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Autore: Rosie Bongiovi    18/07/2012    3 recensioni
“Cosa vuoi da me?” chiese la ragazza, con voce rabbiosa.
“Volevo vedere.. Se la mia creatura era diventata una cacciatrice degna di questo nome.. E mi fa piacere che sia così”. Quelle parole lasciarono disorientata la ragazza, che si sedette di fianco a lui, guardandolo in maniera confusa.
“Di che cosa stai parlando?” domandò, senza smettere di essere sulla difensiva.
“Oh è vero, che stupido. Non puoi ricordarti di me” rispose, massaggiandosi il petto e facendo un altro colpo di tosse. “Cara la mia Nightmare, sono Jonathan Phoenix, l'uomo che ti ha trasformata in quello che sei una trentina d'anni fa"
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sbarcati sull'isola, i concorrenti iniziarono a cercare un posto dove passare la notte, coscienti del fatto che avrebbero dovuto fare i nomadi sino alla fine del torneo.

"Dobbiamo trovare un posto sicuro.. Non possiamo permetterci di fare errori né di essere seguite" disse Nightmare, pensando ad alta voce.

"Già.. Non sono pratica di queste cose, non ho mai fatto la scout" ammise Christie, con un pizzico di ironia. Nightmare accennò un sorriso e cominciò a camminare, senza una meta ben precisa. Dopo forse trenta minuti di marcia senza sosta, avevano attraversato l'isola in diagonale, giungendo sulla spiaggia. "E ora? E' facile essere viste sulla sabbia..". Night non diede molto peso alle parole della sua "alleata": scavalcò una grossa pietra e avanzò sulla spiaggia, scansando qualche alga ed alcuni granchi morti. La brasiliana la stava seguendo, senza sapere bene dove sarebbero andate. E, francamente, nemmeno Nightmare lo sapeva. Quest'ultima si fermò, mettendosi le mani sui fianchi e respirando rumorosamente. Si guardò attorno e, poi, le venne l'illuminazione.

  

"Ti avevo promesso di costruire una casa sull'albero, però ci metteremmo troppo tempo.. E tu vuoi un nascondiglio, un rifugio segreto. Giusto?". Nightmare, che aveva ancora una decina d'anni, annuì. "Bene, allora metti il pareo sulla sdraio, avvisa la mamma che sei con me e poi torna qui sulla riva" le disse la donna, dandole un buffetto sulla guancia. La bimba corse verso l'ombrellone sotto il quale c'erano i suoi genitori.
"Josette, dov'è la nonna?" le chiese la madre, togliendosi gli occhiali da sole e sorridendo alla figlia.

"E' s-sulla riva. V-vuole che v-vada con l-lei" rispose, balbettando come al solito. Era un piccolo difetto che, fino a quel momento, nessun logopedista era riuscito a correggerle. In effetti nessuno mai c'era riuscito, finché non iniziò a praticare il karate, una disciplina che l'aveva liberata da quel fastidioso problema nell'esprimersi. E lo doveva a sua nonna.

"D'accordo tesoro, ma fai attenzione, mi raccomando" concluse la donna, accarezzandole il viso e guardandola allontanarsi. La piccola tornò velocemente sulla riva.

"Eccoti qui. Vieni, seguimi". La nonna di Nightmare entrò in acqua, iniziando a nuotare per qualche metro, seguita dalla nipote, che era una nuotatrice provetta. Dopo un paio di minuti, le due avevano raggiunto gli scogli. La donna si arrampicò, prendendo le mani della sua Josette e aiutandola a fare altrettanto. Camminarono su quelle rocce, attente a non scivolare. Ad un certo punto, l'anziana si abbassò, bussando contro lo scoglio. Nightmare inarcò un sopracciglio, confusa.

"Un secondo solo e ci siamo.. Ecco fatto!" esclamò la donna, rimuovendo una roccia e rivelando una stanza. "Attenta a dove metti i piedi" le raccomandò, entrando. Nightmare, allibita, fece altrettanto, dopo mille e mille esitazioni.

"C-come hai f-fatto?" chiese la bimba, guardando il soffitto e poi le pareti umide. C'era un fastidioso odore di muffa, ma era così shoccata da non accorgersene nemmeno.

"L'abbiamo scoperta io e tuo nonno quando avevamo qualche anno più di te. E' perfetta come nascondiglio segreto, vero?". La piccola annuì, ancora sbalordita.

"M-molto meglio d-della casa s-sull'albero" osservò, sorridendo alla nonna.

