Era un caldo pomeriggio d’Estate ed io e i ragazzi avevamo deciso di andare a fare un tuffo in spiaggia, tanto per passare il tempo. Vi lascio immaginare quanto io possa essere stata a galla con 5 carote che continuavano ad affogarmi, ma nel complesso è stata una bellissima giornata, eccetto un particolare.
“Harry cosa ti è successo? Chi ti ha picchiato?” gli corsi in contro.
Harry: “Tranquilla, non mi è successo niente, ho solo avuto una piccola discussione con degli idioti.”
“Adesso gliela facciamo vedere noi a quei bastardi a cosa sono andati incontro!” disse Zayn stritolandosi le mani, pronto a fare a pugni.
Io: “ No, fermi!!! Non peggioriamo la situazione! Harry, vieni con me che ti disinfetto i graffi… e se voi altri provate anche a solo ad alzare un dito, sarò io che vi farò un occhio nero!”
Io ed Harry andammo a casa mia che non era tanto distante dal mare, ma il tempo che impiegammo per andarci sembrò un’eternità.
Harry si sedette sulla veranda davanti a casa e io arrivai con cotone e disinfettante.
“Ecco la mia infermierina!” disse Harry per sdrammatizzare un po’ la situazione, ma io ero ancora sconvolta.
“Perché ti hanno ridotto così?”
“Hanno detto delle cose che... mia hanno fatto andare su tutte le furie!”
“E cosa?” dissi io tremando come una foglia, appena finito disinfettare il sopracciglio.
“Beh… stavo andando al chiosco per prendere qualcosa da bere, quando sono passato davanti a questo gruppo di trogloditi… e stavano parlando di te… non ti dico quello che stavano dicendo… so solo, Ale, che non sono riuscito a trattenermi e sono sbottato! Ho iniziato a fare a pugni come una furia, ma solo dopo mi sono reso conto che erano in otto. E adesso eccomi qui.”
Avevo le lacrime agli occhi, ero dispiaciuta, ma nonostante tutte quelle emozioni stessero tempestando nella mia testa, le parole mi uscirono da sé: “Sei un idiota! Non hai pensato che potessero avere un coltello o che so io? Solo Dio può sapere cosa sarebbe successo, fatto sta che rimani un idiota!”.
Scoppiai a piangere. Harry era mortificato, ma con la sua solita dolcezza mi prese il mento con un dito, portando il mio viso davanti al suo e mi disse: ” Hai ragione, sono un idiota. Ma è stato da idiota dare una lezione a quei farabutti che sparlavano di te non sapendo neanche quale magnifica persona sei? È da idiota pensare che sei una ragazza meravigliosa e non sai nemmeno di esserlo? È da idiota essermi innamorato perso di te?”.
Non sapevo che dire. Ero imbambolata lì davanti a lui che mia aveva appena confessato tutto quello che provava. Tra di noi solo la brezza del vento che mi scompigliava i capelli e rendeva quel momento ancora più imbarazzante, quando all’improvviso Harry portò il mio mento in avanti e le nostre labbra si incontrarono in un bacio dolce, ma allo stesso tempo appassionato, una sorta di armistizio dopo tutti quegli scontri che erano accaduti, che ci avevano allontanato e unito più che mai.
“Ti amo” fu quello che poi dissi a Harry.
“Simple but effective” rispose (ovviamente) lui.
“Styles, solo tu potevi dirlo! Siamo proprio due idioti innamorati” dissi ridendo e prendendogli la mano per poter ritornare dagli altri che ormai ci stavano dando per dispersi.