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Autore: RakyKiki    19/07/2012    2 recensioni
Rachel torna a Beacon Hills dopo nove anni, e si ritrova catapultata in un mondo popolato da licantropi; la sua città natale che aveva sempre creduto fosse piuttosto tranquilla si rivela quindi un luogo molto più pericoloso del previsto.
Ambientata in un AU, questa fanfiction contiene spoiler sulla seconda stagione, quindi chiunque non voglia rovinarsi la sorpresa della seconda stagione conviene che non la legga ;) A tutti gli altri auguro una buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Past, present and future. '
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III Capitolo: Una serata movimentata.

"Coraggio Stiles, non morde mica, è solo una ragazza.
Sì, una ragazza nevrotica che ti ha lanciato addosso una pallina da tennis dalla finestra di camera sua, una ragazza che nel bel mezzo dell'ora di educazione fisica si è messa ad urlare nei boschi preda di chissà quali visioni, una ragazza...
Oh andiamo Stilinski, che ti prende?! Hai affrontato branchi di lupi mannari, cacciatori di licantropi, e sei sopravvissuto ad un alpha totalmente psicopatico e fuori controllo, senza contare le volte che sei sfuggito al Kanima. Non può spaventarti così tanto una semplice ragazza. Su, ora vai da lei e glielo chiedi, non è così difficile. Basta aprire la bocca e parlare." continuava a ripetersi Stiles durante la pausa pranzo, fissando Rachel che mangiava seduta da sola ad un tavolo. Fece un lungo sospiro e prendendo il proprio vassoio in mano si incamminò verso la ragazza.
"Hei, posso?" le chiese indicando il posto davanti a lei.
"Stiles! Si si, siediti pure!" gli rispose lei, sorridendo.
"Visto?! Non era tanto difficile Stilinski." pensò.
"Come mai non stai con Scott?" gli chiese prendendo una forchettata di pasta e fissandolo negli occhi.
"Oh bhe, voleva stare un po' da solo e così ho pensato di venire a fare un po' di compagnia a te che te ne stavi tutta sola soletta. Sempre che non ti dispiaccia eh, altrimenti me lo dici e me ne vado tranquilla."
"Ma va, figurati non disturbi anzi!" rispose lei facendo un sorriso che secondo Stiles era contagioso.
Mangiarono chiacchierando su come si trovasse Rachel a scuola dopo la sua prima settimana, su come trovasse lavorare alla clinica veterinaria e cose di questo genere. Quando però il pranzo stava finendo, Stiles si fece forza e disse:
"Senti... Ti andrebbe questa sera di vedere un film a casa di Scott? Ordiniamo delle pizze e mangiamo lì. E' solo che non voglio ritrovarmi da solo con Scott ed Allison che si scambiano effusioni come due gatti in calore, e quindi pensavo che magari potevi venire anche tu, almeno non ero da solo..."
"Oh, questa sera? Mio zio ha il turno di notte in ospedale, e la macchina serve a lui..."
"Ti accompagno e ti riporto a casa io, non ci sono problemi!"
"Non vorrei disturbare troppo."
"Ma va, non disturbi mica figurati! Siamo anche vicini di casa! Cosa vuoi di più dalla vita?" disse Stiles facendo una faccia alquanto buffa, che per poco non fece strozzare la ragazza che stava bevendo.
"Allora passo a prenderti alle otto?" le chiese mentre si dirigevano agli armadietti.
"Si, alle otto va benissimo..."
"Grande! Ora vado, allenamento extra con la squadra di lacrosse!" rispose lui e si incamminò verso il suo armadietto.


"Vado io!" urlò Rachel da camera sua. Ma ovviamente suo zio la ignorò ed andò ad aprire la porta. Doveva sbrigarsi, o Stiles sarebbe stato vittima di un lungo ed interminabile interrogatorio per cui persino il padre di Stiles sarebbe impallidito. Suo zio diventava estremamente protettivo quando doveva uscire con un ragazzo. "Ma questa non è un'uscita con un ragazzo. Insomma, andiamo a casa di Scott a guardare un film e Stiles mi accompagna." pensò la ragazza. Cinque minuti dopo era pronta e varcava la porta della cucina dove suo zio e Stiles erano seduti, uno con un'espressione truce, l'altro con un'espressione un po' spaventata.
