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Autore: Nami_san    18/07/2012    3 recensioni
L'organizzazione viene sconfitta, tuttavia alcuni membri sono riusciti a scappare. Che cosa succederà quando un uomo cercherà vendetta?
Shinichi e Ran vedranno la loro vita e il loro futuro andare in mille pezzi...quando il crudele destino distrugge un amore.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6: La paura di perdere le persone che amo.






Conan Edogawa e Ai Haibara stavano tornando a casa da scuola, quando all'improvviso il ragazzo si diede una pacca in testa.
-Accidenti! Mi sono dimenticato che devo aiutare l'ispettore con un caso!-
Ai sospirò, un fanatico di gialli era e un fanatico di gialli sarebbe stato per tutta la vita.
-E dai, non fare quella faccia Aiuccia...- fece la sua solita risatina aggiungendo -Senti già la mia mancanza, per caso?-
La stava chiaramente prendendo in giro, infatti la reazione di Haibara non si fece attendere...gli diede un pugno sulla testa mentre una vena le pulsava sulla fronte.
-Non fare questi stupidi giochetti con il mio nome!- esclamò visibilmente infastidita.
Conan si massaggiò il capo dolorante.
-Che permalosa- mormorò.
-Comunque...- si mise davanti a lei a le diede un bacio a fior di labbra -...ci vediamo dopo, per farmi perdonare ti porto a cena fuori stasera-
Le fece l'occhiolino. Nonostante la felicità che provava dentro di sè, Haibara pensava di avere comunque una "reputazione" da difendere e quindi non solo non rispose al bacio, ma si limitò a chiudere gli occhi dicendo seccata -E' il minimo...e adesso vai, stai perdendo tempo, o sbaglio?-
Il ragazzo annuì sorridendo, abituato al carattere scontroso di lei e si allontanò. Quando non poteva più vederla, Ai fece un sorriso dolce e nei suoi occhi c'era una strana luce, un misto di emozioni diverse.

Una volta arrivata a casa del professor Agasa, si accorse che quest'ultimo non c'era. Cosa strana, di solito era lì ad aspettare lei e Conan per pranzare.
-Professore! Professore!- ripetè più volte
Niente, nessuna risposta. Haibara inarcò un sopracciglio guardandosi intorno, la casa sembrava a posto, allora perchè provava un senso di angoscia? Non riusciva a spiegarselo, da quando aveva messo piede lì dentro una brutta sensazione si era impadronita di lei.
Ad un tratto sentì un braccio afferrarla all'improvviso e una mano premere contro la sua bocca...e poi, il buio...


