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Autore: Artemis Hide    19/07/2012    11 recensioni
C’erano davvero poche cose che Tony Stark avrebbe messo nella lista delle ‘impossibili’ – d’altronde c’era un motivo se lui era Tony Stark– e di certo anche tra quelle poche ci sarebbe stato spazio per qualche correzione. Ma di una cosa era totalmente sicuro: nessuna di queste prevedeva avere sotto di sé Loki, il dio dell’Inganno, che gemeva il suo nome. E non di dolore.
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[Frostiron]
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing, Slash | Personaggi: Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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FI: incontro 1.0 (the beginning)

Code name: Incontro 1.0 (the beginning)

 

 

La prima volta accadde nel laboratorio.
L’unico rumore udibile era quello dei processori che elaboravano i dati sullo schermo ed il movimento di file spostati da un monitor all’altro. I minuti, le ore e perfino i giorni perdevano significato quando lui era lì, nel suo mondo, circondato soltanto da oggetti che lui stesso aveva creato, dal suo genio e da nuovi progetti. Era il posto che più di tutti lo rispecchiava, non c’era un solo angolo che non avesse su le sue impronte e che non rispondesse ai suoi comandi con la velocità con cui avrebbe potuto comandare un braccio o ad una gamba.
Lui, le sue idee, l’AI Jarvis e all’occorrenza qualche brano degli AC DC a dare il ritmo giusto. Quanto di più simile al paradiso potesse immaginare. Tolta una spiaggia (privata) con mare limpido, cocktail ghiacciati e bellissime donne, ovviamente.
Stava giusto rimuginando sull’opportunità o meno di dotare il suo Mark VII di lanciafiamme quando qualcosa saettò a pochi metri da lui, materializzandosi al centro del laboratorio.
Bastò uno sguardo per sentire ogni arto ghiacciarsi e la gola chiudersi in una morsa ferrea. Davanti a lui vi era niente meno che Loki, il dio dell’Inganno, nemico numero uno degli Avengers fino a pochi mesi prima. E motivo della loro formazione, in effetti.
Si guardò un attimo attorno, poi si volse verso di lui facendo qualche passo.
- Anthony Stark. Alla fine ci incontriamo di nuovo - il tono era calmo, quasi formale.
Tony cercò invano una battuta, una frase, una qualsiasi parola per rompere il gelo che improvvisamente pareva essersi impadronito di lui – gelo, ironico come paragone visto con chi aveva a che fare –, ma riuscì soltanto ad aprire la bocca e ad emettere un suono soffocato.
Il semi-dio gli rivolse uno sguardo divertito - Oh, avanti. Da un uomo come te mi aspettavo qualcosa di più che un patetico rantolo - disse inclinando la testa - Che cos’è, il gatto ti ha mangiato la lingua? -
L’altro deglutì, scuotendo la testa - Beh, considerando che ti credevo ad anni luce da qui e possibilmente in uniforme a strisce, spero perdonerai la mia sorpresa - disse uscendo finalmente dal suo stato di afasia. Il semi-dio alzò un sopracciglio senza capire, ricordando a Tony che probabilmente non sapevano nemmeno cosa fosse una divisa da carcerato. - Ad ogni modo, se avevi così voglia di vedermi avresti potuto avvisare. Che so, una telefonata, un sms… -
Si bloccò vedendolo svanire e ricomparire ad un metro scarso da sé.
- Il tuo chiacchiericcio mortale mi ha già stancato, Stark - sibilò, un lampo di fastidio negli occhi - Non sono venuto qui a sorbirmi le tue inutili parole. –
Tony deglutì, facendo un passo indietro, con circospezione: data la distanza gli era impossibile attivare l’armatura, ma forse poteva raggiungere il pulsante d’allarme che si trovava sotto al bancone, a un paio di metri dalla sua schiena. Si trattava di prendere tempo.