"Zio, noi andiamo. Ci vediamo poi domani!" disse la ragazza, prendendo Stiles per un braccio e facendo per uscire il più velocemente da quella casa e risparmiare a Stiles l'ennesima domanda imbarazzante.
"Chiama quando arrivi a casa sta sera!" le disse lo zio seguendoli nell'ingresso.
"Si zio, come sempre." gli rispose e gli diede un bacio sulla guancia aprendo la porta d'ingresso.
"E' stato un piacere conoscerla signor Moore." disse Stiles allo zio della ragazza seguendola.
"Moore era il cognome di mio cognato, il mio cognome è Jones. Gliel'ho anche detto." pensò lo zio, irritato e preoccupato per la nipote, mentre la vedeva salire in macchina con quel ragazzo, che in maniera molto cavalleresca le aveva aperto la portiera dell'auto. David sapeva che in fondo il figlio dello sceriffo non era un cattivo ragazzo, ma era naturale per lui preoccuparsi. Appena la macchina ebbe svoltato l'angolo l'uomo entrò in casa per prepararsi per il lavoro.
"Scusa per l'interrogatorio di mio zio Stiles, non sono riuscita ad evitartelo purtroppo. Sa essere estremamente protettivo a volte." si scusò la ragazza, una volta che Stiles ebbe messo in moto la macchina.
"Ma va figurati, credo sia normale che si preoccupi per te." rispose lui sorridendole.
"Non ti ha messo troppo in imbarazzo vero? Ti prego dimmi che non l'ha fatto, altrimenti credo che andrò a nascondermi sotto terra per circa i prossimi mille anni!"
"Haha ma no tranquilla, mi ha solo fatto delle domande per conoscermi. Anche se devo ammettere che quando mi ha chiesto il numero di ragazze che ho messo incinta mi sono un po' spaventato, in particolar modo quando ha aggiunto che mi avrebbe castrato se avessi risposto..." rispose il ragazzo.
"Oh santo cielo... Ok, quando domani lo vedo gli faccio un discorso, non può andare in giro così e spaventare le persone!"
"Ma stai tranquilla Rachel! Non è successo niente davvero!" rispose Stiles girandosi verso la ragazza e rivolgendole un sorriso radioso e contagioso, che fece passare a Rachel qualsiasi tipo di ansia.
Arrivati a casa di Scott il ragazzo non bussò nemmeno, ma tirò fuori un mazzo di chiavi ed aprì la porta. Davanti all'espressione stupita di Rachel disse: "Si, ho una copia delle chiavi di casa sua... Scott? Siamo arrivati!" urlò poi.
Dal salotto arrivò Allison che si risistemava la maglietta.
"Potevi suonare Stilinski!" disse rivolta a Stiles "Oh ciao Rachel! Non sapevo ci fossi anche tu!" disse poi rivolta alla ragazza.
"Eh già, Stiles mi ha trascinata qui... Che film guardiamo?"
"Eravamo indecisi tra l'ultimo di Harry Potter e Beastly, io ovviamente voto per il primo!" si intromise Scott venendo a salutare l'amico, che ovviamente dette ragione al ragazzo.
"Inutile dire che io invece voto per il secondo. Tu Rachel quale preferisci?" disse Allison.
"Anche io voto per il secondo."
"Oh andiamo Rachel! Ricorda che devi farti perdonare per come mi ha trattato tuo zio! Potrei risentirne psicologicamente per chissà quanti anni!" disse Stiles assumendo un tono drammatico ed ironico.
"Avevi detto che non importava Stilinski! E poi quello che deve il favore sei tu, non io che ti ho salvato da mio zio!" rispose dando una leggera botta al braccio del ragazzo.
"Ok, va bene, vada per Beastly! Tanto ho l'impressione che non lo guarderanno molto il film loro..." disse Stiles rivolto a Rachel ed indicando Scott ed Allison che erano nuovamente attaccati.
