Personaggi/Pairing(s): i libri di scuola.
Ah, e ovviamente i personaggi “principali”.
Timeline: post!season 3.
Warnings: one-shot, comico, what if.
Note – parte 1: questa “cosa” è
nata da supposizioni e scleri con Shari
Aruna (che si ringrazia per aver letto/betato in anteprima ;O; ♥) e Shellyng (quest’ultima
la si ringrazia per il titolo XDDD) partiti da uno spoiler della quarta
stagione (si devono diplomare ‘sti cinque, io
ho paura per loro, ecco).
Note – parte 2: Siccome non ho idea di quello che
succederà nella quarta stagione, mi sono “lavorata” un
po’ gli eventi: Elena è una vampira, ovviamente, Rebekah è
rimasta a Mystic Falls e lo scambio di corpo Tyler/Klaus è stato
invertito (ma non so che fine ha fatto Klaus, quindi qui lavorate di fantasia
voi). Oh, ne sono passati di mesi, avranno dovuto darsi da fare in qualche
modo, no? u_ù
Disclaimers: non mi appartengono, non scrivo per guadagnare, non so
neanche cos’hanno in mente per la quarta stagione.
C’è sempre una
festa a Mystic Falls
Per Elena Gilbert la
vita di tutti i giorni era composta da vampiri che volevano il suo sangue,
streghe che volevano uccidere i suddetti vampiri e licantropi che si
trasformavano ogni due per tre giusto per movimentare un po’ la festa.
Però c’era una cosa ben peggiore di tutto ciò, una cosa che
metteva molta più paura dei mostri e dei riti sovrannaturali. Qualcosa
che temeva dal profondo di se stessa.
Gli esami scolastici.
Era un afoso
pomeriggio di Giugno quello in cui si ritrovò a sparpagliare sul tavolo
della cucina tutti i libri che era riuscita a recuperare dagli zaini e da sotto
il letto; alcuni erano ancora plastificati. Ma in fondo, a lei cosa importava
di studiare educazione fisica?
Aveva iniziato da
sola a studiare, per gli esami. Jeremy, di tanto in tanto, si affacciava in
cucina per vedere a che punto era oppure per prenderla in giro –
ricevendo come ricompensa ciabatte e libri scaraventati nella sua direzione
– ma ci era voluto davvero poco e un giro di telefonate dense di panico
per scoprire che non era l’unica a non sapere neanche cosa fosse un’equazione,
a momenti. Perciò attorno al tavolo, in preda alla disperazione totale,
c’erano anche i suoi amici.
Caroline aveva
pescato dalla soffitta di casa Gilbert una lavagna con cui giocavano Elena e
Jeremy da piccoli, e ci scriveva schemi e schemi di argomenti storici che Elena
decisamente non voleva neanche conoscere. Bonnie preparava caffè per
tutti regolarmente, macchiando i suoi appunti di storia perché si
dimenticava di avere ancora il bricco tra le mani. Matt aveva inforcato gli
occhiali da lettura e teneva lo sguardo sul libro che aveva davanti, alzando lo
sguardo solo per ripetere a bassa voce quella che stava studiando. Tyler era il
più disperato di tutti, con le mani piantate sulle orecchie e il libro
aperto alla stessa pagina da almeno dieci minuti.
Elena provò
una sorta di pena mista a compatimento, per se stessa e per tutti gli altri.
Era anche vero che,
dopo tutto ciò che era successo, era già tanto che fossero
arrivati vivi e vegeti alla fine del loro ultimo anno al liceo, ma ciò
non toglieva che non sapessero neanche come
ci erano arrivati. Tra la sua trasformazione in vampiro, la scoperta di Klaus
nel corpo di Tyler – ricordava con perfezione com’era diventato
rosso di rabbia il viso di Caroline quando l’aveva scoperto – e il
successivo contro-incantesimo per farlo tornare normale, non avevano avuto
molto tempo libero per studiare. Ed erano solo due delle tante cose
sovrannaturali capitate durante quei mesi. O negli ultimi due anni. In effetti,
Elena era quasi sicura di non aver aperto libro neanche una volta da quando
conosceva Stefan.
«Non ce la
possiamo fare.» concluse Tyler, arrendendosi all’evidenza.
Caroline finì
di tracciare le parole “guerra mondiale” con il gessetto rosa e gli
rivolse uno sguardo carico d’intesa, «Vuoi diplomarti sì o
no?»
«Gli esami sono
domani, Caroline.» fece notare
Tyler, storcendo il naso, «Non penserai davvero che riusciremo a
superarli.»
«Non solo lo
penso, ne sono convinta!» esclamò Caroline, sorridendo
incoraggiante agli amici. L’unica reazione che ottenne fu un'eloquente
alzata di sopracciglia da parte di ognuno, in stile “ci prendi in giro,
vero?”.
