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Autore: The Cactus Incident    18/07/2012    2 recensioni
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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sch chapter 8

Margaret P.O.V.
Era dalle vacanze di Natale che Sty era un tantino strana e non capivo il perché, in più non avevamo nemmeno avuto occasione di parlare e la scuola era cominciata senza aver risolto.
“Allora, mi dici che succede?” lezione di fisica, provavo a chiederle qualcosa, senza grandi risultati.
“Niente!” disse tranquilla.
“Usciamo?”  Proposi allora.
“Sigaretta?” chiese voltandosi verso di me e facendo un mezzo sorrisetto. Non mi piaceva per niente fumare nel bagno, ma dovevo parlarle, quindi per una volta avrei fatto un’eccezione. Scrollai le spalle “Ok”
Il permesso di uscire ci fu accordato e andammo a rifugiarci nei bagni del terzo piano, adibiti solo a sala fumatori. Aprimmo una delle finestre e cominciammo a fumare.
“Allora, adesso mi dici che succede?” Sty scrollò le spalle e controllò per sicurezza in tutte le cabine che si rivelarono tutte libere.
“L’altro giorno, sulla pista Matt mi disse ‘Ehi, vuoi imparare a suonare la chitarra?’ e sai no che è un po’ che voglio imparare, quindi non mi sono rifiutata. In effetti credevo che dopo al figura di merda sulla pista, la nostra lezione fosse disdetta, ma mi chiama un paio di giorni prima e fa “Mi raccomando la lezione!” quindi io sono andata. All’inizio tutto regolare, abbiamo cambiato il dilatatore, poi s’è messo a fare lezione e per la prima mezz’ora tutto ok, la teoria e bla bla bla. Provo a fare un accordo di Mi minore e mi viene davvero uno schifo. Lui si avvicina per mostrarmi come sistemare le dita e il polso. Beh, eravamo lì da soli, l’accordo suonava un po’ meglio con le sue mani come guida, uno sguardo di troppo……” la guardai aggrottando la fronte (della serie: WTF?). Lei alzò gli occhi al cielo, esasperata.
“Ci siamo baciati Meg”
Rimasi qualche secondo ad elaborare quello che aveva detto.
“Ma bacio a stampo o…..?”
“No, bacio bacio”
“Azz…” rimasi un po’ a grattarmi il mento, tirando una grossa boccata dalla sigaretta. Com’era possibile che Matt, il super fedele Matt, il Matt super innamorato di Val, avesse baciato un’altra con la lingua?
“Okokok, ma sei stata tu a baciarlo?”
“Ehm… in verità e stato lui a cominciare….. e io ho…. continuato” sorrisi appena, ma non per la situazione, ma per la faccia di Sty.
“Dai giuggiolona, si sistemerà tutto” dissi abbracciandola e lasciandole un bacio sui capelli.
“Ma non c’è niente da sistemare! Non parlo con Matt dall’altro giorno….”
“Da quando vi siete baciati?”
“…Si”
“Uffa….. vabbè dai” Buttai la cicca fuori dalla finestra e le sfiorai la spalla con un pugno.
“Forza, adesso torniamo in classe e tu vedi di parlare con Matt”
“E che dovrei dirgli?”
“Quello che devi e che ti passa per la testa. Dai, andiamo”
Stavamo silenziosamente camminando per i corridoio quando mi venne un’idea.
“Comunque, sabato c’è un uscita tutti insieme. Andiamo sulla scogliera, da lì si vedono anche i faraglioni*”
“Faraglioni? Qui ci sono faraglioni?” chiese allibita.
“Ehi siamo in California! Qui non ci manca niente!”
“Ma sul serio?” Chiese sempre più sconcertata.
“Non sono grandissimi, ma ci sono”
“Wow!”
“Si, credo porterò l’album da disegno. Se sono fortunata in poco tempo saranno tutti ubriachi come scimmie e potrò disegnare in pace”
“E non c’è rischio che si buttino giù dalla scogliera?”
“Non sono coglioni fino a questo punto e poi se si ubriacano basta chiuderli nella capanna e non si muovono da lì”  dissi tranquilla.
“Uh, allora credo ti farò compagnia, sempre se non parto anche io, certo” sorridemmo e tornammo in classe.
