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Autore: Fiery    19/07/2012    4 recensioni
Per Elena Gilbert la vita di tutti i giorni era composta da vampiri che volevano il suo sangue, streghe che volevano uccidere i suddetti vampiri e licantropi che si trasformavano ogni due per tre giusto per movimentare un po’ la festa. Però c’era una cosa ben peggiore di tutto ciò, una cosa che metteva molta più paura dei mostri e dei riti sovrannaturali. Qualcosa che temeva dal profondo di se stessa.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Personaggi/Pairing(s): i libri di scuola. Ah, e ovviamente i personaggi “principali”.

Timeline: post!season 3.

Warnings: one-shot, comico, what if.

Note – parte 1: questa “cosa” è nata da supposizioni e scleri con Shari Aruna (che si ringrazia per aver letto/betato in anteprima ;O; ♥) e Shellyng (quest’ultima la si ringrazia per il titolo XDDD) partiti da uno spoiler della quarta stagione (si devono diplomare ‘sti cinque, io ho paura per loro, ecco).

Note – parte 2: Siccome non ho idea di quello che succederà nella quarta stagione, mi sono “lavorata” un po’ gli eventi: Elena è una vampira, ovviamente, Rebekah è rimasta a Mystic Falls e lo scambio di corpo Tyler/Klaus è stato invertito (ma non so che fine ha fatto Klaus, quindi qui lavorate di fantasia voi). Oh, ne sono passati di mesi, avranno dovuto darsi da fare in qualche modo, no? u_ù

Disclaimers: non mi appartengono, non scrivo per guadagnare, non so neanche cos’hanno in mente per la quarta stagione.

 

 

 

 

 

 

C’è sempre una festa a Mystic Falls

 

 

 

Per Elena Gilbert la vita di tutti i giorni era composta da vampiri che volevano il suo sangue, streghe che volevano uccidere i suddetti vampiri e licantropi che si trasformavano ogni due per tre giusto per movimentare un po’ la festa. Però c’era una cosa ben peggiore di tutto ciò, una cosa che metteva molta più paura dei mostri e dei riti sovrannaturali. Qualcosa che temeva dal profondo di se stessa.

 

Gli esami scolastici.

 

Era un afoso pomeriggio di Giugno quello in cui si ritrovò a sparpagliare sul tavolo della cucina tutti i libri che era riuscita a recuperare dagli zaini e da sotto il letto; alcuni erano ancora plastificati. Ma in fondo, a lei cosa importava di studiare educazione fisica?

Aveva iniziato da sola a studiare, per gli esami. Jeremy, di tanto in tanto, si affacciava in cucina per vedere a che punto era oppure per prenderla in giro – ricevendo come ricompensa ciabatte e libri scaraventati nella sua direzione – ma ci era voluto davvero poco e un giro di telefonate dense di panico per scoprire che non era l’unica a non sapere neanche cosa fosse un’equazione, a momenti. Perciò attorno al tavolo, in preda alla disperazione totale, c’erano anche i suoi amici.

Caroline aveva pescato dalla soffitta di casa Gilbert una lavagna con cui giocavano Elena e Jeremy da piccoli, e ci scriveva schemi e schemi di argomenti storici che Elena decisamente non voleva neanche conoscere. Bonnie preparava caffè per tutti regolarmente, macchiando i suoi appunti di storia perché si dimenticava di avere ancora il bricco tra le mani. Matt aveva inforcato gli occhiali da lettura e teneva lo sguardo sul libro che aveva davanti, alzando lo sguardo solo per ripetere a bassa voce quella che stava studiando. Tyler era il più disperato di tutti, con le mani piantate sulle orecchie e il libro aperto alla stessa pagina da almeno dieci minuti.

Elena provò una sorta di pena mista a compatimento, per se stessa e per tutti gli altri.

Era anche vero che, dopo tutto ciò che era successo, era già tanto che fossero arrivati vivi e vegeti alla fine del loro ultimo anno al liceo, ma ciò non toglieva che non sapessero neanche come ci erano arrivati. Tra la sua trasformazione in vampiro, la scoperta di Klaus nel corpo di Tyler – ricordava con perfezione com’era diventato rosso di rabbia il viso di Caroline quando l’aveva scoperto – e il successivo contro-incantesimo per farlo tornare normale, non avevano avuto molto tempo libero per studiare. Ed erano solo due delle tante cose sovrannaturali capitate durante quei mesi. O negli ultimi due anni. In effetti, Elena era quasi sicura di non aver aperto libro neanche una volta da quando conosceva Stefan.

«Non ce la possiamo fare.» concluse Tyler, arrendendosi all’evidenza.

Caroline finì di tracciare le parole “guerra mondiale” con il gessetto rosa e gli rivolse uno sguardo carico d’intesa, «Vuoi diplomarti sì o no?»

