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Autore: Marguerite Tyreen    18/07/2012    2 recensioni
Queen, Nirvana, Deep Purple, Alice Cooper e Kiss: cinque protagonisti per cinque flashfic a tema musicale.
E la rivisitazione del tutto personale di cinque episodi che hanno -alcuni più e altri meno- segnato la storia della seconda arte.
Un esperimento: meno di 2500 parole in tutto.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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L'8 aprile 1994 a Seattle viene ritrovato il corpo senza vita di Kurt Cobain, tormentato cantante dei Nirvana, uccisosi con un colpo di fucile.
Spero non risulti troppo disturbante, come fic. E ci tengo a rassicurarvi sullo stato del mio umore: non è così pessimo come potrebbe sembrare.

[# Luce / 229 parole]

 

 

Ad E.
Da qualche parte si nasconde
anche la nostra felicità.

 

 

In the pines, in the pines
Where the sun don't ever shine
I would shiver the whole night through.

(Nirvana, Where did you sleep last night)

 

 

Where the sun don't ever shine
(Kurt Cobain – Nirvana)

 

 

Seattle, 5 aprile 1994
 

I sogni dovrebbero avere lo stesso odore dell'adolescenza. Sincero, libero, idealista, puro.
Ma a volte, i sogni assumono lo stesso odore putrescente della morte e, allora, solo la massa di un proiettile sparato alla tempia può occupare tutta la testa e scacciarli dalla mente.
Quelle che di notte abbiamo chiamato illuminazioni, al giorno finiamo per definirle follia. Ma, talvolta, la luce del mattino non fa in tempo a salvarci. Le illuminazioni continuano a sembrarci ottime idee. Quel proiettile nel cervello continua a sembrarci una buona idea. E il sole non viene a garantirci il contrario, non viene a schiarire i nostri fogli, né a illuderci che ci sia ancora senso.
Il senso se lo porta via l'odore di morte. La morte diventa l'unico senso.
Il mio ultimo barlume di entusiasmo respira a malapena nello stordimento della ragione.
La gioia di vivere è divorata pezzo per pezzo dal dolore. Non posso essere felice, se ricordo il mio tormento. Non posso apprezzare le cose, se non quando le ho perdute.
Amo tutti. Amo troppo. Il che equivale a non amare nessuno. A non amare affatto.
Eppure amo. Amo! L'amore mi ha consumato.
Amo come un morto che cammina. Sono morto: non posso intaccare con la mia marcescenza l'oggetto del mio amore.
L'illuminazione è arrivata questa notte. Non vedrò nascere il giorno.
Poso la penna. Carico il fucile.

   
 
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