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Autore: minteyer    19/07/2012    16 recensioni
Odiare un qualcosa e dipendere da esso, è quello che succede la maggior parte delle volte nella vita.
Ma non sempre è un male dipendere da qualcosa di piacevole, non sempre è un male venire attratti dal dolce richiamo di ciò che, anche per un semplice ed inutile motivo, ci ostiniamo ad odiare.
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Tratto dal terzo capitolo.
“Voi ragazzi siete tutti così, pensate solo con quel coso in mezzo alle gambe e mai con la testa”
Sussurrai stringendo i denti e rialzando lo sguardo verso di lui.
Ammazzarlo, ecco cosa volevo.
“Voi ragazze mi sembrate accettare con estremo piacere quel coso che abbiamo in mezzo alle gambe
“Porco”
“Zitella”
“Maniaco”
“Verginella”
“Ti piglio a schiaffi”
“Interessante”
Si alzò alla mia minaccia e mi si avvicinò pericolosamente.
“Provaci”
Continuò in un sussurro, ed io alzai il braccio intenta a colpirlo.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 7: Una sola volta




“CHE COSA?!”
“Marco, non urlare”
Sussurrai spingendo il mio migliore amico nell’aula di scienze.
“Ma quello deve essersi ammattito per farti una richiesta simile, e te sei impazzita che hai accettato?”
“E che dovevo fare?”
Chiusi la porta e mi avvicinai al muro fissando distrattamente la tavola periodica.
Ma quanti elementi c’erano?
Mi sembrava di averli studiati ma non ricordavo precisamente.
Sempre meglio contarli uno a uno che mostrare il mio imbarazzo a Marco.
“Avrei potuto capire se ti piace, ma tu dici che lo odi”
Sbottò arrivandomi di spalle e facendomi girare.
Lo guardai atona mentre mi scrollava leggermente per le spalle.
Avevo paura, non ero mai andata a letto con qualcuno soltanto così per fare.
“Pensaci bene, tu non sei così, vuoi fare la fine di quelle oche che gli vanno dietro?”
Fissai gli occhi marroni del mio interlocutore.
Io non sarei mai stata un’oca.
Ed ero stata una stupida ad aver accettato.
“Si tratta solamente di una volta.. Poi metteremo fine a questa storia”
“Si, ma tu l’unica volta che sei stata con uno, quello era il tuo ragazzo, anche se era un cretino patentato”
“Con Marco era diverso, ci sono andata perché l’amavo!”
Sbottai furiosa levandomi le sue mani dalle spalle e scacciandolo via.
“Si, e poi ti ha messo le corna come la peggiore delle puttane”
“Ma tu pensa alla tua Margherita e non venire a scocciare me”
“Io a Margherita ci penso eccome!”
“Bene, scopatela e non venirmi a fare la paternale”
“Se mi preoccupo per te è perché ti voglio bene, Aurò!”
Già, mi voleva bene, e io gli avevo urlato contro solamente perché aveva tirato in ballo la storia col mio ex.
Marco mi aveva sempre detto di non finire con uno così.
Mi passai una mano tra i capelli, abbastanza confusa.
Il mio migliore amico si chiamava Marco, il mio ex si chiamava Marco.
Anche se all’inizio mi aveva detto di chiamarsi Alessandro, ma era soltanto per coprire quella fama da puttaniere che si ritrovava.
Abbracciai il ragazzo di fronte a me.
Volevo soltanto sparire per come si erano messe le cose.
Io non ero mai stata con un ragazzo se non per amore.
Le altre volte avevo sempre rifiutato, ma quel Montaleni mandava il mio cervello in pappa.
Era odioso.
Si, l’odiavo a morte.
Sentii la mano di Marco accarezzarmi i capelli.
“Dai smettila di preoccuparti, sarà soltanto una volta d’altronde, no?”
“Ti rendi conto che ha barato per arrivare allo scopo di umiliarmi?”
“Secondo me è solamente attratto da te, ce ne sono tanti di ragazzi che ti vorrebbero avvinghiata a loro”
