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Autore: isachan    02/02/2007    15 recensioni
Una lettera scritta da Sana quando, dopo essere tornata dal film girato in montagna, vede Akito e Fuka insieme...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi…!!!!! In questo periodo ho voglia di scrivere…!! ^-^.. in realtà, sto già scrivendo un ff molto più lunga di questa… però mi è arrivata l’ispirazione e così.. so che su questo momento della storia sono già state scritte tantissime ff ( per questo magari non la leggerete neanche)però mi raccomando commentate…!!!!!!!!!!!!! ^_^

 

 

THE SWEETEST PAIN

 

Caro Hayama,

come al solito non ho trovato il coraggio per parlare con te. Neanche oggi. Eppure, dannazione, le occasioni per farlo ci sono state, e anche parecchie.. non capisco proprio perché, quando ti ho di fronte, non riesco a dirti nulla di sensato.

Ok. Lo so. Se leggessi questa lettera ti verrebbe da ridere.

Per questo, non la leggerai mai.

Sono una stupida e me ne rendo conto. Scrivere lettere per il semplice gusto di uno sfogo momentaneo è una cosa da bambini.

Un conto è scrivere su un diario, in cui tutte le lettere sono senza un vero e proprio destinatario, ma un conto è sapere a chi questa lettera è indirizzata e scriverla come se dovesse leggerla, ma, alla fine, non dargliela affatto.

Ti sembra un ragionamento fatto da una persona matura…?

Io dico di no.

Sembro ancora la Sana delle elementari, non credi anche tu…?

Cretina.

Ingenua come quando le rubasti il primo bacio.

Ingenua come quando credeva che il sentimento per te, quel sentimento bellissimo, non fosse altro che una profonda amicizia.

Eppure Hayama, ti senti in grado di darmi delle colpe…?

Di dirmi “ Stupida” solo perché ho creduto di non amarti…?

Anzi, solo perché, prima di qualche tempo fa, non ci avevo mai neppure pensato a capirlo bene, questo sentimento…?

Te la senti davvero di considerarmi un’idiota…?

Ho la sola colpa di non aver pensato troppo a te e a quello che significavi per me.

Non l’ho analizzato bene, questo sentimento.

Non ci ho neppure pensato. Non ne avevo mai sentito la necessità.

Mi sono semplicemente limitata a viverlo… giorno dopo giorno, senza analizzarne le sfumature, le possibili evoluzioni o le eventuali conseguenza e ripercussioni.

No. Non puoi incolparmi per questo Hayama.

Non puoi farlo solo perché sono stata un’ingenua.

Perché non ci ho pensato mai, neanche per un istante, a tenerti legato a me o a darti un qualsiasi genere di illusione… solo per poterti tenere legato a me.

Perché, davvero, non l’ho mai ritenuto necessario.

Non avrei mai creduto di poterti perdere come amico. Avrei creduto tutto… ma non questo. Non perderti, non te.

Non così, perlomeno.

Non da un giorno all’altro, non senza neppure avere la possibilità di reagire. Senza neppure poter provare a tenerti legato a quello che eravamo.

Mio Dio Hayama…! Mi risulta così impossibile parlare di ciò che ci ha sempre legati al passato.

Non è il passato per me. Non sarà mai il passato.

E, davvero, davvero non so cosa fare adesso. Adesso che l’unica cosa su cui avevo sempre creduto di poter contare è venuta meno.

Tu sei venuto meno. Il nostro rapporto, quello che rappresentavamo l’uno per l’altra, è venuto meno.

E non è una cosa che si possa apprendere e mandare giù in così poco tempo.

Non ce la faccio a cancellarti dalla mia vita. Non voglio farlo affatto.

Ma preferisco non guardarti neppure in faccia, quando ci incontriamo per i corridoi di questa scuola che, ormai, sta diventando un inferno. Preferisco far finta di non conoscerti piuttosto che fermarmi e parlarti come sempre, mentre la tieni saldamente per mano.

Tu ce la faresti…?

A parlare con me, facendo finta di non sentire il mio cuore frantumarsi in mille pezzi, ogni volta che la guardi a quel modo…?
Ignorando il grido di disperazione che ti lanciano i miei occhi tristi…?