Ok, dovevo avvertire Haner e dovevamo organizzare un’uscita di gruppo sulla scogliera entro due giorni.
Si, si poteva tranquillamente fare.

“Ok, tanto basta chiamare Abell e Dameon e abbiamo anche tutti gli alcolici che vogliamo. Solita quota per la spesa e solita gente?”
“Ok, alla spesa ci penso io. Soldi subito, come sempre. Grazie Jim, quello stronzo di Haner non ha voluto aiutarmi” Il gigante biondo scrollò le spalle, accennando un sorriso.
“Figurati. Ho capito la situazione, ma non so come non far ubriacare Matt”
“Giocatevi a carte il ruolo di sobrio per riaccompagnare tutti e imbroglia come tuo solito” rise soddisfatto.
“Ecco perché ti rifiuti sempre di giocare!”
“A parte che detesto i giochi di carte, sono anni che ho capito che imbrogli, Jimbo”
“Oh, brava la mia vicina!” disse affondandomi un pugno in testa.
“Si, sono tanto brava, adesso però diamoci una mossa, eh”
“Agli ordini capo” fece un saluto militare davvero teatrale e se ne andò saltellando come quei tipi dei musical da quattro soldi.

Stacey P.O.V.
Il perché mi avesse trascinato lì non era tanto chiaro, ma era un bel posto e quando arrivammo (ormai io e Johnny arrivavamo sempre insieme per qualche brutto motivo), verso le 12, Haner e un altro paio di ragazzi che identificai subito come Danny Abell e Dameon Ash erano già semi ubriachi.
No, in effetti era Brian a essere solo semi, gli altri due erano proprio andati. Mi guardai intorno, alla ricerca di qualche faccia un po’ più conosciuta e trovai Michelle.
Oh, aveva cominciato a stare sul cazzo anche a me. Era talmente spocchiosa e piena di sé e la cosa più assurda era che Haner sembrava parecchio andato per lei.
Bah, quel ragazzo forse non l’avrei mai capito.
“Ehi Stacey!” Eccola là.
“Ciao Mich, hai mica visto Val o Meg?” chiesi speranzosa.
“Val non c’è, è a casa con la febbre mentre Meg l’ho vista due secondi fa che portava dentro delle casse di birra con Jimmy”
“Ok grazie”
Entrai nella capanna (che più che capanna era una casa vera e propria completamente rivestita di legno) e trovai quei due che sistemavano alcolici e altre cose e Matt che portava dentro legna.
Incrociai per un attimo il suo sguardo e lui lo spostò subito in un altro punto.
Bene, Matt mi evitava come la peste, perfetto.
Lanciai uno sguardo disperato a Meg che aveva visto tutto e lei a sua volta guardò Jimmy che sbruffò e scrollò le spalle, cominciando a cantare una canzone degli AFI.
Afferrai le bacchette di Jimmy e me ne andai nella stanza adiacente alla cucina.
Dopo aver spostato un tavolo e una sedia, aver preso un secchio di metallo e uno di plastica, una vecchia radiglia arrugginita che non avrebbero usato e un affare vagamente somigliante ad un piatto, ma di metallo, cominciai a suonare quella batteria improvvisata, giusto per non alzarmi e scagliarmi contro Matt senza il minimo risultato.
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dagli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” chiesi quasi infastidita.
“Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina” lo osservai alzando un sopracciglio. Ok, quel tipo cominciava a preoccuparmi seriamente.
Sapevo che era un tipo particolare, un mezzo genio e che si vestiva in modo assurdo, ma che sapesse anche leggere nella mente mi mancava proprio.
Mi guardai attorno, ma c’eravamo solo noi due e Jim aveva anche chiuso la porta che avrebbe dato nella cucina.
Si sedette sul tavolo che avevo davanti e recuperò le sue bacchette, giocandoci e lasciando distrattamente qualche colpo sul tavolo.
“Allora, so tutto, me l’ha detto Matt” disse tranquillo dopo un po’.
“Uhm”
“Dai dolcezza, non fare quella faccia”
“Se sai tutto, mi spieghi perché non mi parla?”
“Non è arrabbiato, se è quello che pensi. E’ solo parecchio…… confuso”
“Uhm” Emisi scettica.
“Riesci a emettere qualcosa di più?” disse divertito.