- Credevo che hai condannati fosse concessa qualche ultima parola - ribatté sarcastico, dissimulando la tensione. Davanti a lui Loki si aprì in un ghigno poco rassicurante - E chi ha mai detto che devi morire, Anthony Stark? -
Tony spalancò gli occhi in un atto di teatrale sorpresa, finta solo a metà - Ho altre opzioni? -
- Oh, non temere, non è in nessun caso prevista una tua possibilità di scelta - rise il semi-dio - Ti informavo solo che ho in mente altri piani -
Tony rise a sua volta, indietreggiando ancora di un passo: c’era quasi ormai, bastava allungarsi un poco. - Sai, è un peccato dover rovinare i tuoi progetti, per quanto non dubito fossero estremamente interessanti - disse, pronto ad agire - Ma sfortunatamente anch’io ho i miei piani -
Si voltò di scatto lanciandosi in avanti. Coprì in una frazione di secondo lo spazio che lo separava dal suo bancone e allungò la mano, già sentendo il tasto d’allarme premersi sotto le sue dita. Un secondo dopo, invece, si trovava schiacciato contro di esso, il braccio dolorosamente torto dietro la schiena e Loki pericolosamente inclinato sopra di sé.
- Non così in fretta, stupido mortale - sibilò, e lui si trovò a rabbrividire sentendo il suo fiato contro l’orecchio. Si dibatté, cercando di sottrarsi a quella stretta ferrea, ma venne risospinto giù con violenza. La guancia sbatté contro la superficie fredda del suo tavolo ad alta tecnologia facendolo grugnire di dolore. - Ehi, ehi, piano con la faccia! - esalò - Sono un personaggio pubblico, mi serve. -
Loki lo spinse ancora più in basso - Bada a te, Stark, la mia pazienza ha un limite - ringhiò.
Tony si bloccò, conscio della propria posizione, in tutti i sensi – dannazione a te, Stark, perché non riesci a tenere a freno la testa?? –. Si schiarì la gola, a disagio.
- Dunque, ehm…cosa dicevi riguardo ai tuoi piani? -
Lo sentì sorridere malefico dietro di sé - Oh, ti piacerà vedrai. Ho pensato a lungo a cosa fare di te. Mi hai umiliato una volta…non avrai pensato di passarla liscia, vero? -
- Per la verità ero convinto che fossimo pari, visto che mi hai buttato giù dall’ultimo piano della mia torre…ah! – si irrigidì sentendo la presa sul proprio braccio aumentare, ma parve essere solo un avvertimento. - Sono io a decidere quando siamo pari, insulso omino di latta. -
Per la seconda volta Tony si ritrovò a deglutire a vuoto - N-non potremmo parlarne seduti davanti ad un drink? Così mi spieghi con calma e che so, magari mi dici anche come mai ad Asgard sono incapaci di trattenerti per più di un paio di mesi… -
Per qualche motivo che non seppe spiegarsi sentì la presa su di sé allentarsi e infine sciogliersi. Sentì  Loki allontanarsi, ma attese comunque un attimo prima di alzarsi a sua volta, circospetto, massaggiandosi la spalla dolorante. Il semi-dio era a pochi passi da lui, appena appoggiato ad un bracciolo della sua sedia - Sono in libertà vigilata. Quello sciocco di mio fratello ha interceduto per me e ottenuto che non marcissi in prigione o, peggio, che fossi condannato. Sono libero a patto che mi lasci tenere sotto controllo, non danneggi nessuna creatura dei Nove Mondi e non mi muova da Asgard. - Rise vedendo Tony sollevare eloquentemente un sopracciglio - Ovviamente non sanno che vi sono innumerevoli vie per viaggiare tra i mondi, e innumerevoli modi di celare la mia presenza. A breve riavrò la mia libertà appieno -
Il bilionario imprecò a mezza voce:  la prossima volta che l’avesse visto avrebbe detto un paio di parole a quel dannatissimo dio dei fulmini. Sempre se ci fosse stata, una prossima volta.
Loki parve leggergli nel pensiero - Oh, tu non dirai nulla a nessuno, Anthony Stark, di questo puoi starne certo. Vedi, io ho altri piani per te - la sua voce si fece più bassa e insinuante -  cominciando con una punizione adeguata alla tua insolenza, continuando con te che implori pietà in ginocchio, e finendo col controllare la tua mente e renderti un mio schiavo mortale. -
