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Autore: babyluv    02/02/2007    9 recensioni
"Era stanca di piangere, di sentirsi il cuore trasfigurato in un Bolide impazzito, di cambiare direzione ogni volta che scorgeva Ron e Lavanda insieme... Maledettamente stanca. Non avrebbe permesso a nessuno, neanche al suo ormai ex migliore amico, di farla sentire così... così... umiliata. E persa."

Una piccola oneshot che spiega come mai, secondo me, Hermione è arrivata ad invitare Cormac McLaggen alla festa di Lumacorno XD
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In attesa del nuovo capitolo di Stand by me (per chi lo segue, non preoccupatevi, conto di postarlo domenica o lunedì), mi è saltata fuori questa oneshote dal nulla. Come mai Hermione invita Corman McLaggen alla festa di Lumacorno?
Un missing moment, così come me lo sono immaginato io ^^
Ogni commento e recensione e apprezzatissimo =^^=



Hermione Granger, appena uscita dal bagno di Mirtilla Malcontenta, camminava ora spedita lungo il corridoio del terzo piano diretta all’aula di Incantesimi.
Era arrabbiata.
Anzi no, era decisamente furiosa!
“Ron, sei un maledetto idiota! Stupido! Arrogante! Che ti venisse una irritazione istantanea da Bubotubero!”
- Oh accidenti!
Il suo strillo affranto riecheggiò, rimbalzando nel silenzio totale.
Si era sistemata la borsa sulla spalla con talmente tanta foga che la cinghia le si era spezzata tra le mani.
- Reparo!- mugugnò aprendo la porta dell’aula e sbattendola con forza.
Bene, ci mancava solo che si facesse crollare l’intero castello sulla testa e finisse espulsa per vandalismo!
- Stupido Ron! Ti tolgo dieci punti per avermi fatto sbattere la porta così!
Stranamente però neanche quello parve darle sollievo.
Si accasciò sul primo banco libero che trovò, reputandosi fortunata che almeno non c’era nessuno ad assistere a quello scoppio di follia improvvisa.
Non che si fosse aspettata di trovare qualcuno, sia chiaro.
Erano tutti in Sala Grande a godersi il pranzo dei giusti, in attesa delle lezione del pomeriggio.
Peccato che lei non avesse affatto fame, se mai l’aveva avuta sul serio.
Forse aveva perso appetito quando Ron le aveva fatto quella stupida imitazione a Trasfigurazione.
Saltellava su e giù agitando la mano... ed era così incredibilmente... veritiero.
E cattivo.

No, forse aveva perso appetito quando tutti, anche i Grifondoro, si erano accorti di Ron ed erano scoppiati a ridere.
In modo educato e assolutamente da Grifondo, io rido con te non di te...
Sì e io sono la batterista delle Sorelle Stravagarie.
Quelle erano inconfondibilmente risate. Di puro divertimento.
No, ripensandoci ormai le era chiaro. Aveva perso definitivamente l’appetito quando aveva alzato gli occhi su Ron, e aveva colto il ghigno perfido e soddisfatto sul suo volto... quel ghigno che le mostrava quanto fosse incredibilmente felice di farla soffrire con quella sua performance improvvisata. Perché lui sapeva, senza ombra di dubbio, che ad Hermione faceva male. Era stato in quel preciso momento che lo stomaco le si era contratto talmente forte da farla quasi piegare in due dal dolore. Come se qualcuno le avesse appena dato un pugno, diretto e preciso, proprio lì.
Si portò una mano agli occhi e la ritrasse bagnata.
Ecco, anche adesso... piangeva solo per il dolore allo stomaco ovviamente. E non si sentiva un granché bene anche in generale, pensandoci. Un imbecille con il cervello più piccolo di quello di un Vermicolo non centrava assolutamente nulla con la sua sofferenza.

Dio, faceva così male.
Era un dolore così incredibilmente atroce che neanche quel Mangiamorte all’ufficio Misteri, quello che aveva cercato di ammazzarla e non ci era riuscito solo perché era muto, ecco neanche lui l'aveva fatta soffrire così tanto.
Perché il dolore di adesso non era fisico. Non del tutto almeno. E non poteva certo farlo sparire andando a chiedere una qualche pozione a Madama Chips.
Era un dolore costante, profondo e sordo... Non se ne andava mai, non le dava tregua, rimbombava senza sosta. Sembrava che qualcuno stesse giocando a Quidditch con il suo cuore. E ovviamente il suo suddetto cuore era una Pluffa.

Stomp.
Ron e Lavanda attaccati come sanguisughe.
Goal, punto.

Stomp.
Lei che attaccava Ron con i suoi canarini, anche se avrebbe voluto distruggere Lavanda, quella notte.
Goal, punto.

Stomp.
Ron che rideva ad una battuta di Harry e lei non era presente, osservava da lontano per non ritrovarselo accanto, per non avere modo di guardarlo, di sfiorarlo... di fargli vedere quanto stesse soffrendo.
Goal, punto.

Stomp.
Ron che ormai non incrociava neanche più i suoi occhi.
Ron che non la guardava ma che rivolgeva a Lavanda quello sguardo.
Goal, punto.