“Ma non dire fesserie”
“Non le dico, tu lo sai che in classe hanno fatto un gruppo segreto su Facebook che parla di te?”
“Oddio, che schifo, ma sono dei maniaci”
“Le santarelline attirano sempre”
“Come scusa?”
Tossicchiò ripetendo di nuovo le stesse parole, ed io in tutta risposta gli rifilai un pugno sul braccio.
Scoppiò a ridere.
“La ricreazione sta per finire, oggi è l’ultimo giorno prima delle vacanze di Natale, essendo che non c’è nulla da fare io vado alla ricerca di Margherita, vuoi venire?”
“Vengo a fare il palo?”
Lo guardai scettica inarcando un sopracciglio.
Certo che a volte era davvero stupido.
Mi staccai dal suo abbraccio e mi rimisi apposto i capelli.
“Dai sei un bellissimo palo”
Mi indicò con una mano dall’alto verso il basso e viceversa.
Incrociai le braccia al petto divertita.
“Va a fare compagnia alla ragazzina dai begli occhi e salutamela”
“Sissignora”
Scattò sull’attenti facendo il saluto militare.
Scoppiai a ridere e me ne uscii da quella stanza.
L’unico obiettivo era trascorrere quelle ore, che mancavano alla fine, in santa pace, senza nessun rompicoglioni, alias Montaleni, tra i piedi.
Entrai in biblioteca.
L’unico luogo in cui sicuramente non sarebbe mai entrato nessuno.
Libertà.
Ma mi pietrificai sulla soglia.
Il primo passo verso la libertà, mi costò una visione ripugnante.
Giusy che si faceva vomitare in bocca da uno, cioè, non che il malcapitato stesse vomitando davvero, ma a me dava quell’impressione.
Mi appiattii alla parete polverosa della biblioteca e uscii fuori dalla stanza in punta di piedi.
Sospirai afflitta e ritornai in classe.
Salii le scale, che portavano al secondo piano, lentamente.
In quell’occasione, non mi rimaneva che raccattare trenta centesimi da qualcuno e prendere un bel caffè macchiato alla macchinetta.
Aprii la porta, mezza rotta, della classe e entrai notando i ragazzi che giocavano lanciandosi borselli, diari, quaderni.
Ma ero finita nel cartone di Rossana?
Che poi il manga non aveva neanche quel nome.
Ma noi Italiani eravamo sempre stati famosi per la censura e lo storpiamento di storie e nomi.
Sbuffai a quel pensiero.
Mi sedetti al mio banco.
Montaleni non c’era.
Tirai un sospiro di sollievo.
Mi sentivo angosciata ad averlo vicino, era meglio evitare qualsiasi contatto prima della riscossione del suo premio a causa di quella maledettissima scommessa.
Frugai nello zaino alla ricerca disperata di qualche spicciolo.
Avevo bisogno urgente di caffè.
Erano tre dannatissime notti che non chiudevo occhio a causa di Montaleni e della sua insulsa scommessa.
Gettai lo zaino a terra, e con aria afflitta mi alzai dal mio posto e mi avvicinai al banco dove i ragazzi giocavano a carte.
“Ehi, qualcuno di voi mi presta trenta centesimi?”
Sussurrai in imbarazzo, guardandoli con estrema attenzione.
Erano in cinque.
Un altro Marco, Ruben e Gennaro mi fissavano con occhi strani.
Mi soffermai solamente sul biondino.
Marco Rescigno, un ragazzo biondo con gli occhi verdi, chiamato il Cigno sia per il suo cognome che per la sua bellezza delicata, anche se di delicato aveva solo quella.
“Mi dispiace Cositore, se vuoi dei soldi devi giocare a carte con noi”
Si intromise Luca.
Un ragazzo basso, dai capelli rossi e che guardava tutti con aria di superiorità.
“Giusto”
Rispose Vincenzo Oliva.
Uno dei ragazzi più cretini ma al contempo simpatici, che il mondo avesse mai creato.
Presi una sedia da un banco vicino e mi avvicinai al loro.
Beh, se si trattava soltanto di una partita a carte, perché no?