Oltre ogni aspettativa, Tony rise. Il suono rimbombò attraverso tutto il laboratorio riempiendolo per un attimo. - Sai, credo che tu abbia sbagliato i tuoi conti, dio dei miei stivali. Perché non esiste nessuna possibilità che io mi pieghi a questo, nessuna versione in cui i divento il tuo tirapiedi mortale per aiutarti di nuovo a pulire le scarpe nel mio pianeta. Nessuna. Quindi, meglio farla finita ora! – l’ultima parola fu accompagnata da uno scatto in avanti e un braccio sollevato. Fulmineo, improvviso, in un attimo si lanciò su Loki colpendolo con forza. Il semi-dio fu scagliato a terra dall’impatto. Si rialzò immediatamente, gridando di rabbia - Come hai osato! Ti pentirai di questo, verme schifoso! -
Incredibilmente non usò la magia: quello che raggiunse Tony fu un pugno violentissimo, tanto da stordirlo per un attimo. Poco dopo erano avvinghiati l’uno all’altro, colpendosi selvaggiamente. Caddero a terra, rotolando per cercare di sopraffarsi a vicenda.
Il semi-dio si ritrovò a sbattere la schiena sul pavimento, gridando di rabbia, mentre Tony sopra di lui rideva come euforico: adrenalina. Non la assaggiava da mesi ed ora ne era completamente sopraffatto. Incedibile quanto gli fosse mancata.
Stavano ancora lottando quando improvvisamente cambiò qualcosa.
Senza quasi accorgersene rallentarono la lotta, prendendo fiato e fu allora che negli occhi di Loki passò qualcosa. Qualcosa che l’altro non avrebbe saputo definire ma che ricordava fin troppo bene: era lo stesso sguardo che gli aveva rivolto l’ultima volta sulla torre. Rabbrividì e spinse il dio a terra con più forza rimuovendo il pensiero. Ma improvvisamente gli fu impossibile non notare il calore che emanava il corpo sotto di sé, quanto fossero vicini. E in che modo.
Spinse di nuovo per immobilizzarlo e nel momento in cui involontariamente fece forza col bacino lo sentirono entrambi: eccitazione. Loki si lasciò sfuggire un singulto sorpreso a quel contatto, facendolo rabbrividire. Si fissarono per un attimo, gli occhi spalancati e le pupille dilatate. Poi si separarono di scatto, come scottati.
Si fissarono a distanza, ansimando, incapaci di parlare.
Il tempo parve dilatarsi mentre cercavano di capire quello che era appena successo. Tornarono a guardarsi e il modo in cui lo fecero li lasciò quasi senza fiato: l’attrazione che improvvisamente leggevano l’uno nell’altro era innegabile, li attirava come una calamita. La sensazione di dejavù tornò prepotente a farsi spazio nella mente del bilionario.
- N-non può essere - riuscì ad articolare Loki, rompendo il silenzio - come…? -
- Ehi ehi calma non corriamo troppo - lo interruppe l’altro, ancora troppo scioccato per ammettere o sentirsi dire alcunché - qui è successo un bel niente. Eravamo nel mezzo di una lotta e ci siamo fatti prendere la mano. Cose che capitano fra uomini, non è il caso di farne un dramma! -
Il semi-dio lo fissò per metà indagatore e per metà turbato, costringendolo a distogliere lo sguardo: quegli occhi erano troppo profondi per essere fissati senza perdersi. E quelle labbra dannatamente pallide non aiutavano in nessun caso a calmarsi.
Seguirono altri interminabili minuti, ma poi i due parvero riprendersi. Si rialzarono senza guardarsi. Improvvisamente il trovarsi entrambi nella stessa stanza li metteva a disagio.
Come prima Loki fu il primo a parlare - Non credere che sia finita qui, Stark - disse, cercando di dissimulare l’improvvisa incertezza - Tornerò e la prossima volta pareggeremo i conti. -
Svanì subito dopo senza lasciare la minima traccia di sé. Tony si accasciò sulla sedia, sospirando di sollievo. Qualunque cosa fosse appena successa, solo una cosa era davvero importante: era ancora vivo. 
 