Quanto tempo era passato da quando aveva perso i sensi? Non lo sapeva, fissava il soffitto, era ancora lì a casa di Agasa, forse era tutto un sogno?
Scosse la testa, impossibile visto che sentiva ancora quelle mani gelide su di sè. Si mise a sedere sul letto, accorgendosi solo in quel momento che delle catene intorno alle gambe le impedivano di alzarsi.
Cercò di liberarsi invano, mentre una voce risuonò nella stanza...
-Inutile provarci, ti ho legata per bene...Sherry...-
La ex-scienziata alzò lo sguardo, vedendo un uomo davanti a sè appoggiato al muro con le braccia incrociate. La prima cosa che si notava di lui era la cicatrice verticale sull'occhio sinistro che teneva chiuso, segno che l'aveva perso, oltre che la testa calva con un borsalino sopra di essa.
Rabbrividì nel vederlo, erano anni che non provava quella sensazione...non c'erano dubbi! Era uno di loro!
-Tu...- iniziò a dire con un filo di voce -Com'è possibile, l'organizzazione...-
L'uomo fece un ghigno interrompendola -L'organizzazione è tornata e io sono uno dei suoi membri più importanti: Rum-
Ai spalancò gli occhi, aveva già sentito parlare di lui! Un tempo, lui e suo fratello gemello lavoravano per l'organizzazione, erano mercenari assunti a pagamento direttamente dal Boss.
-Non fare quella faccia, cara Sherry- sorrise Rum vedendo la ragazza abbassare lo sguardo rassegnata.
-Non posso sfuggire al mio destino- mormorò -Mi dispiace professore- aggiunse sentendosi in colpa.
Un altro innocente che aveva pagato per lei. Ciò la fece stare male, terribilmente male...morire a quel punto era la cosa migliore, almeno le persone a lei vicine avrebbero smesso di soffrire, questo le diceva la sua mente.
-Oh, puoi stare tranquilla- fece Rum avvicinandosi al letto con le mani sui fianchi -Quel vecchio è ancora vivo e si trova in questa casa-
Ai guardò l'uomo in nero perplessa.
-Più precisamente, è privo di sensi dentro il bagno- aggiunse Rum.
-Non prendermi in giro! Sono stata per 18 anni all'interno dell'organizzazione, so bene come agite! Bastardi!- ringhiò furiosa agitandosi e tentando inutilmente di alzarsi dal letto, quei maledetti le avevano già rovinato la vita una volta e adesso, di nuovo...
-Sono gli ordini- rispose tranquillamente Rum -Che tu ci creda o no, mi è stato ordinato di risparmiarlo, a patto che tu...- fece una pausa e si passò la lingua sulle labbra aggiungendo -...ritorni a lavorare per noi-
La ragazza era incredula, davvero la rivolevano all'interno dell'organizzazione? Doveva tornare di nuovo da Gin? Al solo pensiero, ebbe un brivido lungo la schiena.
-Perchè?- mormorò
-Ovviamente per continuare le tue ricerche insieme ai nostri scienziati, nessuno di loro è al tuo livello secondo Gin...solo tu puoi completare il farmaco APTX 4869-
Lei rimase in silenzio, in effetti era vero, era l'unica insieme ai suoi genitori che aveva portato avanti quelle ricerche in poco tempo. Peccato che poi l'organizzazione avesse pensato di utilizzare quel farmaco per uccidere le persone, facendo di lei la complice in quegli omicidi.
Rum riprese a parlare -Dovrai aiutarci nel tuo tempo libero per non destare sospetti. Nessuno deve sapere che sei ai nostri ordini. Il tuo lavoro per noi, in cambio della vita delle persone a te care...questo vecchio e il tuo amichetto detective...accetti?-
Ai Haibara sentendo quei due nomi, i nomi delle persone più importanti della sua vita, non esitò un istante...
-Accetto- rispose fissando l'uomo
Rum si limitò a sghignazzare.




*****



*FLASHBACK*


Una donna dai lunghi capelli castani si trovava seduta di fronte ad un'altra donna bionda. Quest'ultima sorseggiava il suo liquore, passandosi di tanto in tanto la lingua sulle labbra.
-Il vermouth è davvero il miglior liquore del mondo- mormorò compiaciuta Chris Vineyard, o meglio, Sharon Vineyard.
Ran, davanti a lei, si mordeva nervosa il labbro inferiore, nonostante fosse leggermente sollevata dal fatto di essere riuscita a portare quella donna lontana da suo figlio. In quel momento si trovavano in un bar, Vermouth l'aveva seguita senza storie, quando lei le aveva chiesto di non parlare a casa in presenza di Ken.
-Sicura di non volerne, Ran?- chiese in tono amichevole.
L'avvocato in quel momento si sentì quasi presa in giro, perchè la teneva sulle spine in quel modo?!
-Adesso basta!- esclamò sull'orlo di una crisi di nervi -Che cosa vuoi Vermouth? Perchè mi chiedi di tornare in Giappone?-
Tremò di rabbia e di paura, tanto che Chris si stupì di come Ran avesse ancora un minimo di autocontrollo. Nonostante trovasse quella scena divertente, decise di arrivare subito al nocciolo della questione...
-Ti chiedo di tornare in Giappone...- fece una pausa sorseggiando il suo vermouth -Perchè è stato Gin a ordinarmi di farlo- concluse stringendo i pugni, come se si fosse innervosita nel pronunciare il nome di quell'uomo.
Ran deglutì sentendo il nome di quel tipo, descritto da sempre come un assassino freddo e spiegato dagli agenti dell'FBI e da Shinichi.
-Quindi tu... stai ancora agli ordini dell'organizzazione?- chiese a fatica.
Vermouth scosse la testa, in quel momento la frangia le copriva gli occhi, tanto che Ran non riuscì a vedere la sua espressione.
-E' un ricatto. Hanno mia figlia...Masumi Vineyard...- rispose con un filo di voce.
Sentendo quelle parole, Ran rimase stupita, Vermouth aveva una figlia? E come mai non ne aveva mai sentito parlare? Essendo una famosa attrice, si sarebbe dovuto sapere.
La bionda, vedendo la faccia perplessa di Ran, si affrettò ad aggiungere- L'avevo nascosta all'organizzazione, nessuno sapeva di lei, andava in giro con una falsa identità...almeno fino a due settimane fa, quando l'organizzazione la rapì. A quanto ho capito, Gin vuole usarti come esca e poi ucciderti...-
-Capisco- mormorò tristemente l'avvocato -Secondo i piani di Gin, tu dovevi venire qui e minacciarmi di uccidere mio figlio se non fossi tornata in Giappone, giusto? Quell'uomo vuole usare sia me che te per raggiungere i suoi scopi, colpendo i nostri punti deboli: i nostri figli-
Ran strinse i pugni infuriata, non c'era limite alla malvagità di quell'uomo!
Chris Vineyard si limitò a fissarla con una faccia inespressiva, finchè non sentì una frase che la fece sorridere...
-Tornerò in Giappone!-


