Eccoci qui, vi presento l'ultimo capitolo...spero che vi siate divertite quanto mi sono divertita io, ed a presto con la mia fic per il jisbon day!
Lisbon
era rimasta impassibile a tutte le sue richieste e suppliche, arrivando
lei
stessa a ricattarlo per farlo cedere – non poteva cacciarlo
di casa, visto che
era lui il proprietario, ma dalla camera da letto, sì
– e alla fine, sbuffando
e alzando gli occhi al cielo, Jane aveva ceduto: se la sua signora e la
sua
combriccola volevano un “vero” matrimonio, un vero
matrimonio la sua signora
avrebbe avuto; inoltre, contro ogni aspettativa, anche la sua ultima
scusa, il
non volere vedere la single Grace miserabile dinnanzi alla proposta di
matrimonio di Rigsby a Sara era stata cancellata dal repertorio,
quando:
A)
Rigsby aveva
chiesto a Sara di sposarlo nel giorno della festa della mamma, facendo
portare
l’anello dalle piccole manine di Ben, racchiuso in una
scatola che era divenuta
nelle sua mani un giocattolo per le gengive pieno in modo rivoltante- ma tenero a detta della
coppia di genitori - di
bave, e
B)
Grace aveva
iniziato a uscire con un tizio che aveva incontrato a terapia di
gruppo, un
ragazzo simpatico che non si sarebbe fatto dominare da lei come aveva
fatto
Wayne né l’avrebbe piegata e manipolata come aveva
fatto Craig o i vari
psicotici/psicopatici per cui la rossa sembrava avere una calamita.
“Sei
assolutamente certa di quello che fai, donna? Perché con
quelle due non si
torna indietro…” scherzò lui una sera,
accoccolandosi contro la sua donna nel
letto. Lei si limitò a fare cenno di sì col capo,
sorridendo un po’ maliziosa
prima di dargli un veloce bacio.
“e
poi, ho visto un abito meraviglioso, e so che è stato fatto
apposta per me.
Perciò… sì, credo proprio che ti
sposerò. Di nuovo, e stavolta…. Per bene.
Davanti a tutti.”
Lui,
capì cosa volesse dire all’istante, e le diede un
bacio sul capo, veloce e
dolce e pieno di significato, l’ennesima manifestazione delle
sue promesse di
amore eterno alla donna persa nel suo caldo abbraccio.
Passarono
i mesi, più velocemente
del previsto, e, tra un caso e una prova vestito, giunse la vigilia
delle
nozze; Kate sarebbe stata da loro per un paio di giorni, e stava
già facendo
sentire la sua presenza altamente autoritativa
e rompiscatole, scatenando una forte emicrania nella
futura mamma e
sposa che assisteva sbigottita alla scena.
“Non
hai un altro posto dove
andare, Rick?” Ah, la dolce Kate, sempre così
diretta e schietta… in un mondo
popolato dalla menzogna, la sua sincerità era corroborante e
sorprendente. Ma
questo non toglieva nulla al fatto che più volte che non
desiderava
ardentemente metterle le mani intorno al collo e strozzarla
perché di farsi gli
affari suoi proprio non ne voleva sapere…
anche
se, forse, se sua sorella
non si fosse mai immischiata a tal punto, lui e Teresa non sarebbero
mai giunti
a quel punto, né avrebbero avuto un figlio in arrivo
-Anderson Jane avrebbe
preso tutto dal padre, almeno dal punto di vista fisico, a detta di
Teresa, che
si sentiva enorme ma felice di esserlo, soprattutto quando al sua
fianco c’era
un uomo che passava il tempo a dire che non c’era niente che
un maschio
eterosessuale monogamo trovasse più sexy della sua compagna,
con forme
arrotondate ripiene di vita creata insieme in un atto di abbandono e
appartenenza totale e di amore e passione.
“Casa
mia, ricordi?” le chiese,
arrotondando un po’ di spaghetti intorno alla forchetta.
“tradizione
vecchia di secoli,
ricordi? Lo sposo non sta sotto lo stesso tetto della sposa!
Cos’è, la vista di
coppia ti ha fatto scordare come si dorme in hotel o cosa si prova a
dormire
sul divano di un amico? Teresa ed io ti abbiamo permesso di mantenere
quel
malsano stile di vita per anni, e adesso, che lo dovresti utilizzare,
non lo
fai?” Teresa ridacchiò a sentire Kate parlare
così. Col nominare tradizioni e
regole, non faceva altro che incentivare Patrick a fare
l’esatto opposto di
quello che lui avrebbe dovuto fare. “Scommetto che hai pure
già visto l’abito
da sposa!”