*

 

 

La seconda volta successe nel suo soggiorno. Erano passati due mesi dallo scontro in laboratorio e dopo una serie di pensieri molto poco razionali e troppo poco equivocabili era riuscito a convincersi che fosse stato tutto frutto di brutto scherzo, giocato dalla troppa tensione del duello e dall’adrenalina. Non aver più avuto sue notizie era stato un incredibile sollievo: aveva quasi iniziato a pensare che quei buoni a nulla degli asgardiani avessero scoperto l’inganno e ora quel bastardo di un semi-dio giacesse finalmente in una cella ben chiusa. O in alternativa che fosse stata tutta un’allucinazione da insonnia.
Fu quindi colto da un moto di autentico terrore quando vide una figura materializzarsi a pochi metri dal divano dove era comodamente seduto a sorseggiare whisky. Non ci volle nemmeno un secondo per capire chi fosse.
Loki lo fissò per un attimo in silenzio, prima di parlare.
- Immagino tu sappia perché sono qui -
- Ti mancavo? - Pessima scelta di parole.
Si maledì immediatamente per la propria incapacità di tenere a freno la lingua. Un lampo di rabbia attraversò gli occhi del dio, ma per qualche motivo non si mosse né rispose nulla. Sembrava come indeciso, fermo davanti a lui senza accennare ad altro che a fissarlo con uno sguardo stranissimo. Tony si sentì profondamente a disagio. Senza l’armatura e, peggio, senza nessuna possibilità di avere la sua armatura si sentiva nudo. Altra pessima scelta di parole.
- Ehm… qualcosa da bere? - disse alzando eloquentemente il bicchiere che stringeva nella mano. Era l’unica cosa che gli fosse venuta in mente pur di rompere quel silenzio imbarazzante. L’altro inarcò un sopracciglio senza rispondere e lui si alzò comunque, incapace di restare fermo un secondo di più. - È buono, ti assicuro che ne vale la pena… - aggiunse appoggiando il suo per prepararne un altro.
- Resta seduto. -
Quelle parole lo gelarono. Obbedì senza fiatare.
Tornarono a fissarsi e stavolta Loki fece qualche passo in avanti, scrutandolo, come se da un momento all’altro si aspettasse si vederlo scomparire o trasformarsi in qualche strana creatura aliena. Si fermò un secondo prima di toccare una delle ginocchia dell’uomo.
Tony face per aprire la bocca, ma lui lo bloccò con un cenno della mano.
- Non muoverti -
Obbedì di nuovo.
Il semi-dio sembrò fermarsi un attimo, incerto, poi afferrò il bavero della sua camicia e si chinò su di lui. Lo fece con una lentezza esasperante tenendo i suoi occhi glaciali fissi in quelli profondi dell’altro. Si fermò a pochi centimetri dal suo viso e attese, come se da un momento all’altro si aspettasse un evento o la conferma di un qualche esperimento. Tony era immobile, il cuore che batteva furiosamente ed respiro pesante, quasi non volesse che nemmeno l’aria andasse a sfiorare il corpo che aveva davanti. Il silenzio era così totale da poter udire i rumori della città che pulsava centinaia di metri sotto di loro, oltre le spesse vetrate ed i piani di acciaio e tecnologia.
Non successe nulla.
Finché la tensione non divenne insostenibile e lui cedette.
- Ora basta con questi giochetti da gatto e topo. Se sei venuto per uccidermi fallo ora, altrimenti vattene, dannazione! - D’istinto gli afferrò un polso come per staccarlo da sé.
Loki spalancò gli occhi per la sorpresa, sbilanciato dalla presa improvvisa, e quasi gli cadde addosso. Spostò una gamba per mantenere l’equilibrio e questa toccò quella dell’uomo che aveva davanti.
Fu allora che successe.
La tensione accumulata sembrò infiammarsi di colpo come accesa da una miccia invisibile. Si ritrovò a premere contro il corpo caldo di Tony Stark, a stringere le dita fra i suoi capelli mentre scendeva a mordere il collo lasciato esposto dalla camicia, sentendosi afferrare i fianchi e spingere contro il suo bacino facendoli tremare entrambi per lo shock.
Come la volta precedente durò pochi secondi. Pochi intensissimi secondi.
- No! -
Loki si staccò, con un ruggito, le guance arrossate in netto contrasto con la ferocia nello sguardo.
- Non può essere! Io, il dio dell’Inganno, attratto da un insulso mortale…! -
Tony non si mosse, ancora troppo stordito dalle sensazioni di qualche secondo prima. Per un attimo fu attraversato dall’idea che questa potesse essere la sua fine, ma quando il semi-dio tornò a fissarlo oltre la rabbia trovò il desiderio nei suoi occhi. Lo stesso che sentiva nei propri.
- Credo sia ora di smetterla di scappare - disse roco.
Si alzò di scatto bruciando la distanza che li separava, senza pensare – lui era bravo in questo, lasciarsi guidare dall’istinto – e afferrandolo per le spalle premette la bocca contro la sua. Fu un bacio strano, feroce, pericoloso eppure eccitante, nulla che avesse mai sperimentato.
Si staccarono ansimanti. Un attimo dopo un colpo raggiungeva Tony in pieno volto, mandandolo a terra. Quando levò lo sguardo, il semi-dio era già svanito.