*FINE FLASHBACK*





Ran sgranò gli occhi, aveva sognato ancora una volta la sua conversazione con Vermouth. In quel momento si trovava insieme a Eisuke e Ken, sull'aereo diretto a Tokyo. Aveva già avvisato i suoi, dicendo loro che sarebbe tornata solo per qualche giorno per rivedere il quartiere dove era cresciuta. Era una bugia, ma non voleva farli preoccupare.
Si asciugò il sudore sulla fronte dovuto a quel sogno e guardò davanti a sè vedendo Ken dormire. Suo figlio, il suo bambino. La somiglianza con Shinichi era incredibile, solo gli occhiali che un tempo erano di Eisuke, mascheravano un po' la cosa.
Sentì la mano del suo compagno sulla sua, si girò e vide che Eisuke la fissava teso come non mai. Da quando erano partiti, era diventato taciturno e cupo.
-Io...- le parole dell'uomo si bloccarono e si sentì terribilmente stupido.
"Quanto sono patetico, al solo pensiero di un incontro tra Ran e Kudo tremo come una foglia...che idiota" pensò con amarezza.
Ran capì il suo stato d'animo, erano un 11 anni che vivevano insieme, lei piano piano di era lasciata andare, si era innamorata...Eisuke era riuscito a conquistarla con la sua semplicità e lei non avrebbe mai distrutto tutto questo, ne era sicura in quel momento.
-Lo sai che torniamo per proteggere le persone a noi care, ne ho abbastanza di vederti con quella faccia- disse sbuffando la donna.
-Hai già spiegato la faccenda all'agente Akai, ci penseranno solo a proteggerli...a cosa serviamo noi? Rischiamo solo di esporci a inutili rischi!- ribattè lui.
Ran sospirò -Sono stata via troppo a lungo, non posso permettere ad altri di continuare a risolvere i miei problemi. E ti dimentichi per caso il ricatto di quella donna?-
-Non è che vuoi tornare...- esitò a continuare Eisuke, setendosi sempre più patetico -...per lui?- aggiunse con un filo di voce.
La donna perse definitavamente la pazienza, con un gesto rapido afferrò Eisuke per il mento e gli stampò un bacio sulle labbra. L'uomo totalmente spaesato, non reagì, sentendo solo il sapore di Ran sulle sue labbra, un sapore che amava da 11 anni e che aveva il permesso di assaggiare quando voleva.
Ran lo fissò negli occhi continuando a tenerlo per il mento.
-Eisuke, io ti amo. Nessuno potrà cambiare questo sentimento-
E questa volta, lui sorrise sollevato. La dolcezza di quelle parole e del sorriso di Ran, l'avevano tranquillizzato. Appoggiò le sue mani sul volto della sua donna e la baciò con passione, volendo per l'ennesima volta sentire quel sapore che tanto adorava.


Arrivarono a Beika verso le 13:00 del pomeriggio. Ken si grattò nervosamente il mento osservando i suoi genitori, erano strani, troppo tesi e silenziosi...anche se l'atmosfera era leggermente più calma rispetto a qualche ora prima.
"Mi hanno parlato di un caso difficile e complicato che devono risolvere, ma..." pensò ricordando la spiegazione che avevano dato dopo una lunga serie di domande da parte sua "Io non mi bevo queste bugie, qui c'è sotto qualcosa di davvero brutto!"
-Allora Ken, sarai felice di rivedere nonno Kogoro e nonna Eri- sorrise Ran accarezzando la testa di suo figlio.
-Mamma! Non sono un cane!- reagì con stizza allontanandosi, odiava certi atteggiamenti affettuosi in pubblico, nonostante adorasse sua madre.
Il sorriso di Ran si allargò, ripensando a quando lei reagiva stizzita agli atteggiamenti affettuosi di Shinichi in pubblico...scosse subito la testa, quella era storia vecchia, era una ragazzina a quei tempi...invece adesso era una donna e non poteva rovinare l'equilibrio della sua famiglia per un amore d'infanzia, che sarebbe sempre rimasto tale.
-Che bello questo quartiere!- esclamò Ken guardando fuori dal finestrino.
Eisuke prese la mano di Ran, visibilmente commossa e sommersa dai ricordi. I due si scambiarono un'occhiata d'intesa, ognuno con delle emozioni diverse e per fortuna Eisuke riuscì a mascherare la preccupazione che sentiva dentro di sè.


