Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Riddge    18/07/2012    1 recensioni
'The price to be paid' l'ho inserita tra le fanfic di Madoka, perché ho preso molto spunto dall'anime - pur essendo una storia tutta sua -, con qualche modifica apportata, e perciò l'ho ritenuto corretto.
Buona lettura.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Primo

- Carry
I miei capelli biondi erano raccolti in una alta e lunga coda di cavallo, legati da un elastico di gomma, l'unico che avevo in quel momento.
I miei occhi marroni avevano assunto un bagliore argenteo e l'anello che portavo al dito medio era incandescente.
— Muori strega! — gridai, e la mia lancia si incendiò di rosso, poi si avvolse nelle fiamme.
L'essere contorto non smise un istante di ridere, con quella voce grottesca quanto acuta. Le mani lunghe si affilarono e, con uno stridio, partì all'attacco per trafiggermi. La mia lancia non le diede il tempo, la scagliai con quanta più potenza avevo.
La trafisse e questa esplose in un vortice di fuoco, gridando.
Pian piano, il mondo distorto fatto di rullini di macchine fotografiche, videocamere, foto sbiadite e videocamere, svanì assieme alla strega, bruciando tra le mie fiamme.
Un oggetto lasciò: un uovo nero e vuoto con uno spillo sopra e sotto.
— Ottimo lavoro Carry.
Un famiglio, dalle fattezze di un furetto, volò in mia direzione e si posò sulla mia spalla.
Per un secondo mi chiesi se potessi tagliarlo in due con la mia lancia; per colpa sua mi ero ridotta in questa specie di fattucchiera del fuoco, impegnata ad uccidere queste maledette streghe.
Mi trattenei.
— Tieni Egg Eater — gli porsi l'uovo, che questo divorò.
Sentii l'anello tornare normale ed i miei occhi marroni, mentre la mia lancia svanì.
Ero davanti alla stazione ed ero in ritardo per la scuola.
 

- Leslie
— Leslie aspetta!
Mi voltai e scorsi la lunga coda bionda di Carry sbatacchiare per la corsa.
Sorrisi.
— Ancora tre secondi e saresti arrivata in ritardo.
— Si, scusa. È che ho avuto il solito contrattempo — ansimò, poggiando le mani sulle ginocchia e sciogliendosi la coda.
Mi guardai intorno e guardai i ragazzi che non le toglievano gli occhi di dosso.
Erano quattro mesi che andava avanti così, che Carry divenne all'improvviso la più corteggiata della scuola. Sapevo fosse il suo sogno, ma non mi spiegavo come, da un giorno all'altro, questo si era avverato.
La guardai di nuovo e rimasi paralizzata; quello sulla sua spalla non era forse un furetto?
— Ehi guarda, quella è Clissi — mi indicò una ragazza dai lunghi e mossi capelli biondo scuro, che ci guardava con i suoi occhi verdi.
La salutai e guardai di nuovo Carry, o meglio la sua spalla; il furetto non c'era più.
 
Michael era affetto da leucemia e veniva continuamente sottoposto alle cure.
Inchiodato all'ospedale, continuava a lamentarsi di quanto quel posto fosse noioso e di quanto gli mancava correre all'aperto.
Quando entrai nella sua stanza d'ospedale, lo trovai a giocare con la PSP. Il viso era impassibile, gli occhi neri invece erano concentrati, ed i folti capelli castani erano sparsi sul cuscino.
Lo guardai con i miei occhi ambrati e sospirai.
Com'era bello, molto bello. Per me lui era tutto, lo amavo così tanto che ogni giorno perdevo quattro ore in sua compagnia, ascoltando le sue lamentele e le sue storie sugli infermieri.
Portai una mano chiusa a pugno a bussare alla porta aperta.
— Toc toc. — dissi, colpendola.
I suoi occhi neri mi videro e ghignò.
— Ciao piccola.
Sorrisi e mi avvicinai al suo letto, sedendomi sulla sedia li vicino.
Lui si alzò sui gomiti e mi baciò.
— Come andiamo oggi?
Lui ripose la PSP e prese una ciocca dei miei capelli rossi.
— Ormai lo sai.
Ammiccai ad un sorriso e mi chinai a prendere il mio zaino.
— Guarda, sono passata in libreria e ti ho trovato questi — tirai fuori quattro fumetti, di quelli che lui adorava.
Li prese e sorrise come un bambino.
— Sono gli ultimi numeri usciti! Leslie grazie, sei il mio angelo. — esclamò e mi prese il viso per baciarmi.
Sarei stata felice in quel momento, se non fosse stato per il suo sconforto di trovarsi in ospedale.
Desideravo tanto farlo uscire di lì guarito.
 