 

 

*

 

 

La terza si trovava nel suo letto. Era tarda notte e l’enorme stanza da letto era semi-illuminata dalla luce della luna. La vista da quel punto era impareggiabile e a Tony piaceva concedersi il lusso di ammirare le stelle dalla propria camera da letto un attimo prima di addormentarsi. La giornata era stata e lunga particolarmente stressante: ore di riunioni organizzativi sui possibili investimenti futuri della Stark Corporation, domande infinite da parte della stampa all’uscita e la sera una cena di beneficenza a cui – da bravo filantropo – non aveva potuto sottrarsi. Certe volte trovava la sua vita particolarmente noiosa, ma, ehi, la fama ha sempre un prezzo. Ed in cambio dell’adorazione di metà America ed il rispetto dell’altra metà del mondo – per non parlare di tutte le donne pronte a fare pazzie per un quarto d’ora con lui – ne valeva la più che la pena. Sorrise, cullandosi fra questi pensieri e chiuse gli occhi.
Stava ormai scivolando nel sonno quando, nel silenzio, udì una sorta di crepitio. L’aria sembrò elettrizzarsi e baluginò di verde. Poi qualcosa di pesante si materializzò sopra di lui. Si ritrovò a dibattersi, schiacciato dal peso, ma la figura sopra di lui gli bloccò i polsi immobilizzandolo. Era lui e stavolta pareva non avere alcuna esitazione. Tony deglutì.
- Lasciami - disse, cercando si controllare il tremito che sentiva nella voce.
L’altro non rispose.
Respiravano entrambi affannosamente, l’aria che si caricava di una tensione ormai familiare insinuandosi in loro con una presa lenta ma irreprimibile.
Loki si umettò le labbra.
- Non so cosa tu mi abbia fatto, Anthony Stark - sussurrò roco, lanciando uno sguardo al petto che si alzava e abbassava nudo sotto di lui - ma qualsiasi cosa sia ne pagherai le conseguenze -
Tony avvertì un brivido lungo la schiena, ma lo dissimulò con una smorfia - Farebbe qualche differenza se ti dicessi che non ho programmato nulla che intendesse attirare la tua attenzione? -
- Nessuna. E non intenzione di andare avanti con inutili giochetti -
- E se rifiutassi di darti ciò che vuoi? -
- Non sono famoso per la mia indulgenza. Quando voglio qualcosa io la ottengo, Stark -
- Allora vieni a prendertela, Loki Laufeyson -
L’altro ruggì lanciandosi su di lui come se volesse divorarlo. Le loro labbra cozzarono violentemente e presto, oltre al sapore di quella lingua sconosciuta, Tony sentì anche il sapore del proprio sangue. Si era aspettato di voler combattere, di rifiutare il contatto e invece rispose subito con altrettanta ferocia, come se da quella volta in laboratorio non avesse aspettato altro.
Sentì la presa sui polsi svanire mentre le dita affusolate del semi-dio si insinuavano fra i suoi capelli per tenergli ferma la testa. Istintivamente gli afferrò i fianchi per premerlo sopra di sé e lo sentì gemere nella sua bocca a quel contatto. Ebbe l’effetto di una scossa elettrica. Le dita corsero frenetiche cercando un modo di scioglierlo dai pesanti vestiti di cuoio, ma pareva non vi fosse alcun accesso possibile ed il pensiero di quel corpo pallido così vicino eppure sottratto al suo tocco lo fece ringhiare dalla frustrazione. Lo afferrò saldamente e con uno scatto lo ribaltò sotto di sé. La luce tenue del suo reattore ne fece risaltare i lineamenti quando sussultò di sorpresa.
- Spogliati - disse roco.
Loki alzò un sopracciglio, divertito.
- Oh, quindi è per questo che mi hai interrotto. Pensavo quasi stessi cambiando idea… -
- Se non ti togli immediatamente questa roba ti farò vedere cosa succede quando cambio idea -
Loki rise, uno scintillio di malizia negli occhi.
- Bastava chiederlo con gentilezza - rispose reclinando la testa all’indietro, un dito che correva a sfiorare il colletto:  il cuoio parve diventare sottile, aprendosi a rivelare pelle diafana al di sotto, i bordi che già iniziavano a dissolversi. Tony osservò con un brivido mentre gli strati impenetrabili dell’armatura lentamente svanivano, come vapore, lasciandolo nudo sotto di sé. Alla luce della luna appariva ancora più pallido, i lineamenti lisci e bel delineati in un equilibrio perfetto di muscoli e forma. Era splendido, di una bellezza non umana.
- Soddisfatto ora, Stark? - sussurrò lui, guardando il suo pomo d’Adamo alzarsi ed abbassarsi in involontaria risposta.