“Puh,
come se avessi bisogno di
vedere l’abito da sposa di Teresa per sapere
com’è l’abito da sposa di
Teresa….” Fece una pausa, e reclinandosi sulla
sedia all’indietro, indice
destro sul mento e dita della mano sinistra
a battere ritmicamente sul tavolo, iniziò a
(fingere) di riflettere intensamente,
come faceva tanto,
troppo spesso sulle
scene del crimine per scovare il colpevole o semplicemente per
innervosire il
riccastro di turno. “Allora… l’abito da
sposa di Teresa è lungo, con un piccolo
strascico, direi sui 20 centimetri, da non essere troppo di impaccio,
senza
maniche, scollatura a cuore, parzialmente celata dallo scalda cuore in
tinta,
direi pizzo, che indosserà, sia perché il
matrimonio sarà religioso e Teresa
non vuole far venire un infarto al padre con le sue generose curve, sia
perché
ormai è autunno, e se non è freddo, è
comunque fresco qui in questa zona della
California, specie la sera. . È color champagne,
perché il bianco sarebbe una
cosa ipocrita dato che rappresenta lo stato virginale della sposa, stile impero per
accentuare la pancia, perché
Teresa ritiene che questo bambino non debba essere nascosto o negato,
primo
perché ormai è troppo avanti nella gravidanza,
secondo, anche se in realtà è il
motivo principale ma lei non lo ammetterà mai,
perché non ritiene che il
piccolo sia stato concepito nel peccato, perché è
frutto del nostro amore…” Kate
singhiozzo, asciugandosi il naso con un delicato fazzolettino bianco in
pizzo;
decisamente, riteneva Teresa, nonostante l’apparenza e
l’opinione comune, una
donna molto, molto romantica. “scarpe in tinta con cinturino,
tacco medio, 5-7
centimetri, più 5 per via della gravidanza e del
maldischiena. Intimo… ha fatto
una riga su color carne con spalline in silicone, preferendo un bianco
latte,
una variante dello Champagne, senza spalline, gancetto sul davanti,
perché sa
che mi piace. Per lo stesso motivo ha preso le culottes, una specie di
mini-short da donna versione intimo, e
giarrettiera…” le fece gli occhioni da
“vecchio pervertito in calore”, ululando come un
lupo arrapato, e lei rise,
mentre Kate grugnì; Teresa
allungò la
mano, dandogli uno schiaffetto sull’avambraccio.
“A
volte detesto che tu mi
conosca così bene… “ rispose lei con
dolcezza, ma con una punta d’ironia,
ironia che presto si trasformò in vera ilarità,
un piccolo scherno. “e che tu
sia un simile pervertito.” Lui, in tutta risposta, si fece
serio alla battuta
della compagna.
“E
a volte credo di nono
conoscerti per nulla, perché se ti avessi conosciuta
davvero, se ti avessi
capita fino in fondo, forse saremmo arrivati a questo punto molto
prima…” le
prese la mano, baciandola, e la guardò negli occhi, mentre,
accanto, Kate
singhiozzava e di nuovo si soffiava il naso, perché anche
Rick, quando voleva,
sapeva essere romantico. Paradossalmente, fu questo a fargli capire che
era
giunto il momento; si voltò verso la sorella, e,
abbandonando la mano di
Teresa, prese quella della consanguinea. “e a proposito di
questo, c’è una cosa
che dobbiamo dirti… e una cosa che ti vorremmo
chiedere.”
“Vorrei
che tu fossi mia
testimone, Kate, perché senza di te noi oggi non saremmo
qui” iniziò Teresa, stringendo
la mano del compagno e accarezzandogli le nocche, facendo arrossire la
cognata.
“Oh,
io…. Non saprei…. Insomma,
non ho fatto niente…. Sì, Rick ed io abbiamo
parlato, però, insomma….”
E
suddetto fratello fece cenno di
no col capo, occhi bassi, chiaramente che si vergognavano.
“Kate, c’è una cosa
che non ti abbiamo ancora detto… ma Teresa ed io abbiamo
deciso di ammettere la
verità…”
“Quando
ci siamo conosciute… Jane
ed io non avevamo una storia.”
“Teresa
ha acconsentito di
fingere di essere la mia fidanzata perché non volevo che tu
mi obbligassi ad
andare ad altri appuntamenti al buio…”
Kate guardò nel vuoto davanti a se, in
silenzio, mentre, stranamente, il
suo fratellino, non esattamente la persona più timida del
mondo, arrossiva fino
alla punta delle orecchie, senza mai incontrare il suo sguardo.
“e…. insomma,
la finzione è divenuta realtà, ed è
tutto merito tuo, per questo vorremmo che
tu fossi la testimone di nozze di Teresa.” Ma Kate rimase in
silenzio. “Kate?”
“Sono
davvero così terribile?” singhiozzò
lei, che forse non aveva esattamente percepito la magnitudine della
menzogna
che le era stata raccontata così a lungo. Lui fece cenno di
sì, ricevendo una
pedata nello stinco dalla moglie come premio per la sua non esattamente
ricercata onestà.
“Sai…
importi molto bene, per
così dire.” Cercò, invano, di rimediare
alla piccola gaffe, però lo sguardo
assassino di Teresa, che gli riprometteva di cacciarlo
nell’imminente futuro
dalla camera da letto, restava immutato.
“E
gli altri lo sapevano?”
“Non
è che non lo abbiamo detto a
te perché volevamo che lo sapessi per ultima…
è che la squadra doveva saperlo
per poterci appoggiare, e i fratelli di Teresa, a quanto pare Tommy e
Annie
credevano che stesse mentendo quando, per anni, ha continuato a negare
di
essere follemente innamorata di me” e lei lo
ricompensò con un altro calcio. Bella
forza, quei piedini.
“Beh,
allora credo proprio che
dovrò accettare, per farmi perdonare…”
e sospirò, facendo un falso muso; sorrise,
gettando le braccia al collo della
futura sorella acquisita, seduta al sua fianco.
Il
giorno delle nozze, circondati
dalle loro famiglie e dai loro amici, con la presenza
dell’imminente erede
delle due dinastie, Jane sorrise felice e soddisfatto nel constatare
che ogni
dettaglio dell’abito di Teresa era esattamente come lo aveva
immaginato, e
mentre la baciava, una mano sul grembo ricolmo di vita, seppe che
stavolta non
sarebbe stato solo per finta, che
stavolta sarebbe stato per sempre, e non ci sarebbero stati
più inganni.
Beh…
forse solo per chiudere i
casi, magari…