Scesi le scale dell'ospedale ed uscii da lì.
Alzai lo sguardo e pensai a lui; come doveva sentirsi lì dentro? Le uniche cose che gli davano conforto erano i suoi fumetti letti e riletti ed i suoi giochi.
Volevo che guarisse in fretta, così che potessimo uscire come una vera coppia, andare a cena insieme e fare altre cose. Poi volevo vedergli un vero sorriso, illuminato dal sole.
Lo desideravo ardentemente, avrei dato qualsiasi cosa per guarirlo.
— Proprio qualsiasi cosa?
Mi spaventai, poi mi guardai in giro.
— Chi è?
— Sopra di te Leslie.
Guardai dove indicato e trovai un furetto, bianco e dagli occhi scarlatti, fissarmi mentre fluttuava.
Gridai. — Oh santo cielo! Tu eri sulla spalla di Carry, allora non ho le allucinazioni!
— Esatto, io sono Egg Eater e posso darti ciò che vuoi.
Lo fissai, chiedendomi se non essere spaventata o curiosa.
Ciò che volevo, mi aveva detto. Quindi poteva guarire Michael, era possibile?
Mi bloccai; doveva esserci un tranello però.
— Cosa vuoi in cambio?
Il viso del furetto non mutò. — Devi diventare una Puella Magi.
— Puella Magi?
— Io ti donerò dei poteri e tu sarai in grado di dominare un elemento. Dovrai combattere contro le streghe, i demoni.
— Per un mio desiderio dei doni?
Ero sgomenta. Io gli chiedevo di far guarire Michael e lui mi donava dei poteri?
La cosa non mi convinceva, tuttavia io volevo far veramente stare bene Michael.
Dovevo pensarci.
— Fammici riflettere.
 

- David
L'impatto con l'acqua fu doloroso. Essa era gelida, mi gelava la pelle ed entrava prepotente nei miei polmoni.
Non volevo cadere da quello scoglio, non volevo morire.
— Aiuto. — le mie parole si trasformavano in tante bollicine.
L'acqua mi trascinava giù con se, mi scuoteva. Il mio sangue fluiva rapidamente dalla ferita sulla mia testa: avevo sbattuto contro uno scoglio. I miei capelli castani mi giravano attorno alla testa.
Nessuno mi aveva visto cadere, nessuno sarebbe venuto a salvarmi.
Non volevo morire, desideravo vivere ancora, avevo solo diciassette anni.
'Lo desideri?' una voce si formò dentro la mia testa.
'Si, lo desidero!'
'Esaudirò il tuo desiderio, ma in cambio tu dominerai l'acqua e ucciderai le streghe.'
'Farò tutto ciò che vuoi, ma io non voglio morire!'
Poi una luce e rinvenni sulla spiaggia, asciutto.
— Sono vivo.
Mi tastai la testa: niente ferita.
— Ricordati, da oggi sarai un Puer Magus.
Sussultai alla vista di un furetto bianco, davanti a me.
Sbaglio o aveva appena parlato?
— Un Puer Magus?
— Dominerai l'acqua.
Acqua, dominerò l'acqua.
Appena pensai all'acqua, i miei occhi verdi bruciarono e sentii qualcosa di bagnato sul mio destro dito medio.
Lo guardai e vi trovai un anello blu.
— È bagnato.
— Ricordati David, dominatore dell'acqua.
Mi guardai intorno e non lo vidi più.
— Chi sei?
— Egg Eater.
— Grazie Egg Eater, ti sarò debitore!
Ero vivo.

 
 - Clissi
— Ciao Clissi.
Mi sedetti sul letto e guardai quel bianco furetto, seduto sulla mia sedia.
— Egg Eater, non ho niente da desiderare.
— Neanche una cosa piccola? Anche una torta, e poi avrai il controllo dell'aria.
Lo guardai con la coda dell'occhio e repressi la voglia di cacciarlo di casa con un calcio.
— Non voglio il potere. — la mia risposta non mutò anche questa volta.
Perché dovevo desiderare il potere? A cosa mi serviva saper controllare l'aria.
Io non volevo cacciare queste streghe, Carry stessa mi diceva di non accettare. Io li avevo visti quei mostri, i loro mondi, cosa erano capaci di fare. A me bastava la mia vita, per quelli infondo c'era Carry, che non era male, lei sapeva come fare.
Poi cosa potevo desiderare? I miei genitori erano un po' fuori, ma non male. Leslie e Carry erano fantastiche, Evan mi amava.
— Pensaci su.
— Non ci contare. — risposi e, un secondo dopo, seppi che era sparito.
La porta suonò ed io mi precipitai giù, per aprire ad Evan.
 

- Evan
Mi sdraiai accanto a lei, felice.
L'abbracciai ed il contatto con le nostre pelli nude fu un dolce sollievo.
Le accarezzai i capelli biondi e la baciai sulle labbra.
Lei ci coprì con le coperte.
— Com'è andata l'esposizione? — mi chiese, sorridendomi con gli occhi verdi.
— Non te l'ho già detto?
— Tu hai voluto fare l'amore prima.
Risi e lei mi toccò i capelli neri.
— Bene, ci hanno dato un nove.
— Congratulazioni! — sorrise, ed io mi aspettai un abbraccio stritolatore, che non arrivò, anzi, il suo sorriso si incrinò.
— Cos'hai? — la scrutai con i miei occhi azzurri, accarezzandole uno zigomo.
Lei scosse la testa e premette le labbra sulle mie, poi si mise sopra di me.
— Che ne dici di un secondo round come premio? — sorrise maliziosa, facendo correre il suo dito sul mio petto.
La guardai divertito e stavo per rispondere quando, con la coda dell'occhio, vidi un animale bianco sul davanzale.
Mi voltai: non c'era più.
— Evan?
— Si amore?
— Se non hai voglia di fare l'amore basta dirlo. —  si sedette su di me a braccia conserte, guardandomi confusa.
Sorrisi e la riattirai a me, baciandola.
— Sei mia.
  
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