Un secondo dopo fu travolto dal suo peso, i denti che mordevano e leccavano la pelle fino a poco prima irraggiungibile, assaggiandola con fame crescente e tangibile tanto da fargli sfuggire un grido soffocato. Tony si mosse sopra di lui, lasciandosi andare all’istinto mentre con le mani e la bocca cercava i suoi punti più sensibili. Fece scorrere le dita lungo i fianchi, verso le gambe, ma mai abbastanza da toccare la sua erezione sempre più evidente, le labbra che scendevano a stuzzicare un capezzolo strappandogli gemiti sempre più frequenti e difficili da nascondere. Morse leggermente ed il suono che ricevette in risposta lo fece sorridere. In questo campo non aveva rivali.
Si liberò dei propri vestiti con urgenza per poi spingersi ad incontrare l’eccitazione dell’altro. Il contatto con la carne li fece quasi gridare: Loki inarcò la schiena annaspando in cerca d’aria, mentre Tony si morse le labbra artigliando le lenzuola sotto di sé.
Prese a strusciarsi contro di lui, sentendolo rispondere immediatamente e mordersi a sua volta le labbra per non dargli la soddisfazione di farsi cogliere così facilmente in preda al piacere. Quella vista lo fece avvampare ancora di più. Aumentò il ritmo per placare il desiderio che sentiva divorargli il petto, ma ad ogni iniziale sollievo seguiva una necessità ancora più divorante. Scese a mordergli il collo, le dita del semi-dio che si aggrappavano ai suoi capelli mentre gustava di nuovo il sapore della sua pelle, ma sapeva che non era abbastanza. Entrambi lo sapevano.
- Fallo - soffiò Loki, come gli avesse letto nel pensiero.
Tony si bloccò sbarrando gli occhi, incapace di credere a ciò che aveva appena sentito.
- Come hai dett…? -
- Anthony Stark, non farmi ripetere qualcosa che hai già perfettamente compreso -  scandì il semi-dio, irritato, aumentando la presa sui suoi capelli come un avvertimento.
Lui sentì mancare il respiro, mentre un’ondata di frenesia lo travolgeva insieme alla consapevolezza di quelle parole. Lo baciò con foga quasi feroce, staccandosi quando lo sentì ansimare per imprimere una spinta che gli fece spalancare la bocca in un gemito. Ne approfittò per infilare due dita nella sua bocca, lasciando che si coprissero con la saliva appena prodotta poi le fece scivolare verso il basso, fermandosi a sfiorare la sua apertura.
Ebbe un fremito: coerente alla sua fama di playboy navigato, sapeva esattamente come doveva comportarsi, ma il pensiero che fosse effettivamente la prima volta che metteva in pratica le sue conoscenze – unito al fatto che sotto di sé non aveva un uomo, ma un dio e non un dio qualsiasi, il dio del Male! – lo fece esitare. Ma fu solo un istante, poiché se c’era qualcosa che  riusciva ad eccitare Tony Stark quasi quando il sesso era il pericolo. Ed il gemito inequivocabile che udì nel lambire l’entrata tolse ogni dubbio residuo.
Spinse per superare l’iniziale resistenza e a poco a poco riuscì a scivolare dentro di lui. Lo sentì trattenere un singhiozzo e stringere ulteriormente i suoi capelli, ma non gli chiese di fermarsi. Prese a muoversi lentamente cercando di allentare la tensione che sentiva pervadergli il corpo a quell’intrusione e al contempo di trovare il punto che l’avrebbe fatto gridare di piacere. Procedette con calma metodica, premendo piano contro le pareti calde mentre con la mano libera aveva iniziato ad accarezzargli il sesso. Loki emise un lamento, ma tornò subito rigido, labbra ed occhi serrati. Approfittando dell’attimo di rilassamento, Tony introdusse un secondo dito e riprese a muoversi piano.
Quando trovò quel punto, Loki gridò. Gli bastò sfiorarlo per caso e il semi-dio spalancò gli occhi, inarcando la schiena mentre la voce usciva dalla sua gola prima che potesse trattenerla. Tony ripeté il gesto, facendo scorrere le dita su e giù e osservandolo ansimare e contorcersi artigliando le lenzuola, le gambe istintivamente separate per farlo andare più a fondo. Era una vista che toglieva il fiato e, per un attimo, pensò che avrebbe anche potuto farlo venire così, semplicemente toccandolo: il dio dell’Inganno piegato dall’abilità delle sue dita.
