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Autore: xla    18/07/2012    1 recensioni
-Cosa ti è saltato in mente? Ma, di più, cosa ti ho permesso di fare? –
E’ solo una questione di dettagli...
[Revenge]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE: I My Chemical Romance, in questo caso, nello specifico, Gerard Way e Frank Iero, non mi appartengono. La storia è totalmente inventata, non scritta a scopo di lucro. Ed ogni cosa presente nella storia inerente o riferita a fatti o persone o azioni reali è totalmente causale.

Titolo: We are the kids from tomorrow
Fandom: My Chemical Romance
Autrice: xla
Beta: autobetata O.o
Pairing: Frank/Gerard
Rating: Giallo
Avvertimenti: Slash
Genere: Sentimentale, Malinconico
Intro: “-Cosa ti è saltato in mente? Ma, di più, cosa ti ho permesso di fare? –“ E’ solo una questione di dettagli [Revenge]
Note: Doveva essere tutt’altro però ci avevo preso la mano. Piccola storia di quattro capitoli. Ho preso spunto da un evento delizioso e poi la fantasia ha fatto il resto.
Buona lettura <3.
xo-xo

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WE ARE THE KIDS FROM TOMORROW
Capitolo 4

Quando i ragazzi si svegliarono, si trovarono nel solito tourbus, con i soliti programmi del giorno precedente. L’unica variante era che, quel giorno, avevano il soundcheck di tarda mattina, cosa alquanto fastidiosa. Ma ancora più fastidioso, era che Gee fosse il motivo per cui tutta quella faccenda rendeva Ray molto nervoso.
Semplice, si trattava sempre di dettagli: Gerard non riusciva a cantare, la mattina, per la questione che tutti sapevano ma che nessuno aveva il coraggio di ammettere. Anche se non si trattava di ammettere, ma solo di non riuscire a fare qualcosa. Una sensazione davvero spiacevole.
Perché, andiamo, a Frank, il coraggio, non mancava di certo, solo che… dire ad alta voce che Gerard non riusciva a cantare di prima mattina perché era evidente, a quel punto, che non beveva solo e non fumava, solo, era come dire che… tutto quello che stava facendo, era totalmente inutile. Anche se Frank sapeva benissimo che non era così, la pressione e la paura sanno fare davvero delle cose orribili.
Al tecnico del suono, Ray disse che Gee non riusciva a cantare perché aveva passato tutta la notte a provare, o qualche cosa di simile, e il ragazzo parve capire. Ragazzo: un uomo sulla cinquantina. Forse non se l’era bevuta, ma aveva avuto pietà per loro.
Non era di certo la prima volta che gli erano dette scuse del genere!
In ogni caso, l’avevano scampata e ora si ritrovavano a guardarsi in faccia.
-Beh, se dobbiamo stare qui con le mani in mano, io vado comunque a dare una controllata agli attrezzi del suono, non si sa mai! –
Così, Bob sparì dietro il palco, contento di essere scampato a qualunque telecamera a sorpresa.
Mikey fece un piccolo sorriso – Ho tempo per leggere quei fumetti… - Gee si girò verso il fratello, che continuò – X-Men! – l’altro fece un verso come a voler dire che si era ricordato di quale stesse parlando.
-Non male. – commentò, ondeggiando a destra e a sinistra come a sgranchirsi i fianchi.
-Mikey! – disse Ray, - C’è un livello che non riesco a fare, dai? –
-Ray, è una volpe nella giungla che deve saltare… -
-Sono bloccato nel tempio! –
Mikes sbuffò – Okay. Sarà divertente! Vuoi, che fate? –
Frank alzò le spalle, Gee semplicemente aveva la testa girata verso destra. Con gli occhiali da sole, si vedeva poco e nulla di dove fosse diretto il suo sguardo.
-Mh, beh, noi siamo nel tourbus! Se volete unirvi, possiamo sempre aggiungere una console… - sorrise.
Ray prese a raccontare tutto il percorso che aveva fatto con la volpe del gioco, mentre Mikey assumeva la sua aria da nerd sapientone e si dirigevano al bus.
Gee mosse un passo.
-Ehy, dove vai? – sembrava che Gee gli stava facendo in grave torto.
-Mh? –
-Senti, non so cosa mi sia preso, ieri sera, sul palco, okay? – aggiunse, frenetico e mangiandosi quasi le lettere.
Sentì l’altro sospirare.
-Non l’ho di certo fatto… con cattiveria! –
-No, l’hai trovato figo. Lo era. Finché il tuo piede non ha sfracellato le mie palle! –
-Ti ho rotto le palle, Way? – ridacchiò.
Gerard tirò fuori sigarette e accendino: - Yeah, e tanto, anche! –
Non appena la sigaretta prese la fiamma, Frank gliela tolse dalle labbra, prendendo a fumarla lui.
-Se ne volevi una, bastava dirlo, anzi, bastava che tirassi fuori tutto, perché le hai anche tu. –
-Ma le tue sono più buone! – rispose, sereno.
-Compra anche tu Malboro rosse, allora-
-Le te, sono più buone - specificò di nuovo.
Come se Gerard non sapesse cosa intendeva dire Frank.
-Mi perdoni? – sussurrò il più piccolo, ciccando.
-E’ stato figo. Non per una certa parte di me, però è stato figo. Solo una cosa: non permettermi più di fartelo rifare! –
Frank scoppiò a ridere e si avvicinò a lui, aspirò dalla sigaretta e buttò il fumo sul collo di Gerard e da sotto quelle lenti scure, vide chiaramente il suo sguardo farsi più luminoso. Le palpebre che si abbassavano di poco.
-Vieni con me. - sussurrò.
-Mh? –
-Vieni… -
E mentre Frank schiacciava la cicca per terra con la punta delle sue scarpe e la bocca sporca di Gee si piegava in un sorriso, le loro dita, erano perfettamente intrecciate.

