Ho in testa questa fic da tempo, da
quando ho incominciato ad ipotizzare con mika-mika un possibile finale per il
personaggio di Sasuke. Dopo un dibattito abbastanza acceso su un forum sono
riuscita a buttare giù quello che secondo me è un probabile finale, sotto
forma di storia.
Naturalmente, questa è solo un'ipotesi che si può accettare o meno,non vi è
alcuno spoiler plausibile.
Il titolo non è ironico, il perchè si capirà alla fine. Può sembrarlo, ma
non lo è, in quanto va a sancire il tramonto di una figura importante per il
manga che riesce finalmente a trovare la quiete.
Dedicata a Yoko-vale, a Ruki, alla mia Naruto personale, a Mika, ad Aya, alla
Kimimara, a Sheker, a Hidan, a Kakashi-Hatake, al nostro Itachi dal "sorriso-finto-vero",
a Tobi, a Sawadee, a Rika, a Galeon, a Nekosam e alle sue compagne, a Chy, a
Bia-chan, e a tutte le persone che hanno reso indimenticabile il 4/11/06 a
Lucca.
...........
Quanti anni hai perso, Sasuke Uchiha?
Non te lo chiedi mentre la vita fluisce fuori dal tuo corpo, scivolando via da
una profonda ferita sul ventre.
Il peso grava sulle braccia del tuo stesso carnefice i cui limpidi occhi cerulei
sono adesso velati da salate lacrime.
Perché lui non ha mai avuto paura di piangere, a differenza di te.
Il capo s’inclina di lato e le iridi scure si posano su un corpo senza vita,
abbandonato nella polvere.
Quanta gloria ha avuto quello che adesso non è altro che cibo per vermi.
Era considerato un genio, il migliore.
Per te era solamente l’ostacolo che la vita ti aveva posto di fronte.
“Io sono il tuo unico fratello. Anche a costo di essere odiato continuerò
ad essere il tuo muro da scavalcare.”
Un divertimento ludico del Fato, che vi ha manovrati come burattini.
La terrà accoglierà le sue ceneri e il segreto dei suoi letali occhi.
Itachi Uchiha, genio assoluto di quel nobile casato, suo sterminatore e mukenin
di livello S.
Non ci sarà una tomba, per lui.
Solo un nome sussurrato con timore e, come succede per tutti coloro che hanno
sancito il proprio passaggio nella storia, nel bene o nel male, rispetto.
Entrerà nella leggenda come l’orco delle fiabe.
Ma, di queste storie, tu non sarai l’eroe che lo ha ucciso.
È la mano di un altro uomo ad avergli strappato la vita.
La stessa mano che ha colpito anche te.
Il respiro è pesante e il tuo corpo ti implora di concedergli il riposo.
Ma glielo neghi.
Ci sarà tempo per riposare.
Tutto il tempo del mondo.
Come lampi improvvisi vedi scorrerti di fronte agli occhi stanchi e appannati le
diverse fasi del tuo ultimo scontro.
Prima con Itachi, poi…con Naruto.
Quell’usuratonkachi con il brutto vizio di intromettersi.
Era venuto a cercarti, dopo anni e anni, dopo il tuo perpetuato tradimento…e
ti ha trovato.
Ma era troppo tardi per tornare indietro.
Troppo.
Lo scontro aveva avuto inizio.
Da tempo, ormai.
Da quel giorno in cui i suoi occhi sanguigni hanno incrociato i tuoi, fissandoti
non più come un fratello, ma come un possibile rivale.
Ma la differenza era eccessiva, lo sarebbe sempre stata.
Stavi perdendo.
Itachi era sempre un passo avanti a te.
Sempre.
Lui sarebbe morto per mano tua , o sarebbe stato lui ad ucciderti.
Non avresti mai accettato il colpo di nessun altro, perché Itachi era la tua
sola ragione di vita.
La sola.
Non c’era posto per nessun altro nei tuoi pensieri, nel tuo cuore, nella tua
anima.
Era la tua battaglia, non importava l’esito.
Era lo scontro finale, ciò per cui avevi vissuto.