“Se ne vale la pena, si”
“Ok, i tuoi sentimenti valgono abbastanza per alzare il culo e fare qualcosa? Pensaci eh” mi ridiede le sue bacchette e uscì fuori dalla cosiddetta capanna.
Poco dopo infilai le bacchette in tasca e uscii. Mi strinsi nel cappotto e osservai per un po’ Danny e Seward che armeggiavano col barbecue nel garage vuoto mentre in casa, Haner e un altro tipo lottavano per accendere il fuoco nel camino. Matt continuava a portare dentro legna e ogni tanto faceva qualche battutina su quei due, ignorandomi quanto più possibile.
Stavo condendo insalata, quando mi si avvicinò Meggie.
“Ti fissa” disse secca.
“Ma chi?” chiesi io facendo la finta tonta.
“Babbo Natale. Come chi? Matt!”
“Seh, certo. Al massimo Abell che sembra un allupato”
“Te lo giuro, appena ti volti ti guarda” Strinsi la mascella impercettibilmente e scrollai le spalle.
“Ok”
“Come ok?” chiese la castana più bassa, mezza allibita.
“Ok” mi diede una spallata che rischiò di sbilanciarmi.
“Non cominciare a fare così” chiese come se stesse cominciando ad incazzarsi.
“Così come?” dissi indifferente.
“Così come stai facendo”
“Non sto facendo proprio niente” Meg strinse maggiormente la mascella già serrata.
“Hai centrato il punto, JD: non fai niente”
“E che devo fare?”
“Che ne so! Mandalo a fanculo, tiragli un calcio, vedi di spiegargli i tuoi sentimenti o di chiedere spiegazioni, bacialo, sputagli in faccia….. una qualsiasi reazione e magari prima della fine del millennio! Siamo agli inizi del ’99, vedi tu come vuoi regolarti” afferrò la grossa ciotola e la mise sul tavolo, poi si mise a tagliare panini.
Cazzo, sia Jimmy che Meg avevano ragione, ma non sapevo nemmeno cosa avrei potuto fare!
Dopo pranzo, fra chi dormiva e chi strimpellava con la chitarra, io e Margareth, un tantino alticcia, andammo a disegnare. Ci sedemmo su una grossa roccia calcarea e cominciammo a disegnare. C’è da dire che da ubriaca, Meg disegnava quasi meglio che da sobria, le varie sfumature del chiaroscuro sembravano più realistiche.
Dopo un po’ che disegnavo mi alzai da lì mollando sulla roccia album e matita.
“Vado a scroccare qualche tiro da Jimbo o da chi capita. Vieni anche tu?”
“Nah, voglio dissssegnare” e calò di nuovo la testa sul foglio, mentre canticchiava Don’t Cry dei Guns n’ Roses.

“*Talk to me softly     (Parlami dolcemente)
There’s something in your eyes   (C’è qualcosa nei tuoi occhi)
Don’t hang your head in sorrow   (Non mettere la tua testa nel dolore)
And please don’t cry   (E per favore non piangere)
I know how you feel inside I’ve  (So come ti senti dentro)
I’ve been there before   (Ci sono passato prima)
Somethin’s changin’ inside you   (Qualcosa sta cambiando dentro di te)
And don’t you know   (E tu non capisci)*”

Eh cazzo, Axl, quanto ci hai beccato.
Quelle parole con la voce cristallina e malinconica di Meg erano qualcosa di struggente.
Entrai nella capanna e andai a sedermi vicino a Jimmy, spaparanzato sul divano consunto e sfondato. Mi buttai al suo fianco e poggiai la testa sulla sua spalla, guardandolo implorante.
“Jimbo bello, mica mi offri gentilmente una sigaretta?”
“Fiiiiiiiiiinite dooolllllcezza! Chiedi a Matt-ich!”
“Uhm…” prima che potessi dire qualcosa, una mano grande e perfetta mi offriva gentilmente una sigaretta. Seguii il braccio coperto dalla larga felpa dei Maiden e arrivai al viso apparentemente tranquillo di Matt.
Da quando fumava?  Rimasi un po’ a guardarlo, prima di alzare la mano e accettare la sigaretta.
“G-grazie” lui scrollò le spalle e tornò a evitare che Abell buttasse in nano malefico nel camino.
