, o cosa stessero dicendo; ma non ebbe il tempo.
Un dolore improvviso e lancinante al capo le strappò un mugolio soffocato … poi la stanza svanì, e si ritrovò catapultata in strada, una strada buia, una notte d’estate … delle voci distanti, e in lontananza si vide apparire, parlando al telefono.

POV DAMON

Uscì dall’obitorio ritornando in corridoio a passo lento, nel tentativo di lasciarla sola a riflettere sulle sue parole. Sperava ci ripensasse, anzi avrebbe dovuto farlo! Non era pronto a lasciarla andare, non lo sarebbe mai stato in verità. Lei era tutto ciò che di bello, e buono, puro, questa non-vita gli avesse mai concesso. Era stata un’amica gentile, e un desiderio folle e disperato. Era colei che gli aveva donato un abbraccio quando il resto del mondo crollava intorno; gli aveva teso la mano quando era stato convinto di non farcela; lo aveva aiutato a rialzarsi e a ritrovarsi quando credeva di essersi perso. Era colei che in più occasioni gli aveva spezzato il cuore mandandolo fuori di testa, ma non avrebbe mai potuto odiarla … era solo grazie a lei se aveva ricominciato a sentire di averlo un cuore. Non avrebbe mai preteso di poterla avere, ormai gli aveva gridato il suo amore per il fratello tante di quelle volte, che anche un ceco come lui lo avrebbe capito … ma non avrebbe mai accettato che lei si lasciasse morire. Non fin quando la sua morte avrebbe comportato la fine del suo mondo.
Immerso nei pensieri più bui si accorse solo allora di avere di fronte Jeremy, Caroline e Bonnie, che lo fissavano con facce tese. Capì immediatamente che Stefan aveva già spiegato loro l’accaduto.
“Che ha detto? Come sta? Completerà la transizione?” chiese Caroline d’un fiato. Jeremy era seduto in un angolo con la testa tra le mani, probabilmente troppo sconvolto o preoccupato per dire anche solo una parola.
“Sta bene … è soltanto pallida … come un cadavere … ah già! È un cadavere! – si voltò verso il fratello guardandolo in cagnesco – penso di averla convinta a restare tra noi, quindi strega – disse con un cenno del capo rivolto a Bonnie – trova qualche cianfrusaglia e prepara il tuo abracadabra, tra poco sarà l’alba, non vorrei che arrostisse al sole” sorrise di sbieco, con il suo solito fare arrogante. Ma mai un suo sorriso gli era parso più falso. Avrebbe voluto gridare, urlare che aveva una paura fottuta, che suo fratello era un idiota, e che Elena era sconvolta, e che sperava soltanto che potessero sopravvivere anche a questo.
Loro, tutti loro, erano dei sopravvissuti, avevano affrontato e vinto innumerevoli battaglie, ma mai aveva avuto, come in quel momento, paura di non farcela.
“E’ ancora in sé? È Elena?” chiese Jeremy con occhi lucidi e voce rotta.
“A quanto ho visto non le sono ancora spuntate corna e coda”rispose ironico, zittendo il ragazzo che dovette darsi dello stupido, per aver chiesto una cosa così ovvia.
“ Damon… riuscite a tenerla sotto controllo?” intervenne Bonnie.
Il vampiro sbuffò alzando gli occhi al cielo “Non ti ho chiesto di fabbricarle l’anello dell’invincibilità Bonnie! Ho solo bisogno di un fottutissimo aggeggio per portarla fuori di qui!” rispose, con un po’ troppa enfasi, si rese conto.
“Ragazzi dai, stiamo parlando di Elena non di un mostro! In questo momento ha bisogno soltanto di comprensione e aiuto da parte nostra” li ammonì la vampira bionda, volgendo loro uno sguardo stupito e severo.
“Grazie Barbie! Allora ci mettiamo a lavoro o aspettiamo che la piccola Gilbert  ci diventi uno spiedino alla brace? A lavoro” batté le mani come ad incitarli a muoversi.
Bonnie lo fissò irritata ma obbedì e fece per andar via, Jeremy la seguì insieme a Caroline, ma prima si voltò verso Damon “Posso vederla?”  sussurrò appena.
“Non vuole vedere nessuno … la incontrerai più tardi quando si deciderà ad uscire dalla tana” indicò la pesante porta in ferro alla fine del corridoio e il  ragazzo annuì come rassegnato, allontanandosi poi con gli altri.
“Damon…” iniziò Stefan, ma l’altro lo interruppe.
“Comincia con il toglierti dalla faccia quest’espressione sconfitta alla ‘ho appena ucciso la ragazza’ e renditi presentabile. Se Elena dovesse decidere di completare la transizione ci aspetteranno periodi difficili. Non ho tempo di badare anche ai tuoi sensi di colpa, e poi lei ha bisogno di qualcuno che le dia buon umore, non di un mattone al collo”
“Per questo basti tu” disse accompagnandosi con un mezzo sorriso triste.
“Ma lei ha scelto te!” lo informò con rabbia il fratello. Le parole uscirono senza che se ne rendesse conto, e in risposta vide passare negli occhi dell’altro un fiume di emozioni, susseguitesi con tale velocità e intensità che non riuscì a decifrare.
“Eccomi!” una voce femminile li interruppe. Era Meredith, con una sacca di sangue tra le mani.
“Zero positivo. Spero vada bene”
“Andrà benissimo” sentenziò Damon.