 

*******

 
 
Mi rigirai nel letto ancora una volta, ero angosciata.
Sola, e angosciata, nonché estremamente annoiata.
I miei genitori non c’erano, papà fuori per lavoro, e mia madre ad una delle sue solite riunioni parrocchiali.
Di mio fratello neanche l’ombra, avrei messo la mano sul fuoco, sul fatto che era andato a spassarsela con qualche sua amica.
Ed io ero miserabilmente sola, sicuramente fino alla mezzanotte.
E pensare che erano soltanto le nove!
Chiusi gli occhi lasciandomi cullare dal tepore che emanava la piccola stufetta elettrica che era vicino alla porta.
Per lo meno ero al caldo e al riparo da quel vento gelido che faceva vibrare le persiane serrate delle finestre.
Ad un tratto sentii il campanello suonare e saltando giù da letto, o per meglio dire: cadendo, mi catapultai repentina ad aprire.
Trovai davanti a me, la mia vicina di casa, il signor Natale nonché suo marito che teneva in braccio il piccolo Filippo, erano tutti e tre imbacuccati fino alla punta delle dita.
Li guardai incuriosita.
“Posso aiutarvi?”
“Buonasera cara, tua madre ha detto che avrei potuto chiederti un favore stasera”
“Oh, certo. Dica pure, me lo aveva accennato”
Sorrisi quanto più amabilmente possibile mentre guardavo Filippo con le braccia allacciate introno al collo del padre.
Una bellissima famiglia.
“Gabriele sta dormendo, ha una leggera linea di febbre, noi sfortunatamente torniamo per le vacanze di Natale a Firenze”
Disse la signora Giovanna, preoccupatissima.
“Capisco... E in cosa posso essere utile?”
Chiesi di nuovo con tutta la gentilezza possibile.
“Beh, mio figlio non può venire a causa della febbre, mi chiedevo se qualche volta puoi andare a controllarlo così che prenda anche tutte le medicine e se puoi avvertirmi, quel testone fa sempre di testa sua e mi preoccupa lasciarlo qui per questa settimana”
Mi pietrificai a quella richiesta.
Ma diamine!
Per un po’ di febbre non poteva partire anche lui?
Strinsi in pugno la mano destra tanto da sentire le unghie entrare nella carne e sorrisi tirata annuendo.
Mia madre me l’avrebbe pagata.
Io non avrei mai e poi mai fatto da infermiera ad un tipo del genere.
La famiglia Montaleni mi ringraziò per poi prendere dei borsoni che notai solamente dopo.
Guardai la chiave che mi aveva lasciato la signora Giovanna, e la rigirai tra le mani.
Capperi, che situazione del cazzo.
Andai in cucina e lasciai un foglietto sul tavolo.
Per lo meno avevo avvertito i miei nel caso fossero tornati prima.
Presi il cellulare e uscii di casa per poi varcare la soglia di quella dei Montaleni.
Chiusi la porta senza fare rumore.
Le luci del corridoio erano spente.
Una musica ad alto volume, proveniva dalla camera del febbricitante Montaleni.
Mi avvinai e aprii senza bussare.
Lo trovai seduto sul letto in canottiera e jeans.
Un abbigliamento davvero adatto, data la stagione in cui eravamo.
Mi guardò impassibile.
“Mi aspettavo un’infermiera sexy, non un cane da guardia”
Sbuffai a quelle parole.
“Accontentati del cane, imbecille. E poi sono qui solo per fare un piacere a tua madre e non di certo a te”
Restai immobile con le mani sui fianchi.
“A quanto hai la febbre?”
Domandai disinteressata.
“Non ce l’ho”
“Ma tua madre ha detto..”
“Mi scassavo il cazzo di ritornare a Firenze con loro, mai sentito parlare di fingersi malati?”
“Secondo te perché giovedì non sono venuta a scuola?”
“Ecco brava, ora sparisci”
“Non darmi ordini!”
Gli urlai contro stizzita.
Quel giorno ero tesa come una molla.
E di certo intravedere il suo fisico attraverso quella canottiera bianca, non serviva a calmarmi.