Il suo sguardo era stato una coltellata. Lo sguardo perennemente sereno e pacifico di Matt, che metteva gioia e allegria come quello di un bambino, improvvisamente si era fatto triste e assente, liquido di troppi pensieri.
Matt? Che ti succede? Perché stai così? È colpa mia? Colpa tua? Di Val?
Perché erano diventati così illeggibili quegli occhi?
Merda, se Axl aveva ragione.

Dopo aver finito la sigaretta, torna fuori da Meg, le strinsi le braccia intorno alle spalle e stavo per poggiare il naso su i suoi capelli, quando tirò di scatto la testa indietro e il CRACK del mio naso contro quella su testa fuori misura fu decisamente netto.
“Aaahhhrrrg!”
“Oh cazzo! Cristo Ssssty ti ho rrrrotto il naso!”
“Aa…ah….” Non riuscivo nemmeno a parlare, faceva un cazzo di male! Come minimo mi aveva fatto rientrare dentro la cartilagine.
Margareth intanto mi guardava preoccupatissima, con entrambe le mani con i guanti tagliati a coprire la bocca.
“Oddio ssscusssami!” Per quale cazzo di motivo parlava così, quando era mezza ubriaca, non l’avrei mai capito.
 “No… non fa niente” dissi provando a respirare o usar ei muscoli circostanti, ma usare il naso faceva male
“Come non fa nieeente?! Ti ho rrrrotto il nassso cazzo!”
“No dai, non è niente, davvero”
“Ti porto in osssspedale”
“Ma hai visto come parli? Cazzo che male….”
“Giuuusto” Voltò il viso verso la capanna e urlò un “MAAAAAAATT!” che avrebbero sentito fin dall’altro estremo dei famosi quattordici chilometri di spiaggia di Huntington.
Il ragazzone che non mi parlava più, uscì dalla porta, un tantino accigliato e scocciato, ma dopo poco si rese conto del mio colorito purpureo, della faccia sofferente sotto quel colorito e della mano che stringeva convulsamente il naso, visto che avevo la strana sensazione che si staccasse da un momento all’altro.
Scattò verso di noi e mi guardò preoccupato.
“Che è successo?” disse facendo balzare lo guardo da me a Meg e viceversa.
“Le ho rrrrotto il naso”
“Non mi ha rotto il naso” bofonchiai mentre continuavo a reggermi il naso.
“Zzzsszssitta! Le ho rrrotto il naso, portala in ospedale”
Matt mi si avvicinò davvero tanto, quasi come l’ultima volta e poggiò le mani sulle mie che però non mossi di un centimetro.
“Dai, fammi vedere. Non si direbbe, ma posso assicurarti che ogni tanto so essere delicato” provò a convincermi con una sorta di voce suadente, ma svuotata rispetto a quella che aveva usato quel giorno, col naso affondato nei miei capelli.
Alzai di colpo lo sguardo e lo fissai nel suo. Per un momento lo vidi vacillare e indietreggiò di qualche millimetro, come spaventato, per poi premere appena sulle mie mani e spostarle. Il dolore fu come amplificato e quando posò delicatamente la mano sul mio mento per osservare bene le malefatta della nana, le sue mani tremavano leggermente.
Mi fece l’occhiolino e poi si voltò verso Meg, mettendomi contemporaneamente un braccio attorno alle spalle.
“Si Meg, tranquilla. Tu rimani qui a disegnare, la accompagno io in ospedale”
“Oh bravi, andate. E vedete di metterrrrci almeno un paio di orrrrre”
“Si, certo, tu vedi di non buttarti giù dalla scogliera, ok?”
“Non ssssssono mica cosssssì ssstupida” Matt scrollò le sopracciglia e continuando a tenermi stretta a sé arrivammo fino alla sua macchina.
C’infilammo dentro la vettura e uscimmo da quel posto semi abbandonato.
“Sto bene, non è rotto, fa solo male” decretai ancora una volta.
“Lo so”
“Allora cos’è questo perbenismo?”
“Non è perbenismo, è un modo per stare soli”
“Come l’ultima volta? Così non mi parli per un mese?”
Fermò la macchina in una stradina sterrata e completamente vuota. Spense il motore della macchina, tirò il freno a mano e si voltò completamente verso di me.