"Ok ok ragazzi, andateci piano! Non vorrete già farmi diventare zio vero?" disse il ragazzo prendendo per un braccio Scott e portandolo in cucina ad ordinare le pizze. Intanto Allison e Rachel si erano accomodate sul divano e parlavano tranquillamente. Quando arrivarono le pizze raggiunsero i ragazzi che per quel lasso di tempo erano rimasti in cucina e mangiarono allegramente tra le battute idiote di Stiles e le risate generali. Una volta finito di mangiare andarono in salotto e iniziarono a guardare il film. Era la trasposizione ai giorni attuali della favola "La Bella e la Bestia", ma con qualche aggiunta. Circa dopo il primo quarto d'ora del film Rachel si accorse che Scott ed Allison erano nuovamente attaccati e alzandosi dal divano disse rivolta a Stiles: "Mi accompagni fuori a fumare?". Non aspettò una risposta del ragazzo e si diresse alla porta sul retro che aveva visto in cucina. Una volta fuori si andò a sedere sul prato ed aspettò che il ragazzo la raggiungesse.
"Tu fumi?" le disse Stiles sedendosi vicino a lei.
"No, ma l'ho fatto per lasciarli un po' da soli. Già hanno poco tempo per stare per conto loro, mi dispiaceva rubare quello che potevano avere oggi. E poi non si sta così male qui no?" rispose allungando le gambe e sdraiandosi sull'erba fresca.
"No, non si sta affatto male." rispose il ragazzo imitandola. Entrambi fissavano il cielo senza dire nulla, ed all'inizio quel silenzio era piacevole, ma dopo un po' sembrava quasi opprimente, così Stiles decise di fare una domanda a Rachel che gli girava in testa da un po'.
"Come mai l'altro giorno, quando eri a casa mia e sono entrato, ti sei spaventata? Voglio dire, a cosa pensavi?" disse senza distogliere lo sguardo dal cielo stellato. Quella domanda colse di sorpresa la ragazza, che rispose con assoluta sincerità.
"Mi chiedevo perchè tua madre non fosse lì con te e tuo padre, e mi sono detta che è per lo stesso motivo per cui mia madre non è qui con me e mio zio..."
"Oh...Lei è morta quando avevo circa sei anni, ricordo che stavo andando a trovarla in ospedale. Ma quando arrivai davanti alla porta della sua stanza l'infermiera..."
"Stiles. Non serve che...voglio dire, so che non fa piacere parlarne ecco, quindi non sei obbligato a dire qualcosa o simili..." disse Rachel interrompendo il ragazzo.
"Lo so... E' solo che con mio padre ormai non ne parlo più, anzi ultimamente non parliamo proprio. Lui è sempre preso dal lavoro e lo vedo a cena se non deve fermarsi in centrale più a lungo del previsto."
"Ti capisco...." rispose la ragazza, e un silenzio calò nuovamente tra i due ragazzi.
"Mia madre morì suicida sette anni fa, due mesi dopo l'incendio di casa Hale. Da quel giorno ricordo che cadde in depressione, la famiglia Hale era come se fosse la nostra famiglia adottiva, eravamo sempre con loro, e la madre di Derek era la migliore amica di mia madre. Spesso la sentivo piangere la notte e dire che non avremmo mai dovuto andarcene da Beacon Hills. Un pomeriggio, tornata dalla lezione di pianoforte, la trovai impiccata alla ringhiera delle scale del piano di sopra. Mio zio era in giardino e quando mi sentì urlare corse in casa e mi trovò in ginocchio per terra che piangevo e fissavo il cadavere di mia madre. Da quel giorno non parlai più. Un giorno arrivai addirittura ad odiare mia madre perchè mi aveva lasciata da sola, senza lei, mio padre, Derek o qualsiasi altra persona che non fosse mio zio, al quale certo volevo bene, ma non era la stessa cosa.