«Gli esami sono domani, Caroline.» fece notare Tyler, storcendo il naso, «Non penserai davvero che riusciremo a superarli.»

«Non solo lo penso, ne sono convinta!» esclamò Caroline, sorridendo incoraggiante agli amici. L’unica reazione che ottenne fu un'eloquente alzata di sopracciglia da parte di ognuno, in stile “ci prendi in giro, vero?”.

Matt chiuse il libro e alzò le braccia in aria, per stiracchiarsi, «Adesso sì che ci servirebbe un vampiro da impalare. Almeno avremmo l’ennesima scusa per non aprire i libri.» sollevò un sopracciglio di fronte agli sguardi di Elena, Tyler e Caroline che non promettevano nulla di buono, «Rebekah avrebbe riso.» borbottò alzandosi in piedi per riempirsi un’altra tazza di caffè.

«Rebekah non ha bisogno di studiare, però, visto che ha deciso di non fare gli esami.» sbottò Caroline.

Ancora non le andava giù che la vampira non avesse lasciato Mystic Falls e avesse trovato anche un valido sostegno nella compagnia di Matt e nell’ospitalità del pensionato dei Salvatore. In effetti non le andava neanche giù la sua furbizia: appena aveva scoperto cos’era la matematica aveva fissato tutti loro come se fossero scesi da Marte e se n’era andata ridendo.

Elena sbuffò, «Sono sicura che è insieme a Stefan a girarsi i poll-»

Si interruppe e spalancò la bocca, come colta da un’improvvisa illuminazione. Caroline sgranò gli occhi a sua volta; anche Tyler e Matt capirono subito a cosa stavano pensando le due ragazze. In circa cinque secondi tutti i libri vennero lanciati da una parte all’altra della cucina, alla ricerca del telefono di casa.

Bonnie sospirò pesantemente, afferrando il suo cellulare con fare rassegnato, «Lo studio vi fa male.»

 

 

Cinque minuti dopo, Stefan era seduto a capotavola e fissava il gruppetto, preoccupato: non erano le loro occhiaie scure a preoccuparlo, e neanche la quantità di caffeina che avevano ingerito in un paio d’ore. Ciò che lo preoccupava davvero era il modo in cui lo stavano guardando. Quegli sguardi da “ora sei nostro e non uscirai da qui neanche se ci implori” battevano persino la rabbia di Klaus, per quanto lo riguardava.

«Diventa più facile studiare, se guardate i libri e non me.» disse loro, agitandosi nervoso sulla sedia.

Damon – che l’aveva seguito per farsi due risate e poterlo prendere in giro fino alla fine dei secoli – ridacchiava dalla sua posizione a braccia conserte, acquisita vicino al bancone della cucina. Bonnie, in piedi di fianco a lui, sospirava rassegnata e continuava a studiare i suoi appunti macchiati di caffè.

«Non dobbiamo studiare.» allargò il sorriso Caroline.

«Perché tu ci farai copiare!» arrivò dritto al punto Tyler.

Damon scoppiò in una fragorosa risata, mentre Stefan sgranava gli occhi e li piantava sorpreso su ognuno di loro, «Non ho alcuna intenzione di farvi copiare! Dovevate studiare prima.»

Bonnie scosse la testa divertita, simulando un “appunto” con le labbra.

«Mi spieghi quando trovavamo il tempo di studiare?» domandò Matt, sconvolto, «È già tanto se i vicini di casa di Elena non hanno chiamato la polizia ogni giorno. A proposito, com’è possibile che non si accorgano di niente?» si rivolse all’amica, che si strinse nelle spalle come a dire che preferiva rimanerne all’oscuro. Magari qualcuno gli lanciava puntualmente un incantesimo di memoria, oppure erano pure loro dei vampiri che la controllavano. Non sapeva quale delle due ipotesi preferisse.

«Stefan, siamo disperati.» tentò quindi Elena, afferrandogli una mano e guardandolo con occhi da cucciolo.

Stefan sospirò, posando l’altra mano sulla sua e sorridendole dolcemente, «No.» la liquidò.

«Che ingrato!»

Caroline intervenne subito in difesa di Elena, la quale era rimasta a fissarlo sconvolta: non avevano funzionato. “Gli occhi da cucciolo non hanno funzionato”, pensò punta sul vivo.

«Ma gli occhi da cucciolo funzionano sempre!» esclamò infatti, sotto shock.

Matt le posò una mano sulla spalla cercando di rassicurarla, mentre Stefan si sottraeva velocemente alla presa della ragazza: le dita di Elena, infatti, avevano iniziato a stringere più forte quelle di lui, facendogli ricordare che non era più umana e che avrebbe potuto staccargli la testa in tre secondi se necessario.

«Secondo me Stefan ha ragione, come farete all’università altrimenti?» fece notare Bonnie.

Damon sogghignò, «Beh, non ci sarà bisogno di copiare.»