Camminarono per qualche minuto e per tutto il tempo, Frank si guardava attorno con attenzioni e Gerard neanche si sprecava a domandare dove lo stava portando o cosa cercava, perché tanto non sarebbe servito a nulla, non gli avrebbe risposto, voleva che lo vedesse con i propri occhi, quello che voleva mostrargli.
Poi, si fermarono.
-Una gelateria? – alzò un sopracciglio, Gerard.
-Sì, voglio un gelato. Tu no? –
Inutile dire quanto la domanda potesse essere retorica. Frank non si spettava alcuna risposta da parte sua, ma solo che entrasse con lui in quel posto e che ne uscissero entrambi con un cono gelato.
Beh, male non faceva.
-Allora, Gee, cosa prendi? –
Il moro analizzò bene ogni vasca oltre la vetrata- facevano bene a metterle, e sarebbe stato meglio se fossero state anti-proiettile. Cazzo, come si poteva dire di no, al gelato? Dopo un paio di minuti di riflessione, arrivò al verdetto finale.
Per Frank, ci vollero molti più minuti di raccoglimento spirituale.
Uscirono da quel posto leccando soddisfatti quelle delizie fresche e cremose, dirigendosi verso il nulla assoluto, poiché non avevano alcuna fretta in quel momento e nessun punto particolare nei dintorni dove andare.
Frankie osservava Gee come circospetto.
-Cosa c’è? –
-Caffè, biscotto, cappuccino e panna. Hai preso un gelato o la colazione? –
Parlava Mister: cioccolato, nutella e stracciatella.
-Il tuo sembra una torta, quindi non hai scuse! – disse, fiero poi il suo tono si fece ironico – Senti, Frankie, posso chiederti una cosa? –
-Mh? Certo: spara! – rispose Frank, tutto preso dallo spolpare il fior di latte da un pezzo bello grosso di cioccolato. Frank felice.
-Ma si può sapere che razza di fottuto gusto ci provi, nel picchiarmi sempre lì? – Frank quasi si strozzò, però stava ascoltando, perché sentiva che non era finita lì – No, davvero! Ora voglio proprio saperlo! Non so è… divertente? Sai sì, che potrebbe, anzi, fa, male, uh? –
Lì non resistette e scoppiò a ridere: - Perché? –
-Perché non capisco, cioè, ti viene spontaneo? Naturale? Infondo, non vedo perché ti ostini! Infondo non serve solo a me, serve pure a te, quindi non capisco perché lo maltratti così! –
-Mi serve? –
-All’occorrenza… - alzò le spalle, arrossendo e leccando il gelato – Vuoi? -
Frank storse la bocca in una smorfietta che stava a significare: non me la bevo, poi si concentro sul gelato di Gerard e un’altra risata gli uscì naturale.
-Ora che c’è? – domandò il più grande come una babysitter che bada al bimbo. Oppure come sua madre verso di lui…
-Sei sporco di panna! Sul naso! – e ammiccò – Mh, sì, sentiamo questa colazione… -
Naso o gelato? Come sceglierà Frankie? Semplice…
Gerard vide Frank alzarsi sulle punte e sentì la sua lingua sul naso. Sbatté un paio di volte gli occhi, come se non ci potesse credere: era un’allucinazione? Se così fosse: che bello essere col cervello fottuto!
Quando Frank si staccò, Gee leccò il gelato, guardando quel piccoletto che si leccava le labbra con quegli occhi da bambi chiusi, si avvicinò a lui.
-Buona colazione, Honey… -
Unì le loro labbra, che sapevano di un arcobaleno di gelato e di loro. Perdendosi nella morbidezza di lingue, labbra e lasciando le facessero l’amore. Che facessero sesso. Che si unissero, insomma.
Si staccarono piano piano, continuando a permettere alle loro labbra di carezzarsi, e dandosi piccoli bacini bagnati su labbra sorridenti e beate.
-Gee… -
-Mh? – fece le fusa, Gerard.
-Noi, salveremo il mondo, compresi noi stessi. Lo so. -
Gee aprì gli occhi, trovandosi davanti al volto sereno e determinato di Frankie. Si sciolse, senza opporre resistenze di alcun tipo.
-Sì, infondo, lo credo anch'io. -
Non conta quanti dettagli ci siano, di quanto si possa cadere in fondo e di quante cose accadano. Non importa, davvero.
Perché, finché si crede, finché si spera, finché si va avanti, lottando per ciò in cui si crede, non si sono limiti, a ciò che si può fare.
Perché per ora, siamo i ragazzi di ieri, ma un giorno, saremo i ragazzi di domani.

FINE

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La prima storia a capitoli che posto sul sito. Emozionante!
Scusate se ci sono degli errori di grammatica ecc, prima di postare ogni capitolo li ho riletti e corretti al meglio che potessi.
Spero che sia stata una piacevole lettura. Ora posso tranquillamente dire che tutto è nato da un gelato (mylove<3) amo il gelato, dall’immagine che mi era venuta di Gee e Frankie che mangiano sereni un gelato. Poi che ci è ricamata attorno questa trama è stata una cosa del tutto involontaria- io non c’entro, è colpa loro! (indica che mani che si guardano perplesse).
Ora non resta che dirvi grazie, per aver letto e recensito la storia :3. E… che altro? Ah, sì: mangiate anche vuoi tanto gelato!

Ridete e Mangiate Tanto Cioccolato,
xla

   
 
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