Andavo quotidianamente da una psicologa, ma non facevo progressi, finchè mio zio non decise di cambiare città, e ci trasferimmo dal New Jersey in Texas. Una settimana dopo il trasferimento ripresi a parlare. Ricordo che mio zio era in cucina che leggeva un giornale e io arrivai da lui e gli chiesi cosa avremmo mangiato per cena. Mi guardò come se non credesse alle sue orecchie. Probabilmente se fossimo rimasti in New Jersey non avrei mai ripreso a parlare. Ora mia madre si trova nella tomba vicino a mio padre, qui nel cimitero di Beacon Hills. Non sono mai andata a trovarli da quando sono tornata qui." disse la ragazza, quasi sussurrando l'ultima frase. Quando Rachel aveva iniziato a parlare si era rimessa seduta, quasi non volesse far vedere il suo viso. Per tutto il tempo in cui la ragazza raccontava la sua storia Stiles era rimasto in silenzio, immaginandosi come dovesse essere stato traumatizzante per lei vedere il cadavere della madre, così quando la ragazza concluse Stiles si mise a sedere e l'abbracciò forte, quasi volesse farle capire che capiva il dolore per la perdita della madre. Rimasero abbracciati a lungo, l'unico rumore era quello dei loro respiri e dei grilli nel prato.
"Grazie..." sussurrò a Stiles la ragazza. "Non ne avevo mai parlato così prima."
"Non devi ringraziarmi." rispose il ragazzo sciogliendo l'abbraccio e sorridendo alla ragazza.
"Hei! Non piangere Rachel dai..." le disse ancora con tono gentile, asciugandole una lacrima che silenziosa scendeva lungo la guancia della ragazza. Fino a quel momento Stiles non si era reso conto di quanto in realtà Rachel fosse fragile, aveva sempre un modo di fare forte e diretto, che però nascondeva tanta sofferenza. Inconsciamente la paragonò nuovamente a Derek Hale, pensando che fossero molto simili tra loro.
"Ok! Dopo questa conversazione deprimente direi che ci vuole qualcosa da bere!" disse il ragazzo alzandosi e porgendo la mano a Rachel. Entrarono in cucina e presero due lattine di birra e sbirciarono in salotto, notando che Scott ed Allison erano saliti su in camera. "Possiamo finire di vedere il film no? Se ti va..." propose Stiles andando a sedersi sul divano. Rachel lo seguì e si sedette vicino a lui, posando la lattina sul tavolino. Poco dopo Rachel si addormentò, appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo, che poco dopo si addormentò anche lui.

Il sole filtrava attraverso le tendine, illuminando lievemente la stanza. Rachel non ricordava come fosse arrivata in camera sua la sera precedente, e quando aprì gli occhi capì anche il perchè: si era addormentata a casa di Scott sul divano addosso a Stiles che ora la abbracciava mentre continuava a dormire. La ragazza sorrise, pensando che si trovava bene in quel momento, e si rimise appoggiata al ragazzo, ascoltando i battiti del suo cuore. Era un rumore rilassante, che la faceva sentire protetta e al sicuro. Alzò un po' il viso e si ritrovò vicina a quello del ragazzo, che sorrideva nel sonno.
"Cosa guardi?" le chiese Stiles con gli occhi chiusi con voce assonnata e sorridendo.
"Come fai a sapere che ti sto guardando?" chiese stupita la ragazza che abbassò la testa.
"Non ho mai detto di sapere che stessi guardando proprio me..." rispose lui, inclinando la testa per poter guardare la ragazza, che intanto era arrossita e non diceva una parola.
"A cosa pensi? Sei silenziosa..."
"Pensavo che... Bhe, che sto bene qui così." ammise la ragazza con sincerità e tirò in su la testa, ritrovandosi con il volto vicinissimo a quello del ragazzo. Entrambi avvicinarono i volti lentamente, e quando le loro labbra si sfiorarono, Scott arrivò di corsa in salotto, urlando e facendoli spaventare.