“Senti Sty, io faccio schifo a parole” inarcai le sopracciglia e lo guardai come a dire “Vallo a raccontare a qualcun altro”. Per tutta risposta lui mi guardò innocentemente e spaesato, in cerca di spiegazioni.
“Ho letto la bozza di Warmness of The Soul” Matt assunse un vago colorito purpureo.
“Io… si… insomma… non….”
“Lo so che è dedicata a Valary e che voi due vi amate, ok? Finiamola qua, basta metterlo in chiaro. Se tu non provi niente, me ne farò una ragione e amici come prima”
“Quand’è che siamo stati amici?” rimasi di sasso. Avevo appena cominciato a vomitare tutto quello che avevo da dire e un’interruzione, per di più con una domanda simile, non me l’aspettavo proprio.
“Come?” chiesi stranita.
“Cazzo Sty io sono rimasto folgorato dal primo secondo che ti ho guardato, ok?! È una cosa da coglioni, da sfigati e da dodicenni esaltate e isteriche, ma quando ti ho vista a casa di Meg, con l’odore di biscotti al cioccolato e quel sorriso magnifico non ho capito niente più, è andato tutto a puttane e non mi è chiaro più niente da allora!”
Rimasi a fissarlo, un tantino esterrefatta. Aveva quasi il fiatone per aver detto tutte quelle parole in un colpo solo, il viso paonazzo di vergogna e i grandi occhi verdi, sgranati e lucidi. Potevo quasi sentire il suo cuore pompare all’impazzata.
“Cazzo dici davvero?” dissi quasi innocentemente e lui fece un mezzo sorriso nervoso, grattandosi la testa imbarazzato.
“Si…..”
“Woah….” emisi con un mezzo sorriso.
“Eh si” fece una pausa, in cui prese a torturarsi le mani e poi alzò la testa per guardarmi con quei suoi magnifici occhi verdi con quella punta di nocciola tutt’attorno e dentro la pupilla con alcune macchioline.
“Comunque, Warmness non l’ho scritta io, è stata Val” sgranai gli occhi.
“Cazzarola! Sul serio?” mi spostai la folta chioma riccioluta e lui sorrise appena, perdendosi a guardare le mie mani che smuovevano i boccoli color cioccolato.
“Allora…. Cos’hai intenzione di fare?”
“Cosa abbiamo intenzione di fare, vorrai dire” mi corresse.
“Ah no, sta a te decidere: mollare Val o non provarci proprio con me” emise un suono, come se volesse parlare, ma le parole gli morirono su quelle labbra perfette e decorate da quel piercing al lato.
“Torniamo dagli altri?” dissi dopo un po’, rompendo il silenzio che si era creato.
Stavo riallacciando la cintura di sicurezza, quando mi trovai sovrastata da lui e dalle sue labbra che si muovevano sopra e insieme alle mie, dalle sue mani ai lati della mia testa che affondavano quasi convulsamente nei miei ricci e dal suo respiro caldo che si era interrotto nel preciso istante in cui il nostro contatto era cominciato.
Si può morire per un bacio? Una volta avevo sentito di una cretina che al suo primo bacio aveva avuto un infarto ed era finita in ospedale. Certo assurdo, se a baciarti non è Matt Sanders.
Si separò appena per dischiudere gli occhi e guardarmi appena, prima di tuffarsi di nuovo sulle mie labbra, felice e tormentato.
Come saremmo andati a finire?


Meg P.O.V.
 “Uuuuhm….. Jiim, il tuo cappotto mi fa schifo” bofonchiai.
“Ok, ma per favooooore non decoraaaarlo…. col tuo vomito” rispose con un mezzo mugugno.
“Nah, mi fa talmente schifo che mi fa pure passare la voglia di vomitare”
Lui era ubriaco, io ero decisamente troppo brilla e ci capivamo alla grande, Hendrix sa come.
Ci buttammo nella sua auto, io sul posto del passeggero e lui si mise alla guida.
Non ero proprio ubriaca, ma anche troppo brilla, forse era per questo che ricordavo un po’ tutto e soprattutto ricordavo di Matt e Sty.
Nessuno di noi due era in grado di guidare, ma molto gentilmente se l’erano squagliata tutti e adesso ci toccava sfidare la sorte per l’ennesima volta.
“Jim….. Ma JD e Ssssssshhadowwwssss?” borbottai mettendo una mano sugli occhi mentre lui cominciava a provare a guidare.