No. Non credo che ce la faresti.

Mi chiederesti spiegazioni, questo lo so.

Mi chiederesti il perché dei miei silenzi, dei miei sospiri, del mio starmene sempre in disparte quando c’è anche lei vicina a te.

Me lo chiederesti e io non saprei cosa risponderti.

Potrei semplicemente dirti che ti stai facendo delle inutili paranoie e che io sono la Sana di sempre. Allegra come sempre, spensierata come sempre, infantile come sempre.

Ma non mi crederesti.

Perché sei troppo bravo a leggermi dentro per poter credere ad un tale e tanto palese menzogna.

La verità è che la Sana di un tempo, quella che rideva sempre, che non si abbatteva per nulla al mondo, quella che ti guardava amichevolmente come si guarda ad un fratello, quella Sana, Hayama, non esiste più.

E non esiste più perché ora, guardandoti,  non vedo affatto il mio migliore amico o, ancora meno, un fratello.

Ora vedo un ragazzo stupendo. Un ragazzo che mi è stato accanto nei momenti difficili. Una spalla su cui ho sempre potuto contare.

Ora ti vedo, Hayama, ti vedo davvero.. e quello che vedo mi piace. Mi piace da morire.

E non è affatto, come qualcuno potrebbe pensare, un capriccio di bambina.

Non è affatto un desiderio di riavere qualcosa che prima era “mio” e che ora mi è stato “rubato”. No. Non è per nulla così.

Io non amo quello che rappresenti per me. Io amo te. Ti amo perché sei tu. Perché sei Hayama, il bambino capriccioso e ribelle della terza sezione del sesto anno.

E ti amerei anche se decidessi di cancellarmi dalla tua vita.

Ti amerei perché non saprei come fare a smettere di amarti.

Perché non sono riuscita neppure a capire quando è esattamente cominciato questo sentimento.

Figuriamoci se sarei capace di farlo smettere di bruciarmi nel petto.

Dopotutto, neanche voglio che smetta.

Però è stato strano, sai…?

Si è stato strano ritrovarmi tutt’ad un tratto con questa forza troppo grande da gestire.

Con questo sentimento sconosciuto, arrivato senza chiedere il permesso.

Si, è stato strano. Ma bello.

Bello perché è bello quel calore nel petto quando ti vedo, quel leggero tremore alle gambe quando mi sei vicino, quel mio non riuscire a dire nulla di sensato quando incontro i tuoi occhi dorati.

E, davvero, a volte vorrei darti i miei occhi per farti vedere attraverso di essi la persona speciale che sei.

Credo, lo credo davvero, ti innamorasti di te stesso.

Lo faresti. Si. Anche se tu, lo so benissimo, ti sei sempre sottovalutato.

Tu non hai mai creduto di contare qualcosa. Non hai mai creduto di poter essere quello che sei per me.

Ed è una cosa che mi fa rabbia. Perché sei una persona splendida e non lo sai.

Perché non ti sei mai visto attraverso i miei occhi.

Perché quello che hai sempre visto riflesso nello specchio non ti è mai piaciuto.

Perché io lo so, lo so benissimo, quello che ci vedi riflesso.

Vedi un ragazzo che per nascere si è arrogato il diritto di uccidere sua madre.

Che, egoisticamente, è andato avanti senza chiedere mai neppure scusa.

Ma non è questo quello che vedo io.

Vuoi sapere cosa vedo…?

Vedo un ragazzo sgorbutico, introverso, mai troppo di buon umore per fare un sorriso.

Un ragazzo intrattabile, ingestibile, persino per me.

Però vedo anche  un ragazzo umile, gentile e dolce. Perché lo sei, credimi, sai esserlo davvero.

Un ragazzo che in moltissime occasioni è stata la mia unica salvezza.

E questo, Hayama, non è affatto poco.

Non per me, non per tutte le persone che ti vogliono bene.

Non ascoltare, non badare a quello che dice la gente che non sa niente di te e che ti giudica solo dal tuo passato.