Matt chiuse il libro
e alzò le braccia in aria, per stiracchiarsi, «Adesso sì
che ci servirebbe un vampiro da impalare. Almeno avremmo l’ennesima scusa
per non aprire i libri.» sollevò un sopracciglio di fronte agli
sguardi di Elena, Tyler e Caroline che non promettevano nulla di buono,
«Rebekah avrebbe riso.» borbottò alzandosi in piedi per
riempirsi un’altra tazza di caffè.
«Rebekah non ha
bisogno di studiare, però, visto che ha deciso di non fare gli
esami.» sbottò Caroline.
Ancora non le andava
giù che la vampira non avesse lasciato Mystic Falls e avesse trovato
anche un valido sostegno nella compagnia di Matt e nell’ospitalità
del pensionato dei Salvatore. In effetti non le andava neanche giù la
sua furbizia: appena aveva scoperto cos’era la matematica aveva fissato
tutti loro come se fossero scesi da Marte e se n’era andata ridendo.
Elena sbuffò,
«Sono sicura che è insieme a Stefan a girarsi i poll-»
Si interruppe e
spalancò la bocca, come colta da un’improvvisa illuminazione.
Caroline sgranò gli occhi a sua volta; anche Tyler e Matt capirono
subito a cosa stavano pensando le due ragazze. In circa cinque secondi tutti i
libri vennero lanciati da una parte all’altra della cucina, alla ricerca
del telefono di casa.
Bonnie sospirò
pesantemente, afferrando il suo cellulare con fare rassegnato, «Lo studio
vi fa male.»
Cinque minuti dopo,
Stefan era seduto a capotavola e fissava il gruppetto, preoccupato: non erano
le loro occhiaie scure a preoccuparlo, e neanche la quantità di caffeina
che avevano ingerito in un paio d’ore. Ciò che lo preoccupava
davvero era il modo in cui lo stavano guardando. Quegli sguardi da “ora
sei nostro e non uscirai da qui neanche se ci implori” battevano persino
la rabbia di Klaus, per quanto lo riguardava.
«Diventa
più facile studiare, se guardate i libri e non me.» disse loro,
agitandosi nervoso sulla sedia.
Damon – che
l’aveva seguito per farsi due risate e poterlo prendere in giro fino alla
fine dei secoli – ridacchiava dalla sua posizione a braccia conserte,
acquisita vicino al bancone della cucina. Bonnie, in piedi di fianco a lui,
sospirava rassegnata e continuava a studiare i suoi appunti macchiati di
caffè.
«Non dobbiamo
studiare.» allargò il sorriso Caroline.
«Perché
tu ci farai copiare!» arrivò dritto al punto Tyler.
Damon scoppiò
in una fragorosa risata, mentre Stefan sgranava gli occhi e li piantava
sorpreso su ognuno di loro, «Non ho alcuna intenzione di farvi copiare!
Dovevate studiare prima.»
Bonnie scosse la
testa divertita, simulando un “appunto” con le labbra.
«Mi spieghi
quando trovavamo il tempo di studiare?» domandò Matt, sconvolto,
«È già tanto se i vicini di casa di Elena non hanno
chiamato la polizia ogni giorno. A proposito, com’è possibile che
non si accorgano di niente?» si rivolse all’amica, che si strinse
nelle spalle come a dire che preferiva rimanerne all’oscuro. Magari
qualcuno gli lanciava puntualmente un incantesimo di memoria, oppure erano pure
loro dei vampiri che la controllavano. Non sapeva quale delle due ipotesi
preferisse.
«Stefan, siamo
disperati.» tentò quindi Elena, afferrandogli una mano e
guardandolo con occhi da cucciolo.
Stefan
sospirò, posando l’altra mano sulla sua e sorridendole dolcemente,
«No.» la liquidò.
«Che
ingrato!»
Caroline intervenne subito
in difesa di Elena, la quale era rimasta a fissarlo sconvolta: non avevano
funzionato. “Gli occhi da cucciolo
non hanno funzionato”, pensò punta sul vivo.
«Ma gli occhi
da cucciolo funzionano sempre!» esclamò infatti, sotto shock.
Matt le posò
una mano sulla spalla cercando di rassicurarla, mentre Stefan si sottraeva
velocemente alla presa della ragazza: le dita di Elena, infatti, avevano
iniziato a stringere più forte quelle di lui, facendogli ricordare che
non era più umana e che avrebbe potuto staccargli la testa in tre
secondi se necessario.
«Secondo me
Stefan ha ragione, come farete all’università altrimenti?»
fece notare Bonnie.
Damon
sogghignò, «Beh, non ci sarà bisogno di copiare.»
Con quelle parole
catturò la loro attenzione, Elena si dimenticò persino del suo
proposito di uccidere Stefan, «In che senso?» indagò, negli
occhi la stessa speranza dipinta sui volti degli amici.