“Non vedo l’ora che arrivi la settimana prossima, Cositore. Vedrai che durante le vacanze ci divertiremo parecchio io e te”
Rabbrividii ricordando quelle parole.
Non avevo neanche fatto caso agli spostamenti del ragazzo che ora era a pochi centimetri dal mio viso e mi fissava curioso.
Uscii dal mio stato di trance solo quando due mani mi si posarono sui fianchi e cozzai contro un qualcosa di caldo.
Il suo petto.
“Ripensandoci potresti essermi utile qui”
“C-Che cazzo dici?”
Balbettai sentendo una sua mano risalirmi lungo un braccio e spostarmi i capelli dal collo.
Un brivido leggero mi attraversò la schiena quando le sue dita sfiorarono la pelle.
“Credo che potremmo divertirci insieme, no?”
Sussurrò al mio orecchio chinandosi di poco.
“Io credo che tu sia impazzito”
“Ricorda la scommessa”
Un bacio inaspettato sotto l’orecchio.
Mi bloccai all’istante.
La scommessa.
Quella scommessa, io e lui.
Letto.
Dio mio, no!
“Non credo proprio”
“Io credo di si”
Rispose lui continuando a posarmi leggeri baci sul collo donandomi brividi lungo la schiena.
Se avrebbe continuato così, io..
Chiusi gli occhi e sospirai.
Sentii le sue labbra sulla mia pelle, allungarsi in un sorriso leggero continuando con i baci.
“Una sola volta..”
Sussurrai interdetta e accaldata al tempo stesso.
“E sia”
Sussurrò sul mio collo, scostando di poco il maglione e la canotta, accarezzandomi un fianco direttamente.
Le sue mani erano fredde rispetto alla mia pelle.
Soltanto una volta e poi sarebbe finito tutto.
Lui avrebbe avuto la sua scommessa e io avrei avuto..
Io cosa avrei avuto?
Nulla, non avrei ottenuto nulla.
Anzi, forse solamente lo spegnimento dei miei ormoni a mille, e il fatto di accertarmi se le voci sui di lui, che lo decretavano un dio del sesso, erano vere oppure no.
Le sue labbra risalirono dal mio collo alle mie labbra, lasciando una scia di fuoco.
Catturò quest'ultime in un bacio, al quale risposi fin da subito.
Era un bacio senza nulla di casto, già dal principio.
Abbandonai completamente la mia parte ribelle, forse su un isola deserta, chissà.
Allacciai le braccia al collo del ragazzo, accarezzandogli la nuca e i capelli setosi stringendone alcune ciocche tra le dita.
Ma non abbandonai del tutto la mia innata voglia di essere la sola a condurre il gioco.
Succhiai, morsi e leccai il suo labbro inferiore durante il bacio.
Questione di secondi e la mia schiena entrò in contatto con qualcosa di morbido.
Il suo letto ad una piazza e mezza.
Mai avrei pensato di finirci, ma era comodo.
Lo guardai sopra di me.
Sentii la sue mani scorrere lungo i miei fianchi e salire lungo il mio busto, alzai le braccia e in un attimo il mio maglione finì a terra, come anche la sua canottiera qualche secondo dopo.
Lui a petto nudo ed io in una canotta bianca, che ora copriva soltanto il reggiseno che portavo, per quanto Montaleni l’avesse alzata.
Le sue dita iniziarono ad accarezzarmi la pancia dolcemente facendomi accaldare ancora di più.
Alla fine anche la mia canotta finì chissà dove e tutto questo senza minimamente staccare le labbra l’una dall’altro.
Presi fiato staccandomi da lui e poggiando la testa sul cuscino mentre i suoi occhi verdi scivolarono lungo la mia figura per poi iniziare di nuovo a baciarmi il collo.
Passai una mano tra i suoi capelli.
Un castano chiaro, vicinissimo al biondo scuro.
Sospirai quando sentii le sue mani sganciarmi in un solo colpo il reggiseno di pizzo bianco che portavo.
Merito di mia madre che andava pazza per i merletti.
Anche quell’indumento finì a terra insieme agli altri mentre la bocca del ragazzo depositava baci sempre più verso il seno.
Dopo una lenta tortura ci arrivò.