Con quelle parole catturò la loro attenzione, Elena si dimenticò persino del suo proposito di uccidere Stefan, «In che senso?» indagò, negli occhi la stessa speranza dipinta sui volti degli amici.

«Ci sono due vampiri e mezzo tra di voi, pensateci bene.»

Tyler si premurò di ignorare quel “mezzo”: superare quei dannati esami era una priorità assoluta. Si passò una mano sotto il mento, pensando seriamente a cosa potevano fare, ma come Elena e Caroline non capì dove volesse andare a parare Damon. Quest’ultimo roteò gli occhi esasperato.

«Potete soggiogare i professori, no?»

Diversamente da quello che credeva fu Bonnie la prima a lasciare libri e appunti per correre fuori dalla cucina. Damon sbatté le palpebre seriamente confuso, così come Stefan spalancò gli occhi sorpreso non appena Tyler, Caroline ed Elena uscirono di corsa a loro volta dopo essersi scambiati uno sguardo allarmato.

«Capisco quei tre, ma la streghetta dov’è andata?» domandò Damon.

Matt, che era l’unico ad essere rimasto seduto, sospirò, «A giudicare dalla scia di panico che si è lasciata alle spalle, credo sia andata a prendere la verbena.»

 

 

***

 

 

«PROMOSSI!»

Il grido pieno di gioia di Caroline venne accolto dal resto degli amici da una serie di “oh mio Dio, ci prendi per il culo?” e “non posso credere che l’abbiamo scampata anche questa volta!”. Caroline ed Elena stavano praticamente saltellando in mezzo al cortile come due bambine, mentre Tyler e Matt strappavano le pagine dai quaderni e le lanciavano in aria nella gioia assoluta.

Bonnie incrociò le braccia al petto, «Beh, ma non era così dif-»

Si interruppe appena in tempo, poiché i quattro amici smisero all’istante di ridere e la guardarono male. Fu quello sguardo a ricordarle che era stata colpa sua se erano dovuti rimanere fino alle quattro di notte a studiare tutti insieme, invece di soggiogare i professori.

«Oh, avanti. Non ditemi che non vi sentite almeno un po’ soddisfatti!» esclamò Bonnie, sbuffando, «E poi so anche come farmi perdonare, guardate cosa hanno appeso in bacheca!»

Stefan arrivò davanti a loro appena in tempo per vedere Elena e Caroline lanciarsi su Bonnie per stritolarla in un abbraccio, mentre Tyler e Matt sospiravano divertiti, lasciando cadere il foglio che tenevano tra le mani prima di tornare a strappare i quaderni.

Appena fu abbastanza vicino raccolse da terra il foglio, sollevando un sopracciglio: si trattava di un volantino che pubblicizzava un ballo studentesco per festeggiare la fine degli esami. A tema, ovviamente.

Con una punta di panico, sgranò gli occhi, «Avete visto Rebekah?»

Solo in quel momento gli amici si accorsero della sua presenza, prima di scambiarsi sguardi confusi in merito.

«Beh, l’ultima volta che l’ho vista era insieme ad un tizio.» disse Tyler, pensieroso.

«Un tizio.» ripeté Stefan, preoccupato, «E Jeremy dov’è?»

Elena fece per rispondere, ma si bloccò poiché non conosceva la risposta.

«E Klaus? Qualcuno l’ha tenuto d’occhio?»

«Perché ti preoccupi sempre così tanto?» sbuffò Caroline, incrociando le braccia indispettita.

Stefan agitò il volantino davanti ai loro occhi, come se fosse la risposta ad ogni dubbio. Quando non ottenne nessuna reazione sbottò, «Una festa. A Mystic Falls. A tema.» elencò scandendo lentamente ogni parola.

«Sì, “in fondo al mare”. Che tema stupido!» disse Matt, abbassando il tono di voce sull’ultima parte della frase per farsi sentire solo da Tyler, che ridacchiò.

«Non ho un costume da sirenetta!» mormorò Bonnie, sovrappensiero.

Stefan li fissò andar via mentre discutevano di costumi e pinne, sconvolto e anche rassegnato. Afferrò il cellulare e compose il numero di Damon, che rispose dopo un paio di squilli con il suo solito tono allegro.

“Dimmi, fratellino. Sei il migliore della classe anche questa volta?”

“Ci sarà un ballo per festeggiare la fine degli esami.” lo ignorò Stefan, “A tema.”

Damon sbuffò, “Ovviamente, un giorno di vacanza no, eh?” domandò sarcastico, “La gang di Scooby-Doo lo sa?”

“Sì, e si sono preoccupati per i costumi da sirenetta.”

Il fratello sollevò un sopracciglio, “Non facciamogli più toccare i libri di scuola fino al primo esame all’università, d’accordo?” gli disse con una smorfia sulle labbra, “Lo studio fa decisamente male a quei cinque.”

 

  
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