E Naruto te lo aveva strappato dalle mani, nella speranza di aiutarti.
Ti voleva bene, quella baka kitsune, ed è stato l’affetto fraterno che ti
riservava a spingerlo ad intervenire.
Lo sai anche tu, questo, ma non potevi accettarlo.
Proprio per l’amicizia che vi legava, Naruto avrebbe dovuto sapere che, per
te, quella sfida era tutto.
Perché lui, Itachi, era tuo fratello.
E nessun altro rapporto avrebbe potuto lenire il dolore del tradimento da parte
di chi ammiravi di più.
Hai provato a dimenticare, a vivere con i tuoi amici, a mettere da parte la
vendetta, ma lui era il solo legame con la famiglia perduta, l’unico col tuo
stesso sangue.
E il suo disinteresse nei tuoi confronti quel giorno di tanti anni prima…
No, quello era troppo.
Potevi accettare l’odio, la persecuzione…
Ma non l’indifferenza.
Quella no.
Quando il cadavere di Itachi era caduto ai tuoi piedi, ti sei sentito
improvvisamente inutile.
Totalmente inutile.
Non era di gratitudine lo sguardo scarlatto rivolto verso il volto sorridente di
quello che consideravi il tuo migliore amico.
Solo rabbia.
E voglia di piangere, di urlare.
Perché ti aveva impedito di ucciderlo, o di morire.
-Sasuke, adesso sei libero dalla vendetta! Puoi tornare a Konoha!-
“No, non sono libero, Naruto.”
Sei più schiavo di prima.
Sei incatenato a quel cadavere, preda dei rimpianti.
Perché lo hai ucciso, Naruto?
Perché?
Gli occhi azzurri si erano spalancati per il colpo inatteso.
Lo avresti ucciso, Sasuke.
Volevi ucciderlo, perché ti aveva rubato l’unico sogno che avevi.
Un sogno infelice, è vero, ma sempre un sogno.
O forse era la morte, che chiamavi a gran voce?
Sì, era quella.
Hai sacrificato la tua vita, l’hai consacrata alla vendetta e per questa ti
sei venduto l'anima ed eri disposto a morire.
Ormai sarebbe stato inutile continuare a trascinarsi nel gioco futile
dell’esistenza.
E, almeno questo, Naruto lo ha capito.
Lo fissi, stringendo appena le dita attorno alla stoffa arancione della sua
felpa.
Calda, morbida…
-Non piangere, usuratonkachi.-
-Perché è finita così, Sasuke?-
Già, perché?
Per una serie ininterrotta di sbagli, di scelte errate.
Per un’idea fissa nella mente e per la vigliaccheria di non rinunciare al
passato.
Sai di aver sbagliato, Sasuke Uchiha.
Ma sai anche che, quella, era la sola strada che potevi prendere.
-Perché sei stato così stupido?-
-Hai ragione…-
Silenzio, mentre le parole escono stanche e strascicate dalle tue labbra.
Naruto ti fa segno di tacere, ma non ti fermi.
Vuoi che capisca fino in fondo, vuoi che sappia che…
-Ho sbagliato.-
-Lo so!-
Singhiozzo.
Taci baka kitsune.
-Fammi finire…ho sbagliato, Naruto. Ma non me ne pento.-
-Come…?-
-Non me ne pento, perché so che…se tornassi indietro…ripeterei gli stessi
errori.-
-Stupido Uchiha.-
-Diventa Hokage, usuratonkachi.-
-Ti riporterò a Konoha.-
-No…fammi un ultimo regalo.-
-Cosa?-
-Seppelliscimi accanto a mio fratello.-
E come nelle statue greche, il dolore viene espresso dai movimenti, dal torcersi
dei muscoli del corpo, ma la pacata serenità dell’anima si rivela dal volto
che, sorridente nel suo deleterio chetarsi, rimane imperturbabile e, privo
dell’ombra che incombeva in vita su di lui, illuminato dalla placida luce di
chi ha finalmente trovato la quiete.
Muori sereno, Sasuke Uchiha, tra le braccia di un altro fratello.
E che tu possa avere, nella morte, la pace che la vita ti ha negato.