Ed io bruciavo come se mi avessero dato fuoco.
Mi stavo lasciando andare troppo facilmente.
Volevo essere io a tenere il gioco, ma lui era dannatamente bravo.
Un mugolio di piacere scappò dalle sue labbra quando distrattamente la mia gamba sfiorò il cavallo dei suoi jeans.
Sorrisi maliziosa e con la coda dell’occhio guardai il rigonfiamento che essi nascondevano.
Una sua mano d’un tratto si intrufolò sotto l’elastico della mia tuta, facendomi inarcare appena il bacino per la sorpresa.
Le sue dita mi accarezzarono gentilmente, da sopra la stoffa degli slip, facendomi sospirare dal piacere, mentre la sua bocca e l’altra sua mano si occupavano famelicamente del mio seno.
Era bravo in quello che stava facendo, non potevo negarglielo.
Strinsi lievemente il piumone tra le dita quando la sua mano si intrufolò sotto le mutandine e mi iniziò a dare piacere con altre carezze più approfondite.
Un gemito leggero, poi un altro ed infine un altro ancora.
Mi ritrovai nuda sulle coperte fredde di quel letto.
Dopo una miriade di carezze avevo raggiunto un piacere provato neanche con Marco, il mio ex.
Ansimai lievemente guardandolo sfilarsi i jeans e poi i boxer.
Quella che si parò davanti a me fu una vista di parecchi centimetri.
Arrossii mordendomi il labbro inferiore.
Se con le mani e la bocca ci sapeva fare, non immaginavo com’era il pacchetto completo.
Prese un qualcosa dal comodino e mi diede le spalle per due minuti.
Godetti intanto del suo lato b, nella poca luce della stanza, data solo da una lampada da scrivania.
Poco dopo tornò su di me.
Lo guardai interamente beandomi della sua figura.
Aveva infilato il preservativo.
Mi aveva tolto persino lo sfizio di ricambiare il piacere con le carezze.
Guardai i suoi occhi verdi, con una luce azzurrina, brillare nel buio della stanza.
“Baciami”
Mi supplicò quando, una mia gamba sfiorò il suo membro, quella volta volutamente.
Lo attirai a me senza farmelo ripetere due volte.
Fu un bacio colmo di desiderio, passione e calore.
Nonostante fosse quasi natale io bruciavo viva.
E lo stesso era per Montaleni, a seconda del calore che la sua pelle trasportava alle mie mani.
Feci scorrere quest’ultime sulle sue spalle, stringendole quando si posizionò meglio tra le mie gambe.
Non pensavo a nulla, perché non potevo pensare e decisamente non volevo.
Il bacio si schiuse in un gemito d’entrambi quando mi penetrò.
Iniziò fin da subito una danza veloce.
Un cozzare di corpi sudati che si riempivano dandosi piacere a vicenda.
“Sei calda”
“Se ti fermi ora, t’ammazzo”
Gemetti forte quando si staccò dalle mie labbra, ormai gonfie e un po’ doloranti per i continui baci.
Sorrise malizioso e divertito ritornando a baciarmi mentre dava colpi più forti e decisi.
Affondai le unghie, abbastanza lunghe, nella pelle delle sue spalle.
Lui gemette di piacere.
Mi tirò il labbro con i denti stuzzicando il mio seno con le mani.
Un mio gemito ruppe il suo.
E continuammo così, finché non raggiunsi il culmine seguito poco dopo da lui.
Si accasciò al mio fianco, raccogliendo e coprendoci entrambi con il piumone che ormai era finito a terra per il troppo movimento.
Menomale che il letto aveva retto.
Mi girai su un fianco e lo guardai con occhi stanchi e appagati.
Avevo ancora il fiatone per quante volte avevo urlato il suo nome.
Si, la prima volta che l’avevo chiamato per nome soltanto perché me lo aveva sussurrato lui.
“Sai sei bravo come dicono”
Sussurrai trascinando le parole fino quasi a non capirle.
"Lo so"
Troppo stanca finii con l’addormentarmi, cullata dal profumo del corpo che in quel preciso istante mi strinse a sé. 