POV ELENA

Tornò al presente e le sembrò che fosse passata un’eternità. Nulla era cambiato … ma dentro di sé sentì ribollire emozioni e sensazioni nuove, discordanti, come se in quei pochi minuti fossero trascorse ore, o intere eternità.
Quelli che aveva appena rivissuto, o meglio rivisto, erano ricordi, null’altro. Ricordi che le erano stati strappati via. In quegli attimi aveva rivisto sé stessa, una ragazza spensierata e confusa, ma integra, prima che la vita la piegasse. E un Damon nel suo momento peggiore, quando era ancora innamorato di Katherine … ma gentile con lei, incuriosito. Avevano flirtato come due normali conoscenti attratti l’uno dall’altra … aveva visto sé stessa, o meglio, la ragazza che era stata, attratta da quel giovane affascinante dagli occhi dal colore del mare.
“Vuoi un amore che ti consumi” le aveva suggerito lui, e aveva fatto centro. Aveva visto i suoi stessi occhi brillare, a quelle parole aveva percepito il suo cuore scalpitare impazzito.
Solo poche ore prima aveva detto a Damon “Se solo ci fossimo incontrati prima …” questo la  fece sorridere, ridere della beffa che le aveva riservato il destino.  Si ritrovò incapace  di dare un nome alle sue stesse emozioni.
Rabbia? Beh un po’… Damon non avrebbe mai dovuto giocare con la sua mente, era scorretto! E poi … poi se quell’inizio non fosse stato brutalmente cancellato forse davvero le cose sarebbero potute andare diversamente.
Stupida. Si diede della stupida per averlo soltanto pensato. Lei aveva scelto Stefan, aveva scelto di seguire quello che aveva ritenuto il suo primo vero amore, e Damon lo aveva lasciato libero. Libero di cercare e trovare la sua via, il suo angolo di serenità. No, non aveva nessun diritto di provare quel misto di eccitazione e tenerezza al ricordo di quella notte!  In fin dei conti erano solo sensazioni amplificate da quella nuova condizione … ci avrebbe fatto l’abitudine, le avrebbe controllate.
Socchiuse gli occhi, e senza volerlo, si ritrovò a rivivere ancora quei ricordi appena ritrovati.
La sua stanza, il suo piccolo dolce mondo nel quale Damon era solito intrufolarsi. Lei in pigiama, mentre stringeva il suo ciondolo,magicamente ritrovato. In fondo lo aveva sempre saputo, che anche se non poteva ricordarlo, quella notte era accaduto qualcosa. Ricordò di essersi addormentata con una strana sensazione … come se qualcosa le fosse sfuggita, come se avrebbe dovuto ricordare un tassello mancante di quella giornata, ma aveva attribuito tutto alla stanchezza e allo stress della giornata. In fondo era più semplice così. Era sempre stato facile fingere, fingere di non aver sentito quel brivido quella  stessa sera, quando scendendo le scale Damon le aveva regalato uno splendido sorriso; fingere di non aver pensato per un attimo di correre da lui, stretta tra le braccia di Stefan.
Mai avrebbe immaginato però che Damon già allora fosse così innamorato di lei da confidarglielo piangendo, mai avrebbe pensato che ci fosse in lui così tanto amore per lei, e per Stefan, da farsi da parte con dignità e amarezza.
Damon sarebbe sempre stato un oceano di sorprese, piacevoli sorprese avrebbe aggiunto se il solo pensarlo non l’avesse spaventata.

POV DAMON

Quando sentirono un rumore di passi, via via più vicini, provenire dal lungo corridoio alle loro spalle, Damon capì che il momento era giunto. Di lì a poco Elena li avrebbe informati sulla sua decisione. Sperò con tutto sé stesso di poter terminare quella folle notte nel migliore dei modi, per quanto possibile.
Quando si voltarono lei era già accanto a loro, bella anche nella morte, notò con una punta di amarezza.
“Lo farò – disse piano, e quelle parole li fecero sorridere e sospirare – non voglio morire” bisbigliò in lacrime.
Stefan le fu accanto in un soffio, e la circondò in un caldo abbraccio, che lei ricambiò con trasporto.
Fu come un pugno in pieno viso, un calcio alla schiena, vederli così, dopo tutto quello che lui aveva condiviso con Elena nei mesi precedenti. Non si sarebbe mai abituato davvero a tutto quello, ma era bravo a celarsi dietro sorrisi sbiechi e battute ironiche, lo avrebbe fatto anche ora.
Elena alzò lo sguardo incrociando i suoi occhi. Restarono a scrutarsi per qualche istante, lui lì, immobile, e lei di fronte, rinchiusa nell’abbraccio di un altro.
In quell’istante fu sicuro che qualcosa fosse successo, lo lesse nei suoi occhi, lo scorse nell’anima che vi si celava. Capì. Elena aveva ricordato tutto. In quel preciso momento le labbra della ragazza si curvarono in un sorriso appena abbozzato. Come se gli avesse letto dentro, e avesse in qualche modo voluto confermarglielo, pensò Damon, prima di darsi dell’idiota e spostare lo sguardo. Anche senza vederlo però poté continuare a sentire i suoi occhi puntati addosso. 
  
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