"Cazzo Stiles muoviti! Siamo in stra ritardo porca vacca!" disse Scott al ragazzo e si fiondò in cucina per preparare il caffè per tutti. Rachel si alzò dal divano ed andò in bagno con il cuore a mille, lasciando sul divano uno Stiles totalmente confuso e con la testa piena di pensieri. Non riusciva a pensare a nulla, fino a pochi istanti prima stava per baciare Rachel, ed ora era in cucina seduto davanti a Scott a mangiare velocemente un toast. Quando Rachel entrò nella stanza il suo cuore prese a battere più velocemente e sentì il sangue fluirgli in due zone ben distinte, sulle guance e... No, non poteva reagire in quel modo soltanto vedendola e pensando a quando poco prima stavano per baciarsi! Anche se doveva ammettere che gli era piaciuto dormire abbracciandola e svegliarsi con lei appogiata su suo petto. "Ok basta Stilinski, pensa ad altro! Pensa ai fiori e alle piante ecco!" Si ripeteva nella mente.
"Scott chiama Stiles! Ci sei amico?"gli chiese Scott passandogli una mano davanti agli occhi.
"Oh si scusa Scott. Cosa c'è?"
"Come cosa c'è! Stiamo aspettando te per andare! Dai muoviti!" gli rispose l'amico, e solo in quel momento Stiles si rese conto di essere rimasto l'unico in cucina. Rachel salì in macchina con Allison, poichè la ragazza aveva detto ai genitori che avrebbe dormito dalla prima, e Scott andò con Stiles, che rimase silenzioso per tutto il tragitto. Una volta a scuola volarono direttamente ognuno nella propria classe.
Rachel era confusa, terribilmente confusa quel giorno. Non riusciva a seguire nessuna lezione, e continuava a pensare al quasi-bacio di quella mattina con Stiles. Insomma, lui era un ragazzo simpatico, dolce, divertente, spiritoso e anche tanto carino, ma non si era mai fermata a pensare a lui come ad un possibile ed eventuale ragazzo. Anche perchè lo conosceva a malapena da una settimana! Eppure trovarsi in quella situazione con lui l'aveva fatta sentire così bene. Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto da Isaac che la salutò.
"Hei ciao, come va?" gli rispose lei, e intanto la sua mente tornò a pensare a quella mattina.
"Eh?" chiese Rachel al ragazzo, che le aveva appena posto una domanda che però lei non aveva sentito.
"Ti ho chiesto se ti andava di venire al cinema con me questa sera. Se non hai altri impegni ovviamente." ripetè lui.
"Questa sera? Al cinema? Io non lo so, dovrei chiedere a mio zio e..."
"Se il problema è che saresti senza macchina ti passo a prendere io e ti riporto a casa, non ci sono problemi." le disse Isaac, che aggiunse sorridendo "Facciamo così, non rispondere ora. Dopo vieni a vedere l'allenamento della squadra e una volta finito mi dici cosa hai deciso ok? Non c'è fretta tranquilla!"
"Va-va bene....allora ti dico dopo." rispose la ragazza chiudendo l'armadietto. "Ora vado, ho il compito in classe di inglese..." disse e si allontanò dal ragazzo. Non sapeva assolutamente cosa fare, se accettare oppure no. Ma dopotutto lei e Stiles non stavano insieme, e non era successo nulla tra loro, quindi non aveva alcun vincolo per cui avrebbe potuto dire di no. "Andiamo Rachel, è solo un film, niente di più..." si disse entrando in classe e lasciando da parte i tanti pensieri che le giravano per la testa si concentrò sul compito.

Arrivò che l'allenamento era già cominciato ed i ragazzi stavano facendo dei giri di corsa del campo. Si andò a sedere sugli spalti e con la mano salutò Isaac che l'aveva salutata per primo. Solo in quel momento notò che Stiles non stava correndo con gli altri, e stava arrivando solo adesso dallo spogliatoio. Rachel lo salutò ma quando lui la vide non la salutò e corse subito dietro agli altri, con il coach che lo sgridava per il ritardo. La ragazza ci rimase male, ma pensò che probabilmente non l'aveva fatto per evitare che il coach si infuriasse ancora di più. ma quando durante il corso dell'allenamento lui si girava verso di lei, lui non la salutava e anzi cercava di evitare il suo sguardo. Fu allora che Rachel, irritata ed offesa per il comportamento di Stiles, decise di accettare l'invito di Isaac e di andare al cinema con lui. Finito l'allenamento raggiunse il ragazzo, e gli disse che andava bene e si misero d'accordo per l'orario, dopodichè la ragazza si incamminò verso casa. Dopo poco sentì una macchina che le si accostava e vide che era Stiles.