"Ce ne sono un sacco di grotte simili, ma nessuno le ha mai visitate. Tuo nonno diceva sempre di controllare alla fine di ogni scoglio, perché le scavature nella roccia sono parecchio comuni. Gli piaceva studiare queste cose.." rimase in silenzio, ricordando il marito e la loro infanzia, passata tra boschi, laghi, montagne, a scovare i rifugi più particolari che la natura avesse creato. Poi la sua attenzione si spostò nuovamente sulla nipote e parlò. "Chissà, magari un giorno potrebbe tornarti utile questa informazione". E, in quel momento, non sapeva quanto sarebbe effettivamente servita un giorno.

 

"Nightmare, ma dove stiamo andando?" chiese Christie, vedendola nuotare.

"Se vuoi sopravvivere, seguimi" le rispose, per poi prendere fiato e tornare sott'acqua.

"Ma certo che voglio sopravvivere, solo che entrare in acque probabilmente piene di squali non mi sembra il modo migliore per continuare a vivere. Oh Nightmare, mi farai andare fuori di testa" borbottò, arrendendosi. Raggiunsero gli scogli e camminarono per altri due minuti. Ormai erano alla fine del percorso, che terminava con un grosso masso, collegato ad una montagna. "E ora?" domandò la brasiliana. Nightmare si pulì le mani sui pantaloni neri che indossava, poi, facendosi forza, spostò quel masso, rivelando un'apertura nella roccia, davanti alla quale scendeva una sorta di piccola cascata. Era il posto perfetto, nessuno mai sarebbe riuscito a trovarle là. "Ma come.. Tu come.. Come facevi a sapere che..".

"Intuito" mentì l'altra, ridacchiando. Christie annuì, con la bocca aperta.

"Già.. Intuito..".

"Dovremo arrangiarci ed improvvisare due materassi.. Le foglie che hai messo nello zaino, venendo qui, potrebbero essere quello che fa al caso nostro. Ma prima abbiamo bisogno di luce, quindi tira fuori anche i rami e mettili lì". In men che non si dica, Nightmare aveva preparato due giacigli ed aveva dato fuoco ai pezzi di legno umidi recuperati da Christie, che aveva passato tutto il tempo ad osservarla, con gli occhi sbarrati. "Beh, buonanotte!" disse infine, stendendosi sulle foglie e pronta ad abbandonarsi senza fatica al mondo dei sogni.

"Anche a te.." mormorò la brasiliana, ancora sotto shock.

 

Dopo essersi stropicciata gli occhi ed essersi resa conto di essere tornata nel mondo dei vivi, Nightmare si alzò controvoglia. Le ci vollero un paio di minuti per realizzare dove fosse finita e quanto sarebbe stata difficile la giornata che stava per affrontare. Christie aveva già abbandonato il suo letto improvvisato. Chissà che ore erano.. Si legò i capelli in una coda di cavallo, inspirò ed espirò profondamente ed uscì. Non sapeva come comportarsi, francamente. Non sapeva nemmeno chi avrebbe incontrato. Era solo sicura di una cosa: avrebbe dovuto difendere la sua vita e compiere il suo obbiettivo.

Si tuffò in acqua e nuotò fino alla riva senza mai alzare la testa: voleva che nessuno vedesse da dove venisse. Giunta sulla spiaggia, Nightmare si strizzò i capelli ed avanzò nella foresta, mettendo un piede dopo l'altro, cautamente.

: - E' fin troppo tranquillo qui.. Dov'è il divertimento su quest'isola? - pensò tra sé e sé, finché non si ritrovò dinnanzi ad un ragazzo alto all'incirca un metro e novanta, dai capelli biondi e dei muscoli ben scolpiti, sull'addome e sulle spalle in maniera particolare. Indossava una camicia bianca, un paio di pantaloni rossi e delle scarpe da ginnastica argentate. Vista la sua postura ed i guantoni rossi che portava alle mani, il giovane doveva essere sicuramente un lottatore di boxe.

: - Finalmente qualcuno -.

“Tu sei quella che ha messo KO Zafina?” domandò, dimostrando di possedere un perfetto accento inglese.

“Sono io, sì” rispose la ragazza, sgranchendosi le mani. 
“Mi dispiace che lei sia l'ultima persona che riuscirai a sconfiggere”.

“Oh ma quanta arroganza per un biondo ossigenato” replicò Nightmare, rivolgendogli un sorrisetto furbo.