Poi la mia mente si fermò lì, così come i miei ricordi.

-...I can’t get the image of you
out of my mind
The edges of your body
Pushing up against me
Breathing, breathing....- (*)



Nota (*): Karma, quattordicesima canzone nell'album 'L'amore è una cosa semplice' di Tiziano Ferro (feat. John Legend). 

Traduzione:

...Non posso immaginarti
Al di fuori della mia mente
Le estremità del tuo corpo
Si spingono contro di me
Respirando, respirando...









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Risposta alle recensioni del capitolo precedente:

Mimmy_: Certo che continuo con la storia, non preoccuparti. :3
Alla prossima, spero di ricevere un'altra tua recensione.

Rossa99: Lo so, ma i clichè a quanto pare vanno sempre di moda xD AHAHA sono felicissima che ti piaccia, alla prossima. ;)

NinaTheGirlWithTheHat; Ciao, Nina col cappello :3
Grazie per la recensione, si a quanto pare le tue parole hanno fatto effetto su Aurora ahahah u.u
Vorrei essere al suo posto ora T_T e tu? 
XD
Alla prossima  tesoro, ciao. <3

marthiagojaznacho: Penso di si, modestamente non lo so xD
Mi pare di aver letto che Michelle (l'attrice che presta il volto ad Aurora) abbia partecipato a Gossip Girl, ha fatto anche Buffy l'ammazza vampiri.
Ma io l'ho scelta per il film Disney, Ice Princess
Adoro quel film e adoro la forza della protagonista e la sua volontà *^*
Secondo te, leggendo questo capitolo, a Rori le conseguenze sono dispiaciute? u.u
Alla prossima, ciao ciao.

Armony: Ciao PROFFA! AHAHAH :3
Come butta? A me tutto bene u.u
Comunque, nella storia precedente errori ce ne erano ma li ho corretti prima che leggessi tu. ;3
Aurora e Gabriele sono la coppia più difficile per la quale abbia mai scritto e.e
Sono colpessi, e cocciuti e testardi e prepotenti.
Comunque, non perdo mai il vizio di caricare i capitoli a notte fonda xD
E pensare che devo ancora finire gli esercizi di matematica ahahah 
E si, perchè sono stata rimandata t.t
Che palle...
Ma va bhe, ho voi che mi fate compagnia quindi va tutto per il verso giusto.
Spero di non averti stancato con tutto questo blaterare.
Alla prossima.
La tua alunna testona.

Jonas_sister: Io purtroppo non mi sono potuta godere il concerto neanche in radio perchè quella sera ho litigato con il mio ragazzo t.t 
Abbiamo fatto quella stessa sera sette mesi insieme *^* e gli ho dedicato un video con la canzone ''Il regalo più grande'' come sottofondo.
AHAHAH sono pazza di Tiziano e quella canzone era d'obbligo.
Comunque amore mio, tornando alla storia e lasciando da parte Francesco, spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento, perchè altrimenti mi sparo AHAHAH
No, dico sul serio. ç_ç
Non preoccuparti che con i testamenti non mi annoio mai, anzi li adoro, sopratutto i tuoi perchè parlano sempre di Tiziano AHAHAH :3
Va beh, staa volta hai cantato? AHAHAHAHAH xD
Ho messo quel pezzo di Karma perchè è quella che mi ha ispirato con questo capitolo :3
Spero vivamente ti sia piaciuto il capitolo o altrimenti non saprei cosa fare t.t
W quel gran figo di Gabriele! *---*

LuNaDrEaMy: Grazie mille, quando scrivo cerco di immedesimarmi nel personaggio e in questo modo provo a trascrivere le emozioni che io stessa proverei in quei casi.
Spero che questo mio modo di scrivere piaccia alla gente e che trasmetta quello che provano i miei protagonisti, senza problemi.
Grazie per la recensione bellissima, alla prossima.

Denji Lee: No, la perdita non è per niente male.
Puoi giudicare te stessa AHAHHA
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto come i precedenti, o chissà forse un po' di più.

Aiko_Laury: Ciao!!! ohaiho!!! XD
SI, hai ragione la scena dei tiri è demenziale HAHAHA
Comunque sono contenta di ricevere un'altra tua recensione.
Spero di leggere quella con i pareri su quest'ultimo capitolo... Non vedo l'ora *w*
AHAHAH
Comunque, alla prossima honey. :3


Aury12501: Ti posso chiamare Rori? Si, ok ti chiamo così u,u
Allora, sono felicissima che la mia storia ti piaccia, spero che continuerai a leggerla.
Un bacione, ciao ciao. <3

Make a wish: Che dici di questo capitolo? u.u
Un giorno di questi farò una one-shot sul pauroso e cattivissimo Montaleni, l'incubo della dolce Aurora AHAHAH.
Povero Gabriele xD
Grazie per i complimenti e la recensione :)
Alla prossima, spero.

morgenrot: Ecco qui, my lady.
La storia è stata aggiornata con successo, spero ti piaccia :)

GreenRose93: Yeah! Anche tu team Montaleni? AHAHAHA 
Come tutte d'altronde.
Spero ti sia piaciuto il capitolo, alla prossima ;)

M_CarpeDiem: Ciao tesoro, grazie per aver aggiunto la storia tra le preferite, sono felicissima che ti piaccia.
Non vedo l'ora di leggere la tua prossima recensione.
Baci :**

   
 
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