Ma bastò un gemito più forte degli altri per fargli sentire la morsa di eccitazione repressa stringersi più forte sul bassoventre e farlo tremare: se avesse continuato così non sarebbe riuscito a mantenere il controllo ancora a lungo. Come se gli avesse letto nel pensiero, sentì le gambe di Loki chiudersi tremanti e cercare di respingerlo.
- B-basta… - disse soltanto, ma fu più sufficiente perché Tony capisse.
Si sistemò sopra di lui, il respiro rotto dal bisogno, e nei suoi occhi non lesse esitazione ma puro desiderio. Si spinse dentro di lui, lento ma con fermezza, tenendogli una mano sul ventre per impedirgli di muoversi e sfuggirgli. Lo sentì contrarsi per il dolore, le mani che correvano alle sue spalle stringendolo spasmodicamente, ma non gridò. D’istinto scese a baciarlo piano, leccandogli le labbra umide mentre cominciava a muoversi dentro di lui. Sentiva ogni centimetro di sé bruciare ed era quasi una tortura trattenersi dall’ignorare i singhiozzi  del semi-dio per rispondere unicamente al proprio piacere, ma strinse i denti e si spostò come aveva fatto prima con le dita. Il gridò che lo raggiunse quando ritrovò la parte più sensibile di lui rischiò di fargli raggiungere il limite.
Non avrebbe mai immaginato che potesse essere così.
C’erano davvero poche cose che Tony Stark avrebbe messo nella lista delle ‘impossibili’ – d’altronde c’era un motivo se lui era Tony Stark– e di certo anche tra quelle poche ci sarebbe stato spazio per qualche correzione. Ma di una cosa era totalmente sicuro: nessuna di queste prevedeva avere sotto di sé Loki, il dio dell’Inganno, che gemeva il suo nome. E non di dolore.
- Stark! -
Il singhiozzò implorante gli fece aprire gli occhi e tornare a guardare la figura sotto di sé. Il corpo perfetto era coperto da un sottile strato di sudore, i muscoli tesi per assecondare i suoi movimenti e gli occhi socchiusi, umidi per il dolore di poco prima ed ora per il piacere. Avvertì le sue dita scivolare lungo la sua schiena, graffiandolo man mano che e sue spinte diventavano forti e veloci, poi conficcandovi letteralmente le unghie.
- Ah! N-non fermarti… - ansimò con voce rotta e Tony sentì dal suo tono quanto anche lui fosse vicino al limite. Capì che non avrebbe resistito oltre e decise che prima di allora lo avrebbe visto perdere completamente il controllo. Lo tenne fermo con una mano sotto il collo e con l’altra afferrò il suo sesso pulsante e stimolandolo con rapidità insieme alle sue spinte senza lasciargli possibilità di scampo. Loki urlò, come in agonia, travolto da un piacere che sembrava scaturire da ogni centimetro del suo corpo e venne inarcandosi nella sua mano. Se ancora non fosse stato al culmine sarebbe bastata quella vista a togliere ogni altro freno. Bastarono poche altre spinte e con un gemito soffocato Tony si lasciò definitivamente andare dentro di lui.
Appoggiò il capo sulla sua spalla, ansimante, incapace muoversi e di formulare un qualsiasi pensiero coerente che non si perdesse nel battito frenetico del cuore del semi-dio abbandonato a sua volta sotto di sé. Passarono interi minuti senza che nessuno dei due facesse un solo movimento. Infine, Loki si scostò liberandosi dal suo peso; i vestiti ricominciarono a formarsi attorno alla sua pelle e quando fu in piedi l’armatura perfettamente ricomposta lo copriva già da capo a piedi. Si voltò fissandolo intensamente e Tony, ancora nudo, rabbrividì. Si sollevò sui gomiti, ricambiandolo.
- Se mi è concesso di dire una parola, prima che tu mi uccida - iniziò, sorridendo sornione – questa è stata la scopata migliore che abbia mai fatto -
Loki rise in risposta.
- Sei davvero un umano singolare, Stark -
Poi, senza dire altro, si avviò verso la porta, cominciando a svanire. Si fermò un istante, voltandosi mentre lentamente svaniva anche la parte superiore del busto.
- Tornerò - disse solamente.
Tony rise a sua volta.
- Non puoi già più fare a meno di me? In effetti mi hanno sempre detto che con certe cose me la cavo… -
- Non farti illusioni mortale - rispose lui, sorridendo malizioso e malefico insieme - Non è detto che io ti risparmi ogni volta -
- Non chiedo di meglio -
Ma non seppe mai se le sue parole erano giunte alla sagoma già svanita del semi-dio. Inarcò in sopracciglio quasi pensieroso, poi, ridendo, si ri-distese.
La luce pallida della luna illuminò le pieghe sfatte delle lenzuola posandosi sul suo sorriso già addormentato .