"Hei, serve un passaggio fino alla clinica?" le chiese.
"No, oggi non lavoro." rispose lei fredda.
"Oh, allora dai, ti accompagno a casa! Sta anche iniziando a piovere, non vorrai mica ammalarti!" le rispose lui.
Rachel ci pensò su un po', ma alla fine accettò il passaggio e salì sulla Jeep in silenzio e rimase zitta per buona parte del tragitto, quando decise finalmente di parlare.
"Non mi hai vista oggi?" chiese al ragazzo.
"Che?"
"Durante l'allenamento dico, non mi hai vista? Ti ho anche salutato un paio di volte..."
"Oh, si scusa, è che il coach era già incazzato per il ritardo, e non volevo dargli altri motivi per farlo alterare ulteriormente. Non ora che deve decidere le nuove persone da inserire come titolari. Forse quest'anno riuscirò ad uscire dalla panchina delle riserve finalmente, se tutto va bene." rispose il ragazzo, parcheggiando la macchina nel vialetto di casa.
"Senti, sta sera ti va se ci vediamo? Anche solo per un caffè... E' che volevo parlare di questa mattina..."
"Oh... Sta sera non posso, devo andare al cinema con Isaac, me l'ha chiesto oggi e gli ho detto che andavo..."
"Con Isaac? Oh, va bene non ci sono problemi. Comunque volevo solo dire riguardo a quello che stava per succedere questa mattina che non cambia le cose giusto? Nel senso, siamo amici come prima vero?" chiese lui, con la voce un po' triste.
"Si certo, è tutto come prima, non vedo perchè non dovrebbe esserlo..." disse la ragazza aprendo la portiera.
"Rachel aspetta un attimo!" disse Stiles prendendo la mano della ragazza. "Stai attenta ad Isaac, non è una persona affidabile..."
"A me sembra tutto il contrario invece, e non mi sorprende che tu dica questo su di lui. Mi aveva detto che prima o poi avresti detto qualcosa su di lui, dato che non avete un buon rapporto." rispose la ragazza scendendo dall'auto.
Rachel si sentiva furiosa. Era arrabbiata con sè stessa per aver accettato l'invito di Isaac ed era arrabbiata con Stiles perchè aveva detto che il quasi-bacio non avrebbe cambiato le cose. Ma alla fine era quello che pensava anche lei, e comunque sarebbe stato troppo presto per una relazione dato che lo conosceva da così poco tempo. Per mettere fine a quel flusso incessante di pensieri Rachel andò a farsi una doccia, e quando si fu rivestita scese giù per parlare con suo zio e dirgli che quella sera sarebbe uscita con Isaac.
"E chi sarebbe questo Isaac?!" chiese preoccupato.
"E' un mio compagno di scuola zio. Passa a prendermi per le otto e mezza e finito il film mi riporta a casa."
"Hai fatto in modo che non potessi parlargli vedo..."
"No, ho fatto in modo da evitarmi altre scene imbarazzanti. Dai zio, sul serio? 'Quante ragazze hai messo incinta? E se rispondi ti castro!' Hai veramente detto questo a Stiles?"
"Sei mia nipote, ho il compito di proteggerti! Era una domanda più che lecita."
"Ma questo non vuol dire che tu debba mettermi in imbarazzo ogni volta che un mio amico mi passa a prendere..." disse la ragazza e salì in camera sua a prepararsi. Quando lo zio uscì di casa le lasciò la cena nel microonde in modo che non dovesse preparare nulla.
Rachel mangiò tranquilla, e quando Isaac suonò alla porta lei era già pronta per uscire.
