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Autore: Shikaeru    23/05/2004    3 recensioni
Seconda oneshot, nata in una notte insonne. Devo dire che non avevo mai pensato *così* a Bellatrix... ma si sa la notte ispira cose senza senso... Rod P.o.V.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bellatrix siede a terra, nella buia cella di Azkaban, davanti a me, l'aria quasi annoiata.

I lunghi cappeli scuri liscissimo sono tirati indietro dalla vecchia fascia nera, da cui non si separa mai. In ogni immagine che ho di lei (ad Hogwarts, impeccabile nella sua divisa serpeverde, nelle missioni per conto del Signore Oscuro, ... potrei continuare all'infinito), quella fascia c'è sempre. Chissà perchè non se ne separa mai... strano che non glielo abbia mai chiesto.

Lo sguardo è perso nel vuoto ma vivo... Nonostante queste mura fredde, il buoi, i dissennatori... Bellatrix è viva.
Non come me, quì ora, sbattuto su questo muro freddo, incapace di reagire. Non ho neanche l emie sigarette. Dannazione.

In compenso passo il mio tempo a guardarla, come non ho mai fatto in questi anni.

E' bella.

La tunica che indossa scende a fasciarle i seni, il ventre piatto, le gambe.
Con questa veste, la pelle cerea risalta alla perfezione.

*Perfezione*

Potrei dire che la *mia* Bellatrix è perfetta, nel suo candore malvagio, ma non lo è. E' di unìimperfezione irresistibile.
Guardando il suo volto non diresti mai che proprio lei sia capace di alcune cose. Ed invece lei è capace di tutto.

E' una cosa che mi manda fuori di testa.

Magari non ora, non quì,... in fondo siamo ad Azkaban...
O magari no, anche quì potrebbe fare ciò che vuole, da padrona.

Bellatrix *è* una padrona.

I Dissennatori non hanno alcun effetto su di lei, non impazzirà come succede a tutti gli altri, o a me.
No a me non succederà... io sono già pazzo, per colpa sua.

Tra noi regna un silenzio assolutamente inusuale. E me ne rendo conto solo ora.
Strano che nessuno stia urlando nelle altre celle. Posso perfino sentire il rumore del mare, infinito attorno a noi, che si abbatte con violenza contro il dirupo.
Ma non posso sentire l'odore dell'acqua salata.

Azkaban è strana.

Posso sentire il rumore delle onde, ma anche respirando a fondo le mie narici si riempiono soltanto dell'odore di carne morta che aleggia perpetuamente nelle celle.
Disgustoso, aggiungerei.
Ma alla fine ci si fa l'abitudine.
So che fuori splende il sole, ma non un solo raggio riesce ad entrare nelle celle con la sua luce, col suo calore.
Cos'è? Temono che un raggio di sole possa portare la felicità che siamo condannati a dover dimenticare, a non dover più provare?

Mio malgrado, sorrido amaramente, al pensiero del futuro che mi aspetta, buio e nero.

Intanto, finalmente, lei mi guarda.
"Cosa c'è, Rod?"

Le labbra rossissime si muovono lentamente, la sua voce è come il dolce canto della sirena, che attira il suo Ulisse irresistibilmente.
Sorrido ancora, questa volta con una punta di malizia.
"Sei bella"

Sembra quasi immateriale, di una delicatezza ed una fragilità inusuale, a contrasto con la forza che ha dentro, mentre si alza e mi raggiunge.
Adoro il suo modo di camminare, sebbene abbia fatto solo pochi passi.

Ogni passo è compiuto precisamente di fronte al precedente, come una modella, con tutta la sua classe.
Gà, la "classe". Qualsiasi cosa lei faccia, non posso fare a meno di guardarla, ammirarla... nessuno può.

Si avvicina senza far rumore e si inginocchia tra le mie gambe, avvicinando il suo viso al mio. Mi bisbiglia sulle labbra in un modo estremamente sensuale.
"Questo già lo sapevo è mezz'ora che mi mangi con gli occhi"

Decisamente una frase poco di classe, ma la sua voce è calda, le sue labbra sulle mie... Perdo la testa.

Si stacca da me, lentamente, ed io la seguo, inevitabilmente.
Mi fa girare verso la parte vuota della stanza. Le basta un leggero tocco sul mio petto ed io faccio ciò che mi dice. Mi sdraio sulla schiena, sento sotto di me l'odore nauseabondo della paglia umida entrarmi nelle narici, ma è niente in confronto al profumo irresistibile di lei.

Si stende su di me e le mie mani automaticamente le afferrano i fianchi.
Ho quasi paura di spezzarla.

La vita è troppo sottile, sento sotto i polpastrelli definite, le ossa del bacino sporgenti.

Poggia le sue labbra sulle mie, guardandomi negli occhi fino all'ultimo istrante.
Sorrido sulle sue labbra, pensando a quel tocco morbido e sensuale, a confronto con la sensazione di fragilità che provo nell'accarezzarla.

*Assolutamente imperfetta*

Oh, ma che importa...

Padrona imperfetta e crudele, irresistibile e malvagiamente attraente. Affilata come un coltello, tagliente e velenosa...

  
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