- Devo farlo: non ho altra scelta. Da quando il Quinto Settore controlla il calcio, sono cambiate troppe cose. Anzi, di quello sport non è rimasta che l’ombra di ciò che era 10 anni fa.
Andrò del capo del Quinto Settore, Daigo Senguuji, e trovare un modo per prendere il suo posto: da lì potrò iniziare la mia “opera” per ribaltare quest’organizzazione.-
Erano questi i pensieri di Gouenji Shuuya, mentre si dirigeva alla sede del Quinto Settore, intento a parlare con l’Imperatore di quell’organizzazione.
 
Alla sede del Quinto Settore…
- Chi sei tu? - la domanda venne formulata da un uomo alto, dalla carnagione scura, capelli rosa lunghi fino a poco sotto le spalle e occhi blu, vestito di tutto punto: l’Imperatore del Quinto Settore, Daigo Senguuji.
- Una persona che vuole fare in modo che il calcio gestito dal Quinto Settore rimanga a dominare per lungo tempo. Non importa i sacrifici che dovrò compiere, perseguirò quest’obiettivo. - disse Gouenji Shuuya, che in quel momento era avvolto in una specie di mantello.
Nella stanza dove i due stavano parlando, regnò il silenzio totale per parecchi minuti, fino a quando Senguuji non prese parola:
- Bene… potrei anche pensare alla tua richiesta all’elezione del Santo Imperatore. Farò in modo che tu venga a sapere quanto prima della mia decisione. Un’ultima cosa… qual è il tuo nome? - chiese alla fine l’Imperatore del Quinto Settore.
Gouenji si tolse il mantello rivelando un volto giovane, abbronzato, con due occhi d’onice e capelli biondi lisci con qualche ciocca colorata di un verde acqua, poi parlò:
- Io sono Ishido Shuuji. - disse l’ex attaccante del fuoco.
Daigo Senguuji lo lasciò solo e Ishido rimase solo con i suoi pensieri:
- Ho deciso che avrei sacrificato tutto per il mio obiettivo. Prima il mio posto nella nazionale giapponese, poi ho dovuto nascondere la mia reale identità dietro quella di Shuuji Ishido, ma dovrò sacrificare anche ciò che provo per lui; anche se stò male al solo pensiero lo devo fare. Mi spiace Shirou. -
Poi Ishido uscì dalla sede, prese il cellulare e compose il numero.
 
Ad Hokkaido…
Shirou Fubuki stava passeggiando tranquillamente per le strade innevate, ma non sapeva che quel giorno la sua vita avrebbe preso una svolta…
Tutto iniziò quando il suo cellulare squillò: era Gouenji e subito l’albino rispose, del resto non aveva notizie del suo fidanzato da tempo dato che, finito il FFI dieci anni prima, era tornato in Hokkaido:
- Pronto Gouenji? - disse Fubuki.
- Shirou ascoltami, devo perseguire un obiettivo importante, ma per farlo non ho intenzione di coinvolgerti. Per questo, mi spiace molto, ma non posso fare altrimenti: ti devo lasciare. - spiegò il biondo.
L’albino, dopo uno shock iniziale, rispose:
- Ma come Gouenji!? Non mi vuoi nemmeno dare un motivo preciso!? - disse quasi urlando: era rimasto sconvolto dalla notizia.
- Non ti posso dire altro: addio Shirou. - disse Ishido chiudendo la chiamata.
Fubuki fece cadere il cellulare nella neve.
Ancora non riusciva a credere a ciò che era accaduto pochi minuti prima: l’unica persona che era riuscito a farlo stare bene dalla morte di Atsuya lo aveva lasciato; il dolore era troppo grande perfino per le lacrime e gli occhi grigi dell’albino, prima puri e limpidi, si rannuvolarono di colpo.
Gouenji lo aveva lasciato… ma per l’albino l’incubo non era ancora finito.
 
 
Angolo di Emy
Sono tornata e stavolta con una GouFubu. Spero solo di non aver rovinato la coppia con questo primo capitolo.
Ma non credete che sia finita qui: lo so che questo capitolo è piuttosto corto, ma è solo un’introduzione: il bello deve ancora venire.
Grazie a chi deciderà di recensire, o anche solo di leggere, questo orrore.
Anche perché avrò fatto sicuramente un numero indescrivibile di errori di ortografia o grammatica.
Baci
Emy