“Secooondo meeehe, hanno limonato, poi boh”
“Ma Matt che dice?”
“Che non ci sshsta capendo un cazsshzo di tutta quesshsta storia”
“Oh bene…..”
In qualche modo riuscimmo ad arrivare al centro della città e mentre guidava per quelle strade completamente impossibili, la macchina gli morì sotto per un errore da pivellino e scoppiammo a ridere come due coglioni davanti al Johnny’s pieno di gente come ogni sera/nottata come quella, di qualsiasi stagione.
“Quei due si mettono insihchieme, te lo dico io, bella bimba” disse convinto Jim, chiudendo gli occhi e stampandosi un sorriso coglione in faccia.
“Ah, lo so, tanto Matt ha deehetto che molla Val, vero?” dissi mollando al testa sulla sua spalla e incrociando gli occhi mentre lo guardavo.
“Così mi pare…” bofonchiò senza aprire gli occhi.
“Mi disssshasspiace perrrrhò…. la conossshco da tanto..”
Ci perdemmo in un’oasi di silenzio, ognuno nel suo mondo fin quando non mi resi conto di qualcuno davanti al Johnny’s che mi salutava.
Sollevai la testa e strizzai gli occhi per guardare, sistemandomi gli occhiali da lettura che avevo ancora su da quando avevo disegnato, prima.
Un momento…. Zack?
Abbassai il finestrino, mentre il chitarrista si avvicinava e io lo guardavo con una faccia da cogliona (dovuta all’alcol, che vi credete)
 “Vee, che ci fai qua?” feci sorridendo e guardandolo estasiata.
“Ho finito le prove con i ragazzi ed eravamo venuti a bere qualcosa, ma voi che combinate? Non avevate la festa?” Quindi quei due stronzi se n’erano andati alla prove, eh? Bella merda.
“E’ finita e adddsscho proviaaamo a tornare a caaasa” Arricciò un po’ naso e labbra, pensieroso.
“Oh, capisco” Mollò la birra per terra e aprì il mio sportello. Diede una controllata a Jim, ma si era addormentato e avrebbe continuato così fino alla mattina seguente, come minimo.
Mi prese per mano, afferrò la mia tracolla e mi mise un braccio attorno alla vita, prima di richiudere la macchina di Jim lasciando le chiavi dentro.
“Che combini Vee?” feci osservando il suo viso a qualche centimetro dal mio, con un sorriso davvero ebete. Non era molto più alto di me, ma andava benissimo così.
“Salvo la mia ragazza da una morte certa, non posso?” fece sorridendomi e strizzandomi l’occhiolino mentre mi guidava fino alla sua macchina.
“Ohw…… grazie, Zack” feci sfiorandogli distrattamente i capelli neri e corti e il suo sorriso s’illuminò mentre mi guardava. Sfiorò distrattamente le labbra con le mie e borbottò un “Figurati” prima di aprire l’auto.
“Forza bella ragazza, a bordo” Mi aiutò ad entrare visto che rischiai di tirare un paio di facciate davvero epiche e poi si mise a guidare tranquillamente per le vie buie di Huntington.
“Devo riportarti a casa?” chiese tranquillo.
“Uhm? No, mamma sa che dormo da Stacey”
“E Stacey?”
“Non mi ricordo..” feci ridendo distrattamente e lui sorrise.
“Ti va bene se rimani a casa mia? I miei non ci sono” annuii distrattamente mentre strusciavo la faccia sul seggiolino e mi mettevo più comoda abbracciando la borsa sullo stomaco.
Quando arrivammo scese prima lui per aprire la porta e accendere le luci, e poi venne recuperare me che barcollavo decisamente e non ero proprio nel pieno delle mie facoltà.
Mi portò in casa e mi guidò fino al piano superiore in camera sua. Aveva una stanza abbastanza grande e incasinata, abbastanza simile alla mia, solo un po’ più grande.
Mi disse dov’era il bagno e mi diede anche una sua t-shirt enorme da usare come pigiama.
Quando uscii avevo la faccia pulita da tutto il trucco sbavato, la vescica vuota e addosso la sua t-shirt che andava già grande a lui e che mi andava come vestito.
M’infilai sotto le coperte e poco dopo lui si stese vicino a me.
“E il divano?” feci sarcasticamente.