“Cominciamo, non ho molto tempo da perdere. Ho deciso di mandare a casa una decina di persone oggi”. 
“Posso sapere chi mi vuole far prendere una nave per partire da quest'isola?” chiese la ragazza.

“Steve. Steve Fox” concluse lui, prima di avvicinarsi all'avversaria e tentare di sferrarle un pugno che, Nightmare, riuscì a parare, rispondendo con un calcio nel fianco. Il biondo reagì come se fosse appena stato punto da una zanzara, pertanto tirò un bel pugno nello stomaco della nemica. Questa sputò a terra, per poi rivolgergli un'occhiataccia.

“Ma come, tua madre non te l'ha detto che non si picchiano le signore?” domandò retoricamente, dandogli un bel calcio nella caviglia destra ed una gomitata alla spalla sinistra, contemporaneamente schivando un gancio sinistro che avrebbe dovuto raggiungere il suo naso.

“Tu non sei una signora, basta vedere come vai in giro” commentò, riuscendo a colpire Nightmare alla mandibola, dal lato destro, e costringendola ad abbassarsi velocemente, per evitare la medesima sorte alla sua guancia sinistra.

Lei, portando la schiena a terra, spinse contro il petto di lui con entrambi i piedi, facendolo cadere rovinosamente al suolo. Steve si rialzò e cominciò a colpire velocemente viso, collo e spalle di Nightmare che, stanca di questa lunga sessione di pugni, riuscì a dare una fortissima pedata al ginocchio del pugile, facendolo inginocchiare.

“Visto, finalmente hai capito che, di fronte ad una vera signora, bisogna inginocchiarsi” commentò la ragazza, schivando un pugno nello stomaco e dandogli una ginocchiata nei denti.

: - Il mio lavoro è terminato. - pensò, allontanandosi di qualche passo.

“No, non così in fretta, signorina” urlò il pugile, sputando un dente tra le foglie e correndo verso Nightmare, colpendola al naso e facendoglielo sanguinare copiosamente.

“Dannazione” farfugliò lei, mentre la vista le si appannava a causa delle lacrime, uscite involontariamente. Purtroppo questo fu un punto che andò a suo svantaggio e Steve ne approfittò immediatamente, tirandole un altro gancio nello stesso identico punto ed un altro paio nello stomaco.

: - Basta, questo biondino mi ha stancata. Il naso è la parte del mio viso che preferisco, non intendo farmelo rompere -.

Nightmare, tirando un alto calcio, riuscì a disorientare il pugile, colpendogli il braccio destro. Poi, unendo entrambe le mani in una sorta di grande unico pugno, le affondò nello stomaco e successivamente insistette sul viso, in modo tale da costringerlo a coprirsi. Perché tutto quell'accanimento sul volto dell'avversario? Nightmare, da brava osservatrice quale era, aveva notato che Steve non era in grado di tirare calci, e che tutta la sua potenza era concentrata su braccia e mani. Se quelle fossero state occupate a difendere la faccia, allora lei ne avrebbe approfittato per qualche calcio nei fianchi, sulle ginocchia e, colpo di grazia, sulla schiena.

E fu esattamente quello che accadde.

Il pugile si ritrovò a terra, esausto, sputando saliva mista a sangue e tenendo gli occhi chiusi. L'avversaria, finito il conto alla rovescia che era partito dall'altoparlante situato sulla cima di un albero vicino, si mise all'altezza del viso di Steve. Lo tirò a sé, prendendolo dal colletto della camicia, e lo guardò nelle iridi di un blu chiaro.

“Vedi, tutto questo non sarebbe successo se tu fossi stato un galantuomo” concluse infine, divertita, lasciando la presa; il cranio del pugile colpì il suolo, provocandogli un terribile mal di testa. Ormai era senza forze. Nigthmare si allontanò alla ricerca di un altro avversario, soddisfatta di quell'eccitante scontro.

 

Nota dell'autrice:

Ben arrivati alla conclusione di questo quinto capitolo! Come al solito ringrazio le mie fidate Lady Phoenix, Orsacchiotta Potta Potta (che l'ha anche messa nelle seguite e per questo motivo la adoro immensamente u.u) e Angel Texar Ranger, che hanno la pazienza di recensire e leggere sempre :) E un ringraziamento anche per la mia migliore amica (Vava_95 su EFP) che, anche se non sa un fico secco su Tekken, mi sopporta durante i miei scleri su questo fantastico videogioco :3


Alla prossima, fatemi sapere!

 

Rosie

  
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