Loro non sanno quello che sei diventato. E non lo sanno perché non l’hanno mai voluto sapere davvero. Perché si sono sempre fermati alle apparenze, a quello che si diceva su di te, a quello che gli ha fatto più comodo ascoltare.

Perché magari qualcuno, compresa me, ci ha anche provato a spiegargli com’è il vero Hayama, però loro si sono tappati le orecchie a hanno preferito restare incollati ad un passato che non ti riguarda, a quell’Hayama che non sei più.

Ed è un comportamento da persone immature e sciocche che, spesso, con l’idea di essere adulti, restano, invece, più bambini di noi.

Non badarci,Hayama. Non più.

Perché le persone che non ti conoscono ti giudicheranno sempre. E lo faranno come decideranno loro.

Non badarci, Hayama.

Perché tutte le persone che ti conoscono, ormai, non ti giudicano più.

Perché sono felici di conoscerti. Lo sono davvero.

E pensano che se non ti avessero conosciuto la loro vita sarebbe stata un po’ più vuota.

Bada a me invece, Hayama.

Presta attenzione a quello che ti dico perché nessuno, meglio di me, sa come sei.

E, credimi, dovresti essere fiero di te stesso.

Ora non pensare che io ti dica queste cose per farti, in qualche modo, tornare sulla tua decisione di stare con Fuka. Assolutamente no. Non è questo il mio intento.

L’unica cosa che voglio è che tu abbia più fiducia e più considerazione per te stesso. Lo voglio davvero. Perché so quanto sia terribile vivere odiando se stessi.

Perché, prima o poi, finisci col farti odiare anche dagli altri.

E non è facile. Poi, non sarà mai più facile.

E allora avrai sprecato gli anni migliori della tua vita a piangerti addosso e a riempirti di rimpianti.

Non è bello. Non è bello e lo so.

Perché è un rimpianto quello che mi sto portando addosso.

Il rimpianto di non averti detto nulla. Di non averti mai dimostrato il mio affetto.

Il rimpianto che, ancora, nonostante tutto, non sono neppure riuscita a guardarti negli occhi, da quando sono tornata.

E la rabbia più grande è che sono estremamente sicura che non riuscirò mai a dirti “ti amo”.

E non perché io voglia fare la moralista o perché voglia far credere che non lo faccia per Fuka.

Oddio, Fuka c’entra eccome, però… però non è solo per lei che ho deciso di tacere.

È perché so già che non ce la farei a dirti quello che provo avendoti di fronte.

Non ce la farei per paura di ciò che potresti dirmi.

Il fatto è che ho l’illusione che finchè questo sentimento rimarrà chiuso a chiave dentro di me, allora saprò come difendermi da lui. Allora sarò in grado di controllarlo.

Credo, invece, che una volta detto “ti amo” ad alta voce, questo sentimento non potrà più essere controllato. Ma continuerà ad agire indisturbato e, sicuramente, sconvolgerà la tua vita, oltre a quella di Fuka.

E non è questo che voglio, Hayama. Non voglio sconvolgerti la vita.

Non ora che ho l’impressione che tu abbia finalmente trovato la felicità che meriti.

Quella che avrei potuto, che avrei voluto darti io.

E te ne auguro sempre di più. Te ne auguro più di quella che tu possa mai immaginare o esprimere a parole. Te ne auguro, perché te la meriti tutta, questa felicità.

E ti chiedo perdono se, in futuro, non sarò più in grado di starti vicino come ho sempre fatto prima che arrivasse Fuka.

Ti chiedo perdono perché già so che non sarò abbastanza forte da smettere di piangere, quando vi vedrò insieme.

Ma tranquillo, piangerò in silenzio.

Farò in modo che tu non mi veda.

Farò in modo di non interferire in nessun modo.

Cercherò di continuare ad amarti solo da lontano, guardandoti crescere e sorridere giorno dopo giorno, con l’aiuto di  una persona che non sarò più io. Che non posso più essere io.

E farà male. E lo so già.

Ma va bene. Perché questo male lo sopporto per te.

E, credimi Hayama, è il male più dolce che si possa provare.

 

 

FINE!!! Ci siete arrivati..?? si…? Bene… allora commentate…!!!!!! XD

 

 

 

   
 
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