Stomp.
Lavanda che era diventata una presenza costante, una ossessione.
Lavanda a colazione, a pranzo, a cena, in Sala Comune, nel suo stesso dormitorio...
Dio, non sapeva neanche lei come aveva resistito all’impulso di far Levitare il baule di quella stupida oca fuori dalla finestra.
“Lavanda, ma nooooo, sono sparite tutte le tue cose? Non ci credooooo! E adessoooo?”
Goal, punto.

Stomp.
L’indifferenza.
Ignorarsi.
Distaccarsi.
Essere come due estranei, fare finta di non vedersi. Evitarsi.
Farsi cattiverie gratuite l’un l’altro, senza sosta.
Goal, punto.
E fine partita.
Lavanda vince per cattura di Boccino.



Hermione, stanca di asciugarsi le lacrime, le lasciò semplicemente scorrere libere.
Forse avrebbe potuto fare un salto in biblioteca, vedere se su un libro riusciva a trovare quale fosse il limite di lacrime che un essere umano poteva versare.
Perché su una cosa era sicura: stava piangendo talmente tanto, in quei giorni, che le sarebbe bastato per una vita intera.
Se non trovava un modo di smettere si sarebbe rinsecchita e prosciugata, magari si sarebbe trasformata in mummia.
Di certo Ron non si sarebbe preoccupato per lei.
Oh, aveva cose molto più edificanti di cui occuparsi. Come per esempio risucchiare Lavanda, in uno dei loro infiniti tete a tete. Perché suo malgrado Hermione li aveva osservati. Era davvero curiosa di vedere cosa diavolo ci trovassero quei due l’uno nell’altro.
Ma non aveva avuto risposte. Perché ogni volta che li guardava sembravano attaccati da un Incantesimo Incollante. Non dovevano fare molte chiacchierate interessanti, troppo impegnati dal punto di vista fisico della loro storia.
Forse era questo che Ron voleva.
Non riuscì a sopprimere quella vocina malefica.
Già, forse...
Forse dopo sei anni trascorsi insieme, quello che era rimasto era soltanto questo.
Il niente.
Se qualcuno le avesse predetto che ad un certo punto del suo sesto anno avrebbe trovato meno irritante la compagnia di Draco Malfoy rispetto a quella di Ron Weasley, avrebbe spedito il povero malcapitato dritto al San Mungo con un Incantesimo di Rilascio ben piazzato.
Eppure era successo.
E faceva un male del diavolo.
Ma non sarebbe rimasta lì, ferma, a subire.
Era stanca di piangere, di sentirsi il cuore trasfigurato in un Bolide impazzito, di cambiare direzione ogni volta che scorgeva Ron e Lavanda insieme... Maledettamente stanca.
Non avrebbe permesso a nessuno, neanche al suo ormai ex migliore amico, di farla sentire così... così... umiliata.
E persa.

I suoi pensieri furono bruscamente interrotti quando la porta si aprì all'improvviso.
- Hermione, hai fatto presto ad arrivare!
La ragazza agitò la mano in direzione di Cormac McLaggen, girando bruscamente la testa verso la finestra per impedirgli di vedere le lacrime.
Se le asciugò ad una velocità talmente supersonica che ad occhio estraneo poteva sembrare benissimo che si fossero Smaterializzate dalle sue guance.
Bene, ci mancava solo quell’antipatico di Cormac. Non poteva entrare qualcun altro? Uno qualsiasi di Tassorosso per esempio?
Non era proprio giornata.
Era perseguitata dalla sfortunata, che la colpiva sotto forma di ragazzi idioti e arroganti, che si credevano chissachi perchè sapevano stare su una scopa.
Esemplari di sesso maschile e Quidditch, un'accoppiata ancor più terrificante di Voldemort e Mangiamorte!
McLaggen, poi, aveva l’innata capacità di far venire nel giro di cinque minuti l’orticaria fulminante a tutti quelli che avevano la sfortunata di trovarsi con lui nella stessa stanza. Era forse il ragazzo più borioso sulla faccia della terra, con quella volontà di mostrare sempre che lui era superiore e...
Eccola lì!
L’IDEA!
Arrivata come un gufo espresso direttamente dal paradiso delle rivincite!
Non la semplice idea, badate bene. L’IDEA, a caratteri cubitali.
Brillava chiara e fulgida nel bel mezzo della sua testa. Così semplice, così efficace, così... stupefacente.
Hermione si dette una rapida sistemata ai capelli, senza rendersi conto che sul bel faccino aveva stampato un ghigno sardonico talmente cattivo che perfino Draco Malfoy le avrebbe fatto i complimenti se l’avesse vista.
Ma quando si alzò con grazia, dirigendosi verso l’ultimo banco dove McLaggen si era seduto, sul viso c’era solo dolcezza.
- Cormac... - la sua voce poteva benissimo grondare miele da quanto era zuccherosa. Alla stessa Hermione corse un brivido di disgusto lungo la schiena, sentendosi parlare – Cormac, caro… mi chiedevo… se per caso ti andrebbe di venire alla festa di Lumacorno con me...
- Oh, Hermione, sarebbe un vero piacere!
“Ah! Te la faccio vedere io, Ron Weasley! Non hai ancora capito con chi hai a che fare!”



Ecco, qui.
Spero vi sia piaciuta ^^


  
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