 

 

 

 

 

Note (non richieste) sul Frostiron:

Mi permetto, alla fine della mia prima lemon su questo pairing, un appunto di poetica personale.
Si discute molto su chi dei due personaggi debba prevalere sull’altro, quale tratto di personalità evidenziare, quali pose o situazioni, e tutt’ora sul web non c’è un pensiero unico a riguardo.
Personalmente  ho alcune considerazioni. Nonostante Loki non sia magro come a volte di scrive/disegna, Tony è fisicamente più prestante; a questo si aggiunge un carattere più forte e dominante, che emerge sia in Ironman che in The Avenger (tiene a bada Steve Roger che è il doppio di lui ed è affascinato dalla possibilità che Banner si trasformi!), mentre Loki come tendenza rimane più remissivo – ma non debole, attenzione! –. Psicologicamente, infatti, sebbene Tony sembri avere un carattere sicuro di sé, da ‘uomo che non deve chiedere’, in realtà è Loki ad avere più controllo, sfruttando le debolezze altrui e riuscendo a soffocare le proprie o ad usarle a proprio vantaggio (mentre Tony è perseguitato dai propri fantasmi e problemi inconfessabili). Abbiamo quindi una coppia perfettamente equilibrata, in cui la dominanza fisica (Tony), in realtà non corrisponde sempre a quella psicologica (Loki) e in cui, in ogni caso, è possibile ribaltare la situazione a ‘favore’ di uno e dell’altro.
Dopo questo piccolo chiarimento a cui tenevo molto avendo in programma altre shot su di loro, mi permetto qualche altro appunto sul Frostiron (che, purtroppo, non conta molti seguaci italiani a quanto pare).
Perché shippo il Frostiron? Per questo motivo.
Ed in realtà è iniziato tutto dal video Spellbound. Seguito da Love is revenge.
Per saperne di più e per curiosare, ecco il BLOG UFFICIALE in gloriosa crescita (con fanart, ff, video, fanmix, prompt per i più intrepidi).
Vi intendete di inglese? Hella con Off the record, è il riferimento primo dei fan – attenzione, è incompleta! –.
 

Come vedete… il Frostiron è canon!!
Un abbraccio ai lettori ;)
 

A.H.

   
 
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