“Se ti do fastidio posso anche andarmene” fece ridendo distrattamente, ma bofonchiai qualcosa d’insensato mentre poggiavo la testa sulla sua spalla e mi stringevo sul suo petto.
Ero troppo distrutta per aver voglia di rispondere.
“Si Meg, notte anche a te” Sospirò distrattamente fra i miei capelli prima di spegnere la luce e addormentarsi a sua volta.

La mattina dopo dovetti correre a casa perché era tardissimo e mollai Zack che ancora dormiva con un biglietto in cui spiegavo tutto sul comodino, prima di filare di corsa a casa.
Qui ebbi una bella litigata con mia madre per quanto riguardava l’alcol, il mio rapporto con l’alcol, su quello che ne stavo facendo della mia vita e della gente che frequentavo che sfociò alla fine nelle solite grida da parte sua e sbuffi dalla mia.
Erano le undici e mezza di sera del giorno dopo, avevo già parlato con Zack e gli avevo spigato di mia madre (anche giustamente) sclerotica, avevo ricostruito la giornata precedete per Brian e Jim e avevo pure smesso di parlare con JD da qualche ora quando, imbestialita, afferrai il cellulare e mandai un messaggio.
Una stronzata, certo, ma era un piccolo passo verso una grande battaglia i cui soldati rientrano nella fascia dei –teen.
Dai, cazzo.

Stacey P.O.V.
Avevo le cuffie nelle orecchie e speravo di cominciare a dormire, quando mi arrivò sul cellulare un messaggio che non mi aspettavo, da Matt.
-Ho la tua sciarpa, l’hai dimenticata alla lezione. Profuma come i tuoi capelli-
Ok, Matt si stava sniffando la mia sciarpa. Speravo che non ci si soffiasse il naso.
No, stronzate a parte, perchè sniffare la sciarpa di una persona, se di questa non ti frega una mazza?
Non sapendo nemmeno cosa rispondere, feci cadere il cellulare/mattone (perché nel ’99 altro che touch….. se uno di quei telefoni ti toccava la testa come minimo ti ritrovavi un trauma cranico) al mio fianco e tornai a guardare il soffitto, perdendomi nei miei pensieri.
 La mia mente era persa fra le note di “The Unforgiven” dei Metallica, quando arrivò un altro messaggio, da parte di Meg, insolito quasi quanto il primo.
Insomma, ne avevamo parlato già altre volte, ma lei aveva sempre detto di no, per via della madre che sarebbe stata certamente contraria. Insomma, lo aveva ribadito anche quel giorno stesso! Non credevo che a distanza di qualche ora avrebbe accettato.
“Domani al garage. Porta ago e il resto: il mio orecchio ti aspetta”
Il primo piercing di Meg sarebbe stato opera mia.
Uhm, ok.




*Ok, sono abbastanza convinta che i faraglioni lì non ci siano, ma voi fate finta di niente, uhm? v.v

Saaaaalve! :D
Da questo capitolo salta fuori anche l’anteprima del chap v.v
Che bello, anche in questo Chap c’è una cosa successa durante quest’anno scolastico :’)
No, non me ne sono andata ubriaca in giro per Huntington con Jimmy….
Ho solo rotto il naso di JD v.v
Sfortunatamente non c’è stato Matt a soccorrerla, solo io e la prof di pittura DDD:
Questa sarebbe la mia idea di “capanna” (1) (2)
guardate Vaaaaal o.o è una quattrocchi :’)Beh, è un capitolo “di passaggio”
Non c’è sto granché di avvenimenti, ma vabbè v.v
E Zack si piglia la rivincita su Brian! :D
Il prossimo capitolo sarà quasi esilarante per quanto riguarda quel chitarrista da strapazzo con l’ex taglio da ananas ;) *appare Haner*
“Cactus, sei una stronza”
“Di solito dicono tutti che lo stronzo sei tu, Bri. Detto da te dev’essere un complimento”
“Puoi giurarci v.v” *appare Meg*
“Haner è un pivello Po Po Po! :D”
“Due stronze, siete “-.-”
Tornando a noi…
Si ringrazia chi ha recensito lo scorso capitolo! v.v _diable_, Danyel, Empathy, Carboncino_93
see you next time! :D
The Cactus Incident

  
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