Quella sera Isaac si sentiva agitato, poichè sapeva di andare contro un'ordine dell'apha. L'unico problema era che non riusciva a stare lontano da quella ragazza, e si era accorto che non era l'unico. Anche Boyd e McCall sembravano attratti almeno in parte da lei, persino l'umano, Stilinski, lo era. Aveva qualcosa quella ragazza che spingeva i lupi a starle il più possibile vicino, e questa cosa sembrava avere effetto anche su un normale essere umano come Stiles. Per questo motivo aveva invitato la ragazza ad uscire, voleva capire fino a che punto poteva attrarlo. In più quella era la sera prima della luna piena, quindi i suoi sensi sarebbero stati più sviluppati del solito. Quando suonò il campanello si accorse che il cuore della ragazza aveva preso a battere più velocemente, e quando lo vide accelerò un po' di più. Quella sera si era vestita in un modo che Isaac trovava adorabile: aveva una camicetta rossa senza maniche sopra un paio di jeans corti fino al ginocchio neri, ed ai piedi indossava un paio di sandali neri con una pietra rossa al centro. La fece accomodare in macchina e partirono verso il cinema, valutando i film che avrebbero potuto vedere ed alla fine optarono per un film basato su un romanzo di Nicholas Sparks 'Ho cercato il tuo nome'. Isaac non era molto entusiasta del film poichè non era affatto il suo genere, ma aveva sentito la felicità e la speranza quando la ragazza aveva proposto quel film. Nell'abitacolo dell'automobile l'odore di lei si diffondeva facilmente, ed il licantropo poteva coglierne ogni sfumatura: profumava di fragola e vaniglia e un qualche altro odore che non riusciva ad identificare. Starle così vicino e poter sentire così chiaramente il suo profumo metteva a dura prova i nervi del ragazzo, che constatava che la ragazza aveva un vero e proprio effetto afrodisiaco sui licantropi. Quando però furono seduti sulle poltrone del cinema il ragazzo dovette sforzarsi ancora di più. perchè oltre al profumo di lei sentiva anche tutte le emozioni che provava seguendo gli avvenimenti del film: stupore, tristezza, paura gioia, felicità, sospetto, ancora tristezza e tante altre in un susseguirsi incredibile. Quel mix d'emozioni e del suo profumo misero a durissima prova l'autocontrollo del lupo che, una volta giunti sotto il portico della casa della ragazza, le sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sentì il cuore di lei accelerare velocemente. Teneva la mano sulla sua guancia e lentamente avvicinava il suo viso a quello della ragazza, che però si ritrasse.
"Io...devo andare Isaac." disse accennando un debole sorriso e girandosi per cercare le chiavi ed aprire la porta. Fu allora che l'autocontrollo del ragazzo venne meno. Prese Rachel per un polso e la fece girare, in modo da averla nuovamente davanti a lui e la bloccò contro la porta di casa con il proprio corpo. Avvicinò la sua testa all'orecchio della ragazza e le disse sottovoce: "Andiamo, lo so che mi vuoi, lo sento dal modo in cui è accelerato il tuo cuore... Hai un effetto stimolante sui ragazzi lo sai Rachel. E' pericolosa come cosa, specie se ti trovi da sola con uno di loro..." concluse ed iniziò a baciarle il collo, mentre la ragazza tentava di spingerlo via, spaventata dalla reazione del ragazzo. Ad un tratto una voce alle sue spalle lo chiamò ed il ragazzo rispose, senza nemmeno voltarsi dato che aveva riconosciuto dall'odore il proprietario della voce.
"Alpha..." disse lui, lasciando andare un po' la presa sulla ragazza.
"So che mi senti. Lasciala andare, subito ." disse l'alpha sottovoce. Isaac non potè ribellarsi all'ordine datogli e lasciò andare la ragazza che iniziò a respirare velocemente, colta dal panico. Intanto Isaac era già salito sulla sua auto e se ne stava andando. Quando Rachel si calmò almeno in parte e si guardò intorno per vedere dove fosse finito il ragazzo, trovò che il ragazzo che aveva fermato Isaac era ancora lì, che la fissava. Non riusciva a vederlo bene, dato che era seminascosto nell'oscurità. Decise così di alzarsi ed andargli incontro per ringraziarlo, ma quando giunse alla fine delle scale del portico, il ragazzo misterioso era già scomparso.
   
 
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