-BAMBINA MIA!- esclamò commosso il detective Kogoro Mori appena la porta dell'agenzia si aprì.
-Papà, mi stai stritolando!- rispose Ran con una punta di divertimento nella voce, non era cambiato affatto nell'atteggiamento nei suoi confronti.
Kogoro si staccò dalla figlia leggermente imbarazzato, si era ricordato di non essere solo in casa. Infatti, mentre Ran abbracciava calorosamente sua madre Eri, due persone si avvicinarono a lei.
-SEI TORNATA!- esclamò felice una donna con i capelli a caschetto e due occhi verdi.
-Kazuha! Che sorpresa! Ma cosa ci fai qui?- disse Ran stupita, mentre la sua amica l'abbracciava. In quegli anni si era sentita poche volte con lei e Sonoko, questo su consiglio dell'FBI e della CIA, meno informazioni aveva la gente su di lei e meglio era.
-Heiji sta lavorando ad un caso insieme a tuo padre- spiegò Kazuha.
Ran spostò il suo sguardo sulla pancia di Kazuna e immediatamente alla sua destra si avvicinò Heiji.
-Ciao Hattori-kun...- mormorò, non era affatto cambiato, tranne per i lineamenti più maturi.
-Kazuha tu...- non finì la frase emozionata.
Kazuha sorrise -Sono in dolce attesa, al settimo mese- disse accarezzandosi il pancione.
-Sono troppo felice!- Ran le buttò le braccia al collo commossa.
Heiji fece un sorriso sincero vedendo la scena e poi spostò la sua attenzione su Eisuke Hondou, rimasto in disparte. Lo osservò salutare impacciato prima Kogoro e poi Eri, mentre dietro di lui c'era un ragazzino che si limitava a fare come lui. Tuttavia, il detective e sua moglie, sembravano incredibilmente emozionati nel vedere quel ragazzino, tanto che lo abbracciarono per diversi minuti stringendolo forte.
Ran, essendosi accorta dello sguardo perplesso di Hattori, affrettò ad anticipare le sue domande.
-Hattori, Kazuha...vi presento Ken mio figlio...e Eisuke Hondou, mio marito-
I due rimasero a bocca aperta per diversi minuti, quasi increduli, poi la donna parlò -Il fratello del presidente della CIA?- sgranò gli occhi.
Eisuke annuì e sorrise, stringendo la mano ad entrambi. Si accorse, tuttavia, della stretta troppo forte del detective di Osaka, che lo fissava in cagnesco. L'agente dell'FBI fece una smorfia di dolore, subito dopo Heiji lo superò e uscì dall'ufficio.
-Ma che gli prende?- sbuffò Kazuha -Lavora troppo, glielo sempre detto!-
Ran vide la porta dell'agenzia chiudersi violentemente e capì...abbassò lo sguardo pensando "Sei preoccupato di come la prenderà LUI, vero Hattori-kun?"
Sì, Heiji era preoccupato, incredibilmente preoccupato per il suo migliore amico.
"Forse avresti fatto meglio a non tornare Ran. Il suo cuore sarà lacerato non appena ti vedrà, lui ti ama da morire...ancora..." pensò il detective di Osaka stringendo i pugni provando più emozioni diverse, nonostante la sua espressione fosse indecifrabile.






CONTINUA...




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Ran è tornata e ora? Eheheheh...ne vedrete delle belle, non sarà facile per Shinichi accettare la situazione!
Sono entrati in scena anche Heiji e Kazuha, però avranno un ruolo marginale e come vedete lui è parecchio ostile verso Eisuke...avete anche scoperto le motivazioni di Vermouth, ho voluto anche inserire sua figlia (diciamo che è ispirata ad un personaggio che entra a far parte della trama di DC dal volume 73, si chiama Masumi, però non è la figlia Vermouth...anche se alcuni del forum di Conan lo pensavano, me compresa XD).
Alla prossima!







  
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