«Ci sono due
vampiri e mezzo tra di voi, pensateci bene.»
Tyler si
premurò di ignorare quel “mezzo”: superare quei dannati
esami era una priorità assoluta. Si passò una mano sotto il
mento, pensando seriamente a cosa potevano fare, ma come Elena e Caroline non
capì dove volesse andare a parare Damon. Quest’ultimo roteò
gli occhi esasperato.
«Potete
soggiogare i professori, no?»
Diversamente da
quello che credeva fu Bonnie la prima a lasciare libri e appunti per correre
fuori dalla cucina. Damon sbatté le palpebre seriamente confuso,
così come Stefan spalancò gli occhi sorpreso non appena Tyler,
Caroline ed Elena uscirono di corsa a loro volta dopo essersi scambiati uno
sguardo allarmato.
«Capisco quei
tre, ma la streghetta dov’è andata?» domandò Damon.
Matt, che era
l’unico ad essere rimasto seduto, sospirò, «A giudicare
dalla scia di panico che si è lasciata alle spalle, credo sia andata a
prendere la verbena.»
***
«PROMOSSI!»
Il grido pieno di
gioia di Caroline venne accolto dal resto degli amici da una serie di “oh
mio Dio, ci prendi per il culo?” e “non posso credere che
l’abbiamo scampata anche questa volta!”. Caroline ed Elena stavano
praticamente saltellando in mezzo al cortile come due bambine, mentre Tyler e
Matt strappavano le pagine dai quaderni e le lanciavano in aria nella gioia
assoluta.
Bonnie
incrociò le braccia al petto, «Beh, ma non era così dif-»
Si interruppe appena
in tempo, poiché i quattro amici smisero all’istante di ridere e
la guardarono male. Fu quello sguardo a ricordarle che era stata colpa sua se
erano dovuti rimanere fino alle quattro di notte a studiare tutti insieme,
invece di soggiogare i professori.
«Oh, avanti.
Non ditemi che non vi sentite almeno un po’ soddisfatti!»
esclamò Bonnie, sbuffando, «E poi so anche come farmi perdonare,
guardate cosa hanno appeso in bacheca!»
Stefan arrivò
davanti a loro appena in tempo per vedere Elena e Caroline lanciarsi su Bonnie
per stritolarla in un abbraccio, mentre Tyler e Matt sospiravano divertiti,
lasciando cadere il foglio che tenevano tra le mani prima di tornare a
strappare i quaderni.
Appena fu abbastanza
vicino raccolse da terra il foglio, sollevando un sopracciglio: si trattava di
un volantino che pubblicizzava un ballo studentesco per festeggiare la fine
degli esami. A tema, ovviamente.
Con una punta di
panico, sgranò gli occhi, «Avete visto Rebekah?»
Solo in quel momento
gli amici si accorsero della sua presenza, prima di scambiarsi sguardi confusi
in merito.
«Beh,
l’ultima volta che l’ho vista era insieme ad un tizio.» disse
Tyler, pensieroso.
«Un
tizio.» ripeté Stefan, preoccupato, «E Jeremy
dov’è?»
Elena fece per
rispondere, ma si bloccò poiché non conosceva la risposta.
«E Klaus?
Qualcuno l’ha tenuto d’occhio?»
«Perché
ti preoccupi sempre così tanto?» sbuffò Caroline,
incrociando le braccia indispettita.
Stefan agitò
il volantino davanti ai loro occhi, come se fosse la risposta ad ogni dubbio.
Quando non ottenne nessuna reazione sbottò, «Una festa. A Mystic
Falls. A tema.» elencò
scandendo lentamente ogni parola.
«Sì,
“in fondo al mare”. Che tema stupido!» disse Matt, abbassando
il tono di voce sull’ultima parte della frase per farsi sentire solo da
Tyler, che ridacchiò.
«Non ho un
costume da sirenetta!» mormorò Bonnie, sovrappensiero.
Stefan li
fissò andar via mentre discutevano di costumi e pinne, sconvolto e anche
rassegnato. Afferrò il cellulare e compose il numero di Damon, che
rispose dopo un paio di squilli con il suo solito tono allegro.
“Dimmi,
fratellino. Sei il migliore della classe anche questa volta?”
“Ci sarà
un ballo per festeggiare la fine degli esami.” lo ignorò Stefan,
“A tema.”
Damon sbuffò,
“Ovviamente, un giorno di vacanza no, eh?” domandò
sarcastico, “La gang di Scooby-Doo
lo sa?”
“Sì, e
si sono preoccupati per i costumi da sirenetta.”
Il fratello
sollevò un sopracciglio, “Non facciamogli più toccare i
libri di scuola fino al primo esame all’università,
d’accordo?” gli disse con una smorfia sulle labbra, “Lo
studio fa decisamente male a quei cinque.”